Da insegnanti: il dramma del primo approccio

trivial105 16-11-15 15.08
salve a tutti, data la mia formazione classica/conservatoriale, mi è sempre stato suggerito e ho sempre visto applicato ai giovani allievi un metodo piuttosto rigido nell'approccio al pianoforte. non mi si fraintenda, niente libri in testa, guidamani kalkbrenneriani, o altre amenità ottocentesche.

cerco di essere sintetico, i didatti mi capiranno: parlo semplicemente di tutta quella base tecnico/teorica che rende i primi mesi molto metodici ed attenti, ma che una volta espletata rende possibile andare avanti con il dovuto agio (come accade in tutte le materie e discipline). ovvero:

- dare la giusta attenzione ai movimenti fondamentali della CADUTA e dell' ARTICOLAZIONE e quindi alla generale postura e rilassatezza della mano\braccio\spalla con esercizi dedicati.
- destreggiarsi nel frattempo con l'aspetto ritmico e della lettura con la nobile arte del solfeggio ( emo )
- e dopo un po' iniziare una serie di pezzettini a difficoltà molto graduale

sinceramente, quando ho avuto modo di poter mettere in pratica questo metodo, ne ho sempre ricavato ottimi risultati. è forse dura per l'allievo, alle volte addirittura traumatico, ma è indubbio che si vada subito al punto e si risolve immediatamente una serie di problemi che a portarseli avanti poi, sono dolori!

affianco ai successi però, sarebbe ipocrita non parlare degli insuccessi perchè di lezioni di gente che "scappava" via da questo approccio così drammatico, ahimè, ne ho perse diverse, e di tutte le età (il bambino si annoia, il ragazzo aveva sottovalutato la cosa, l'adulto non ha più la pazienza, ecc...)

voi come risolvete questa impasse iniziale? come rendere meno amara questa pillola? come ammorbidire la frustrazione di non sapere eseguire nulla che sia, per i primi mesi, musicalmente accattivante? (sfido a sentirsi gratificati dal numero 2 di beyer, ci mancherebbe)

ripeto, stiamo parlando di allievi che partono da ZERO, che non sanno letteralmente mettere la mano sulla tastiera, non di chi già suona e vuole solo migliorarsi (li è diverso, riesco più facilmente ad accontentare l'allievo, anche se non vuole seguire un percorso classico, perchè è una macchina già in movimento che ha solo bisogno di essere indirizzata e corretta).

vedo alcune di scuole di musica che propongono soluzioni del tipo suonare con basi, limitarsi a ribattere ottave e accordi ma insomma, quello non credo sia insegnamento quanto piuttosto intrattenimento!

alle volte mi dico che sono io a farmi troppi problemi, ed in queste persone c'è soltanto una scarsissima volontà e soprattutto un grosso equivoco/sottovalutazione riguardo ciò che significa imparare a suonare uno strumento. ma adoro essere smentito, a voi la parola emo
Edited 16 Nov. 2015 14:57
Markelly 16-11-15 19.37
Hai perfettamente ragione, e sicuramente non mancherai di esporre il tuo "rigido" programma all'inizio del corso.
Non si può però nemmeno pensare che tutti quelli che vogliono studiare pianoforte diventeranno Benedetti Michelangeli.
emo
zerinovic 12-01-16 18.20
Non riesco a smentirti...sono andato per cinque anni in una scuola ad approccio moderno/classico la passione e la determinazione sono basilari.il bela bartok, hanon,metodo per pianoforte rock, sono passi necessari. Lasciarci dentro anche le dita come diceva dalla...é frustrante quando non riesci, ma stupendo quando c'è la fai...la musica non é roba per bambini viziati, é roba per chi sa quello che vuole.e secondo me fai bene a fare come fai.
anonimo 12-01-16 20.15
posso dire la mia esperienza da allievo: dire che suonavo il panoforte a maggio del 2014 è passare da eretico. Mi ero recato da un maestro jazz/classico per alcune lezioni di prova ed al primo approccio mi aveva chiesto cosa volessi fare, le mie aspettative. Aveva notato che suonicchiavo qualcosa ad orecchio ma zero diteggiatura e controllo pessimo sulla tastiera. Il mio vantaggio è sempre stata la motivazione quindi, avevo chiesto lui di insegnarmi partendo da qualcosa col blues. Di mio conoscevo la pentatonica acquisita su youtube ed allora è iniziata l'avventura facendomi giocare improvvisando, io con la mano destra e lui ovviamente con la sinistra per la parte di basso. Pian piano mi ha mostrato brani con poche note ma efficaci del tipo "in the road jack" in forma molto semplificata scritta a mano da lui stesso ed io mi sono esercitato come fossi un bambino. Nel frattempo mi ha mostrato le basi degli accordi, scale, circolo delle quinte, gradi della scala, rivolti sempre in modo molto rilassato. Mi chiedeva sempre cosa volessi suonare, siamo passati da "At Last - Etta James" "Maple Leaf Rag - Scott Joplin", "Pantera Rosa", "Mission Impossible" anche se mi sono fermato solo alle prime parti, riusciva a motivarmi e a divertirmi ed a farmi capire la complessità dei brani.
Quest'anno sto facendo da solo per mancanza di tempo ma vorrei continuare il mio percorso con tale maestro. Credo che il successo di questo insegnante sia proprio quello di assecondare e farmi scoprire la musica attraverso quello che mi attrae. In questo modo si ha la sensazione di non perdere tempo e ci si diverte da subito. Poi è arrivato Cyrano e altri maestri qui sul forum ed il mio livello, credo si sia ulteriormente alzato e la mia curiosità ora non si ferma più. Spero di diventare almento un pianista decoroso, ma sento la necessità di essere seguito almeno una o due volte al mese, oltre al Chang ovviamente, questo allo scopo di abbreviare i tempi e correggere gli errori e ovviamente imparare cose nuove.
Edited 12 Gen. 2016 19:27
trivial105 14-01-16 22.15
grazie mark, la tua testimonianza da allievo è molto preziosa.

