Pensieri sulla musica attuale...

vin_roma 16-02-20 23.44
Non mi piace, la musica per me è un'altra cosa però ...comincio a capirne la fisiologicità di certe espressioni, anche se non riuscirò mai a farle mie.

Il nostro uso musicale è legato ad una storia che ci ha permesso di apprezzarla e di viverla con piacere stimolando la possibilità di poter dire la nostra in un ambito comunque prevedibile.

Oggi no, c'è ancora chi può guardare al futuro ma, soprattutto i giovanissimi, sentono di essere sul confine tra un mondo consumato con davanti un deserto senza opportunità. In questa posizione "glie frega cazzi de sta' a pensa' alla cultura", a Dante, Leonardo, ai congiuntivi, al bello...
Non vanno per il sottile e trovandosi tra le mani i mezzi per creare con facilità i messaggi e diffonderli (computer, sequencer, rete), usano al minimo quel po' di articolazione musicale per esprimere il proprio disagio. Praticamente non gli interessa l'estetica, la musica, il testo, gli interessa che quel suono, quel modo di essere, nel bene e nel male, li identifichi e li unisca tra loro e che tra loro si comprendano e non gli importa del giudizio degli altri perché tanto non potranno dargli niente. Penso anche che questo crei un loop interno, impermeabile, che li fa esplodere in eccessi innaturali e lesivi.

Credo che non dobiamo giudicarli dal punto di vista musicale, non è quello il loro linguaggio, stanno dicendo altro.
Il problema è che avendo visto un prima e un dopo uno può anche avere un'idea di ribellione ...ma nascere e vivere la situazione attuale in certe realtà sociali come unica verità, ecco, penso che annichilisca ogni desiderio e piacere e credo che questo sia la prima volta che accade nei cambi generazionali.

Nonostante tutto conosco questo attuale degrado e anch'io ho vissuto un ambiente così da bambino, Pasolini ci sguazzava e lo raccontava, ma appena fuori c'era il futuro, bastava crederci.

Esempio di ambiente:
Elodie si racconta:
anonimo 17-02-20 08.49
Tutto sacramente vero.

La cosa triste è che chi tira le leve del potere lo sa benissimo, ed ingozza le menti già indebolite e disperate della gioventù con spazzatura immonda.

Chi non conosce il bello è più facilmente governabile.
BB79 17-02-20 09.02
L'antico pensiero filosofico greco elaborò il principio che attraverso il dolore o la sofferenza si accede alla conoscenza...
A me fu insegnato ai tempi del ginnasio. Il mio mentore di allora era solito bacchettarmi dicendo che sui libri si doveva sputare sangue. Un percorso obbligato, senza sconti.
La vita non ha mai perso occasione di farmi notare come fosse vero tutto ciò.
E non nego che comincio ad esserne stanco...
Quanti sono in grado di comprendere ed accettare questo ineluttabile percorso???
zerinovic 17-02-20 09.14
vin_roma ha scritto:
ma nascere e vivere la situazione attuale in certe realtà sociali come unica verità, ecco, penso che annichilisca ogni desiderio

Dipende dalla persona, può essere anche una forte motivazione "cazzo non ci sto,sono nato qui ma posso fare meglio di cosi..."Motivazione che invece, un figlio di un affermato artista benestante,potrebbe non avere,proprio perché magari abituato ad avere tutto,non desidera nulla...non ha motivazioni.
Nei nostri figli bisogna tenere vivo il desiderio,che vuol dire che le cose se le devono sudare, trattarli con onestá,senza ipocrisia,senza manfrine,ed in modo equilibrato...cosa tutt'altro che facile.
anonimo 17-02-20 10.01
vin_roma ha scritto:
usano al minimo quel po' di articolazione musicale per esprimere il proprio disagio. Praticamente non gli interessa l'estetica, la musica, il testo, gli interessa che quel suono, quel modo di essere, nel bene e nel male, li identifichi e li unisca tra loro e che tra loro si comprendano e non gli importa del giudizio degli altri perché tanto non potranno dargli niente


