Possiamo dire che esistono due categorie:
>Quelli che devono studiare
>Quelli che si fanno studiare
Il tutto condito con le esperienze precedenti.
Ovvero, c' è sempre quello che sa guardare oltre a prescindere e quello che invece può solo applicare le esperienze di chi ha travalicato i confini.
Leonardo non ha studiato anatomia umana ...non c' era prima, ma ciò che ha scoperto Leonardo è stato poi studiato.
Pitagora non ha studiato sui manuali di fisica acustica, ma, si può dire, l' ha inventata.
Da qualunque stadio evolutivo si inizi c'è sempre chi aggiunge qualcosa o che intuisce una nuova forma al di la dei preconcetti.
C'è chi le cose le può solo studiare e ripetere e c'è chi invece le cose, anche senza esperienza, le inventa, perché è curioso, perché ha una mente aperta e senza pregiudizi.
Nella musica ci sono ottimi musicisti diplomati che non sanno dominare nessuna concatenazione armonico/melodica se non quelle scritte da altri, ci sono di contro ottimi creatori che hanno avuto lo strumento in mano e senza studiare, se non fondamenti elementari, strabordano facendo della musica quel che vogliono.
Ai fini di un risultato c'è chi deve studiare e chi crea il materiale da studiare.
Ai fini del topic direi che non esiste un "impedimento alla scoperta" nell'insegnamento, ovvio che elargendo il sapere ci sarà sempre un condizionamento da fattori sociologici e culturali, ma è una strada da percorrere e, se fatta senza troppi pregiudizi, potrà essere via via sempre più efficiente.
Ci vuole equilibrio tra l'accettare il nuovo e demolire il vecchio.
La conoscenza globale, troppo repentina per esempio con la rete informatica, sta infatti mettendo in crisi le società che non sono pronte alle verità crude e ci sono "involuzioni", come nel mondo islamico, che pretendono più rigore verso i dogmi.
E allora si insegna quello che fa comodo e chi vede oltre, nel giusto, come da noi Galileo, soffre e viene soffocato.
Tempo fa vidi questa intervista e trovai interessante questa autocritica "inaspettata" per il mondo islamico che in un certo senso si interrogava su cosa fosse giusto insegnare/divulgare e su quali principi:
intervista ad un intellettuale arabo