Volumi Tastiera e di gruppo

Tast81 20-02-25 08.19
Ciao a tutti!
Volevo chiedere una cosa, se ne è già parlato in diversi post.
L'altra sera ho provato a registrare un pezzo dove io inizio con un hammond per poi cambiare scena e passare ad un pianoforte. Ecco durante il cambio non sentivo più il pianoforte. Ho alzato leggermente il volume del piano nella scena , ma il dubbio è questo nel live di sicuro cambia di nuovo tutto.
Volevo prendermi un pedale del volume ma ho paura che poi uno non si renda conto se fuori esci poco o troppo.

Facendo un paragone , di concerti importanti, dove io non mi posso di certo paragonare, come si fa ad avere un suono complessivo bello impastato ?

Grazie mille
WTF_Bach 20-02-25 08.28
Forse la cosa più adeguata sarebbe avere un mixerino ove entrare con tutte le tastiere per avere una sorta di pre-mix.

Ovviamente - ma lo sai senz’altro - bisogna distinguere tra quello che tu vuoi sentire nelle spie (o in-ear) e quello che deve sentire il pubblico.
ruggero 20-02-25 08.30
@ Tast81
Ciao a tutti!
Volevo chiedere una cosa, se ne è già parlato in diversi post.
L'altra sera ho provato a registrare un pezzo dove io inizio con un hammond per poi cambiare scena e passare ad un pianoforte. Ecco durante il cambio non sentivo più il pianoforte. Ho alzato leggermente il volume del piano nella scena , ma il dubbio è questo nel live di sicuro cambia di nuovo tutto.
Volevo prendermi un pedale del volume ma ho paura che poi uno non si renda conto se fuori esci poco o troppo.

Facendo un paragone , di concerti importanti, dove io non mi posso di certo paragonare, come si fa ad avere un suono complessivo bello impastato ?

Grazie mille
Ciao
devi cominciare a fare delle prove a casa con un Db-metro del mixer. Suona le parti con i vari suoni e vedi se i DB più o meno si assomigliano. Per lo meno la partenza deve essere quella (che è oggetiva e misurata). Il resto poi lo fai fuori perché a parità di Db lo strumento che suona può avere delle frequenze che si fanno strada più o meno nel mix generale in base a quello che sta suonando assieme. Questa cosa la percepisci solamente ascoltandoti nell'ambiente mentre suoni. Magari registra le prove e riascoltati e di conseguenza fai delle regolazioni successive (di fino) ai volumi. Non ci sono altre soluzioni.
Pianolaio 20-02-25 08.30
@ Tast81
Ciao a tutti!
Volevo chiedere una cosa, se ne è già parlato in diversi post.
L'altra sera ho provato a registrare un pezzo dove io inizio con un hammond per poi cambiare scena e passare ad un pianoforte. Ecco durante il cambio non sentivo più il pianoforte. Ho alzato leggermente il volume del piano nella scena , ma il dubbio è questo nel live di sicuro cambia di nuovo tutto.
Volevo prendermi un pedale del volume ma ho paura che poi uno non si renda conto se fuori esci poco o troppo.

Facendo un paragone , di concerti importanti, dove io non mi posso di certo paragonare, come si fa ad avere un suono complessivo bello impastato ?

Grazie mille
Regola il volume generale sul suono più debole in modo che questo si senta sempre bene.
In questo caso sul pianoforte, e abbassi l’Hammond finché non trovi l’equilibrio.
Valuta anche l’utilizzo dell’equalizzatore o controlla che il pianoforte non sia troppo affogato negli effetti.
Tast81 20-02-25 09.18
@ ruggero
Ciao
devi cominciare a fare delle prove a casa con un Db-metro del mixer. Suona le parti con i vari suoni e vedi se i DB più o meno si assomigliano. Per lo meno la partenza deve essere quella (che è oggetiva e misurata). Il resto poi lo fai fuori perché a parità di Db lo strumento che suona può avere delle frequenze che si fanno strada più o meno nel mix generale in base a quello che sta suonando assieme. Questa cosa la percepisci solamente ascoltandoti nell'ambiente mentre suoni. Magari registra le prove e riascoltati e di conseguenza fai delle regolazioni successive (di fino) ai volumi. Non ci sono altre soluzioni.
Grazie! Quindi mi regolo con i suoni,infatti ho scoperto questo ascoltando quello registrato in sala prove
Tast81 20-02-25 09.20
@ ruggero
Ciao
devi cominciare a fare delle prove a casa con un Db-metro del mixer. Suona le parti con i vari suoni e vedi se i DB più o meno si assomigliano. Per lo meno la partenza deve essere quella (che è oggetiva e misurata). Il resto poi lo fai fuori perché a parità di Db lo strumento che suona può avere delle frequenze che si fanno strada più o meno nel mix generale in base a quello che sta suonando assieme. Questa cosa la percepisci solamente ascoltandoti nell'ambiente mentre suoni. Magari registra le prove e riascoltati e di conseguenza fai delle regolazioni successive (di fino) ai volumi. Non ci sono altre soluzioni.
Scusami db-metro del mixer intendi i decibel ? Scusa la domanda stupida
Tast81 20-02-25 09.20
@ WTF_Bach
Forse la cosa più adeguata sarebbe avere un mixerino ove entrare con tutte le tastiere per avere una sorta di pre-mix.

