Come vorreste l'Europa?

stesgarbi 07-04-25 18.30
Mi rivolgo a chi come me (ancora, ma per quanto?) crede nella possibilità che finalmente l'Europa divenga un vero soggetto politico, con questa domanda:

Come vorreste l'Europa?

Un soggetto che superi in toto gli stati nazionali, con un unico Governo centrale ed un unico Parlamento?
Oppure un soggetto federale, dove coesistono un governo centrale che abbia competenze ampie ma ben specificate e governi (e parlamenti) locali sul modello, ad esempio, degli Stati Uniti d'America o dei Lander tedeschi?
Oppure un soggetto "confederale" con un governo centrale che si occupa di poche materie specifiche (moneta, difesa, politica estera, politica commerciale) ed ampi poteri alle realtà locali, sul modello dei cantoni svizzeri?

Le variabili sono molteplici e differenti, anche all'interno di modelli analoghi.
Ad esempio, nel federalismo USA i singoli Stati hanno un' autonomia in materia fiscale e legislativa (ad esempio in materia di diritto penale) più ampia di quella dei lander tedeschi.

E come vedreste il modello di governo di una futura Europa?

Presidenzialista? Oppure semipresidenzialista alla francese? Oppure parlamentare come in Italia?
Quali poteri dovrebbero avere il Capo dello Stato e il capo del Governo dell'Europa Unita?

E poi ancora, cosa ne pensate del fatto che l'U.E. non si sia ancora dotata di una propria Costituzione, cioè di una Legge scritta "sovraordinata" al potere legislativo, esecutivo e giudiziario (il tentativo venne fatto nel 2004, quando i paesi allora membri sottoscrissero un apposito trattato a Roma, che poi venne affossato dall'esito negativo di due referendum in Francia e nei Paesi Bassi)?
paolo_b3 08-04-25 08.45
Non credo in un modello "politico" unitario per l'Europa, è una comunità, ossia nazioni che cercano di muoversi in sinergia rispetto ad un obiettivo principale che è l'economia del continente.
Io credo piuttosto che queste recenti vicende che coinvolgono l'Europa abbiano un po' scrollato il torpore di chi comunque pensava di avere "il carro all'ombra", credo che "di necessità virtù"...
igiardinidimarzo 08-04-25 19.13
stesgarbi ha scritto:
Mi rivolgo a chi come me (ancora, ma per quanto?) crede nella possibilità che finalmente l'Europa divenga un vero soggetto politico, con questa domanda:

L'Europa (questa Europa), grazie al Cielo, sta andando in rovina: lo merita...
paolo_b3 08-04-25 19.17
@ igiardinidimarzo
stesgarbi ha scritto:
Mi rivolgo a chi come me (ancora, ma per quanto?) crede nella possibilità che finalmente l'Europa divenga un vero soggetto politico, con questa domanda:

