@ Peppeg
SALVE RAGAZZI, HO 16 ANNI E SUONO LA CHITARRA DA QUANDO NE AVEVO 7. LA MIA PASSIONE È STATA FIN DA SEPRE LA MUSICA. FIN DA PICCOLINO CANTICCHIAVO LE CANZONI CHE ASCOLTAVO NELLA MACCHINA DI MIO PADRE. I CANTANTI IN QUESTIONE ERANO DE GREGORI, DALLA, DE ANDRÈ,BOB DYLAN,...OGGI GRAZIE A MIO PADRE SONO INNAMORATO DALLE CANZONI DI QUESTI ARTISTI, MA A VOLTE MI SENTO A DISAGIO QUANDO SONO CON AMICI E ASCOLTANO MUSICA TECHNO...QUINDI MI CHIEDO SE IL PROBLEMA IN QUESTA SOCIETÀ SONO IO CHE S PARER LORO ASCOLTO "MUSICA DI ANZIANI". DATEMI QUALCHE CONSIGLIO RAGAZZI...🙂
Puoi anche non urlare!
16 anni, ...sono tuo padre, abbondante!
Non sarebbe carino denunciare il tuo genitore per distrazione e disadattamento sociale del figlio. Teniti questa cultura acquisita e prendila come valore.
Di solito la musica accompagna l' età col "suono" del suo momento, onestamente, se avessi la tua età, potendola confrontare con la mia dell' epoca, dovrei dire che qualcosa non va, l' espressione di questi tempi viaggia su parametri diversi, ci si "accontenta" di frazioni di musica, di molta ripetitività, di pochi elementi ed anche molto banali, probabilmente ci sono cose che la musica intesa nel vecchio modo non riesce ad esprimere.
A me i tempi giovanili li hanno colorati E.L.P., Genesis ma non solo, anche Baden Powell, Jobim, Bacharach (soprattutto), ma direi che ogni scelta di "colonna sonora" dipendeva dal momento: se ero innamorato ...Baglioni a tutta birra, ma lo stesso Baglioni mi emozionava per la vita da scoprire con "le ragazze dell' Est", "i vecchi", ma passavo anche i pomeriggi "impegnati" ascoltando Guccini e poi magari i Dire Straits, prendevo energia dai soli di Simon Phillips ma non disdegnavo le nuove frontiere con M. Jarre e la sera, a letto, ascoltavo da una radiolina "l' uomo della notte" e la sua sigla, di Michel Legrand con l' orchestra e i violini che volavano, mi faceva sognare di volarci appresso, così anche con Simon & Garfunkel.
Era tutta musica autentica, ne avevamo tanta e diversa e tutta contemporanea allo spirito del momento sociale, potevi scegliere a seconda delle esigenze e nessuno ti etichettava, perlomeno a me non è mai successo.
Oggi è strano, la musica, o se vogliamo l' espressione artistica comune, è molto appiattita, omologata. Se qualcosa funziona tutti gli vanno dietro e si predilige più la confezione (suono) che il contenuto (messaggio), lo stereotipo comune (purtroppo) è un' automobile che fa >PunCh>PunCh>PunCh con superbasse e sequenze ripetitive, se qualcuno canta ("canta" ...seh!) lo fa ritmando testi banali in monodia nei quali, onestamente, oltre al disagio e l' incapacità di mordere la vita non vedo altro. Cose buone oggi ci sarebbero pure ma vengono comunque comprese dai soliti grandi o "giovani maturi".
Certamente si penserà: "è ovvio che ai tuoi tempi per te era meglio ...avevi 16 anni!" ...ma noi a 16 anni oggettivamente avevamo di più, la tavolozza era piena di colori. "A Pa' (a Pasolini)" di De Gregori era il colore delle periferie romane, ma la passione per l' amica particolare ce la faceva esprimere Baglioni, se i gay erano una scoperta i Pooh ce li facevano accettare con rispetto con "Pierre" e anche le scoperte "colte" come "concierto de' Aranjuez", "le quattro stagioni", "Carmina Burana" facevano parte dei nostri ascolti. Anche una sigla come "Suicide is Painless" da M.A.S.H. era un' occasione per capire alcuni lati di una società che era andata a ficcare il naso con una guerra in Vietnam. Ogni espressione era un macigno, una bomba da cui estrarre esperienza.
Oggi non lo so, mi sembra che tutto esista solo se può permettersi un bel numero di visualizzazioni sui social, solo se sa stare sulla cresta, solo se è condiviso dalla massa, senza sapere o capire se ne valga la pena, se "suona" dentro il proprio cuore, nella propria mente.
Non ti crucciare se non sei compreso, questo tempo passa, anzi, passerà tutto... quello che resterà costante sarà il tuo spessore emotivo e morale. Comunque cerca, che di buono ce ne deve essere oggi e magari fallo scoprire anche agli altri.