in effetti, nei miei "esperimenti didattici" sto notando proprio questo: veicolare lo stesso concetto, anche con la stessa severità, ma su un repertorio e in una modalità che sia accattivante per l'allievo (e il concetto di accattivante varia da età ad età, da carattere a carattere, da gusti musicali a gusti musicali) risulta molto più efficace che fossilizzarsi su di un solo metodo, intoccabile e inamovibile.

ci vogliono solide basi e fantasia ecco! e poi dicono che le lezioni costano troppo, sapessero quanto tempo passiamo anche solo a preparare le lezioni emo


igiardinidimarzo 15-01-16 00.33
zerinovic ha scritto:
il bela bartok, hanon,metodo per pianoforte rock, sono passi necessari.


In realta' nessuno di questi e' necessario per diventare un vero pianista, e meno di tutti Bela Bartok...
Edited 14 Gen. 2016 23:36
andrew1 15-01-16 21.54
Anche io da allievo autodidatta per motivi di tempo (famiglia e lavoro) anche se ho due amici che suonano e che mi fanno da tutors, quoto Mark_c.

Vedi, Trivial, tu hai ragione a voler partire dalle basi prima di far suonare qualcosa, considerare limitante (come lo è) battere ottave ed accordi, non solfeggiare, però temo che con questo approccio rischi proprio di far scappare i tuoi allievi.

Potrebbe infatti essere che uno vuole proprio imparare ad intrattenere, magari con l'ausilio dell'arranger o del sequencer, e che di suonare parti dell'Hannon, Bayer ecc magari dopo 3 mesi non gli freghi niente, preferisce suonare Fra Martino campanaro magari solo con la destra, e sentirsi appagato, perchè magari a casa la sera o alla cena con amici fà un pò si scena.

Mi ricordo anni fa, quando ero più libero dagli impegni lavorativi, che avevo degli studenti a ripetizioni di elettronica, ma anche a scuola durante il periodo in cui insegnavo.
Partivo certo dalle leggi fisiche, ma facevo laboratorio già la terza settimana: ovviamente dovevo dare dei progettini già precotti, perchè mancavano le basi, ma proprio questa mancanza era stimolo per gli studenti per studiare la teoria, e spesso mi chiedevano di saltare la lezione di laboratorio a favore della teoria, cosa che quando ero studente, era fantascienza.

Ora,
potrebbe essere che nella musica questo approccio non sia possibile, e cioè che se uno parte male, poi non si può più correggere (anche se non credo perchè alcuni miei errori li ho corretti in pratica da solo se non altro per impossibilità di certe diteggiature/posture/ecc), però un conoscente che ha iniziato a suonare nel mio periodo (un annetto fa) andando da un maestro, adesso fà solo alcuni accordi o parti di brani scolastici, io almeno qualche semplice brano di Gino Paoli, Beatles e simili lo riesco a fare con risultati MOLTO diversi durante le pizzate o cene ...