L'Europa (questa Europa), grazie al Cielo, sta andando in rovina: lo merita...
La domanda sorge spontanea (Cit. A. Lubrano emo): perchè lo merita?
wildcat80 08-04-25 21.29
Chi vuole l'Europa, soprattutto i partiti di centrosinistra, finiscono per disconoscere le origini culturali.
Chi non vuole l'Europa, soprattutto i partiti di centrodestra, sostengono di riconoscersi appieno nelle origine culturali. Sostengono, attenzione, che non vuole dire che sono realmente così.
Il punto cruciale è che l'origine comune a tutti i paesi europei è la matrice cristiana, che ha permeato tanto i paesi storicamente permeati dalla cultura classica, quanto i paesi ad essi estranei.
Latini, greci e popolazioni dell'Europa del Nord e dell'Est alla fine si sono fusi e amalgamati, pur con differenze, nel calderone della cristianità.
La nostra matrice culturale comune è quella: cristianesimo, con i suoi scismi, riforme e controriforme, e Illuminismo, azione e reazione.
L'Europa non ha nulla a che vedere con gli Stati Uniti, dove lingua e matrice puritana sono comuni, dove ci sono piccole differenze culturali.
L'Europa non sarà mai uno stato, ma potrà essere una federazione basata su presupposti geografici ed economici, ma non credo che possa fare finta di disconoscere la matrice culturale comune cristiana.
Non sto parlando di cristianesimo come religione, ma come filosofia, come pensiero che ha permeato la nostra società: è inutile negarlo, il concetto di famiglia nel mondo moderno, è un concetto fortemente cristiano, anche se al posto di mamma e papà ci sono due mamme o due papà, cambiano le facce ma il concetto resta, non in senso religioso, ma nella misura in cui la secolarizzazione del cristianesimo ha permeato il nostro modo di vivere.
I concetti di amore filiale, uguaglianza fra le figure genitoriali e accompagnamento della prole verso il mondo sono concetti che derivano dal cristianesimo.
Per cui, per parlare di Europa senza riconoscere il substrati comune, non ha senso: diventerebbe una vuota - culturalmente - simbiosi su base geografica, politica ed economica.
Ilaria_Villa 09-04-25 16.34
@ wildcat80
Chi vuole l'Europa, soprattutto i partiti di centrosinistra, finiscono per disconoscere le origini culturali.
Chi non vuole l'Europa, soprattutto i partiti di centrodestra, sostengono di riconoscersi appieno nelle origine culturali. Sostengono, attenzione, che non vuole dire che sono realmente così.
Il punto cruciale è che l'origine comune a tutti i paesi europei è la matrice cristiana, che ha permeato tanto i paesi storicamente permeati dalla cultura classica, quanto i paesi ad essi estranei.
Latini, greci e popolazioni dell'Europa del Nord e dell'Est alla fine si sono fusi e amalgamati, pur con differenze, nel calderone della cristianità.
La nostra matrice culturale comune è quella: cristianesimo, con i suoi scismi, riforme e controriforme, e Illuminismo, azione e reazione.
L'Europa non ha nulla a che vedere con gli Stati Uniti, dove lingua e matrice puritana sono comuni, dove ci sono piccole differenze culturali.
L'Europa non sarà mai uno stato, ma potrà essere una federazione basata su presupposti geografici ed economici, ma non credo che possa fare finta di disconoscere la matrice culturale comune cristiana.
Non sto parlando di cristianesimo come religione, ma come filosofia, come pensiero che ha permeato la nostra società: è inutile negarlo, il concetto di famiglia nel mondo moderno, è un concetto fortemente cristiano, anche se al posto di mamma e papà ci sono due mamme o due papà, cambiano le facce ma il concetto resta, non in senso religioso, ma nella misura in cui la secolarizzazione del cristianesimo ha permeato il nostro modo di vivere.
I concetti di amore filiale, uguaglianza fra le figure genitoriali e accompagnamento della prole verso il mondo sono concetti che derivano dal cristianesimo.
Per cui, per parlare di Europa senza riconoscere il substrati comune, non ha senso: diventerebbe una vuota - culturalmente - simbiosi su base geografica, politica ed economica.
emoemoemo
stesgarbi 09-04-25 18.03
@ wildcat80
Chi vuole l'Europa, soprattutto i partiti di centrosinistra, finiscono per disconoscere le origini culturali.
Chi non vuole l'Europa, soprattutto i partiti di centrodestra, sostengono di riconoscersi appieno nelle origine culturali. Sostengono, attenzione, che non vuole dire che sono realmente così.
Il punto cruciale è che l'origine comune a tutti i paesi europei è la matrice cristiana, che ha permeato tanto i paesi storicamente permeati dalla cultura classica, quanto i paesi ad essi estranei.
Latini, greci e popolazioni dell'Europa del Nord e dell'Est alla fine si sono fusi e amalgamati, pur con differenze, nel calderone della cristianità.
La nostra matrice culturale comune è quella: cristianesimo, con i suoi scismi, riforme e controriforme, e Illuminismo, azione e reazione.
L'Europa non ha nulla a che vedere con gli Stati Uniti, dove lingua e matrice puritana sono comuni, dove ci sono piccole differenze culturali.
L'Europa non sarà mai uno stato, ma potrà essere una federazione basata su presupposti geografici ed economici, ma non credo che possa fare finta di disconoscere la matrice culturale comune cristiana.
Non sto parlando di cristianesimo come religione, ma come filosofia, come pensiero che ha permeato la nostra società: è inutile negarlo, il concetto di famiglia nel mondo moderno, è un concetto fortemente cristiano, anche se al posto di mamma e papà ci sono due mamme o due papà, cambiano le facce ma il concetto resta, non in senso religioso, ma nella misura in cui la secolarizzazione del cristianesimo ha permeato il nostro modo di vivere.
I concetti di amore filiale, uguaglianza fra le figure genitoriali e accompagnamento della prole verso il mondo sono concetti che derivano dal cristianesimo.
Per cui, per parlare di Europa senza riconoscere il substrati comune, non ha senso: diventerebbe una vuota - culturalmente - simbiosi su base geografica, politica ed economica.
A questo punto, mi viene da chiederti cosa ne pensi dell'Europa nell'ottica della crescente influenza delle comunità islamiche al suo interno.
wildcat80 09-04-25 18.18
Dico che la matrice cristiana che intendo io è una matrice che si è evoluta soprattutto grazie all'epoca dei lumi, permeando, nel bene e nel male, la nostra società, e che qualsiasi altra comunità religiosa non può prendere di imporsi e non integrarsi in una società laica, seppur con forti radici con un preciso connotato, senza progredire.
La democrazia e i diritti sociali sono concetti che purtroppo non possono venire imposti, ma devono essere assimilati: ci vorrà del tempo, e l'Europa dovrà saper accogliere ed educare, e allo stesso tempo punire gli abusi correlati all'integralismo ove presenti.
paolo_b3 09-04-25 19.49
@ stesgarbi
A questo punto, mi viene da chiederti cosa ne pensi dell'Europa nell'ottica della crescente influenza delle comunità islamiche al suo interno.
Ma tu Ste ti senti minacciato dall'islam?
stesgarbi 09-04-25 20.34
paolo_b3 ha scritto:
Ma tu Ste ti senti minacciato dall'islam?