Ovviamente - ma lo sai senz’altro - bisogna distinguere tra quello che tu vuoi sentire nelle spie (o in-ear) e quello che deve sentire il pubblico.
Ah si , magari un mixer a rack
Tast81 20-02-25 09.33
@ Pianolaio
Regola il volume generale sul suono più debole in modo che questo si senta sempre bene.
In questo caso sul pianoforte, e abbassi l’Hammond finché non trovi l’equilibrio.
Valuta anche l’utilizzo dell’equalizzatore o controlla che il pianoforte non sia troppo affogato negli effetti.
Quello che invidio è l'impasto perfetto nei live grandi, sarebbe bellissimo arrivarci vicino emo
ruggero 20-02-25 09.53
Tast81 ha scritto:
Scusami db-metro del mixer intendi i decibel ? Scusa la domanda stupida


si sono le lucine del mixer che indicano i decibel. Fai in modo che ogni suono lambisca i primi led rossi.
maxpiano69 20-02-25 10.11
@ Tast81
Quello che invidio è l'impasto perfetto nei live grandi, sarebbe bellissimo arrivarci vicino emo
Per fare come nei live "dei grandi", ti serve un fonico "dei grandi"... emo emo

Battuta ma non troppo a parte, alcune band (anche non pro) si portano dietro un "amico/fonico" perché ogni locale è diverso ed in corso di serata le cose possono cambiare, anche se hai fatto bene i compiti a casa del bilanciamento preventivo ed il sound check...
Tast81 20-02-25 14.41
@ maxpiano69
Per fare come nei live "dei grandi", ti serve un fonico "dei grandi"... emo emo

Battuta ma non troppo a parte, alcune band (anche non pro) si portano dietro un "amico/fonico" perché ogni locale è diverso ed in corso di serata le cose possono cambiare, anche se hai fatto bene i compiti a casa del bilanciamento preventivo ed il sound check...
🤣🤣🤣
garubi 20-02-25 16.58
@ maxpiano69
Per fare come nei live "dei grandi", ti serve un fonico "dei grandi"... emo emo

Battuta ma non troppo a parte, alcune band (anche non pro) si portano dietro un "amico/fonico" perché ogni locale è diverso ed in corso di serata le cose possono cambiare, anche se hai fatto bene i compiti a casa del bilanciamento preventivo ed il sound check...
Aggiungo alle ottime idee che già ti hanno dato, alcuni consigli senza pretese, ma che vengono dalla mia esperienza di tanti anni di live.
Non so che genere fai, che pezzi suoni, e quindi si tratta necessariamente di suggerimenti generici.

Innanzitutto tieni presente che regolare il volume delle varie patch in modo pressochè uguale è molto difficile perchè i diversi timbri hanno dinamiche molto diverse (un hammond ha una dinamica più "costante" di un pianoforte, per dire la cosa più banale del mondo) e contenuti armonici differenti.

Quindi per prima cosa devi fare in modo che la dinamica della varie patch sia il più costante ed omogena possibile (ovviamente senza ammazzare l'espressività).emo

Io per fare questo aggiungo spesso un compressore sui suoni di piano, piano elettrico e in generale su tutti i suoni che hanno molta dinamica.
Ovviamente non comprimere tanto da ammazzare l'espressività, ma abbastanza per avere uno volume di uscita più omogeneo tra i piano e i forte. Diverso se stai accompagnando in solo o quasi, dove la compressione può essere anche solo accennata e la dinamica preservata.

