Riflessioni sulle tastiere "pesate"

anonimo 06-02-20 09.49
Spero di far cosa utile buttando giù un paio di riflessioni selle tastiere pesate:

1) Meccanica.

- I piani acustici hanno un tasto fatto così: un lungo (lunghissimo nel piani a coda) parallelepipedo di legno infulcrato più o meno (e vedremo che questo "più o meno" è fondamentale) a metà, che abbassandosi ad un estremità si alza all'altra azionando un complesso meccanismo fatto di leve, controleve ed articolazioni che azionano il martelletto che colpisce la corda e gli smorzatori che si sollevano per permettere alla corda di vibrare.

- Solo pochi piani digitali e master hanno una meccanica simile (tipo il VPC1), ovvero con il tasto "lungo"; la maggior parte, per risparmiare spazio e non essere costretti ad avere una scocca enorme in profondità, usano il concetto di "folded", ovvero il tasto viene "dimezzato" ed il meccanismo, invece di essere posizionato alla fine del tasto, viene messo "sotto il tasto".

- Quindi la prima distinzione, più che tra "tasto in legno" e "tasto in plasticaccia" va fatta tra "full lenght" e "folded".

- Altro elemento importantissimo è l'infulcratura del tasto, a seconda di dove il tasto è infulcrato varierà l'effetto leva e quindi la sensazione di pesantezza o meno della tastiera.

2) Risposta dinamica e graded hammer

- Sappiamo che su un piano acustico più abbassiamo velocemente e con forza il tasto, più il martelletto, viaggiando sempre più veloce, colpisce la corda con energia, ottenendo un volume ed una risonanza delle armoniche via via maggiore.

- Una buona tastiera pesata sa riprodurre questo effetto, tramite sensori elettrici od ottici che misurano la velocità di movimento del "succedaneo di martelletto": ovviamente, più la capacità di rilevare la velocità è fine, più l'effetto è realistico.

- Ma sappiamo anche che le corde basse specialmente nei piani a coda, essendo moooolto più lunghe e più spesse, a parità di velocità con cui il martelletto le colpisce suoneranno più forte.

- Quindi i costruttori di piani a coda hanno cercato di correggere questo fatto rendendo i tasti bassi via via più "duri" e quelli alti via via più "leggeri", dimodochè suonando con la stessa velocità e forza un tasto basso ed uno alto, il volume ottenuto sulla corda bassa e su quella alta sia omogeneo.

- Tale effetto si ottiene tramite contrappesi inseriti al punto opportuno nel tasto, e tale escamotage viene replicato sui buoni piani digitali; ovviamente qui l'effetto è solo di verosimiglianza meccanica in quanto l'omogeneità acustica viene ottenuta per via elettronica.
anonimo 06-02-20 09.56
3) Scappamento (o meglio doppio scappamento)

- Quando si suona un tasto, anche tenendolo premuto il martelletto non resta appiccicato alla corda (se no ne attutirebbe il suono), ma torna alla posizione di riposo. Questo meccanismo è quello che si definisce "scappamento".

- Cosa succede se cerco di suonare mooooolto velocemente un tasto mentre il martelletto sta ancora tornando giù? Succede che il meccanismo non "intercetta" il martelletto (che non è ancora nella posizione in cui può essere azionato) e quindi "cicco" la nota.

- E qui interviene il doppio scappamento: in poche parole il martelletto quando si suona veloce può essere "intercettato" attraverso un ulteriore sistema di leve anche prima che torni in posizione di quiete. Spesso viene inserita anche la "molla di ripetizione" inventata da Henri Herz e ulteriormente elaborata da Schimmel per velocizzare ancora di più la ripetizione delle note.

- Tale doppio scappamento provoca due effetti meccanici:

a) un piccolo "gradino" verso la fine dell'escursione del tasto
b) il fatto che, suonando particolarmente piano, si possa premere completamente il tasto senza che il martelletto percuota la corda e, quindi, senza che venga emesso alcun suono.

- È evidente che in un piano digitale i ribattuti veloci ed il "trillo della sposa" siano possibili non perchè la tastiera ha un'imitazione del doppio scappamento, ma per la presenza di sensori sensibilissimi e sopratutto per la presenza del famoso "terzo sensore" (triple strike sensor).

