I bar di mattina

anonimo 05-11-19 09.30
Alzandomi di norma piuttosto presto, è difficile che io esca di casa dopo le sette di mattina, e avendo l'abitudine di recarmi al lavoro a piedi (una bella camminata di circa quarantacinque minuti, che fa bene tanto al fisico quanto allo spirito) mi capita sovente di passare davanti a qualche bar appena aperto.

Ah come sono tristi i baretti mattutini nelle grigie giornate d'autunno e d'inverno! Fiacche luci giallastre che sbadigliano pigramente fuori dalle vetrine polverose ed appannate, pochi clienti silenziosi ed ingobbiti con gli occhi ancora pieni di sonno, quel silenzio triste e disperato di chi non vorrebbe abbandonare gli ultimi scampoli di sogno per buttarsi a malavoglia nella falsa allegria di una giornata piena di inutili attività.

Li guardo bene, questi naufraghi della vita, li guardo senza che loro se ne accorgano, e mi si riempie il cuore di compassione e malinconia...chissà da dove vengono, chissà dove andranno, chissà come fanno a stare a galla, fragili barchette più volte rappezzate, nell'oceano rabbioso dell'esistenza.

E loro trangugiano il loro primo caffè, gli occhi bassi, le labbra strette, la testa incassata tra le spalle quasi a voler cacciare il freddo che già ha preso possesso delle loro ossa e del loro cuore; già sta svanendo la breve pausa consolatoria del sonno, quella parentesi che per poche ore lenisce la sofferenza di vivere.

Tacciono, e tace il barista, entrambi assorti in chissà quale fantasticheria senza nome, tacciono ed il loro silenzio è quasi una melodia triste che narra di speranze ormai dimenticate, di sogni infranti, di disillusione e stanchezza.

Resta un baretto mattutino d'autunno, un caffè che brucia ma non scalda, e la voglia disperata di tornare a letto e dormire, forse per sempre.
giosanta 05-11-19 09.35
Non a caso È anche chiamata la "Grande Consolatrice".
mima85 05-11-19 10.07
Ottimismo emo

Comunque, io di baretti nel mio tragitto a piedi da casa alla stazione (una 20ina di minuti circa, anch'io vado al lavoro a piedi e con i mezzi pubblici) non ne ho per strada. Ma quando arrivo alla stazione mi si presenta uno scenario altrettanto desolante: la maggior parte della gente con gli occhi incollati allo smartphone, già di prima mattina. Talvolta, se si tratta di giovani, anche con la bocca occupata alternativamente da sigaretta e redbull (un tiro di siga, un sorso di red, un tiro di siga, un sorso di red...).

Schiavi.
anonimo 05-11-19 10.09
@ mima85
Ottimismo emo

Comunque, io di baretti nel mio tragitto a piedi da casa alla stazione (una 20ina di minuti circa, anch'io vado al lavoro a piedi e con i mezzi pubblici) non ne ho per strada. Ma quando arrivo alla stazione mi si presenta uno scenario altrettanto desolante: la maggior parte della gente con gli occhi incollati allo smartphone, già di prima mattina. Talvolta, se si tratta di giovani, anche con la bocca occupata alternativamente da sigaretta e redbull (un tiro di siga, un sorso di red, un tiro di siga, un sorso di red...).

Schiavi.
È che tu ti alzi troppo tardi...anche io trovo i baretti allegri e pieni di ottimismo dopo le 8,30...emoemoemo
mima85 05-11-19 10.14
Cyrano ha scritto:
È che tu ti alzi troppo tardi


Esco di casa non più tardi delle 7 del mattino, quindi mi sa che io e te siamo per strada più o meno nello stesso momento della giornata. Comunque ho fatto un'aggiunta significativa al mio post di prima.
1paolo 05-11-19 10.21
@ anonimo
Alzandomi di norma piuttosto presto, è difficile che io esca di casa dopo le sette di mattina, e avendo l'abitudine di recarmi al lavoro a piedi (una bella camminata di circa quarantacinque minuti, che fa bene tanto al fisico quanto allo spirito) mi capita sovente di passare davanti a qualche bar appena aperto.