Con una dinamica più costante e omogenea tra le varie patch/scene sarà più facile salvare le scene regolando il volume in modo che sia pressapoco uguale (guardare il livello su un meter è una buona idea).emo

Oltre alla dinamiche tieni anche conto delle diverse frequenze: certe frequenze "escono" meglio di altre, ma sempre in relazione all'arrangiamento del brano e agli altri strumenti che suonano (sempre per dire cose banali ma per capirsi: se tutti gli strumenti suonano nello stesso range di frequenze sarà dura distinguerli uno dall'altro, ma se ti sposti su ottave dove non suona nessuno ecco che lo spazio per le tue tastiere c'è).
"Taglia" le frequenze del tuo suono dove non servono e impastano (spesso sono i bassi/medio bassi: in un contesto di band generalmente sono già coperti da altri strumenti) e magari enfatizza un po' nei medi/medio alti.

Sempre per aumentare l'intellegibilità del tuo suono, taglia il più possibile il riverbero (che sulle patch "di fabbrica" è sempre molto presente perchè sono suoni che devono "suonare bene" da soli, a casa). Eventualmente sostituiscilo con un delay corto.

Seguendo questi consigli è facile che il suono, preso così da solo, non sia granchè ma quello che deve funzionare è il suono nel contesto, insieme alla band. Quindi preparali a casa, ma fai in modo di avere tempo per affinarli alle prove. emo

Infine torniamo di nuovo all'arrangiamento: se non hai necessità di "riempire", se ci sono già chitarre elettriche, basso, ecc, semplifica la tua parte, riducila alle note caratterizzanti, al tema riconoscibile. Inutile suonare a due mani piene al pianoforte, magari col pedale, se insieme a te stanno suonando anche chitarre e basso: trovati il tuo buchettino armonico e suona lì emo
Tutto quello che aiuta l'intellegibilità, la chiarezza, tutto quello che aiuta a ridurre l'impasto e la "nebbia" fa il tuo gioco di rendere più presente quello che suoni.

Come qualcuno ha scritto prima, sui "grandi palchi", i "grandi" artisti hanno a disposizione "grandi" fonici, ma anche loro beno o male fanno il loro lavoro a casa per fornire di scena in scena un livello omogeneo e costante al fonico... non si scappa.
Per esempio, Matt Johnson (jamiroquai)
violino999 20-02-25 20.49
@ garubi
Aggiungo alle ottime idee che già ti hanno dato, alcuni consigli senza pretese, ma che vengono dalla mia esperienza di tanti anni di live.
Non so che genere fai, che pezzi suoni, e quindi si tratta necessariamente di suggerimenti generici.

Innanzitutto tieni presente che regolare il volume delle varie patch in modo pressochè uguale è molto difficile perchè i diversi timbri hanno dinamiche molto diverse (un hammond ha una dinamica più "costante" di un pianoforte, per dire la cosa più banale del mondo) e contenuti armonici differenti.

Quindi per prima cosa devi fare in modo che la dinamica della varie patch sia il più costante ed omogena possibile (ovviamente senza ammazzare l'espressività).emo

Io per fare questo aggiungo spesso un compressore sui suoni di piano, piano elettrico e in generale su tutti i suoni che hanno molta dinamica.
Ovviamente non comprimere tanto da ammazzare l'espressività, ma abbastanza per avere uno volume di uscita più omogeneo tra i piano e i forte. Diverso se stai accompagnando in solo o quasi, dove la compressione può essere anche solo accennata e la dinamica preservata.

Con una dinamica più costante e omogenea tra le varie patch/scene sarà più facile salvare le scene regolando il volume in modo che sia pressapoco uguale (guardare il livello su un meter è una buona idea).emo

Oltre alla dinamiche tieni anche conto delle diverse frequenze: certe frequenze "escono" meglio di altre, ma sempre in relazione all'arrangiamento del brano e agli altri strumenti che suonano (sempre per dire cose banali ma per capirsi: se tutti gli strumenti suonano nello stesso range di frequenze sarà dura distinguerli uno dall'altro, ma se ti sposti su ottave dove non suona nessuno ecco che lo spazio per le tue tastiere c'è).
"Taglia" le frequenze del tuo suono dove non servono e impastano (spesso sono i bassi/medio bassi: in un contesto di band generalmente sono già coperti da altri strumenti) e magari enfatizza un po' nei medi/medio alti.

Sempre per aumentare l'intellegibilità del tuo suono, taglia il più possibile il riverbero (che sulle patch "di fabbrica" è sempre molto presente perchè sono suoni che devono "suonare bene" da soli, a casa). Eventualmente sostituiscilo con un delay corto.