Sono perfettamente d'accordo con te! emo

Secondo me la causa è la grandissima ignoranza e la mancanza assoluta di cultura musicale. In Italia c'è una mancanza di cultura musicale, c'è un'ignoranza in campo musicale che fa spavento. La maggior parte delle persone non sa distinguere il suono di un flauto traverso da quello di un sassofono o di una tromba ("ma sì, quello strumento in cui si soffia...") oppure il suono di un Pianoforte da quello di un Pianoforte Elettrico ("ma sì, sono tutte Pianole..."). La maggiore parte delle persone non ha mai ascoltato Musica "seria" (Classica, Lirica, Jazz o anche solamente certa Musica Pop raffinata) e non ha comunque la cultura necessaria per capirla. E' ovvio che quando si trovano a disposizione dei mezzi con i quali credono di poter fare "Musica" facilmente, (senza alcun studio alle spalle, non dico di Conservatorio, ma neanche da Autodidatta), vengono fuori le cose che, purtroppo, conosciamo. emo

E' un po' come se noi non avessimo mai studiato la Letteratura Italiana, non avessimo mai letto e studiato la Divina Commedia, le Poesie di Petrarca, Leopardi, Foscolo, Manzoni, Pascoli ecc., cioè fossimo completamente ignoranti in fatto di Poesia, Metrica, ecc. e ci mettessimo a scrivere poesie. Cosa verrebbe fuori? Un linguaggio senza senso... emo

E questi, che sono completamente ignoranti in fatto di Musica, si mettono a comporre Canzoni... emo
1paolo 17-02-20 11.36
@ anonimo
Tutto sacramente vero.

La cosa triste è che chi tira le leve del potere lo sa benissimo, ed ingozza le menti già indebolite e disperate della gioventù con spazzatura immonda.

Chi non conosce il bello è più facilmente governabile.
"la libertà è schiavitù" "la guerra è pace" diceva Orwell nel suo "1984".. il grande fratello adesso è anche in tv...
giosanta 17-02-20 12.04
La musica è segno dei tempi, ne più ne meno di cinema, letteratura ecc..
I tempi sono questi.
wildcat80 17-02-20 12.19
Mah, non so. Credo che un determinante importante sia la mancanza di stimoli alla creatività.
Lasciamo da parte il disagio reale, presunto o autocostruito.
Quando avevo 15 anni, venendo da una famiglia normale, avevo a disposizione un po' di cose, ma i miei non mi regalavano nulla, nel senso che le cose dovevo guadagnarmele.
Volevamo fare della musica, ci siamo arrangiati con robe dell'anteguerra: l'Atari ST con i primi software di notazione e registrazione MIDI, una vecchia PSR, la connessiona a internet era un miraggio e ci si arrangiava con vecchi mixer e multitraccia.
Non so, fra tastiera, expander e computer, tutto di recupero ovviamente, avrò speso 5/600 mila lire.
Oggi con 300 euro compri un JD Xi o una groovebox che ti mette a disposizione step sequencer, quantizzazione, trasposizione, bei suoni e soprattutto tanti.
Io avevo a disposizione:
- suoni dannatamente brutti, i primi AWM Yamaha e vecchi suoni LA Roland.
- zero step sequencer, zero quantizzazione realtime: dovevamo suonare, cercare di essere metronomici perché la quantizzazione che facevi dopo aver registrato era sempre piuttosto approssimativa, oppure se non volevamo suonare, dovevamo inserire le note sul pentagramma.
Dovevamo essere creativi: suonare e anche bene, andando a tempo, oppure scrivere musica. Tutte attività che prevedevano comunque studio a priori e creatività.
Le tecnologie di oggi invece hanno portato ciò che in origine era appannaggio del professionismo alla portata di tutti, con il risultato di rendere tutto troppo facile.
Frequentazioni virtuali di alcuni ambienti mi hanno portato a conoscenza del fatto che c'è un mucchio di gente che spende centinaia di euro in strumenti (sintetizzatori, sequencer, groovebox, quella roba lì insomma) e riesce comunque a "fare musica" senza avere la minima idea di cosa sia non dico un setticlavio ma un pentagramma, senza saper suonare alcuno strumento, senza alcuna nozione di teoria che esuli dalle lezioni di musica delle scuole medie.
E' inquietante vero?
Il troppo come si dice stroppia: tutto semplice, tutti possono fare, pochi emergono.
Asterix 17-02-20 12.22
vin_roma ha scritto:
Non mi piace, la musica per me è un'altra cosa però ...comincio a capirne la fisiologicità di certe espressioni, anche se non riuscirò mai a farle mie.