Ah come sono tristi i baretti mattutini nelle grigie giornate d'autunno e d'inverno! Fiacche luci giallastre che sbadigliano pigramente fuori dalle vetrine polverose ed appannate, pochi clienti silenziosi ed ingobbiti con gli occhi ancora pieni di sonno, quel silenzio triste e disperato di chi non vorrebbe abbandonare gli ultimi scampoli di sogno per buttarsi a malavoglia nella falsa allegria di una giornata piena di inutili attività.

Li guardo bene, questi naufraghi della vita, li guardo senza che loro se ne accorgano, e mi si riempie il cuore di compassione e malinconia...chissà da dove vengono, chissà dove andranno, chissà come fanno a stare a galla, fragili barchette più volte rappezzate, nell'oceano rabbioso dell'esistenza.

E loro trangugiano il loro primo caffè, gli occhi bassi, le labbra strette, la testa incassata tra le spalle quasi a voler cacciare il freddo che già ha preso possesso delle loro ossa e del loro cuore; già sta svanendo la breve pausa consolatoria del sonno, quella parentesi che per poche ore lenisce la sofferenza di vivere.

Tacciono, e tace il barista, entrambi assorti in chissà quale fantasticheria senza nome, tacciono ed il loro silenzio è quasi una melodia triste che narra di speranze ormai dimenticate, di sogni infranti, di disillusione e stanchezza.

Resta un baretto mattutino d'autunno, un caffè che brucia ma non scalda, e la voglia disperata di tornare a letto e dormire, forse per sempre.
Poster 2? C'è la stessa atmosfera della canzone di Baglioni/New Trolls, scritta 45 anni fa ma, evidentemente, sempre attuale. Ma chi suona, canta, balla, scrive, dipinge, etc anche solo in modo hobbistico ha un anima artistica che lo porta ad estraniarsi dalla quotidianità e ad elevare lo spirito, secondo me
zerinovic 05-11-19 10.29
Sicuramente é un bar del Nord Italia... faccio anche io la mia passeggiata mattutina gli odori di caminetto,legna umida,l'aria fresca sento che mi perdo qualcosa quando non ci vado...(porto il cane) ed ho un bar vicino casa che é il riferimento del paese, qui l'aria é accogliente,di casa,senti sempre in lontananza qualche risata insieme all'odore del caffe, prima di entrare, ed anche gli stranieri sono ben accolti. Penso che se chiudesse il paese si spegnerebbe.
Sono stato a lavoro al nord la gente é troppo coinvolta con il suo lavoro,non stacca,mai..mangia in piedi,ordina il caffe con la bustina in mano,cellulare con squillo stressante..hanno famiglia ma non stanno mai a casa.lavorano per le voglie ed i vizi,e poi rimangono soli.e gli rompono tutti le b@lle...in quei bar c'era esattamente l'aria che descrivi.
BB79 05-11-19 10.32
@ anonimo
Alzandomi di norma piuttosto presto, è difficile che io esca di casa dopo le sette di mattina, e avendo l'abitudine di recarmi al lavoro a piedi (una bella camminata di circa quarantacinque minuti, che fa bene tanto al fisico quanto allo spirito) mi capita sovente di passare davanti a qualche bar appena aperto.

Ah come sono tristi i baretti mattutini nelle grigie giornate d'autunno e d'inverno! Fiacche luci giallastre che sbadigliano pigramente fuori dalle vetrine polverose ed appannate, pochi clienti silenziosi ed ingobbiti con gli occhi ancora pieni di sonno, quel silenzio triste e disperato di chi non vorrebbe abbandonare gli ultimi scampoli di sogno per buttarsi a malavoglia nella falsa allegria di una giornata piena di inutili attività.