Poi al giorno d'oggi, quando in una famiglia se c'è almeno una entrata fissa è già una grande fortuna, una grande importanza l'ha comunque anche il costo.
Capisco cosa vuoi dire circa il tempo per preparare una lezione, ma i soldi sono quelli che sono, e le spese per vivere tante.
Poi anche il tubo ci mette il suo.




anonimo 15-01-16 21.58
Dipende molto se è un bambino, un adulto, un principiante assoluto, uno che ha già delle basi, uno che suonicchia in un gruppo, uno che aspira ad essere un jazzista...etc etc...

Fare l'insegnante è come fare lo scultore, non si deve mettere ma togliere...fino a che l'arte che è già dentro all'allievo non si manifesti
Edited 15 Gen. 2016 21:00
efis007 16-01-16 02.44
Anch'io ho perso molti allievi (ora praticamente non ho più) a causa del mio insegnamento di metodologia "classica" (ma sempre fatta in modo sorridente, simpatico, mai col grugno).
Il problema secondo me non è tanto l'insegnamento, ma lo strumento in sè: il pianoforte.
Chi si avvicina a questo strumento non ha idea di cosa vuol dire suonare un pianoforte.
Molti pensano che è come la chitarra, ovvero mandi il bambino nella tal scuoletta e dopo poche settimane riesce già a suonare in giri di accordi di molte canzoni, e dopo pochi mesi riesce già a ritmarli.
Il bambino è già soddisfatto, si diverte con poca fatica, e soprattutto non ha bisogno per forza di leggere la musica per poter suonare i giri di accordi, basta consultare ogni tanto i bigini che ti mostrano dove mettere le dita.
Col pianoforte non è così semplice purtroppo. emo
Facciamo un esempio giusto per capirci.
Avete presente il brano "L'italiano" di Toto Cutugno?
Immaginate di suonarlo (accompagnarlo) con la chitarra.
Tutta la prima parte del pezzo è fatta con LAm, Mi7, Lam, Do, Lam, Mi7, Lam.
Praticamente 4 accordi.
Bene... la prima frase del pezzo è cantata sul LAm ritmato a fox.
Con la chitarra si "presetta" l'accordo di LAm con la mano sinistra, e quando è lì bello "presettato" sul manico si va di ritmo con la mano destra.
In men che non si dica si ottiene un bel LAm ritmato.
Col pianoforte non si "presetta" nulla.
Il LAm va ritmato ribattendolo continuamente.
E con la sinistra vanno fatti i bassi.
Per ciò abbiamo due mani che svolgono due cose diverse, con note diverse, con movimenti diversi.
Altrimenti addio ritmo.
Il problema è che prima di imparare a ritmare un pochetto bisogna studiarci dietro parecchio, non è così semplice come sembra, non è come la chitarra "da spiaggia" in cui basta saper prendere un po' di accordi e ritmare con la destra.
Magari fosse così facile.
Insomma c'è poco da fare, se si vuole imparare a suonare il pianoforte, anche un minimo, bisogna impegnarsi a fondo, iniziare con gli esercizi semplici del Beyer e fare imparare le mani e le dita a "separarsi" e a suonare parti diverse.
Altrimenti col piffero che si può suonare un motivetto semplice come "L'italiano".
Una volta una mamma mi disse: "ma come? l'altra mia figlia l'ho mandata a scuola di chitarra e già suonava le canzonette dopo 2 mesi, e col piano invece non riesce a suonarle neanche dopo 8 mesi".
Vagli a spiegare che il pianoforte non è la chitarra da spiaggia! emo
andrew1 16-01-16 09.19
La mia esperienza è diversa, partito da zero, ho guardato alcune lezioni per capire a che note corrispondono i tasti, poi ho visto le lezioni che spiegavano come si compongono gli accordi base e quelli di settima, ed ho iniziato al leggere il Chang ed a fare esercizi di lettura degli spartiti.
Parallelamente ho iniziato a suonare i primi esercizi del Bayer: ero un pò demoralizzato.
Poi ho visto una lezione in cui parlavano dei giri armonici, e così ho scoperto che ci sono moltissime canzoni che usano quello di DO piuttosto che il canone di Pachelbell, altre, come Napule è, che ne usa solo 2 di accordi.
Ho lasciato perdere Beyer, Clementi, ecc e dato retta a Chang: "imparare a suonare quello che non interessa è tempo perso, gli esercizi sono già insiti nei brani che si vuole suonare", ed ho cominciato a suonare il giro di DO e quello di Pachelbell, i due accordi di Napule è, dopo in un mesetto ero già in grado di accompagnare alcune canzoni, con somma sorpresa di moglie, figlio ed amici, ma anche dei due conoscenti che erano un paio di anni che andavano a lezione e che, oltre a solfeggiare e suonare pezzi fini a se stessi, altro non riuscivano a fare.
efis007 16-01-16 13.16
Ma quello è usare il pianoforte per accompagnarsi a cantare a mò di "chitarra da spiaggia".
Che non è un male intendiamoci, per chi ama cantare è pur sempre un modo simpatico e rapido di accompagnarsi.
Ma il pianoforte non è solo questo.
Col pianoforte si possono anche suonare brani strumentali senza cantare (io ad esempio non so cantare), ma serve un po' di tecnica obbligatoria per riuscire a farli, il buon vecchio Beyer e Hanon risultano comunque indispensabili per scogliere le dita e renderle indipendenti.
Se ci si ferma solo al "io so acchiappare gli accordi" non è che si va tanto lontano.
Se il suonare il pianoforte deve essere così limitante (accompagnamento e basta) allora forse è meglio non comprarsi un pianoforte, ma un arranger.
Con quello non c'è bisogno di impazzire più di tanto, basta fare gli accordini con la mano sinistra, una melodietta con la destra (se necessaria), e il resto si canta a voce.
L'effetto complessivo di accordini con la mano sinistra + automatismi automatici, è molto più soddisfacente dell'accompagnarsi (male per mancanza di tecnica) su un pianoforte.
Secondo me il discorso sta tutto quì.
Chi si approccia a un determinato strumento deve avere prima ben chiaro in testa a cosa gli serve e cosa ci deve fare con tale strumento.
Se il desiderio è quello di cantare le canzoncine, nel modo migliore possibile e più rapido possibile, allora io suggerisco di comprare un arranger e lasciare perdere il pianoforte.
Chi invece ama proprio suonare tutto a mano (magari brani classici o simil "Allevi") allora è giusto che si prende il pianoforte e lo affronta come tale con tanta pazienza e studi dedicati.
Oppure opta per la via di mezzo, un bel Yamaha Clavinova che fa sia da pianoforte sia da arranger.
Ma sono quasi certo che l'80% degli allievi "polentoni" lo useranno quasi esclusivamente come arranger evitando di barcamenarsi negli studi del Beyer e dell'Hanon.
Insomma inutile girarci intorno: il vero pianoforte (verticale o a coda) è uno strumento serio.
Non è fatto per giocare al "io suono subito", e non è fatto per gli allievi che pretendono di suonare subito.
Chi vuole suonare subito, in fretta, nel minor tempo possibile, sbattendosi il meno possibile, e usando la minore tecnica possibile... allora è meglio che si compra un arranger e lascia perdere il pianoforte.
Con l'arranger si possono suonare la canzoni in un mese, anche senza saper fare gli accordi al completo.
Col pianoforte ci si attacca al tram.
O lo si suona come si deve, con la tecnica giusta e la pazienza giusta, oppure meglio scordarselo.

