Reputo quest’opera uno dei più grandi esempi dell’intelletto umano, almeno per pianoforte, alla stregua delle variazioni Goldberg e il clavicembalo ben temperato, le sonate di Beethoven e l’opera di Chopin.
Capisco che pianoforte e clavicembalo siano strumenti diversi e che suonare un opera clavicembalistica sul pianoforte corrisponda a fare una trascrizione, pur non cambiando l note, ma in queste due esecuzioni si va oltre la libertà interpretativa e almeno uno degli esecutori stravolge il pezzo rispetto alle intenzioni originali dell’autore, di fatti jazzandoci sopra, pur non cambiando le note.
A intuito credo che Bartoli lo esegua in modo filologicamente più corretto, mentre Horowitz, per quanto in modo sublime, lo stravolge facendolo suonare come un pezzo romantico e non barocco, nella maniera in cui avrebbe potuto intenderla Schubert é non scarlatti e verosimilmente rischiando di essere preso a calci dall’autorevole, che lo vedrebbe come claydermann.
Questo a intuito, ma non so se sia così.
Voi che ne pensate?
K466 Horowitz
K466 Sandro Ivo Bartoli