Musica popolare corsa

wildcat80 11-07-20 13.50
Altra mia insana passione.
Lo definirei il blues mediterraneo, anche se con il blues c'entra nulla musicalmente, in quanto la versione moderna affonda le radici nella canzone di protesta e nell'oppressione, nella fattispecie contro i francesi.
Le radici originano nella paghjella, forma di canto polifonico profano (anche se esiste tutta una letteratura di musica sacra in forma di paghjella, iniziando proprio dall'inno corso, Dio vi salvi o Regina).
Affine a tenores sardo e trallallero ligure, le voci sono 3: u bassu, a seconda, u terzu.
La struttura è del tipo chiamata/risposta, con il tema/strofa enunciato da a seconda, bassu e a terza si inserisconi a sostegno nelle risposte.
Questa forma secolare sopravvive nella produzione popolare contemporanea, con le 3 linee melodica a dialogare soprattutto negli incisi e nei ritornelli.
Anche pezzi recentissimi e molto disimpegnati come gli inni delle squadre calcistiche locali riprendono questa tradizione.
Buon ascolto!
Dallaluna69 11-07-20 21.26
Grazie. Appena riesco, ascolto molto volentieri. Nella musica folk si trovano un sacco di cose interessanti.
wildcat80 11-07-20 23.18
È una playlist in cui ho mischiato pezzi tradizionali, canti degli indipendentisti e musica contemporanea più disimpegnata.
La lingua si capisce molto, forse i pezzi del sud sono un pochino più ostici (il corso del sud è più affine al gallurese che al toscano antico).
Però posso garantirvi che il corso parlato con l'inflessione francese non si può sentire, anche se la r la pronunciano la cadenza d'oltralpe è inconfondibile.
Pochi parlano il corso senza inflessione, che suona come un dialetto del centro Italia.
Immagino che vi chiederete il perché di questa mia passione: seppur genovesissimo, la mia famiglia ha un legame storico con l'isola di Capraia, la più corsa dell'arcipelago toscano, peraltro inclusa nel comune di Genova fino agli anni 30. I miei antenati su mandato genovese hanno governato l'isola per anni, stabilendovisi per quasi un secolo e poi tornando a Genova in pianta stabile verso fine 800.
Quando ho scoperto che il dialetto capraiese, che non parla più nessuno, è il corso capicursino, mi sono corsicizzato.
Dallaluna69 14-07-20 01.59
Bella musica.
Qualcosa conoscevo, tipo O generale.
Conosco meglio la musica folk siciliana.
Una playlist godibilissima.
Mi sa che hai messo due volte Corsica meia (bella, tra l'altro).
wildcat80 14-07-20 07.59
Grazie per la segnalazione.
Io conoscevo solo So elli, perché è di fatto l'inno ufficiale dello SC Bastia, di cui, dopo la tragedia di Furiani, ogni tanto si è parlato (crollo di una tribuna con 15 morti).
vin_roma 14-07-20 18.11
Non conoscevo.
Interessante.
Per me, più che "blues mediterraneo", e sp rimono una vocalità ed un'intenzione musicale molto simile a quella popolare che ha animato gli Inti Illimani.
wildcat80 14-07-20 22.12
Dal punto di vista strettamente musicale, vedi i 2 pezzi più tradizionali che ho messo, Paghjella e Dio ti salvi o Regina, l'affinità con il canto a tenores e il trallallero è fortissima, e anche con altre forme di canto polifonico popolare (maschile) del Mediterraneo.
L'innesto dei canti di protesta invece è più recente, il nazionalismo ha avuto due momenti storici emergenti, durante la seconda guerra e dopo la guerra d'Algeria, ma è negli anni 70 che sono esplosi.
È molto impressionante come la forma della paghjella venga sempre integrata, tanto nei canti di protesta, quanto in pezzi che hanno un sapore molto mediterraneo (un po' alla De Andrè a partire da Creuza de mà), quanto nei pezzi più leggeri e moderni.
vin_roma 14-07-20 23.43
Ah, certo, l'avevo notata anche l'affinità con i canti sardi.
tsuki 15-07-20 16.16
Posso dirti che il dialetto sardo gallurese è pressoche' uguale all'antico corsicano ed anche la musica popolare delle due zone ha espressioni musicali assai affini. Niente a che fare invece con il canto sardo che porta in se' un patrimonio culturale intatto da millenni e che è tipico della zona centrale interna della Sardegna,con una gutturalita' particolare,l'uso del basso arcaico,l'uso della voce come sezione ritmica,che è stato portato nel mondo dai Tenores di Bitti,da quelli di Neoneli,e che alcuni musicisti nel mondo hanno valutato portatori di concetti poi usati nel Jazz... Ancora piu' strane le polifonie quasi dissonanti usate nei canti relativi alla Pasqua di Castelsardo,con contaminazioni iberiche,e che hanno delle assonanze che in qualche modo ricordano a chi ascolta le voci bulgare....La musica popolare mediterranea ha in se' elementi di 1000 culture,quella sarda poi è veramente un reperto archeologico.
Raptus 15-07-20 16.32
@ wildcat80
Altra mia insana passione.
Lo definirei il blues mediterraneo, anche se con il blues c'entra nulla musicalmente, in quanto la versione moderna affonda le radici nella canzone di protesta e nell'oppressione, nella fattispecie contro i francesi.
Le radici originano nella paghjella, forma di canto polifonico profano (anche se esiste tutta una letteratura di musica sacra in forma di paghjella, iniziando proprio dall'inno corso, Dio vi salvi o Regina).
Affine a tenores sardo e trallallero ligure, le voci sono 3: u bassu, a seconda, u terzu.
La struttura è del tipo chiamata/risposta, con il tema/strofa enunciato da a seconda, bassu e a terza si inserisconi a sostegno nelle risposte.
Questa forma secolare sopravvive nella produzione popolare contemporanea, con le 3 linee melodica a dialogare soprattutto negli incisi e nei ritornelli.
Anche pezzi recentissimi e molto disimpegnati come gli inni delle squadre calcistiche locali riprendono questa tradizione.
Buon ascolto!
Ascoltato per curiosità, di blues ha solamente le origini rurali (chiamata e risposta), io ci vedo piuttosto country, folk simile alla musica irlandese se vogliamo (che in realtà si può dire folk europea).
Noi in Veneto non abbiamo questo tipo di sonorità perché la società era meno omogenea, la popolazione era molto povera da una parte e medioricca dall'altra, credo che questo abbia portato ad una divisione netta tra la musica popolare (fatta di canzonette per rallegrare la vita in campagna) e musica colta (mi viene in mente Vivaldi e la barocca)...
Almeno questo è un mio parere... da questo punto di vista chi ha questo tipo di tradizioni così radicate e interessanti è solo da ammirare.
wildcat80 15-07-20 17.59
Ci sono anche tanti altri stili tradizionali, tipo u voceru, u cuntrastu, questi di stampo monodico, ma la paghjella, anche in versioni a 4 o 6 voci, resta forse la forma più tipica e caratteristica.
Una curiosità: molto spesso o canti a paghjella sfruttano la cadenza piccarda.
wildcat80 19-07-20 10.23
A musica corsa un hè micca fancesa, a musica corsa hè a musica di u populu, di a nazione, ché da u 1970 vole cunosce a storia é lottà contru a francisazione pè un fa smarcì I sò radiche.