Nelle canzoni non c'è più musica, la canzone è un contenitore di altro, la musica è un pre-testo per veicolare dei messaggi: di ribellione, di immedesimazione, di...qualsiasi cosa.
Perciò la musica non deve essere "informativa" è un tappeto, sempre uguale e rassicurante, che non disturba, le parole poi non devono far pensare, sono degli slogan o dei giochi di parole che ricordano un Guido Gozzano o un Umberto Saba ATROFIZZATI...
Non raccontano storie, non hanno un arco formale con delle tensioni ,delle direzioni, dei percorsi, tutto esiste in quell'attimo e poi scompare, quell'accordo non è legato al precedente e non prepara il successivo, quella frase ha valore di per sé e non per il contesto.
L'immagine è sempre sottintesa, anche quando ascolti in cuffia hai negli occhi il video o comunque la figura del cantante (e sottolineo la "FIGURA" non la persona)...va beh, mi rileggo e vedo che sono sempre più polemico!!!
Buon lunedì a tutti i musicisti!!!
CIAO!
ahivela 17-02-20 13.04
vin_roma ha scritto:
Praticamente non gli interessa l'estetica, la musica, il testo, gli interessa che quel suono, quel modo di essere, nel bene e nel male, li identifichi e li unisca tra loro e che tra loro si comprendano


Estetica, testo e la musica stessa alla fine sono strumenti, il mezzo e non il fine. A loro interessa comunicare il fine, la verita', o una verita'. E farlo, in accordo con i nostri tempi, nel modo piu' snello, immediato, e perche' no, anche provocatorio (se serve ad attirare maggiormente l'attenzione). Estetica e musica "politicamente corrette" o convenzionali quindi possono persino rivelarsi controproducenti, in tal senso, dei filtri, degli intermediari, dei fattori di distrazione quando non degli orpelli.
Ma questo dell'immediatezza e della snellezza credo sia stato sempre un tratto distintivo della generazione piu' giovane rispetto alle precedenti.

vin_roma ha scritto:
Penso anche che questo crei un loop interno, impermeabile, che li fa esplodere in eccessi innaturali e lesivi.


Mah, non sarei cosi' pessimista. In fondo non fanno nulla di nuovo rispetto ai giovani di X anni fa. Prima o poi crescono, si evolvono, tirano i i remi in barca, si adeguano al mainstream, "entrano in banca", e via dicendo. Come e' sempre stato.

garubi 17-02-20 13.06
vin_roma ha scritto:
Non mi piace, la musica per me è un'altra cosa però ...comincio a capirne la fisiologicità di certe espressioni, anche se non riuscirò mai a farle mie.

Il nostro uso musicale è legato ad una storia che ci ha permesso di apprezzarla e di viverla con piacere stimolando la possibilità di poter dire la nostra in un ambito comunque prevedibile.

Oggi no, c'è ancora chi può guardare al futuro ma, soprattutto i giovanissimi, sentono di essere sul confine tra un mondo consumato con davanti un deserto senza opportunità. In questa posizione "glie frega cazzi de sta' a pensa' alla cultura", a Dante, Leonardo, ai congiuntivi, al bello...
Non vanno per il sottile e trovandosi tra le mani i mezzi per creare con facilità i messaggi e diffonderli (computer, sequencer, rete), usano al minimo quel po' di articolazione musicale per esprimere il proprio disagio. Praticamente non gli interessa l'estetica, la musica, il testo, gli interessa che quel suono, quel modo di essere, nel bene e nel male, li identifichi e li unisca tra loro e che tra loro si comprendano e non gli importa del giudizio degli altri perché tanto non potranno dargli niente. Penso anche che questo crei un loop interno, impermeabile, che li fa esplodere in eccessi innaturali e lesivi.