Li guardo bene, questi naufraghi della vita, li guardo senza che loro se ne accorgano, e mi si riempie il cuore di compassione e malinconia...chissà da dove vengono, chissà dove andranno, chissà come fanno a stare a galla, fragili barchette più volte rappezzate, nell'oceano rabbioso dell'esistenza.

E loro trangugiano il loro primo caffè, gli occhi bassi, le labbra strette, la testa incassata tra le spalle quasi a voler cacciare il freddo che già ha preso possesso delle loro ossa e del loro cuore; già sta svanendo la breve pausa consolatoria del sonno, quella parentesi che per poche ore lenisce la sofferenza di vivere.

Tacciono, e tace il barista, entrambi assorti in chissà quale fantasticheria senza nome, tacciono ed il loro silenzio è quasi una melodia triste che narra di speranze ormai dimenticate, di sogni infranti, di disillusione e stanchezza.

Resta un baretto mattutino d'autunno, un caffè che brucia ma non scalda, e la voglia disperata di tornare a letto e dormire, forse per sempre.
tu sai cos'è la poesia...non v'è dubbioemo
vin_roma 05-11-19 10.36
Insomma:
Giornate piene di unitili impegni...
Forse è meglio dormire per sempre...

emo
anonimo 05-11-19 10.42
@ vin_roma
Insomma:
Giornate piene di unitili impegni...
Forse è meglio dormire per sempre...

emo
beh insomma, un po' di iperbole per stigmatizzare l'inutilità di molte cose che riempiono la vita odierna...e la malinconia profonda che alcune anime sensibili ancora sanno provare....emo
1paolo 05-11-19 10.46
@ 1paolo
Poster 2? C'è la stessa atmosfera della canzone di Baglioni/New Trolls, scritta 45 anni fa ma, evidentemente, sempre attuale. Ma chi suona, canta, balla, scrive, dipinge, etc anche solo in modo hobbistico ha un anima artistica che lo porta ad estraniarsi dalla quotidianità e ad elevare lo spirito, secondo me
il fatto stesso di "notare" le cose fa si che si è a metà dell'opera..
piscrais 05-11-19 10.50
@ anonimo
Alzandomi di norma piuttosto presto, è difficile che io esca di casa dopo le sette di mattina, e avendo l'abitudine di recarmi al lavoro a piedi (una bella camminata di circa quarantacinque minuti, che fa bene tanto al fisico quanto allo spirito) mi capita sovente di passare davanti a qualche bar appena aperto.

Ah come sono tristi i baretti mattutini nelle grigie giornate d'autunno e d'inverno! Fiacche luci giallastre che sbadigliano pigramente fuori dalle vetrine polverose ed appannate, pochi clienti silenziosi ed ingobbiti con gli occhi ancora pieni di sonno, quel silenzio triste e disperato di chi non vorrebbe abbandonare gli ultimi scampoli di sogno per buttarsi a malavoglia nella falsa allegria di una giornata piena di inutili attività.

Li guardo bene, questi naufraghi della vita, li guardo senza che loro se ne accorgano, e mi si riempie il cuore di compassione e malinconia...chissà da dove vengono, chissà dove andranno, chissà come fanno a stare a galla, fragili barchette più volte rappezzate, nell'oceano rabbioso dell'esistenza.

E loro trangugiano il loro primo caffè, gli occhi bassi, le labbra strette, la testa incassata tra le spalle quasi a voler cacciare il freddo che già ha preso possesso delle loro ossa e del loro cuore; già sta svanendo la breve pausa consolatoria del sonno, quella parentesi che per poche ore lenisce la sofferenza di vivere.

Tacciono, e tace il barista, entrambi assorti in chissà quale fantasticheria senza nome, tacciono ed il loro silenzio è quasi una melodia triste che narra di speranze ormai dimenticate, di sogni infranti, di disillusione e stanchezza.