Seguendo questi consigli è facile che il suono, preso così da solo, non sia granchè ma quello che deve funzionare è il suono nel contesto, insieme alla band. Quindi preparali a casa, ma fai in modo di avere tempo per affinarli alle prove. emo

Infine torniamo di nuovo all'arrangiamento: se non hai necessità di "riempire", se ci sono già chitarre elettriche, basso, ecc, semplifica la tua parte, riducila alle note caratterizzanti, al tema riconoscibile. Inutile suonare a due mani piene al pianoforte, magari col pedale, se insieme a te stanno suonando anche chitarre e basso: trovati il tuo buchettino armonico e suona lì emo
Tutto quello che aiuta l'intellegibilità, la chiarezza, tutto quello che aiuta a ridurre l'impasto e la "nebbia" fa il tuo gioco di rendere più presente quello che suoni.

Come qualcuno ha scritto prima, sui "grandi palchi", i "grandi" artisti hanno a disposizione "grandi" fonici, ma anche loro beno o male fanno il loro lavoro a casa per fornire di scena in scena un livello omogeneo e costante al fonico... non si scappa.
Per esempio, Matt Johnson (jamiroquai)
Io mi metto al massimo possibile sul mixer e poi mi regolo il volume da me con la manopola generale delle tastiere e pedale del volume..
Tast81 20-02-25 22.01
@ garubi
Aggiungo alle ottime idee che già ti hanno dato, alcuni consigli senza pretese, ma che vengono dalla mia esperienza di tanti anni di live.
Non so che genere fai, che pezzi suoni, e quindi si tratta necessariamente di suggerimenti generici.

Innanzitutto tieni presente che regolare il volume delle varie patch in modo pressochè uguale è molto difficile perchè i diversi timbri hanno dinamiche molto diverse (un hammond ha una dinamica più "costante" di un pianoforte, per dire la cosa più banale del mondo) e contenuti armonici differenti.

Quindi per prima cosa devi fare in modo che la dinamica della varie patch sia il più costante ed omogena possibile (ovviamente senza ammazzare l'espressività).emo

Io per fare questo aggiungo spesso un compressore sui suoni di piano, piano elettrico e in generale su tutti i suoni che hanno molta dinamica.
Ovviamente non comprimere tanto da ammazzare l'espressività, ma abbastanza per avere uno volume di uscita più omogeneo tra i piano e i forte. Diverso se stai accompagnando in solo o quasi, dove la compressione può essere anche solo accennata e la dinamica preservata.

Con una dinamica più costante e omogenea tra le varie patch/scene sarà più facile salvare le scene regolando il volume in modo che sia pressapoco uguale (guardare il livello su un meter è una buona idea).emo

Oltre alla dinamiche tieni anche conto delle diverse frequenze: certe frequenze "escono" meglio di altre, ma sempre in relazione all'arrangiamento del brano e agli altri strumenti che suonano (sempre per dire cose banali ma per capirsi: se tutti gli strumenti suonano nello stesso range di frequenze sarà dura distinguerli uno dall'altro, ma se ti sposti su ottave dove non suona nessuno ecco che lo spazio per le tue tastiere c'è).
"Taglia" le frequenze del tuo suono dove non servono e impastano (spesso sono i bassi/medio bassi: in un contesto di band generalmente sono già coperti da altri strumenti) e magari enfatizza un po' nei medi/medio alti.

Sempre per aumentare l'intellegibilità del tuo suono, taglia il più possibile il riverbero (che sulle patch "di fabbrica" è sempre molto presente perchè sono suoni che devono "suonare bene" da soli, a casa). Eventualmente sostituiscilo con un delay corto.

Seguendo questi consigli è facile che il suono, preso così da solo, non sia granchè ma quello che deve funzionare è il suono nel contesto, insieme alla band. Quindi preparali a casa, ma fai in modo di avere tempo per affinarli alle prove. emo

Infine torniamo di nuovo all'arrangiamento: se non hai necessità di "riempire", se ci sono già chitarre elettriche, basso, ecc, semplifica la tua parte, riducila alle note caratterizzanti, al tema riconoscibile. Inutile suonare a due mani piene al pianoforte, magari col pedale, se insieme a te stanno suonando anche chitarre e basso: trovati il tuo buchettino armonico e suona lì emo
Tutto quello che aiuta l'intellegibilità, la chiarezza, tutto quello che aiuta a ridurre l'impasto e la "nebbia" fa il tuo gioco di rendere più presente quello che suoni.