- La simulazione del doppio scappamento in un piano digitale serve quindi solo per rendere la sensazione meccanica il più possibile simile a quella di un piano acustico, rendendo più semplice adattare la propria esecuzione se si dovesse passare dall'uno all'altro.

4) Curva dinamica

- I piani a coda non hanno la possibilità di regolare la curva dinamica, anzi ce l'hanno ed è posizionata...nelle mani del pianista.

- Ergo un piano digitale dignitoso non ha alcun bisogno di un software che adatti la curva dinamica di risposta, si presume che la curva ottimale sia già stata impostata in fabbrica.

- Nel caso se ne avverta comunque il bisogno, le cose da fare sono:

a) rimettersi a studiare fino a ottenere un controllo dignitoso sulle proprie mani.
b) se questo non funziona, buttare il piano digitale nella più vicina discarica e comprarene un'altro di marca diversa e migliore.

- Si consiglia comunque di procedere, non appena comprato il piano digitale, alle seguenti operazioni:

a) estirpare con una pinza i bottoncini del traspose e dell'adattamento della curva dinamica e riempire le cavità risultanti con piombo radioattivo fuso, o in alternativa
b) coprire i suddetti tastini con nastro isolante nero con specifiche militari
c) nel caso traspose e curva dinamica appaiano sul display, coprire la zona ove appaiono queste informazioni con spessi tratti di pennarello indelebile nero.
filigroove 06-02-20 13.34
Altra distinzione per i digitali: penso che solo Kawai (o forse anche Roland?) abbia i sensori che rilevano i movimenti del "martelletto", gli altri si basano su quello del tasto.
anonimo 06-02-20 13.35
@ filigroove
Altra distinzione per i digitali: penso che solo Kawai (o forse anche Roland?) abbia i sensori che rilevano i movimenti del "martelletto", gli altri si basano su quello del tasto.
Ottima precisazione
benjomy 06-02-20 14.42
Cyrano ha scritto:
doppio scallamento

il doppio scallamento nel pianoforte.
alcuni pianoforti evoluti hanno introdotto un meccanismo fra tasto e martelletto che rileva automaticamente quando si sta improvvisando su scale e non su accordi, quando, cioè, si sta praticamente effettuando uno "Scallamento".
rilevato questo "scallamento" il pianoforte attiva un doppio sistema di protezione (tasto/martelletto) che impedisce all'esecutore di proseguire a meno che si rimetta ad improvvisare sulla base degli accordi
sonuebentu 06-02-20 14.51
@ anonimo
Spero di far cosa utile buttando giù un paio di riflessioni selle tastiere pesate:

1) Meccanica.

- I piani acustici hanno un tasto fatto così: un lungo (lunghissimo nel piani a coda) parallelepipedo di legno infulcrato più o meno (e vedremo che questo "più o meno" è fondamentale) a metà, che abbassandosi ad un estremità si alza all'altra azionando un complesso meccanismo fatto di leve, controleve ed articolazioni che azionano il martelletto che colpisce la corda e gli smorzatori che si sollevano per permettere alla corda di vibrare.

- Solo pochi piani digitali e master hanno una meccanica simile (tipo il VPC1), ovvero con il tasto "lungo"; la maggior parte, per risparmiare spazio e non essere costretti ad avere una scocca enorme in profondità, usano il concetto di "folded", ovvero il tasto viene "dimezzato" ed il meccanismo, invece di essere posizionato alla fine del tasto, viene messo "sotto il tasto".

- Quindi la prima distinzione, più che tra "tasto in legno" e "tasto in plasticaccia" va fatta tra "full lenght" e "folded".

- Altro elemento importantissimo è l'infulcratura del tasto, a seconda di dove il tasto è infulcrato varierà l'effetto leva e quindi la sensazione di pesantezza o meno della tastiera.

2) Risposta dinamica e graded hammer

- Sappiamo che su un piano acustico più abbassiamo velocemente e con forza il tasto, più il martelletto, viaggiando sempre più veloce, colpisce la corda con energia, ottenendo un volume ed una risonanza delle armoniche via via maggiore.

- Una buona tastiera pesata sa riprodurre questo effetto, tramite sensori elettrici od ottici che misurano la velocità di movimento del "succedaneo di martelletto": ovviamente, più la capacità di rilevare la velocità è fine, più l'effetto è realistico.