Resta un baretto mattutino d'autunno, un caffè che brucia ma non scalda, e la voglia disperata di tornare a letto e dormire, forse per sempre.
E' un buon inizio per il 1 capitolo. Potresti contnuare...
anonimo 05-11-19 10.53
@ piscrais
E' un buon inizio per il 1 capitolo. Potresti contnuare...
Sai che meditavo proprio di scrivere una serie di raccontini di questo tipo (non tutti per forza melanconici), roba così, di tutti i giorni...
BB79 05-11-19 10.59
@ anonimo
beh insomma, un po' di iperbole per stigmatizzare l'inutilità di molte cose che riempiono la vita odierna...e la malinconia profonda che alcune anime sensibili ancora sanno provare....emo
"leggo parole,
per fuggire dalle immagini attorno a me
sento musiche,
per coprire i rumori della strada,
è difficile capire
è più semplice sentire,
basta riuscire a tramortire il seccatore che è in ognuno di noi,
sempre pronto a ridestarsi, in ogni momento, di giorno e nottetempo
e quando leggo e sento lui non può saperne
l'ho chiuso dentro una montagna, da cui non potrà uscire..."
wildcat80 05-11-19 11.12
In generale non amo molto i bar, se voglio prendere un caffè sono un razzo, sono luoghi che mettono tristezza soprattutto al mattino.
Un giorno, saranno state le 6.45, mi fermo a prendere un caffè, nel mentre arriva una squadra di muratori bergamaschi a fare colazione.
Panino e vino bianco. Il barista chiede se lo desideravano frizzante, la loro risposta "no no, fermo che è mattino".
anonimo 05-11-19 11.14
@ wildcat80
In generale non amo molto i bar, se voglio prendere un caffè sono un razzo, sono luoghi che mettono tristezza soprattutto al mattino.
Un giorno, saranno state le 6.45, mi fermo a prendere un caffè, nel mentre arriva una squadra di muratori bergamaschi a fare colazione.
Panino e vino bianco. Il barista chiede se lo desideravano frizzante, la loro risposta "no no, fermo che è mattino".
Ti ricordi che anche qui a Genova spesso si vedeva far colazione con focaccia e vin bianco...
anonimo 05-11-19 11.15
Scriveva Carducci:

Oh quei fanali come s’inseguono
accidïosi là dietro gli alberi,
tra i rami stillanti di pioggia
sbadigliando la luce su ’l fango!


Proseguiva:

Dove e a che move questa, che affrettasi
a’ carri foschi, ravvolta e tacita
gente? a che ignoti dolori
o tormenti di speme lontana?


e concludeva:

Oh qual caduta di foglie, gelida,
continua, muta, greve, su l’anima!
io credo che solo, che eterno,
che per tutto nel mondo è novembre.

Meglio a chi ’l senso smarrí de l’essere,
meglio quest’ombra, questa caligine:
io voglio io voglio adagiarmi
in un tedio che duri infinito.
anonimo 05-11-19 11.17
@ anonimo
Ti ricordi che anche qui a Genova spesso si vedeva far colazione con focaccia e vin bianco...
i veri duri si fanno il crocano, caffè corretto vino rosso emo
anonimo 05-11-19 11.17
@ anonimo
È che tu ti alzi troppo tardi...anche io trovo i baretti allegri e pieni di ottimismo dopo le 8,30...emoemoemo
Qui da me i baretti sono tristi a qualsiasi ora del giorno
Manca proprio il soffio vitale
anonimo 05-11-19 11.21
@ anonimo
Qui da me i baretti sono tristi a qualsiasi ora del giorno
Manca proprio il soffio vitale
a guardar bene oggigiorno spesso è triste la gente...solo che non vuole farlo vedere

ma alla mattina, quando ancora si indugia sul bordo dell'inconsapevolezza, la vera natura dell'anima si mostra