Come qualcuno ha scritto prima, sui "grandi palchi", i "grandi" artisti hanno a disposizione "grandi" fonici, ma anche loro beno o male fanno il loro lavoro a casa per fornire di scena in scena un livello omogeneo e costante al fonico... non si scappa.
Per esempio, Matt Johnson (jamiroquai)
Grazie mille!
Comincio a lavorare suo compressori per i pianoforti, mentre per l'hammond lo tengo di meno.
Ecco io facevo questo ragionamento, a casa provando i suoni davo un po' di reverbero per ampliare il suono e renderlo ( esempio pianoforte) che nei live da effetto di ampiezza sonora, quindi uso più tosto un delay ? Per renderlo come nei live dei grandi, mi piace molto come effetto.

Ecco non sapevo delle frequenze dei bassi da togliere, per fare spazio al basso/ chitarre. Qui tu intendi non suonare sulle ottave basse oppure lavorare sulle frequenze? Perché su alcuni pezzi (pianoforte) con la sx do dei bassi

Per i suoni orchestrali uso un po' di compressore?

Grazie mille!!
garubi 21-02-25 14.57
Tast81 ha scritto:
Ecco non sapevo delle frequenze dei bassi da togliere, per fare spazio al basso/ chitarre. Qui tu intendi non suonare sulle ottave basse oppure lavorare sulle frequenze? Perché su alcuni pezzi (pianoforte) con la sx do dei bassi


Beh qui si va proprio nel merito dell'arrangiamento, è un aspetto che io deciderei col gruppo, in base alle parti.
Tagliando il ragionamento con l'accetta e generalizzando tantissimo, in linea di massima se già sei coperto dal basso puoi tenerti libero per fare altro in altre ottave, anche perchè -al netto di pezzi specifici e/o arrangiamenti particolari, ha poco senso rifare la parte del basso o ancora peggio andare a "sporcare" quello che sta facendo. Ma se non vuoi/puoi intervenire sulle tue parti, anche un leggero alleggerimento a livello di eq può aiutare a non pestarsi troppo i piedi...

Questi sono solo i miei pensieri eh, non prenderle come verità assolute. Vengono solo dalla mia esperienza, Guardali come spunti di confronto.

Se vuoi approfondire un po', un canale YouTube con un sacco di video che riguardano proprio il suono delle tastiere dal vivo è quello di Paolo Gambino, c he è stato anche tastierista di Finardi.
Ce ne sono tanti altri, ma spesso ti fanno giusto vedere i loro setup che usano nelle grandi produzioni... qui invece trovo il giusto compromesso tra esperienza professionale e divulgazione.
Devi spulciare un po' tra le decine di video... ma ce ne sono davvero tanti interessanti e molto istruttivi. Non è detto che concordi su tutto, ma sono spunti di riflessione e di ricerca tua.
https://www.youtube.com/@paologambino
Potresti iniziareda questa sua playlist: I 5 elementi che determina la qualità del nostro suono live in particolare il video 3 e video 4
Tast81 21-02-25 18.50
@ garubi
Tast81 ha scritto:
Ecco non sapevo delle frequenze dei bassi da togliere, per fare spazio al basso/ chitarre. Qui tu intendi non suonare sulle ottave basse oppure lavorare sulle frequenze? Perché su alcuni pezzi (pianoforte) con la sx do dei bassi


Beh qui si va proprio nel merito dell'arrangiamento, è un aspetto che io deciderei col gruppo, in base alle parti.
Tagliando il ragionamento con l'accetta e generalizzando tantissimo, in linea di massima se già sei coperto dal basso puoi tenerti libero per fare altro in altre ottave, anche perchè -al netto di pezzi specifici e/o arrangiamenti particolari, ha poco senso rifare la parte del basso o ancora peggio andare a "sporcare" quello che sta facendo. Ma se non vuoi/puoi intervenire sulle tue parti, anche un leggero alleggerimento a livello di eq può aiutare a non pestarsi troppo i piedi...

Questi sono solo i miei pensieri eh, non prenderle come verità assolute. Vengono solo dalla mia esperienza, Guardali come spunti di confronto.

