Come mai gli amici ti escludono dal gruppo ?

FranzBraile 17-08-18 15.55
Gli psicologi hanno scoperto che le persone vengono trattate dagli altri come loro si aspettano di essere trattati. In altre parole, chi si aspetta di venire imbrogliato viene spesso truffato, chi vive nel timore di essere abbandonato, viene spesso lasciato, chi si aspetta di essere tradito trova partner infedeli.

Esempio: Se sei iper possessivo e geloso e il più piccolo gesto della tua partner si tramuta per te in un tradimento, lei sarà portata a non sopportarti più e quindi a desiderare un altro. Potresti dirti che "lo sapevi e avevi ragione" ma la realtà è che quello che temevi si avvera a causa tua.

STOP! Ti è mai capitato di parlare a una donna per ore del più e del meno per poi sentirti dire di NO quando le chiedi il numero? Gli psicologi hanno denominato questa correlazione, effetto "Pigmalione".

Lo stesso concetto funziona anche in modo positivo, vediamo un'altro esempio. Immagina di lavorare per due datori di lavoro diversi: il datore di lavoro A e B. Il datore di lavoro A ha avuto delle esperienze negative con i suoi precedenti impiegati, di conseguenza, vuole stare attento a non farsi raggirare di nuovo. È convinto di non potersi aspettare più di tanto, pensa che i giovani siano tutti degli inetti, senza voglia di lavorare. Di fatto non si fida abbastanza di te per darti qualche mansione interessante, ti rifila soltanto compiti poco qualificanti. Terrorizzato dal fatto che tu possa battere la fiacca in ufficio, ti sorveglia in continuazione senza darti il minimo spazio di autonomia personale. In più, non ha stima di te e non perde occasione per fartelo capire, rimproverandoti per piccolezze. Dopo qualche mese di questo trattamento, con quale stato d'animo andrai in ufficio al mattino? Probabilmente comincerai a sentirti demotivato, a perdere qualsiasi interesse verso il tuo lavoro e a comportarti di conseguenza, trasformandoti in un impiegato pigro e poco brillante, quindi, nel giro di qualche mese, le fosche previsioni del datore di lavoro A sarebbero confermate. Il datore di lavoro B è per sua natura un ottimista. Si aspetta molto da te, ma non ti chiede l'impossibile: sa che farai degli errori, ma sa che questi fanno parte del tuo processo di apprendimento. Ti lascia un ampio margine di autonomia, ma allo stesso tempo è sempre a disposizione per darti suggerimenti e chiarimenti. Sa notare i tuoi progressi e ti senti riconosciuto e valorizzato anche dal punto di vista economico. Con quale datore di lavoro lavoreresti di più? Probabilmente, produrresti di più con il secondo datore lavoro, anche se questi non ti controlla in continuazione come faceva il primo capo. Inoltre, paragonando i due datori di lavoro, capiresti come mai uno trovi sempre impiegati che alla fine si rivelano dei grandi lazzaroni, e l'altro trovi, invece, dei bravi impiegati. L'effetto Pigmalione non si verifica solo nelle relazioni di coppia o nell'ambiente lavorativo, ma in tutti i rapporti umani di qualsiasi natura siano.
FranzBraile 17-08-18 15.55
Un atteggiamento aperto e fiducioso (che non coincide con la fiducia cieca ed indiscriminata) mette gli altri nella condizione di dare il meglio di sé.

È importante ricordare questo principio soprattutto quando ci sono dei problemi di relazione: per esempio i nostri figli non ci ascoltano, il nostro circolo sociale ci allontana, il nostro partner si comporta in modo diverso da quello che vorremmo, gli amici non sono abbastanza presenti, ecc... In casi come questi viene spontaneo focalizzarsi sui difetti dell'altro, su quello che non funziona nella relazione ed esprimere tutta la nostra delusione.

Purtroppo questo atteggiamento si rivela controproducente: anche se la critica può essere giusta, criticare gli altri li induce solo a comportarsi peggio, dando sempre meno.

Se sei in crisi con qualcuno, l'atteggiamento migliore è quello di riconoscere e di valorizzare quello che l'altro fa di buono per quanto possa essere piccolo o possa sembrare scontato. L'apprezzamento e l'incoraggiamento funzionano molto più delle critiche: chi si sente valorizzato è motivato a dare di più.

Essere amati ed accettati da chi ci circonda è uno dei nostri bisogni umani essenziali. Tale bisogno è cosi importante che una delle paure piu diffuse è proprio la paura del giudizio degli altri. Temiamo di non venire accettati per via dell'aspetto, dell'origine, del livello d'educazione, del lavoro, età ecc. Si teme di venir giudicati su un aspetto piuttosto che su un altro, ma alla base di tutto vi è il timore dell'umiliazione, dell'esclusione dal gruppo, dell'emarginazione.
Tale timore, in alcuni casi può addirittura trasformarsi in fobia, la fobia sociale: un particolare stato ansioso nel quale il contatto con gli altri è segnato dalla paura di essere malgiudicati e dalla paura di comportarsi in maniera imbarazzante ed umiliante.

Concludendo se ti ritrovi sempre in mezzo a Circoli Sociali dove non vieni apprezzato o vieni allontanato, cambia per prima cosa il tuo atteggiamento. Basta con i pettegolezzi, credi negli altri e valorizzali, dai tutto il meglio di te e se tutto questo non dovesse funzionare dì direttamente quello che pensi ai membri del gruppo.

Ogni riferimento a fatti o persone di questo FORUM è PURAMENTE CAUSALE !
anonimo 17-08-18 17.07
Si chiama sindrome di Zelig emo
lipzve 18-08-18 13.15
@ anonimo
Si chiama sindrome di Zelig emo
la vita è un cubase, e tu/noi sei/siamo una traccia.

Uno se vuole può metterti mute.
SimonKeyb 18-08-18 17.55
Io ho riletto diverse volte il testo di Franzbraile e non mi trovo d'accordo nel modo in cui accosta il problema dell'emarginazione all'"effetto calamita", mi sento di fare alcune osservazioni:

Il primo caso vive una situazione di disagio perchè tiene troppo a sè stesso e alla sua "unicità", non riuscendo a collocarsi in una realtà sociale all'interno della quale possa interagire liberamente. Percepisce: 1) un'inadeguatezza reale o presunta della sua persona con le altre, diverse e forse opposte, come un sentimento di inferiorità; 2) il mondo esterno come una minaccia e reagisce respingendo qualunque tentativo da parte di esso di cambiare o sovvertire la sua natura, che sente preziosa più di ogni altra cosa, azzerando la sua capacità di adeguamento.

il secondo caso è il rovescio della medaglia della Legge di Murphy, ossia che se qualcosa deve andare storto è altamente probabile che succeda; l'agire in tutti i modi per far sì che un'evenienza non si presenti spesso ci pone involontariamente in una posizione di guardia, interferendo con la nostra predisposizione naturale ad affrontare una situazione in un certo modo; come nel caso di un'incontro con una donna che ha accettato di uscire con noi, o la gestione ordinaria e cordiale dei rapporti di un lavoro che siamo qualificati ad esercitare.
La paura e il nervosismo anche se involontari generano la reazione opposta perchè alterano la nostra capacità di gestire una situazione e nascondono il nostro lato "umano", ma può anche essere anche che la donna non sia quella adatta a noi, che il lavoratore o il direttore siano degli incapaci.