Se conoscessi un po' della storia dell'islam (e delle religioni monoteiste) forse saresti preoccupato anche tu.
Una buona fetta dell'Islam, oggi, è in un certo qual modo "regredita" ad uno stadio simile a quello che in passato ha caratterizzato il fanatismo cristiano (dalle Crociate dell' XI secolo, passando per le successive, fino all'Inquisizione spagnola, fino Lepanto, ed alle guerre di religione del '600).
E non è semplicemente una questione di terrorismo: il vero pericolo viene da quell' ampia fascia di credenti musulmani immigrati in Europa - fatta di persone comuni, che vivono e lavorano pacificamente - i quali negano in radice valori fondamentali della nostra Costituzione (laicità dello stato, diritti delle donne e delle minoranze LGBTQ ecc. ecc.) convinti che la Sharia, in quanto legge di Dio, debba prevalere sulla Legge dello Stato.
Questa tipologia di musulmani, pur non essendo violenta, crede fermamente che il "modello occidentale" sia depravato, immorale blasfemo, contrario alle leggi di Dio e che la Jihad non debba essere una vera "guerra", ma rappresenti l'impegno di ogni credente nella vita quotidiana per arrivare ad imporre il modello di società scritto nel Corano.
Il problema è che il "modello islamico" vissuto oggi dall'immigrato musulmano medio assomiglia molto ad una concezione rigida, tipica del passato, contraria (anzi opposta) ai nostri valori libertari che derivano dall'illuminismo, dalla rivoluzione francese, dalle lotte ottocentesche per superare l'assolutismo monarchico fino alle lotte contro le dittature novecentesche.
Per non parlare delle lotte per l'emancipazione femminile.