Credo che non dobiamo giudicarli dal punto di vista musicale, non è quello il loro linguaggio, stanno dicendo altro.
Il problema è che avendo visto un prima e un dopo uno può anche avere un'idea di ribellione ...ma nascere e vivere la situazione attuale in certe realtà sociali come unica verità, ecco, penso che annichilisca ogni desiderio e piacere e credo che questo sia la prima volta che accade nei cambi generazionali.

Nonostante tutto conosco questo attuale degrado e anch'io ho vissuto un ambiente così da bambino, Pasolini ci sguazzava e lo raccontava, ma appena fuori c'era il futuro, bastava crederci.

Condivido tutto. GrazieVin!
anonimo 17-02-20 13.44
@ vin_roma
Non mi piace, la musica per me è un'altra cosa però ...comincio a capirne la fisiologicità di certe espressioni, anche se non riuscirò mai a farle mie.

Il nostro uso musicale è legato ad una storia che ci ha permesso di apprezzarla e di viverla con piacere stimolando la possibilità di poter dire la nostra in un ambito comunque prevedibile.

Oggi no, c'è ancora chi può guardare al futuro ma, soprattutto i giovanissimi, sentono di essere sul confine tra un mondo consumato con davanti un deserto senza opportunità. In questa posizione "glie frega cazzi de sta' a pensa' alla cultura", a Dante, Leonardo, ai congiuntivi, al bello...
Non vanno per il sottile e trovandosi tra le mani i mezzi per creare con facilità i messaggi e diffonderli (computer, sequencer, rete), usano al minimo quel po' di articolazione musicale per esprimere il proprio disagio. Praticamente non gli interessa l'estetica, la musica, il testo, gli interessa che quel suono, quel modo di essere, nel bene e nel male, li identifichi e li unisca tra loro e che tra loro si comprendano e non gli importa del giudizio degli altri perché tanto non potranno dargli niente. Penso anche che questo crei un loop interno, impermeabile, che li fa esplodere in eccessi innaturali e lesivi.

Credo che non dobiamo giudicarli dal punto di vista musicale, non è quello il loro linguaggio, stanno dicendo altro.
Il problema è che avendo visto un prima e un dopo uno può anche avere un'idea di ribellione ...ma nascere e vivere la situazione attuale in certe realtà sociali come unica verità, ecco, penso che annichilisca ogni desiderio e piacere e credo che questo sia la prima volta che accade nei cambi generazionali.

Nonostante tutto conosco questo attuale degrado e anch'io ho vissuto un ambiente così da bambino, Pasolini ci sguazzava e lo raccontava, ma appena fuori c'era il futuro, bastava crederci.

Esempio di ambiente:
Elodie si racconta:
La tecnologia ha soppiantato il "mestiere", dalle relazioni sociali alla musica ad altro... siamo diventati un po' meno umani. O come direbbe Pasolini, lo sviluppo (tecnologico) ci ha omologati. Il problema è tutto lì.
mike71 17-02-20 21.17
Secondo me, se togliamo dalla prospettiva i fenomeni creati dai discografici ovvero dei poser, in realta` quello che succede e` che i giovani d'oggi cercano di esprimersi ed usano i mezzi tecnici e culturali che hanno a disposizione. Ai tempi di Claudio Rocchi erano due chitarre ed una batteria. Adesso puoi usare un PC, con cakewalk e qualce oggetto della Novation o della Alesis.