- Ma sappiamo anche che le corde basse specialmente nei piani a coda, essendo moooolto più lunghe e più spesse, a parità di velocità con cui il martelletto le colpisce suoneranno più forte.

- Quindi i costruttori di piani a coda hanno cercato di correggere questo fatto rendendo i tasti bassi via via più "duri" e quelli alti via via più "leggeri", dimodochè suonando con la stessa velocità e forza un tasto basso ed uno alto, il volume ottenuto sulla corda bassa e su quella alta sia omogeneo.

- Tale effetto si ottiene tramite contrappesi inseriti al punto opportuno nel tasto, e tale escamotage viene replicato sui buoni piani digitali; ovviamente qui l'effetto è solo di verosimiglianza meccanica in quanto l'omogeneità acustica viene ottenuta per via elettronica.
emo
wildcat80 06-02-20 15.00
@ benjomy
Cyrano ha scritto:
doppio scallamento

il doppio scallamento nel pianoforte.
alcuni pianoforti evoluti hanno introdotto un meccanismo fra tasto e martelletto che rileva automaticamente quando si sta improvvisando su scale e non su accordi, quando, cioè, si sta praticamente effettuando uno "Scallamento".
rilevato questo "scallamento" il pianoforte attiva un doppio sistema di protezione (tasto/martelletto) che impedisce all'esecutore di proseguire a meno che si rimetta ad improvvisare sulla base degli accordi
Se non ricordo male, ma solo su Kawai, il sistema si attiva qualora venga impiegata una scala:
1. Pentatonica
2. Per un'estensione superiore all'ottava
3. Con una velocità superiore alla semicroma
anonimo 06-02-20 15.16
@ wildcat80
Se non ricordo male, ma solo su Kawai, il sistema si attiva qualora venga impiegata una scala:
1. Pentatonica
2. Per un'estensione superiore all'ottava
3. Con una velocità superiore alla semicroma
emo
anonimo 06-02-20 15.17
@ benjomy
Cyrano ha scritto:
doppio scallamento

il doppio scallamento nel pianoforte.
alcuni pianoforti evoluti hanno introdotto un meccanismo fra tasto e martelletto che rileva automaticamente quando si sta improvvisando su scale e non su accordi, quando, cioè, si sta praticamente effettuando uno "Scallamento".
rilevato questo "scallamento" il pianoforte attiva un doppio sistema di protezione (tasto/martelletto) che impedisce all'esecutore di proseguire a meno che si rimetta ad improvvisare sulla base degli accordi
emoemo
cd1958 06-02-20 15.48
@ anonimo
3) Scappamento (o meglio doppio scappamento)

- Quando si suona un tasto, anche tenendolo premuto il martelletto non resta appiccicato alla corda (se no ne attutirebbe il suono), ma torna alla posizione di riposo. Questo meccanismo è quello che si definisce "scappamento".

- Cosa succede se cerco di suonare mooooolto velocemente un tasto mentre il martelletto sta ancora tornando giù? Succede che il meccanismo non "intercetta" il martelletto (che non è ancora nella posizione in cui può essere azionato) e quindi "cicco" la nota.

- E qui interviene il doppio scappamento: in poche parole il martelletto quando si suona veloce può essere "intercettato" attraverso un ulteriore sistema di leve anche prima che torni in posizione di quiete. Spesso viene inserita anche la "molla di ripetizione" inventata da Henri Herz e ulteriormente elaborata da Schimmel per velocizzare ancora di più la ripetizione delle note.

- Tale doppio scappamento provoca due effetti meccanici:

a) un piccolo "gradino" verso la fine dell'escursione del tasto
b) il fatto che, suonando particolarmente piano, si possa premere completamente il tasto senza che il martelletto percuota la corda e, quindi, senza che venga emesso alcun suono.

- È evidente che in un piano digitale i ribattuti veloci ed il "trillo della sposa" siano possibili non perchè la tastiera ha un'imitazione del doppio scappamento, ma per la presenza di sensori sensibilissimi e sopratutto per la presenza del famoso "terzo sensore" (triple strike sensor).