P.S.
Non Ti chiedo quale Europa vorresti.... perchè lo so già: ECCR, ovvero URSE (Unione delle Repubbliche Socialiste Europee).
emoemoemo
wildcat80 09-04-25 20.53
Se noi avessimo diciamo un 30/50 anni in più e fossimo cresciuti in determinate realtà italianissime, non troveremo così retrogradi i fondamentalisti islamici.
Matrimoni combinati, fuitine, delitti d'onore, ma anche usanze apparentemente meno barbare tipo avere professioni prettamente maschili o prettamente femminili...
L'Islam deve crescere e progredire, ma l'imposizione del progresso purtroppo spesso porta allo scontro.
Peraltro ho notato come la radicalizzazione sia un fenomeno molto più diffuso fra chi emigra rispetto a chi risiede nei paesi islamici.
In Marocco ad esempio ho visto realtà di ogni tipo, ma per fare un esempio, nelle scuole di ogni ordine e grado era più facile trovare donne insegnanti piuttosto che uomini, ho visto tantissime donne con la patente guidare da sole o con altre donne a bordo, ho visto donne coi capelli al vento, donne con lo shayla o con l'hijab, ma nessuna a volto coperto, ho visto gente rispettare il digiuno del Ramadan con precisione chirurgica, e festeggiare il tramonto amazzandosi di canne....
stesgarbi 09-04-25 21.03
wildcat80 ha scritto:
Se noi avessimo diciamo un 30/50 anni in più e fossimo cresciuti in determinate realtà italianissime, non troveremo così retrogradi i fondamentalisti islamici.

Vero, ma oggi non siamo a 30/50 anni fa.
Ne è stata fatta di strada, da allora, in materia di riconoscimento dei diritti.

wildcat80 ha scritto:
L'Islam deve crescere e progredire, ma l'imposizione del progresso purtroppo spesso porta allo scontro.

Il problema è che l'Islam sembra essere molto regredito.
E nel caso degli immigrati, sembra che (soprattutto in Italia) ci si preoccupi più di non "offendere" la loro sensibilità, piuttosto che "imporre" ciò che dovrebbe essere normale: il rispetto delle nostre leggi.

wildcat80 ha scritto:
Peraltro ho notato come la radicalizzazione sia un fenomeno molto più diffuso fra chi emigra rispetto a chi risiede nei paesi islamici.

Vero, ed il Marocco è un esempio di evoluzione dell'Islam.
Ma questo non avviene in tutti i casi.
Vedi ad esempio la teocrazia iraniana e l'applicazione integralista dell'Islam in altri paesi (dove ad esempio l'omosessualità è considerata reato, in certi casi punito con la morte).
Gli immigrati islamici, in particolare, vivono la loro religione come elemento fondante ed aggregante della loro comunità, il chè li porta naturalmente ad un'interpretazione più rigida dei precetti coranici.
paolo_b3 09-04-25 21.04
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
Ma tu Ste ti senti minacciato dall'islam?

