Mi piace.
Brano pensato, lavorato per un'emozione da trasmettere.
Anche, però, se un po' "minestrone" stilistico.
Per me è una riedizione di sonorità confortanti: nell'intro sento Steve Hackett prima serie con i bassi alla Genesis tipo Moog Taurus su tappeto di Mellotron e il cantato, anche se a qualcuno è parso "debole", lo trovo, sì, De Andréiano, ma ben inserito nell'atmosfera.
Però, secondo me, nell'equilibrio generale ci sono spigoli da limare e questi vengono principalmente dalla batteria: prende troppo alla lettera il principio del progressive con tempi inaspettati ed eccessivamente destabilizzanti come nella prima battuta che non è "nell'aria" di ciò che accade dopo e come nell'episodio da 2',10" che per me disturba la percezione del testo e quindi la toglierei proprio facendola rientrare a 2',32" ma senza tutti quei fill in binario/ternario che, come prima, distraggono dal testo.
Sempre sulla batteria: su casse mediocri non sentivo a livello i piatti e spesso ho dovuto riascoltare più volte lo stesso punto per capire cosa volevi fare, poi con ascolti migliori ho capito meglio le intenzioni ma mi sono apparse comunque inutilmente complesse.
In conclusione:
dati i tempi bel coraggio musicale, premiato dal risultato.
Per me direi un po' meno "scherzi" con la batteria, specie sotto il cantato, per creare un discorso più solido e penetrante.