Evoluzione o involuzione?

wildcat80 02-11-23 21.43
maxpiano69 03-11-23 07.41
@ wildcat80
Da Rolling Stone
Interessante articolo, thanks.
MarcezMonticus 03-11-23 08.24
@ wildcat80
Da Rolling Stone
Letto con piacere.
toniz1 03-11-23 08.40
Letto pure io...
non so valutare molto, in quanto sono poco da "classifica"... ma se mi capita (auto, negozi... ) provo a fare attenzione.
adr3nokrome 03-11-23 09.52
Molto interessante.
Generalizzando al limite dell'accettabilità, mi viene da pensare che questa cosa del bridge sia uno specchio dei tempi, il rock delle origini aveva nella sua natura la pulsione ritmica ma anche l'inquietudine di tutta una generazione, le dissonanze (a volte figlie anche di un po' di "acidume"......) soprattutto al di fuori delle correnti mainstream e ultra-popolari erano relativamente frequenti e cosi si finiva per rappresentare un po' anche lo spirito ribelle di quei tempi, si sperimentava in musica cosi come si desiderava percorrere strade nuove più in generale nell'intera società, oggi viviamo in tempi di paura ed incertezza e la musica intesa come bene di consumo deve soprattutto intrattenere e rassicurare, tutto è più frenetico e veloce, anche gli assoli (i "solo") sono spariti.
cecchino 03-11-23 10.05
@ wildcat80
Da Rolling Stone
Interessante, grazie per la segnalazione emo
WTF_Bach 03-11-23 10.38
Questo discorso mi fa un po’ sorridere.

Le canzoni pop sono, da un punto di vista formale, balbettamenti da neonato - come si può parlare di impoverimento di ba ba ba ma ma ma?
Roberto_Forest 03-11-23 10.40
I bridge sono spariti probabilmente perché i tempi commerciali si sono ristretti, e quindi non per un particolare astio nei loro confronti. La canzone da 3 minuti è troppo lunga per il fruitore normale, quindi si sta provando a scendere sotto. Quindi si tolgono le intro, poi i bridge, tra un po’ chi lo sa si toglierà una strofa e si faranno canzoni RIT-Strofa-RIT da due minuti scarsi.
Fino a che, si spera, ci sarà un punto si rottura e si tornerà alle suite lunghe, alla vita reale e non virtuale.
zerinovic 03-11-23 10.40
secondo me è la differenza tra comporre con la tua band e comporre con un computer. con il computer i bridge gli assoli,le variazioni in genere non vengono naturali.. mentre se provi a comporre con la tua band è tutta un altra musica. ogni musicista si adatta all’altro è una cosa fantastica.
paolo_b3 03-11-23 10.41
Mi associo, interessante, Doc.
Penso tuttavia che il bridge non sia un elemento tassativo in una composizione, questo indipendentemente dalla musica che si ascolta oggi sul mainstream. E' un po' come dire, non si mangiano più stracotti, vedi si usano solo le buste precotte e surgelate. In realtà ci sono tanti cibi freschi da mangiare che non necessitano necessariamente di cotture prolungate. In altre parole il mercato della musica è in costante regresso verso la logica del profitto. Ma sono cose che dico tutte le volte, problemi di C. d' I.
Roberto_Forest 03-11-23 10.43
Che poi pure i Beatles facevano canzoni di due minuti eh…come tutte le canzoni prima degli anni 60. sono stati altri ad aprire a canzoni più lunghe, penso a Bon Dylan, tra i primi a fare canzoni sopra i 5 minuti.
emidio 03-11-23 10.52
articolo interessante... Ma "lo specchio dei tempi attuali" lo stiamo vivendo già da tanto. Non esistono più gli assoli; da un po' sono spariti anche intro e finali. Non si è evoluto (?) in tal senso solo il pop, ma anche il rock, se ci pensate.
Canzoni più brevi significano più visualizzazioni, perchè ora quello è il metro principe delle fruizioni.
adr3nokrome 03-11-23 11.40
WTF_Bach ha scritto:
Questo discorso mi fa un po’ sorridere.

Le canzoni pop sono, da un punto di vista formale, balbettamenti da neonato - come si può parlare di impoverimento di ba ba ba ma ma ma?


Si, non parlerei di evoluzione nè di involuzione, credo che l'articolo vada letto come mera curiosità "statistica"
adr3nokrome 03-11-23 11.49
Roberto_Forest ha scritto:
Che poi pure i Beatles facevano canzoni di due minuti eh…come tutte le canzoni prima degli anni 60. sono stati altri ad aprire a canzoni più lunghe, penso a Bon Dylan, tra i primi a fare canzoni sopra i 5 minuti.