Se conoscessi un po' della storia dell'islam (e delle religioni monoteiste) forse saresti preoccupato anche tu.
Una buona fetta dell'Islam, oggi, è in un certo qual modo "regredita" ad uno stadio simile a quello che in passato ha caratterizzato il fanatismo cristiano (dalle Crociate dell' XI secolo, passando per le successive, fino all'Inquisizione spagnola, fino Lepanto, ed alle guerre di religione del '600).
E non è semplicemente una questione di terrorismo: il vero pericolo viene da quell' ampia fascia di credenti musulmani immigrati in Europa - fatta di persone comuni, che vivono e lavorano pacificamente - i quali negano in radice valori fondamentali della nostra Costituzione (laicità dello stato, diritti delle donne e delle minoranze LGBTQ ecc. ecc.) convinti che la Sharia, in quanto legge di Dio, debba prevalere sulla Legge dello Stato.
Questa tipologia di musulmani, pur non essendo violenta, crede fermamente che il "modello occidentale" sia depravato, immorale blasfemo, contrario alle leggi di Dio e che la Jihad non debba essere una vera "guerra", ma rappresenti l'impegno di ogni credente nella vita quotidiana per arrivare ad imporre il modello di società scritto nel Corano.
Il problema è che il "modello islamico" vissuto oggi dall'immigrato musulmano medio assomiglia molto ad una concezione rigida, tipica del passato, contraria (anzi opposta) ai nostri valori libertari che derivano dall'illuminismo, dalla rivoluzione francese, dalle lotte ottocentesche per superare l'assolutismo monarchico fino alle lotte contro le dittature novecentesche.
Per non parlare delle lotte per l'emancipazione femminile.

P.S.
Non Ti chiedo quale Europa vorresti.... perchè lo so già: ECCR, ovvero URSE (Unione delle Repubbliche Socialiste Europee).
emoemoemo
Beato te che la conosci emo
Vedi, l'umanità ha un unico Dio, il denaro.
stesgarbi 09-04-25 21.10
paolo_b3 ha scritto:
Vedi, l'umanità ha un unico Dio, il denaro.

Per molti è così, ma per la maggior parte della gente "normale" il denaro è certamente importante, ma non la cosa più importante.
paolo_b3 09-04-25 21.16
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
Vedi, l'umanità ha un unico Dio, il denaro.

Per molti è così, ma per la maggior parte della gente "normale" il denaro è certamente importante, ma non la cosa più importante.
Se fosse come dici tu un islamico resterebbe nei suoi paesi di provenienza, chi glielo fa fare, venire qua a combattere una guerra ideologica per affermare la sua identità? Non quadra Ste, non quadra...
stesgarbi 09-04-25 22.20
paolo_b3 ha scritto:
Se fosse come dici tu un islamico resterebbe nei suoi paesi di provenienza,

Beh, dai, scappare dalla miseria è un po' diverso dall'inseguire il dio denaro.
Soprattutto se quando arrivano vengono sfruttati a 3 euro l'ora per 12 ore nei campi.
Gli immigrati arrivano qui, sperando in un futuro migliore, trovandosi di colpo catapultati in un mondo diverso, strano, che non è il loro. E così, quasi a volersi proteggere si stringono tra di loro, formando una comunità dove in un certo qual modo possono un po' sentirsi a casa.
E' successo anche ai nostri bisnonni, quando emigravano in America.
Gli immigrati musulmani, poi, hanno una caratteristica particolare: per loro i precetti coranici non sono solo "consigli morali" (come ora la maggior parte di noi oggi considera i precetti evangelici) ma permeano il loro modo di essere e di pensare, divenendo parte integrante del loro vivere quotidiano.
La Sharia per loro è "legge vigente" a tutti gli effetti, come i nostri codici civile e penale e considerano il peccato (cioè la violazione di quei precetti) in modo ben più serio grave di come facciamo noi che, a furia di applicare la regola del "perdono", finiamo per essere indulgenti con noi stessi (ma molto meno con gli altri emo ).
E considerano il nostro modo di vivere "sbagliato", il chè li porta a ritenere doveroso "lottare" per conformare la nostra società al loro modello coranico.