Se vuoi approfondire un po', un canale YouTube con un sacco di video che riguardano proprio il suono delle tastiere dal vivo è quello di Paolo Gambino, c he è stato anche tastierista di Finardi.
Ce ne sono tanti altri, ma spesso ti fanno giusto vedere i loro setup che usano nelle grandi produzioni... qui invece trovo il giusto compromesso tra esperienza professionale e divulgazione.
Devi spulciare un po' tra le decine di video... ma ce ne sono davvero tanti interessanti e molto istruttivi. Non è detto che concordi su tutto, ma sono spunti di riflessione e di ricerca tua.
https://www.youtube.com/@paologambino
Potresti iniziareda questa sua playlist: I 5 elementi che determina la qualità del nostro suono live in particolare il video 3 e video 4
Grazie ! Ok mi guardo un po' di video e provo un po', però già di sicuro le tue info mi hanno già chiarito un po' di dubbi.
Grazie!!
Tast81 22-02-25 12.28
@ garubi
Aggiungo alle ottime idee che già ti hanno dato, alcuni consigli senza pretese, ma che vengono dalla mia esperienza di tanti anni di live.
Non so che genere fai, che pezzi suoni, e quindi si tratta necessariamente di suggerimenti generici.

Innanzitutto tieni presente che regolare il volume delle varie patch in modo pressochè uguale è molto difficile perchè i diversi timbri hanno dinamiche molto diverse (un hammond ha una dinamica più "costante" di un pianoforte, per dire la cosa più banale del mondo) e contenuti armonici differenti.

Quindi per prima cosa devi fare in modo che la dinamica della varie patch sia il più costante ed omogena possibile (ovviamente senza ammazzare l'espressività).emo

Io per fare questo aggiungo spesso un compressore sui suoni di piano, piano elettrico e in generale su tutti i suoni che hanno molta dinamica.
Ovviamente non comprimere tanto da ammazzare l'espressività, ma abbastanza per avere uno volume di uscita più omogeneo tra i piano e i forte. Diverso se stai accompagnando in solo o quasi, dove la compressione può essere anche solo accennata e la dinamica preservata.

Con una dinamica più costante e omogenea tra le varie patch/scene sarà più facile salvare le scene regolando il volume in modo che sia pressapoco uguale (guardare il livello su un meter è una buona idea).emo

Oltre alla dinamiche tieni anche conto delle diverse frequenze: certe frequenze "escono" meglio di altre, ma sempre in relazione all'arrangiamento del brano e agli altri strumenti che suonano (sempre per dire cose banali ma per capirsi: se tutti gli strumenti suonano nello stesso range di frequenze sarà dura distinguerli uno dall'altro, ma se ti sposti su ottave dove non suona nessuno ecco che lo spazio per le tue tastiere c'è).
"Taglia" le frequenze del tuo suono dove non servono e impastano (spesso sono i bassi/medio bassi: in un contesto di band generalmente sono già coperti da altri strumenti) e magari enfatizza un po' nei medi/medio alti.

Sempre per aumentare l'intellegibilità del tuo suono, taglia il più possibile il riverbero (che sulle patch "di fabbrica" è sempre molto presente perchè sono suoni che devono "suonare bene" da soli, a casa). Eventualmente sostituiscilo con un delay corto.

Seguendo questi consigli è facile che il suono, preso così da solo, non sia granchè ma quello che deve funzionare è il suono nel contesto, insieme alla band. Quindi preparali a casa, ma fai in modo di avere tempo per affinarli alle prove. emo

Infine torniamo di nuovo all'arrangiamento: se non hai necessità di "riempire", se ci sono già chitarre elettriche, basso, ecc, semplifica la tua parte, riducila alle note caratterizzanti, al tema riconoscibile. Inutile suonare a due mani piene al pianoforte, magari col pedale, se insieme a te stanno suonando anche chitarre e basso: trovati il tuo buchettino armonico e suona lì emo
Tutto quello che aiuta l'intellegibilità, la chiarezza, tutto quello che aiuta a ridurre l'impasto e la "nebbia" fa il tuo gioco di rendere più presente quello che suoni.

Come qualcuno ha scritto prima, sui "grandi palchi", i "grandi" artisti hanno a disposizione "grandi" fonici, ma anche loro beno o male fanno il loro lavoro a casa per fornire di scena in scena un livello omogeneo e costante al fonico... non si scappa.
Per esempio, Matt Johnson (jamiroquai)
Ciao !
Ho inserito come effetto sul pianoforte il compressore , con un effetto attak; bhe mi ha eliminato i bassi sulle ottave basse rendendo il suono più squillante! Ha migliorato tantissimo! È un suono meno cupo.

Grazie!