Corretto, difatti i beatles sono stati uno dei primi esempi di mainstream... il concetto espresso nell'articolo a pensarci meglio non credo che sia troppo valido a livello temporale ("ieri si suonava cosi, oggi si suona cosà") quanto magari a livello di genere ("in certi generi si usano certi passaggi, in altri generi è tutto più piatto").
Poi per estensione possiamo anche dire che oggi in generale si sperimenta meno con le sonorità (o meglio: con la costruzione del brano) rispetto a un tempo, ma vi sono naturalmente mille e più eccezioni sia pescando dal passato che guardando al presente.
ziberto 03-11-23 12.11
Articolo molto interessante, perchè fornisce alcune informazioni "tecniche" (in particolare di nomenclatura) e sicuramente stimola una riflessione... con risultati molto differenti, come già si legge anche da alcuni commenti nella nostra piccola comunità.
Nella canzone pop si mescolano tante istanze diverse che vanno dal "bisogno di comunicazione" dell'artista (con il suo modo di pensare e di esprimersi) fino alle esigenze commerciali, che spesso possono stravolgere le originarie intenzioni.
Trovo quindi difficile stabilire se si tratti di una evoluzione o di una involuzione... ed è ancor più difficile stabilire se esista o meno una correlazione sociologica con questo presunto cambiamento stilistico (mi pare un quesito del tipo "è nato prima l'uovo o la gallina?").
giosanta 03-11-23 12.12
Interessante, grazie.
Io più che di semplificazione parlerei di banalizzazione consumistica. Se poi il parametro sono i Beatles di Eleonor Rigby o Yesterday la cosa si fa imbarazzante.
Qualità, musica e poesia si possono condensare anche in due minuti, ma bisogna avere qualcosa da dire ed esserne capaci.
markelly2 03-11-23 12.15
Ma ancora a strofa-ritornello stiamo? emo
paolo_b3 03-11-23 12.42
@ markelly2
Ma ancora a strofa-ritornello stiamo? emo
Cosa proponi in alternativa? emoemoemo
d_phatt 03-11-23 14.27
giosanta ha scritto:
Qualità, musica e poesia si possono condensare anche in due minuti, ma bisogna avere qualcosa da dire ed esserne capaci.

Perfettamente d'accordo. Come allo stesso modo, imho, è inutile tirare per le lunghe una suite di 15 minuti stirando fino all'inverosimile un materiale musicale che magari era sufficiente soltanto per 3.
Come anche un assolo: se dev'essere brutto o insignificante, è meglio non metterlo. E anche saper esprimere tutto in modo compatto, semplice e sintetico è una abilità non banale che va acquisita. Vale anche per i brani pop, e non lo dico io, ma riporto (più o meno) le parole di certo Vittorio Nocenzi in persona.

Detto ciò, è inevitabile che la musica di stampo commerciale stia derivando verso una progressiva e inesorabile semplificazione, strutture sempre più semplici, dinamiche sempre più compresse, accompagnamenti sempre meno articolati, idem per gli arrangiamenti, le progressioni armoniche...e ormai succede anche quando (al massimo livello) in studio ci sono fior di turnisti, ma tarpati dalle esigenze commerciali.

Poi certo, due battute in 4/4 di nota singola di chitarra ribattuta a gruppi di crome e parte la voce di Adele, è una cosa. Se parte un pezzo trap, o anche soltanto una voce non all'altezza, un'altra.
paolo_b3 03-11-23 15.17
@ ziberto
Articolo molto interessante, perchè fornisce alcune informazioni "tecniche" (in particolare di nomenclatura) e sicuramente stimola una riflessione... con risultati molto differenti, come già si legge anche da alcuni commenti nella nostra piccola comunità.
Nella canzone pop si mescolano tante istanze diverse che vanno dal "bisogno di comunicazione" dell'artista (con il suo modo di pensare e di esprimersi) fino alle esigenze commerciali, che spesso possono stravolgere le originarie intenzioni.
Trovo quindi difficile stabilire se si tratti di una evoluzione o di una involuzione... ed è ancor più difficile stabilire se esista o meno una correlazione sociologica con questo presunto cambiamento stilistico (mi pare un quesito del tipo "è nato prima l'uovo o la gallina?").
Guarda, a voler essere imparziali per poter diffondere la musica popolare occorre sostenere dei costi e quindi deve portare a casa un po' di soldini, così come anche la musica "colta" è il veicolo con cui l'artista comunica con il suo prossimo. Quindi due ingredienti, non gli unici, di una ricetta in cui si cimentano l'artista ed il suo produttore.
Il problema è la musica popolare pensata come mero strumento di guadagno così come la musica colta pensata come esercizio di stile. Non credo che una debba essere preferita all'altra.