Tornando indietro nel tempo per dirae qualcos magari basta scrivere le note su un pentagramma e trovare una interprete con una voce giusta e che sa suonare il pianoforte Strange fruits cantata da Nina Simone ad esempio che ha in questa versione un accompagamento minimale.
paolo_b3 17-02-20 22.56
@ ahivela
vin_roma ha scritto:
Praticamente non gli interessa l'estetica, la musica, il testo, gli interessa che quel suono, quel modo di essere, nel bene e nel male, li identifichi e li unisca tra loro e che tra loro si comprendano


Estetica, testo e la musica stessa alla fine sono strumenti, il mezzo e non il fine. A loro interessa comunicare il fine, la verita', o una verita'. E farlo, in accordo con i nostri tempi, nel modo piu' snello, immediato, e perche' no, anche provocatorio (se serve ad attirare maggiormente l'attenzione). Estetica e musica "politicamente corrette" o convenzionali quindi possono persino rivelarsi controproducenti, in tal senso, dei filtri, degli intermediari, dei fattori di distrazione quando non degli orpelli.
Ma questo dell'immediatezza e della snellezza credo sia stato sempre un tratto distintivo della generazione piu' giovane rispetto alle precedenti.

vin_roma ha scritto:
Penso anche che questo crei un loop interno, impermeabile, che li fa esplodere in eccessi innaturali e lesivi.


Mah, non sarei cosi' pessimista. In fondo non fanno nulla di nuovo rispetto ai giovani di X anni fa. Prima o poi crescono, si evolvono, tirano i i remi in barca, si adeguano al mainstream, "entrano in banca", e via dicendo. Come e' sempre stato.

Assolutamente d'accordo, non si fa musica, si usa la musica. E nei fatti, per non perdere tempo in creatività si ripropongono forme musicali già note che periodicamente "sono tornate di moda". Yu - hu emoemoemo (batti in aria le mani, Simone)
Ma come dicono a Roma "non ce l'ho con te, ce l'ho con chi ti manda in giro". Giusto Vin?
Genny1950 18-02-20 07.39
@ vin_roma
Non mi piace, la musica per me è un'altra cosa però ...comincio a capirne la fisiologicità di certe espressioni, anche se non riuscirò mai a farle mie.

Il nostro uso musicale è legato ad una storia che ci ha permesso di apprezzarla e di viverla con piacere stimolando la possibilità di poter dire la nostra in un ambito comunque prevedibile.

Oggi no, c'è ancora chi può guardare al futuro ma, soprattutto i giovanissimi, sentono di essere sul confine tra un mondo consumato con davanti un deserto senza opportunità. In questa posizione "glie frega cazzi de sta' a pensa' alla cultura", a Dante, Leonardo, ai congiuntivi, al bello...
Non vanno per il sottile e trovandosi tra le mani i mezzi per creare con facilità i messaggi e diffonderli (computer, sequencer, rete), usano al minimo quel po' di articolazione musicale per esprimere il proprio disagio. Praticamente non gli interessa l'estetica, la musica, il testo, gli interessa che quel suono, quel modo di essere, nel bene e nel male, li identifichi e li unisca tra loro e che tra loro si comprendano e non gli importa del giudizio degli altri perché tanto non potranno dargli niente. Penso anche che questo crei un loop interno, impermeabile, che li fa esplodere in eccessi innaturali e lesivi.

Credo che non dobiamo giudicarli dal punto di vista musicale, non è quello il loro linguaggio, stanno dicendo altro.
Il problema è che avendo visto un prima e un dopo uno può anche avere un'idea di ribellione ...ma nascere e vivere la situazione attuale in certe realtà sociali come unica verità, ecco, penso che annichilisca ogni desiderio e piacere e credo che questo sia la prima volta che accade nei cambi generazionali.

Nonostante tutto conosco questo attuale degrado e anch'io ho vissuto un ambiente così da bambino, Pasolini ci sguazzava e lo raccontava, ma appena fuori c'era il futuro, bastava crederci.

