Recensione postuma: Arturia Microbrute

wildcat80 11-12-19 21.42
Correva l'Anno Domini 2014, volevo un sintetizzatore analogico economico.
Era appena uscito il Microbrute, saranno stati 6 mesi, e in un negozio genovese ne avevano uno messo in conto vendita da un cliente perché non aveva preset.
Lo comprai, e lo usai pochissimo.
In questi 5 anni, 2 traslochi e mezzo e quasi 3 anni di non vita sospesa fra Genova e Milano.
Pensavo di averlo venduto nel 2016, e invece no.
Sabato, mentre cercavo un pedalino Boss FDR 1 (serviva al chitarrista per non portarsi l'ampli) è riemerso da uno scatolone sigillato dall'estate 2015.
In questi giorni l'ho un po' smanettato, tanto da averlo portato sabato sera (e non usato per motivi di logistica).
Quindi recensione postuma incentrata sui punti determinanti.
Mi diverte un sacco illustrare il lato melodico di strumenti che altrimenti finiscono per generare rumori e basta.

Andiamo per ordine. Premetto che ritengo Microbrute una sorta di SH 101 moderno, ci sono parecchie analogie.

Costruzione solida, la minikeybed è una minikeybed, qualcosa ci si può suonare comunque.

Oscillatore: 3 forme d'onda con modulazioni dedicate, suboscillatore che può andare a suonare una quinta sopra (non è intonabile, è come se ci fosse un morphing fra ottava bassa e quinta, a metà strada sembra che suonino entrambe).
La sawtooth ha la modulazione Ultrasaw che ricalca un po' la Supersaw, come se suonassero altre 2 onde. Al valore massimo sembra che suonino all'ottava.
Effetto risultante: 2 oscillatori liberi di detunare a valori minimi, oscillatori all'ottava al massimo. Modulabile con EG e/o LFO.

La Square ha la classica PWM, modulabile come sopra.

Prima critica: square (PW 50%) e saw sembrano andare in controfase e a cancellare armoniche, ma con qualche ritocco si suonano.

Triangle: il Metallizer offre una sorta di ripiegamento che genera armoniche appunto metalliche. Opportunamente modulato, genera suoni VICINI al classico oscillatori sync.

Nota di colore: fino al 50% di volume le varie forme d'onda suonano pulite, oltre si crea una sorta di distorsione armonica che porta il suono verso orizzonti di grassezza e ricchezza insoliti.

Filtro: Steiner Park multimodo (LP/BP/HP). È il vero punto di forza. Diverso dal ladder, a resonance estrema non perde sulle basse e non taglia volume. Pendenza 12 db/ottava ma suona abbastanza deciso, probabilmente per l'enfasi sulle basse più che per una pendenza più accentuata.
Brute factor: ricircolo del segnale a polarità non invertita. Immaginare una chitarra elettrica distorta che passa da un crunch naturale alla distorsione più estrema.

Inviluppo: uno, modulabile. L'amplificatore può essere messo in gate indirizzando l'inviluppo dove si vuole. È presente una regolazione di profondità dello stesso.

Matrice di modulazione (patch fisica): 2 origini (inviluppo e LFO) e 6 destinazioni.
Sembrerebbe limitata ma con dei semplici sdoppiatori da cuffiette si può dare più di una destinazione alle varie sorgenti (es LFO che modula pitch e PWM)

Sequencer: lo devo ri testare.
Audio IN: idem.

Conclusioni: rispetto ai vari analogici di nuova generazione, nella sua semplicità, suona grossissimo.
Più grosso di un Monologue o di un Minilogue, più grosso del DeepMind.
Grosso quasi come il Model D nonostante la presenza del singolo oscillatore.
(E più immediato da programmare.)
Questo perché ha 3 cose che permettono di sopperire alla sua semplicità: la modulazione delle forme d'onda, il suboscillatore e il filtro che pompa sempre e non taglia dove non deve tagliare, e il distorsore armonico non lo fanno mai suonare esile.

In sintesi: promette sonorità non convenzionali, permette di ottenere sonorità molto vicine al classico con molto meno risorse.

