@ anonimo
La notazione musicale necessita di "consolidare" al minimo tre dimensioni: altezza dei suoni, durata dei suoni e successione dei suoni, il tutto in maniera polifonica
Per ora il sistema più efficiente si è rivelato il pentagramma (e sopratutto il setticlavio)
E' che siamo vincolati a pensare che il nostro modo di scrivere (non solo la musica) sia l'unico sistema valido o possibile.
Poi ci accorgiamo, ad esempio quando si studia il cinese, che dietro la scrittura (di ogni tipo), ci possono essere altre filosofie e tecniche, magari più performanti di quella che siamo stati abituati dalla nascita.
Per cercare delle valide alternative, bisognerebbe dire a chi non ha la minima alba di cosa sia uno spartito e di come venga scritta la musica, di trovare un metodo per scriverla.
Dopotutto le maggiori scoperte (non invenzioni), sono state fatte da persone che stavano cercando tutt'altro.
A farmi cambiare completamente visione, ai tempi dell'Università è stato il corso di Linguaggi Formali: per poter scrivere un qualcosa (che si chiama compilatore) in grado di "tradurre" il nostro linguaggio naturale (ovvero il parlato) in istruzioni comprensibili al computer, il corso partiva proprio da zero, da come si forma una grammatica e via dicendo.
Ma almeno un sistema valido per scrivere su di un foglio dei segni, e riuscire a suonarli c'è: il MIDI!
Eliminate tutto il superfluo di quel protocollo, tenete solo l'ampiezza e la durata (la sequenza è "naturale", visto che naturalmente scriviamo e leggiamo in maniera sequenziale), ed ecco trovata l'alternativa.
E probabilmente è molto più efficiente, semplice ed immediato del setticlavio, perchè il computer non è intelligente, non è in grado di produrre dei ragionamenti e di imparare (se non programmato opportunamnte), quindi l'emulazione del suo modo di funzionamento non può che essere semplice.