Reborn: comunicare nella musica strumentale

artemiasalina 22-04-22 11.39
Salve a tutti,

apro questo Topic con due intenti:
il primo per avere pareri su questo mio brano edito da qualche anno, Reborn (link in coda al post);
l'altro per fare una considerazione sulla difficoltà di trasmettere dei messaggi attraverso la musica strumentale.

E' mio scopo di sempre, attraverso la musica, trasmettere qualcosa agli altri. Qualche volta è un'idea astratta, e ci sta bene la famosa frase che "l'arte è di chi ne fruisce", dove ogni persona ci può trarre uno stato d'animo personale, diverso da quello degli altri.
Altri brani invece toccano argomenti ben precisi. Il mio esperimento è continuo, dando a supporto dei brani dei videoclip, che ho trovato al momento essere l'unico modo per "veicolare" in qualche modo il messaggio.
L'altra direzione è inserire dei testi nel brano (e qui rientra in gioco il brano in oggetto). Ma è un discorso difficile ed impervio.

Reborn, è una critica verso la società moderna, i social, e tanti altri aspetti. Un inno al risveglio, nel senso più animico possibile, esoterico.
Il testo è tratto dagli scritti di Erich Fromm, e recita (in inglese):

"La nascita, non è un atto, è un processo ininterrotto.
Lo scopo della vita è nascere pienamente, ma la sua tragedia è che la maggior parte di noi muore prima di nascere veramente.
Vivere, significa nascere, in ogni momento.
La morte, si verifica quando si smette di nascere.
Fisiologicamente, il nostro sistema cellulare è in un continuo stato di nascita; ma, psicologicamente, la maggior parte di noi, a un certo momento, smette di vivere."

Reborn

Oltre a chiedere come sempre pareri sul brano, che chiude l'album più sperimentale che abbia prodotto/composto (per il quale sto pensando anche di produrre un videoclip, ma devo raccogliere le idee), inSideB, vorrei anche condividere qualche idea sull'argomento "comunicazione" attraverso la musica.
semar 22-04-22 12.24
@ artemiasalina
Salve a tutti,

apro questo Topic con due intenti:
il primo per avere pareri su questo mio brano edito da qualche anno, Reborn (link in coda al post);
l'altro per fare una considerazione sulla difficoltà di trasmettere dei messaggi attraverso la musica strumentale.

E' mio scopo di sempre, attraverso la musica, trasmettere qualcosa agli altri. Qualche volta è un'idea astratta, e ci sta bene la famosa frase che "l'arte è di chi ne fruisce", dove ogni persona ci può trarre uno stato d'animo personale, diverso da quello degli altri.
Altri brani invece toccano argomenti ben precisi. Il mio esperimento è continuo, dando a supporto dei brani dei videoclip, che ho trovato al momento essere l'unico modo per "veicolare" in qualche modo il messaggio.
L'altra direzione è inserire dei testi nel brano (e qui rientra in gioco il brano in oggetto). Ma è un discorso difficile ed impervio.

Reborn, è una critica verso la società moderna, i social, e tanti altri aspetti. Un inno al risveglio, nel senso più animico possibile, esoterico.
Il testo è tratto dagli scritti di Erich Fromm, e recita (in inglese):

"La nascita, non è un atto, è un processo ininterrotto.
Lo scopo della vita è nascere pienamente, ma la sua tragedia è che la maggior parte di noi muore prima di nascere veramente.
Vivere, significa nascere, in ogni momento.
La morte, si verifica quando si smette di nascere.
Fisiologicamente, il nostro sistema cellulare è in un continuo stato di nascita; ma, psicologicamente, la maggior parte di noi, a un certo momento, smette di vivere."

Reborn

Oltre a chiedere come sempre pareri sul brano, che chiude l'album più sperimentale che abbia prodotto/composto (per il quale sto pensando anche di produrre un videoclip, ma devo raccogliere le idee), inSideB, vorrei anche condividere qualche idea sull'argomento "comunicazione" attraverso la musica.
Dunque.
Il brano di per sé mi sembra ben fatto. Personalmente ho notato impegno e sforzo per ottenere qualcosa di "pulito" ed ascoltabile. Ritengo tu sia riuscito in questo intento.
La ripetizione del ritmo e degli accordi mi fa pensare al divenire della vita.
La voce maschile non l'ho capita molto - colpa del mio inglese maccheronico - quella femminile (bella ma un pó "severa" per i miei gusti ) si comprende bene.
Sono rimasto all' inizio sorpreso perché mi aspettavo un brano in italiano. Ma questo é, di nuovo, un mio "limite".
Comunicare emozioni con la musica é quanto di piú gratificante ed al contempo arduo ci possa essere.
Solo suonando con intento ed emozione vi si riesce - a mio modesto parere.
Il tuo brano mi ha fatto riflettere, e credo di condividere - in linea di massima - il concetto sul "crescere continuamente".
La musica é sempre soggettiva, ed io ammiro quelli che si "espongono" al giudizio degli altri. Si mette insomma a nudo la propria anima, e senza "protezioni" ci si espone forse al ludibrio degli "ascoltatori".
Il brano mi é piaciuto. Bravi tutti e due.