Esempio di ambiente:
Elodie si racconta:
Buongiorno Vincenzo,
ho letto con molta attenzione il tuo messaggio e naturalmente lo condivido.
Essendo un po' più vecchietto, 70 anni, e una larga esperienza su diverse culture, avendo vissuto in molti paesi, mi permetterei di aggiungere qualche cosettina.
In effetti tutto va male e questo I giovani lo esprimono con rabbia; Quando leggo i testi delle nuove canzoni mi accorgo che, più sono contro il sistema e più piacciono: la ragione, forse, perchè questo messaggio riflette la rabbia della nuova generazione.
Forse abbiamo sbagliato nel credere che il vecchio sistema imparato a scuola, trasmesso dai nostri genitori, educazione, cultura, rispetto, erano le basi fondamentali.
Ieri pensavo, cosa faro' faro' a 40 anni, 50 anni etc., oggi, la nuova generazione, pensa a "cosa faro' domani" e questo, sicuramente, è dettato dalla incertitudine del futuro che regna ormai.
Perché questi vecchi (io per esempio) mi dicono di avere pazienza? Non voglio aspettare domani, voglio tutto e subito.
Bene quest'ultima frase è in completa contraddizione con gl'insegnamenti ricevuti di quando ero giovane.
Ritornando poi alla musica, alla cultura, pensiamo veramente che Beethoven, Mozart, Vivaldi, Bach, Dante, Virgilio, Verdi e la lista è lunga, possano trasmettere un messaggio che giustifichi la rabbia della nuova generazione?
Sono andato al teatro del Capitole qui a Tolosa per ascoltare un concerto di musica classica e teatro pieno eravamo forse 200 persone e guarda caso età media 55 anni ( calcolato ad occhio) e poi su invito obbligatorio son dovuto andare a vedere un concerto di RAP; attenzione non cadere stai bene seduto, stadium pieno, 75000 giovani e una quantità pari fuori lo stadio.
La differenza tra i due concerti? Il messaggio che la nuova generazione si identifica. Nel mentre che questo boom boom strapitava, alti decibel, la musica classica li avrebbe fatti tutti addormentare, sono sicuro.
Sfortunatamente la terra continua a girare e penso che è troppo tardi per una soluzione; Ma poi, quale soluzione se è questo che ritengono sia già una soluzione?
Vi ricordate la canzone di Celentato il Mondo in MI7? Leggendo il giornale tutto andava male e nel mentre disse "Guardiamo la data forse sarà di molti anni fa" e no il giornale era di IERI.
Mi fermo qui perchè leggendo il tuo messaggio ero demoralizzato ma poi scrivendo il mio pensiero sono ancora più demoralizzato di prima.
Buona giornata
anonimo 18-02-20 08.06
Alimentazione variata, con proteine, carboidrati, verdure, frutta, pochi zuccheri e pochi grassi.

Cibo sintetico, grassi a gogo, zucchero in quantità, conservanti, assenza di vitamine ed oligoelementi.

Possono dirci che la seconda opzione è ottima, possono dirci che in fondo è bello e buono ciò che piace, possono dirci che la società ormai va avanti con questo tipo di alimentazione, possono dirci che ormai si trova quasi esclusivamente la seconda opzione.

Ma la sostanza non cambia: il primo tipo di alimentazione è vita, il secondo è morte.
Genny1950 18-02-20 08.40
@ anonimo
Alimentazione variata, con proteine, carboidrati, verdure, frutta, pochi zuccheri e pochi grassi.

Cibo sintetico, grassi a gogo, zucchero in quantità, conservanti, assenza di vitamine ed oligoelementi.

Possono dirci che la seconda opzione è ottima, possono dirci che in fondo è bello e buono ciò che piace, possono dirci che la società ormai va avanti con questo tipo di alimentazione, possono dirci che ormai si trova quasi esclusivamente la seconda opzione.

Ma la sostanza non cambia: il primo tipo di alimentazione è vita, il secondo è morte.
Spaghetti alle vongole emoemo
vin_roma 18-02-20 08.41
Molti pensieri, molti punti di vista.
Purrroppo nell'immediato non posso fermarmi e replicare ai molti commenti stimolanti.

A più tardi. emo