- La simulazione del doppio scappamento in un piano digitale serve quindi solo per rendere la sensazione meccanica il più possibile simile a quella di un piano acustico, rendendo più semplice adattare la propria esecuzione se si dovesse passare dall'uno all'altro.

4) Curva dinamica

- I piani a coda non hanno la possibilità di regolare la curva dinamica, anzi ce l'hanno ed è posizionata...nelle mani del pianista.

- Ergo un piano digitale dignitoso non ha alcun bisogno di un software che adatti la curva dinamica di risposta, si presume che la curva ottimale sia già stata impostata in fabbrica.

- Nel caso se ne avverta comunque il bisogno, le cose da fare sono:

a) rimettersi a studiare fino a ottenere un controllo dignitoso sulle proprie mani.
b) se questo non funziona, buttare il piano digitale nella più vicina discarica e comprarene un'altro di marca diversa e migliore.

- Si consiglia comunque di procedere, non appena comprato il piano digitale, alle seguenti operazioni:

a) estirpare con una pinza i bottoncini del traspose e dell'adattamento della curva dinamica e riempire le cavità risultanti con piombo radioattivo fuso, o in alternativa
b) coprire i suddetti tastini con nastro isolante nero con specifiche militari
c) nel caso traspose e curva dinamica appaiano sul display, coprire la zona ove appaiono queste informazioni con spessi tratti di pennarello indelebile nero.
Qui, per dirti:GRANDE! Enciclopedico, mai pedante o noioso, descrittivo in modo puntuale, preciso, piacevolmente scorrevole. Un gran piacere leggerti ed imparare.
Grazie per quello che pubblichi.
anonimo 06-02-20 15.50
@ cd1958
Qui, per dirti:GRANDE! Enciclopedico, mai pedante o noioso, descrittivo in modo puntuale, preciso, piacevolmente scorrevole. Un gran piacere leggerti ed imparare.
Grazie per quello che pubblichi.
Ma figurati, grazie a tutti voi per i vostri sempre preziosi contributi.
filigroove 06-02-20 15.59
@ cd1958
Qui, per dirti:GRANDE! Enciclopedico, mai pedante o noioso, descrittivo in modo puntuale, preciso, piacevolmente scorrevole. Un gran piacere leggerti ed imparare.
Grazie per quello che pubblichi.
Ma che fai? Lo incoraggi pure?!? 😂
zaphod 06-02-20 16.16
Doppio scappellamento a destra: noto escamotage meccanico citato dai più grossi produttori di tastiere pesate, i quali con una supercazzola degna del Conte Mascetti cercano di convincere la propria clientela che la loro keybed non ha niente da invidiare a quella di un vero gran coda, anzi sarebbe anche quasi prematuramente meglio come la tarapia tapioco, ma non possono dirlo perché altrimenti non si vendono più piani acustici emo
anonimo 06-02-20 16.18
@ zaphod
Doppio scappellamento a destra: noto escamotage meccanico citato dai più grossi produttori di tastiere pesate, i quali con una supercazzola degna del Conte Mascetti cercano di convincere la propria clientela che la loro keybed non ha niente da invidiare a quella di un vero gran coda, anzi sarebbe anche quasi prematuramente meglio come la tarapia tapioco, ma non possono dirlo perché altrimenti non si vendono più piani acustici emo
emoemo
Pippo18 06-02-20 16.23
@ anonimo
Spero di far cosa utile buttando giù un paio di riflessioni selle tastiere pesate:

1) Meccanica.

- I piani acustici hanno un tasto fatto così: un lungo (lunghissimo nel piani a coda) parallelepipedo di legno infulcrato più o meno (e vedremo che questo "più o meno" è fondamentale) a metà, che abbassandosi ad un estremità si alza all'altra azionando un complesso meccanismo fatto di leve, controleve ed articolazioni che azionano il martelletto che colpisce la corda e gli smorzatori che si sollevano per permettere alla corda di vibrare.

- Solo pochi piani digitali e master hanno una meccanica simile (tipo il VPC1), ovvero con il tasto "lungo"; la maggior parte, per risparmiare spazio e non essere costretti ad avere una scocca enorme in profondità, usano il concetto di "folded", ovvero il tasto viene "dimezzato" ed il meccanismo, invece di essere posizionato alla fine del tasto, viene messo "sotto il tasto".

