2021, Vintage or new real analog

greg 01-02-21 12.55
Cioè, insomma, a me piace tenermi largo...entrare nei particolari dei synth non è compito di chi, come me, è uscito dal mercato musicale in tutti i sensi, tranne per il fatto di essere rimasto un amatore avanzato.....
Si possono avere mille opinioni diverse,contrastanti, in antitesi, similari, in fondo resta da chiedersi in una epoca , nonostante tutto, florida di novità grazie a clonazioni di vecchi synth o riedizioni vere e proprie (MS20, Prophet 5 ...docent), centinaia di softsynth.....insomma, non parliamoci addosso.I punti: chi può fare un sunto delle principali novità in campo synth al Namm comprensivi anche di macchine di nicchia? Quale il senso di strumenti tipo Prophet 5 dopo aver prodotto Prophet rev. o Prophet 6.....?Dove vanno a collocarsi strumenti come >Nautilus Korg e Fantom Roland nel campo workstation? ho letto qui e là di queste macchine e noto una profonda confusione in ragionamenti speculari dell'ordine...quando si può ritenere workstation una macchina o quando synth.....Solo una breve precisazione: si definiva workstation negli anni '80 quella macchina che inglobava minimo banchi di suoni, linee effetti e un sequencer, PUNTO. Per cui, sgombriamo immediatamente il campo da inutili congetture. Stabilito il minimo comun denominatore, per il resto ogni aggiunta tecnica ad uno strumento non fa altro che arricchire, non modificarne la denominazione.
Detto questo, torno a qualche quesito, da porre ai più esperti: premesso che sono sempre stato arciconvinto che, a parità circa di fascia di consumo (target), diventa solo una questione di gusti scegliere uno strumento rispetto ad un altro, ritenete, come me, che probabilmente dal vivo sarà sempre più possibile utilizzare sia soft che hard synth in una grande integrazione?grazie.
questo post lo indico solo come un punto di partenza da cui poter sviluppare in più direzioni ragionamenti, spiegazioni, puntualizzazioni....eccetera....se vi fa piacere, confrontiamoci.
mima85 01-02-21 13.20
greg ha scritto:
premesso che sono sempre stato arciconvinto che, a parità circa di fascia di consumo (target), diventa solo una questione di gusti scegliere uno strumento rispetto ad un altro, ritenete, come me, che probabilmente dal vivo sarà sempre più possibile utilizzare sia soft che hard synth in una grande integrazione?grazie.


Non "sarà", lo si fa già. Ci sono gruppi che suonano solo con strumenti hardware, altri solo con software controllato da master keyboard, e altri che usano un po' di uno ed un po' dell'altro, avvalendosi del computer per le sequenze, le librerie di suoni da caricare di volta in volta sugli strumenti, VST per coprire eventuali sonorità non coperte dalla parte hardware ed altre facilitazioni, con software tipo Reason o Mainstage a fare da colonna portante per gestire tutto il macchinario.

