paolo_b3 ha scritto:
Se fosse come dici tu un islamico resterebbe nei suoi paesi di provenienza,
Beh, dai, scappare dalla miseria è un po' diverso dall'inseguire il dio denaro.
Soprattutto se quando arrivano vengono sfruttati a 3 euro l'ora per 12 ore nei campi.
Gli immigrati arrivano qui, sperando in un futuro migliore, trovandosi di colpo catapultati in un mondo diverso, strano, che non è il loro. E così, quasi a volersi proteggere si stringono tra di loro, formando una comunità dove in un certo qual modo possono un po' sentirsi a casa.
E' successo anche ai nostri bisnonni, quando emigravano in America.
Gli immigrati musulmani, poi, hanno una caratteristica particolare: per loro i precetti coranici non sono solo "consigli morali" (come ora la maggior parte di noi oggi considera i precetti evangelici) ma permeano il loro modo di essere e di pensare, divenendo parte integrante del loro vivere quotidiano.
La Sharia per loro è "legge vigente" a tutti gli effetti, come i nostri codici civile e penale e considerano il peccato (cioè la violazione di quei precetti) in modo ben più serio grave di come facciamo noi che, a furia di applicare la regola del "perdono", finiamo per essere indulgenti con noi stessi (ma molto meno con gli altri

).
E considerano il nostro modo di vivere "sbagliato", il chè li porta a ritenere doveroso "lottare" per conformare la nostra società al loro modello coranico.
Sai, avendo avuto per molti anni il mio Studio in centro a Milano, ho avuto modo di frequentare e conoscere molti di coloro che davvero inseguono il dio denaro..... e non sono certo immigrati (a parte alcuni cinesi, con cui riuscivo a parlare solo di affari e di soldi).
Non vorrei essere monotono, ma io davvero per nascita, studi e professione appartengo al mondo dei "radchic" (da cui per la verità rifuggo alquanto schifato) e ne conosco molti di quelli pieni di soldi, più istruiti che colti .... ma che se non dici di essere di sinistra non sei intelligente.
Il "dio denaro"?.... ma vuoi mettere un bel piatto di pasta e fagioli mangiato in compagnia di musicisti (di qualunque estrazione) con cui si sta in allegria e si parla di tante, tantissime cose?
E già questa la considero una fortuna.