- Quindi la prima distinzione, più che tra "tasto in legno" e "tasto in plasticaccia" va fatta tra "full lenght" e "folded".

- Altro elemento importantissimo è l'infulcratura del tasto, a seconda di dove il tasto è infulcrato varierà l'effetto leva e quindi la sensazione di pesantezza o meno della tastiera.

2) Risposta dinamica e graded hammer

- Sappiamo che su un piano acustico più abbassiamo velocemente e con forza il tasto, più il martelletto, viaggiando sempre più veloce, colpisce la corda con energia, ottenendo un volume ed una risonanza delle armoniche via via maggiore.

- Una buona tastiera pesata sa riprodurre questo effetto, tramite sensori elettrici od ottici che misurano la velocità di movimento del "succedaneo di martelletto": ovviamente, più la capacità di rilevare la velocità è fine, più l'effetto è realistico.

- Ma sappiamo anche che le corde basse specialmente nei piani a coda, essendo moooolto più lunghe e più spesse, a parità di velocità con cui il martelletto le colpisce suoneranno più forte.

- Quindi i costruttori di piani a coda hanno cercato di correggere questo fatto rendendo i tasti bassi via via più "duri" e quelli alti via via più "leggeri", dimodochè suonando con la stessa velocità e forza un tasto basso ed uno alto, il volume ottenuto sulla corda bassa e su quella alta sia omogeneo.

- Tale effetto si ottiene tramite contrappesi inseriti al punto opportuno nel tasto, e tale escamotage viene replicato sui buoni piani digitali; ovviamente qui l'effetto è solo di verosimiglianza meccanica in quanto l'omogeneità acustica viene ottenuta per via elettronica.
Buongiorno Cyrano,
Mi permetto di aggiungere che i sensori di velocity della quasi totalità delle tastiere è di tipo elettrico, la più sofisticata versione a sensore ottico è prerogativa di aziende /prodotti di nicchia.
La velocity a due o tre sensori è gestita normalmente con una "contattera in gomma" che chiude un contatto elettrico quando premuta dal tasto / martelletto.
cd1958 06-02-20 16.27
@ filigroove
Ma che fai? Lo incoraggi pure?!? 😂
Daidaidai...certo che lo incoraggio! E grazie a tutti quelli che con cognizione di causa qui contribuiscono. emo
anonimo 06-02-20 16.31
@ filigroove
Ma che fai? Lo incoraggi pure?!? 😂
emoemo
anonimo 06-02-20 16.31
@ Pippo18
Buongiorno Cyrano,
Mi permetto di aggiungere che i sensori di velocity della quasi totalità delle tastiere è di tipo elettrico, la più sofisticata versione a sensore ottico è prerogativa di aziende /prodotti di nicchia.
La velocity a due o tre sensori è gestita normalmente con una "contattera in gomma" che chiude un contatto elettrico quando premuta dal tasto / martelletto.
Giusta precisazione, vado a correggere.
filigroove 06-02-20 16.40
@ Pippo18
Buongiorno Cyrano,
Mi permetto di aggiungere che i sensori di velocity della quasi totalità delle tastiere è di tipo elettrico, la più sofisticata versione a sensore ottico è prerogativa di aziende /prodotti di nicchia.
La velocity a due o tre sensori è gestita normalmente con una "contattera in gomma" che chiude un contatto elettrico quando premuta dal tasto / martelletto.
Mi sono sempre chiesto se esiste qualche digitale coi sensori ottici, so che vengono usati da qualche tempo per aggiungere il midi out ai piano acustici o elettromeccanici. Credo che Kawai (tanto per cambiare) abbia un pedale ottico, utilissimo per avere un controllo più accurato sul mezzo pedale, ma forse non è così essenziale averlo per la tastiera.
maxpiano69 06-02-20 17.01
@ filigroove
Mi sono sempre chiesto se esiste qualche digitale coi sensori ottici, so che vengono usati da qualche tempo per aggiungere il midi out ai piano acustici o elettromeccanici. Credo che Kawai (tanto per cambiare) abbia un pedale ottico, utilissimo per avere un controllo più accurato sul mezzo pedale, ma forse non è così essenziale averlo per la tastiera.
A livello di piano digitale no, ma livello di master keyboard si (ne abbiamo parlato di recente ma non ricordo in quale thread): FL Keys