Sai, avendo avuto per molti anni il mio Studio in centro a Milano, ho avuto modo di frequentare e conoscere molti di coloro che davvero inseguono il dio denaro..... e non sono certo immigrati (a parte alcuni cinesi, con cui riuscivo a parlare solo di affari e di soldi).
Non vorrei essere monotono, ma io davvero per nascita, studi e professione appartengo al mondo dei "radchic" (da cui per la verità rifuggo alquanto schifato) e ne conosco molti di quelli pieni di soldi, più istruiti che colti .... ma che se non dici di essere di sinistra non sei intelligente.
Il "dio denaro"?.... ma vuoi mettere un bel piatto di pasta e fagioli mangiato in compagnia di musicisti (di qualunque estrazione) con cui si sta in allegria e si parla di tante, tantissime cose?
E già questa la considero una fortuna.
paolo_b3 09-04-25 22.50
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
Se fosse come dici tu un islamico resterebbe nei suoi paesi di provenienza,

Beh, dai, scappare dalla miseria è un po' diverso dall'inseguire il dio denaro.
Soprattutto se quando arrivano vengono sfruttati a 3 euro l'ora per 12 ore nei campi.
Gli immigrati arrivano qui, sperando in un futuro migliore, trovandosi di colpo catapultati in un mondo diverso, strano, che non è il loro. E così, quasi a volersi proteggere si stringono tra di loro, formando una comunità dove in un certo qual modo possono un po' sentirsi a casa.
E' successo anche ai nostri bisnonni, quando emigravano in America.
Gli immigrati musulmani, poi, hanno una caratteristica particolare: per loro i precetti coranici non sono solo "consigli morali" (come ora la maggior parte di noi oggi considera i precetti evangelici) ma permeano il loro modo di essere e di pensare, divenendo parte integrante del loro vivere quotidiano.
La Sharia per loro è "legge vigente" a tutti gli effetti, come i nostri codici civile e penale e considerano il peccato (cioè la violazione di quei precetti) in modo ben più serio grave di come facciamo noi che, a furia di applicare la regola del "perdono", finiamo per essere indulgenti con noi stessi (ma molto meno con gli altri emo ).
E considerano il nostro modo di vivere "sbagliato", il chè li porta a ritenere doveroso "lottare" per conformare la nostra società al loro modello coranico.

Sai, avendo avuto per molti anni il mio Studio in centro a Milano, ho avuto modo di frequentare e conoscere molti di coloro che davvero inseguono il dio denaro..... e non sono certo immigrati (a parte alcuni cinesi, con cui riuscivo a parlare solo di affari e di soldi).
Non vorrei essere monotono, ma io davvero per nascita, studi e professione appartengo al mondo dei "radchic" (da cui per la verità rifuggo alquanto schifato) e ne conosco molti di quelli pieni di soldi, più istruiti che colti .... ma che se non dici di essere di sinistra non sei intelligente.
Il "dio denaro"?.... ma vuoi mettere un bel piatto di pasta e fagioli mangiato in compagnia di musicisti (di qualunque estrazione) con cui si sta in allegria e si parla di tante, tantissime cose?
E già questa la considero una fortuna.
Certo, per "Dio denaro" non intendevo l'accumulo, intendevo quello che hai detto anche tu, si emigra nel tentativo di migliorare le proprie condizioni economiche, Lo abbiamo fatto anche noi, anche dopo Ellis Island, Belgio... Svizzera...

Vada per il piatto di pasta e fagioli, innaffiato da un buon rosso emo

emoemoemo
stesgarbi 09-04-25 23.06
paolo_b3 ha scritto:
nnaffiato da un buon rosso

No no no! emo
Un bel Pinot nero, piuttosto emo
emo
Scherzi a parte, purtroppo qualche anno fa Il mio fegato ha fatto la sua rivoluzione.... costringendomi a divenire astemio. emo.
Comunque, una bella pasta e fagioli accompagnata da birra analcolica me la godo lo stesso.. .vada per quella emo
paolo_b3 10-04-25 08.30
stesgarbi ha scritto:
Un bel Pinot nero, piuttosto

Tanto quando lo versi nel bicchiere è rosso... emo

emo
stesgarbi 10-04-25 10.30
@ paolo_b3
stesgarbi ha scritto:
Un bel Pinot nero, piuttosto

Tanto quando lo versi nel bicchiere è rosso... emo

emo
Tornando in topic, tu che idea di Europa hai?