@ wildcat80
Ieri sono andato a vedere il nuovo film di Robert Eggers, un "elevated horror" ispirato al Nosferatu di Murnau.
C'erano molte aspettative sul film, vuoi per le capacità del giovane regista (non so se avete visto il suo film d'esordio - sempre elevated horror - The VVitch... Un esordio col botto a poco più di 30 anni), vuoi perché Dracula (che non è Dracula) è sempre Dracula.
La storia: uno dei più noti plagi della storia del cinema, Murnau traspone in pellicola il Dracula di Bram Stoker senza chiederne i diritti a Florence Stoker. La storia è quella ma cambiano i nomi (il Conte Dracula che diventa Orlok, Jonathan Harker che diventa Thomas Hutter...) e l'ambientazione (l'immaginario città tedesca di Wisborg in luogo di Londra), e altri particolari l, anche determinanti ai fini della storia (che non gi anticipo). L'erede Stoker porta in tribunale Murnau, e quel che ottiene è la distruzione delle copie esistenti del film. Tutte, si crede, ma non sarà così: ne sopravvivono alcune fra cui l'autentica nelle mani di Murnau stesso, che successivamente divengono fonte di ispirazione ai vari Dracula, fra cui il Nosferatu di Werner Herzog con Klaus Kinsky (dove però i nomi sono quelli originali stokeriani).
Il film riprende il toto la versione di Murnau, incluse le lunghe inquadrature degli artigli del vampiro, ma integra tutto quello che nel vampiro romantico stokeriano e moderno si è perso: tutta la simbologia e mitologia del vampiro dell'Est Europa.
Nosferatu, che significa non spirato in rumeno antico, non è un principe romantico elegante e raffinato come siamo stati abituati a vedere, è un cadavere che porta i segni delle prime fasi della decomposizione (che sono quelli che storicamente hanno portato alla nascita del mito, le prime trasformazioni cadaveriche interpretare come segni di vitalità), con l'estetica del voivoda tardomedievale (baffi inclusi). Dove lui è, si diffondono pestilenze e morte, altro elemento chiave nell'origine del mito del vampiro (i casi di vampirismo storicamente accertati segnavano sempre l'inizio di un'epidemia di varie malattie, la più probabile la peste polmonare).
Cosa c'è che merita in questo film: essendo un elevated horror, non sono tanto le scene "gore" a generare orrore quanto la sapiente tensione creata con la narrazione, con la fotografia, con i dialoghi. Le ambientazioni sono strepitose e realistiche, la fotografia, i costumi e il trucco assolutamente di livello, così come le performance di Lily Rose Depp.
Cosa c'è che non va: un certo dualismo nei tempi narrativi. Prima dell'intervallo è forse troppo lento, dopo accelera troppo.
La figura del Nosferatu è così realistica che finisce per essere quasi una macchietta. Il baffo da camionista esteuropeo e la parlata con un maccheronico accento locale, alternata ad un arcaico dialetto rumeno, finiscono per rasentare il ridicolo. Ed è un peccato, perché bastava farlo parlare sempre in antico rumeno sottotitolato per cambiare drasticamente la resa del personaggio. Lo stesso succede nella versione originale, con il villain che parla inglese con accento rumeno alternato al suo dialetto sottotitolato. Scelta a mio avviso sbagliata.
Complessivamente è un film realizzato molto bene, che per la prima volta toglie gli aspetti romantici e li sostituisce con gli aspetti reali che stanno dietro alla mitologia del vampiro. Spoiler: non sempre morde al giugulo, anzi... La parte reale del mito viene resa molto fedelmente ed è quello che più mi è piaciuto.
Iniziando dal rituale degli zingari che cercano un Nosferatu in un cimitero.
Non credo che andrò a vederlo, ma ho visto quello di Werner Herzog. In quel caso il testo di Stoker a mio parere era abbastanza "periferico" per fare posto ad una riflessione sul senso della vita e del tempo che trascorre, un Dracula quasi "amletico". A me è piaciuto.
Poi ho visto un'altra versione in cui il vampiro era interpretato da quel pazzo di Gary Oldman, interpretazione favolosa, ma del film non ricordo granchè...