P.S.
Nel tuo post hai scritto "Rebord " e non "Reborn".
artemiasalina 22-04-22 12.42
@ semar
Dunque.
Il brano di per sé mi sembra ben fatto. Personalmente ho notato impegno e sforzo per ottenere qualcosa di "pulito" ed ascoltabile. Ritengo tu sia riuscito in questo intento.
La ripetizione del ritmo e degli accordi mi fa pensare al divenire della vita.
La voce maschile non l'ho capita molto - colpa del mio inglese maccheronico - quella femminile (bella ma un pó "severa" per i miei gusti ) si comprende bene.
Sono rimasto all' inizio sorpreso perché mi aspettavo un brano in italiano. Ma questo é, di nuovo, un mio "limite".
Comunicare emozioni con la musica é quanto di piú gratificante ed al contempo arduo ci possa essere.
Solo suonando con intento ed emozione vi si riesce - a mio modesto parere.
Il tuo brano mi ha fatto riflettere, e credo di condividere - in linea di massima - il concetto sul "crescere continuamente".
La musica é sempre soggettiva, ed io ammiro quelli che si "espongono" al giudizio degli altri. Si mette insomma a nudo la propria anima, e senza "protezioni" ci si espone forse al ludibrio degli "ascoltatori".
Il brano mi é piaciuto. Bravi tutti e due.

P.S.
Nel tuo post hai scritto "Rebord " e non "Reborn".
Grazie, del commento e per avermi fatto notare l'errore di battitura. Ho anche aggiunto che il testo è in inglese (scelta adottata per raggiungere più pubblico possibile).
La voce maschile è in realtà una voce robotica generata dal pc, per sottolineare la "robotizzazione" dell'uomo.
artemiasalina 11-05-22 14.47
Torno un attimo sull'argomento: voi in che genere classifichereste questo brano?
wildcat80 11-05-22 17.59
Mi ero perso questo tuo bel lavoro. Personalmente mi piace molto, trovo azzeccate le tue scelte sia per quanto riguarda le voci, che per quanto riguarda gli strumenti.
Se dovessi pensare a un genere in cui confinare il tuo brano, andrei in grossa difficoltà.
Fondamentalmente mi sembra un pezzo perfetto per una colonna sonora o una sonorizzazione: se riuscissi a creare un video che passo passo resti agganciato al testo, sarebbe una bella valorizzazione .
Ma un'etichetta la trovo veramente difficile da trovare.
artemiasalina 13-05-22 12.48
@ wildcat80
Mi ero perso questo tuo bel lavoro. Personalmente mi piace molto, trovo azzeccate le tue scelte sia per quanto riguarda le voci, che per quanto riguarda gli strumenti.
Se dovessi pensare a un genere in cui confinare il tuo brano, andrei in grossa difficoltà.
Fondamentalmente mi sembra un pezzo perfetto per una colonna sonora o una sonorizzazione: se riuscissi a creare un video che passo passo resti agganciato al testo, sarebbe una bella valorizzazione .
Ma un'etichetta la trovo veramente difficile da trovare.
Mi fa piacere ti piaccia il brano, grazie per averlo ascoltato.
Il mio problema è che appena esco dal seminato (leggi "minimalismo/neoclassico") non so più come etichettare i miei brani, e se fosse solo un problema etico, me ne potrei fregare altamente (dove è scritto che bisogna per forza farlo?), ma purtroppo il problema nasce quando devo sottoporre i brani alle playlist, che ti fanno scegliere il genere. Se lo sbagli, allora ti vedrai rifiutato ovunque.
Attualmente sono riuscito solo a piazzare facilmente 3 dei miei album (Atmospheres, Origini [almeno parte dei brani] e Nightnotes), mentre inSideB, che è più sperimentale, e gli ultimi singoli, soffrono della crisi di identità.
1paolo 13-05-22 17.12
@ artemiasalina
Grazie, del commento e per avermi fatto notare l'errore di battitura. Ho anche aggiunto che il testo è in inglese (scelta adottata per raggiungere più pubblico possibile).
La voce maschile è in realtà una voce robotica generata dal pc, per sottolineare la "robotizzazione" dell'uomo.
Forse dico una sciocchezza ma ascoltandolo mi sono venuti in mente i pezzi di Battiato cantati da interpreti femminili (Alice/Milva etc) oppure i suoi primi lavori pre-pop
artemiasalina 13-05-22 17.34
@ 1paolo
Forse dico una sciocchezza ma ascoltandolo mi sono venuti in mente i pezzi di Battiato cantati da interpreti femminili (Alice/Milva etc) oppure i suoi primi lavori pre-pop
Guardo, mi ha molto meravigliato la tua risposta, perchè in una recensione dell'album, mi hanno detto la stessa cosa. All'epoca pensavo fosse un azzardo...ma evidentemente c'è davvero qualche cosa.

Questa è la recensione:
Recensione inSideB
1paolo 14-05-22 01.01
@ artemiasalina
Guardo, mi ha molto meravigliato la tua risposta, perchè in una recensione dell'album, mi hanno detto la stessa cosa. All'epoca pensavo fosse un azzardo...ma evidentemente c'è davvero qualche cosa.

Questa è la recensione:
Recensione inSideB
Si, nelle citazioni “colte”, nel sound mai banale, nella voglia di sperimentare… anche il primo Alan Sorrenti di Aria