A parer mio.
emo
anonimo 16-01-16 14.29
efis007 ha scritto:
Ma quello è usare il pianoforte per accompagnarsi a cantare a mò di "chitarra da spiaggia".


ti capisco (ho avuto 3 maestri), lo sto sperimentando io con Celementi e Beethoven, ma è proprio la complessità di questo strumento che affascina, boia chi molla.



p.s.
comunque ci vuole infinita pazienza
Edited 16 Gen. 2016 14:54
andrew1 18-01-16 21.50
Oppure opta per la via di mezzo, un bel Yamaha Clavinova che fa sia da pianoforte sia da arranger.

Ed infatti è quello che, dopo aver analizzato parecchi strumenti, ho comprato emo

Comunque il mio obiettivo è quello di imparare a suonare il piano, infatti i 3 brani che ho finora imparato li sò suonare sia come accompagnamento, sia come melodia.
(Imparati questi modi, suonarli con l'arranger è un giochetto, ma il risultato quando si è in compagnia, è nettamente diverso).

Se avessi continuato l'approccio Hanon/Beyer, che comunque continuo a seguire, adesso saprei suonare solo quegli esercizi (lavoro ed ho famiglia, quindi il tempo in alcuni periodi è veramente poco).

Infine Chang ... che consiglia di suonare quello che piace ...