Scegliere uno o l'altro modo di lavorare, come dici tu, ormai è diventata più solo questione di gusti ed esigenze, perché in quanto a qualità e funzionalità siamo su alti livelli sia con l'hardware che col software. Ed oggi chi progetta sintetizzatori hardware ha sempre l'occhio attento anche all'integrazione in setup estesi dove si fa largo uso di computer e software. La presenza della porta USB anche su riedizioni di strumenti di epoche in cui l'USB era ancora fantascienza è il segno più tangibile di questa attenzione.
motif74 01-02-21 20.55
@ greg
Cioè, insomma, a me piace tenermi largo...entrare nei particolari dei synth non è compito di chi, come me, è uscito dal mercato musicale in tutti i sensi, tranne per il fatto di essere rimasto un amatore avanzato.....
Si possono avere mille opinioni diverse,contrastanti, in antitesi, similari, in fondo resta da chiedersi in una epoca , nonostante tutto, florida di novità grazie a clonazioni di vecchi synth o riedizioni vere e proprie (MS20, Prophet 5 ...docent), centinaia di softsynth.....insomma, non parliamoci addosso.I punti: chi può fare un sunto delle principali novità in campo synth al Namm comprensivi anche di macchine di nicchia? Quale il senso di strumenti tipo Prophet 5 dopo aver prodotto Prophet rev. o Prophet 6.....?Dove vanno a collocarsi strumenti come >Nautilus Korg e Fantom Roland nel campo workstation? ho letto qui e là di queste macchine e noto una profonda confusione in ragionamenti speculari dell'ordine...quando si può ritenere workstation una macchina o quando synth.....Solo una breve precisazione: si definiva workstation negli anni '80 quella macchina che inglobava minimo banchi di suoni, linee effetti e un sequencer, PUNTO. Per cui, sgombriamo immediatamente il campo da inutili congetture. Stabilito il minimo comun denominatore, per il resto ogni aggiunta tecnica ad uno strumento non fa altro che arricchire, non modificarne la denominazione.
Detto questo, torno a qualche quesito, da porre ai più esperti: premesso che sono sempre stato arciconvinto che, a parità circa di fascia di consumo (target), diventa solo una questione di gusti scegliere uno strumento rispetto ad un altro, ritenete, come me, che probabilmente dal vivo sarà sempre più possibile utilizzare sia soft che hard synth in una grande integrazione?grazie.
questo post lo indico solo come un punto di partenza da cui poter sviluppare in più direzioni ragionamenti, spiegazioni, puntualizzazioni....eccetera....se vi fa piacere, confrontiamoci.
Ciao, già c'è integrazione fra soft synth e synth realmente analogici...anch'io nel mio studio la metto in atto, utilizzando ad esempio la suite Arturia ma non solo, anche Roland Fantom 8 o Yamaha Genos, e poi altri virtual tipo Omnisphere, Avenger, Dune...ma nemmeno lontanamente potrei paragonare suoni anche complessi provenienti da strumenti virtuali o digitali rispetto al mio Prophet Rev 2 desktop 16 voices ad esempio...un layer su un virtual ok...un layer su un vero analogico ti butta giù i muri, tenendo comunque presente che il Rev 2 per quanto analogico a livello di oscillatori possiede DCO e non VCO...Inoltre in un mix è sempre necessario dare il corretto spazio ai vari strumenti sia acustici che digitali/analogici, in modo che l'arrangiamento risulti equilibrato...io la penso così. Per cui non c'è alcun motivo per cui strumenti digitali, acustici ed analogici non possano convivere pacificamente, basta saperli gestire usando il cervello e non solo le mani.
wildcat80 01-02-21 21.52
Oggi tutti hanno la possibilità di costruirsi un setup veramente ibrido e integrato: è una possibilità per tutte le tasche, reale e tangibile.
Io che non sono certo Doctor Mix qua a fianco ho una master, un Mac che fa girare VST ispirati a strumenti vintage analogici, digitali e VST nativi, un synth digitale multisintesi e un polifonico analogico degli anni 80.
anonimo 01-02-21 23.37
greg ha scritto:
quando si può ritenere workstation una macchina o quando synth....


Nell'era buia della ridondanza dei cosiddetti rompler, essi venivano proposti come sintetizzatori, anche se (per come li vedevo io) erano lettori di campioni con possibilita' di modifica di filtri e inviluppi. (e poi le funzioni workstation : sequencer, pattern, funzioni karma ecc.)

Per anni hanno mantenuto il dominio perche' non si produceva altro, e forse perche' si temeva che i VSTi avrebbero preso sopravvento quasi totale sui sintetizzatori puri.

Quando uscivano i modelli nuovi, si finiva per comprare di nuovo sequencer, e funzioni workstation solo per poter avere le nuove sonorita', per poi scoprire che il 70% della macchina era cio' che si aveva gia' prima, e di nuovo c'era solo il 30%.

Non si poteva fare diversamente, perche' la minestra era quella, e veniva continuamente "ribollita" (termine coniato da me sui sintetizzatori riproposti in quel modo, con riferimento al noto piatto toscano).

Cosi' c'era chi passava dal Fantom al Motif, e poi al Triton ecc attratto dalle diverse sonorita', per poi scoprire che mancava sempre qualcosa.

Ora le cose sono diverse, e i vuoti sono stati finalmente colmati.

Si puo' avere una workstation evoluta (e tenerla per molto tempo) e poi completare il proprio set secondo le esigenze, attingendo ad un infinita' di prodotti (Tastiere stage, Arranger evoluti, Sintetizzatori VA, Sintetizzatori RA ecc).

Ora non manca nulla.

A proposito dei recenti RA definiti Cloni, aggiungerei che lo sono in gran parte, ma non va trascurato il fatto che sono comunque strumenti aggiornati ai nostri tempi che oltre a rispecchiare la struttura di synth del passato, hanno contenuti innovativi che ne li fanno diventare a loro volta strumenti finiti e non solo cloni.

Il Deepmind non e' un clone del Juno 106, ma con i contenuti aggiunti e' uno strumento con il proprio carattere, che a mio avviso e' rafforzato non poco rispetto al 106.

Personalmente non casco nell'errore di cercare a tutti i costi il Juno nel deepmind o il Moog nel Model D.. so che la voce e' quella, ma so anche che con le funzioni aggiuntive, sono diventati anche loro strumenti a se stanti che vanno valorizzati in ottica attuale.

Insomma se in passato c'era sempre un vuoto (ai tempi degli analogici mancavano i campioni, mancava il digitale ecc, col digitale mancava il calore analogico ecc) oggi c'e' davvero tutto ed ogni musicista o amatore che sia, puo' scegliere.. Una volta invece si doveva sempre arrivare a dei compromessi.