Ovviamente il meglio lo da se animato da qualche effettuccio; provato col Dapper (in prestito a lungo termine), con un filo di delay e riverbero è sorprendente.
Il chorus va dosato perché diventa molto ingombrante.
Domani sera registro qualche clip.
BB79 11-12-19 21.49
@ wildcat80
Correva l'Anno Domini 2014, volevo un sintetizzatore analogico economico.
Era appena uscito il Microbrute, saranno stati 6 mesi, e in un negozio genovese ne avevano uno messo in conto vendita da un cliente perché non aveva preset.
Lo comprai, e lo usai pochissimo.
In questi 5 anni, 2 traslochi e mezzo e quasi 3 anni di non vita sospesa fra Genova e Milano.
Pensavo di averlo venduto nel 2016, e invece no.
Sabato, mentre cercavo un pedalino Boss FDR 1 (serviva al chitarrista per non portarsi l'ampli) è riemerso da uno scatolone sigillato dall'estate 2015.
In questi giorni l'ho un po' smanettato, tanto da averlo portato sabato sera (e non usato per motivi di logistica).
Quindi recensione postuma incentrata sui punti determinanti.
Mi diverte un sacco illustrare il lato melodico di strumenti che altrimenti finiscono per generare rumori e basta.

Andiamo per ordine. Premetto che ritengo Microbrute una sorta di SH 101 moderno, ci sono parecchie analogie.

Costruzione solida, la minikeybed è una minikeybed, qualcosa ci si può suonare comunque.

Oscillatore: 3 forme d'onda con modulazioni dedicate, suboscillatore che può andare a suonare una quinta sopra (non è intonabile, è come se ci fosse un morphing fra ottava bassa e quinta, a metà strada sembra che suonino entrambe).
La sawtooth ha la modulazione Ultrasaw che ricalca un po' la Supersaw, come se suonassero altre 2 onde. Al valore massimo sembra che suonino all'ottava.
Effetto risultante: 2 oscillatori liberi di detunare a valori minimi, oscillatori all'ottava al massimo. Modulabile con EG e/o LFO.

La Square ha la classica PWM, modulabile come sopra.

Prima critica: square (PW 50%) e saw sembrano andare in controfase e a cancellare armoniche, ma con qualche ritocco si suonano.

Triangle: il Metallizer offre una sorta di ripiegamento che genera armoniche appunto metalliche. Opportunamente modulato, genera suoni VICINI al classico oscillatori sync.

Nota di colore: fino al 50% di volume le varie forme d'onda suonano pulite, oltre si crea una sorta di distorsione armonica che porta il suono verso orizzonti di grassezza e ricchezza insoliti.

Filtro: Steiner Park multimodo (LP/BP/HP). È il vero punto di forza. Diverso dal ladder, a resonance estrema non perde sulle basse e non taglia volume. Pendenza 12 db/ottava ma suona abbastanza deciso, probabilmente per l'enfasi sulle basse più che per una pendenza più accentuata.
Brute factor: ricircolo del segnale a polarità non invertita. Immaginare una chitarra elettrica distorta che passa da un crunch naturale alla distorsione più estrema.

Inviluppo: uno, modulabile. L'amplificatore può essere messo in gate indirizzando l'inviluppo dove si vuole. È presente una regolazione di profondità dello stesso.

Matrice di modulazione (patch fisica): 2 origini (inviluppo e LFO) e 6 destinazioni.
Sembrerebbe limitata ma con dei semplici sdoppiatori da cuffiette si può dare più di una destinazione alle varie sorgenti (es LFO che modula pitch e PWM)

Sequencer: lo devo ri testare.
Audio IN: idem.

Conclusioni: rispetto ai vari analogici di nuova generazione, nella sua semplicità, suona grossissimo.
Più grosso di un Monologue o di un Minilogue, più grosso del DeepMind.
Grosso quasi come il Model D nonostante la presenza del singolo oscillatore.
(E più immediato da programmare.)
Questo perché ha 3 cose che permettono di sopperire alla sua semplicità: la modulazione delle forme d'onda, il suboscillatore e il filtro che pompa sempre e non taglia dove non deve tagliare, e il distorsore armonico non lo fanno mai suonare esile.

In sintesi: promette sonorità non convenzionali, permette di ottenere sonorità molto vicine al classico con molto meno risorse.

Ovviamente il meglio lo da se animato da qualche effettuccio; provato col Dapper (in prestito a lungo termine), con un filo di delay e riverbero è sorprendente.
Il chorus va dosato perché diventa molto ingombrante.
Domani sera registro qualche clip.
Nche se non lo comprerò mai, credo...emoemoThanks doveroso!