Come gestite pad e strings come tappeto?

calav 10-09-25 18.09
Volevo sapere da voi in live come gestite i pads e strings come tappeto a un piano digitale. Ho un nord stage 3 , utilizzo un pedale di espressione della Yamaha, non mi ricordo il modello, ma è tra i migliori. Assegno il control pedale col pedale per aumentare o diminuire il volume dei tappeti. Precisame te applicate il sustain pure ai tappeto o no? O li settate con un po' di release?
zerinovic 10-09-25 18.14
dipende da quello che si vuole ottenere...non c'è un metodo standard.
zaphod 10-09-25 19.16
@ zerinovic
dipende da quello che si vuole ottenere...non c'è un metodo standard.
esattamente.
Forse l'unica regola generale è usare un attacco morbido, anche questa può avere eccezioni, ma se intendiamo il pad come un complemento del suono di piano, meglio non avere un attacco deciso.
Il sustain si può usare coi pad, ma va gestito bene per non avere "motti" di suono.
calav 10-09-25 20.13
@ zaphod
esattamente.
Forse l'unica regola generale è usare un attacco morbido, anche questa può avere eccezioni, ma se intendiamo il pad come un complemento del suono di piano, meglio non avere un attacco deciso.
Il sustain si può usare coi pad, ma va gestito bene per non avere "motti" di suono.
Io tengo tenuto il sustain poco e tra un accordo e l'altro lo tiro su col pedale sustain esattamente come si fa' a suonare un piano acustico vero, apro e chiudo il sustain , quest'ultimo lo tengo attivo il meno possibile altrimenti, com'è già successo, gli accordi e note si impastrocchiano e il suono generale esce incasinato
wildcat80 10-09-25 20.18
In generale conviene avere una gestione piuttosto oculata dell'ingombro sonoro dei pad: oltre al volume, che anche al massimo deve essere comunque discreto, deve essere fatto un lavoro di equalizzazione preciso perché il rischio di affollare le medio-basse è dietro l'angolo, rendendo l'insieme piuttosto brutto da sentire e difficile da armonizzare nel mix.
In generale io ragiono così:
- controllo del CC expression e non del CC volume;
- equalizzazione che alleggerisca da do centrale a scendere, può andare un low shelf ma potrebbe anche volerci un hipass a -6dB/oct, il resto ovviamente deve essere regolato in modo che non tenda a confondere il suono di pianoforte, ma lì devi vedere lavorando con l'equalizzazione sia sul piano che sul pad;
- ancora meglio, limitare il range di note del pad, in modo che vada proprio a sovrapporsi con il pianoforte nella zona medio - grave;
- tendenzialmente escluderei il pedale sustain dal pad, e di concerto tenderei a non lasciare code di release troppo lunghe perché...
- perché c'è anche il riverbero da considerare: non deve essere troppo grosso e non deve andare a impastarsi con il riverbero del pianoforte: sì a effetti di modulazione, un chorus ad esempio, no delay, riverbero una spruzzata per dare spazio e stop.

Perché expression e non volume? Perché con il CC volume setti il massimo livello, e con expression ti muovi da 0 al massimo impostato con il CC volume senza poter andare oltre.

Perché equalizzare così i pad? Perché il rischio è quello di ingombrare una zona cruciale, l'ottava sotto al do centrale è un'ottava critica, dove hai troppa roba: la voce maschile, il piano, le note gravi delle chitarre, suoni Vasco e dove ci sono Power chords le chitarre si muovono attorno al do centrale, il basso ha armoniche caratterizzanti da quelle parti...

Perché no sustain e release non troppo lunghi? Come sopra: non ingombrare.

E gli effetti? Stesso ragionamento, un chorus può essere utile a dare un movimento, ma il delay è assolutamente inutile e contribuirebbe solo a creare ingombro.

Immagina un re seduto sul trono: il re deve risaltare, il trono deve esaltare la figura del re senza portarla in secondo piano.
maxpiano69 11-09-25 06.54
@ zaphod
esattamente.
Forse l'unica regola generale è usare un attacco morbido, anche questa può avere eccezioni, ma se intendiamo il pad come un complemento del suono di piano, meglio non avere un attacco deciso.
Il sustain si può usare coi pad, ma va gestito bene per non avere "motti" di suono.
Giusto e per ovviare a quel rischio spesso si usano Pad/Strings con un inviluppo con Sustain a 0 e Decay lungo, in modo che anche il pad segua il decay naturale del piano, eventualmente appena un po' più lungo (infatti sui pianoforti digitali si trovano spesso preset chiamati Decay Strings o simili), ma come dicevate dipende sempre da cosa si vuole ottenere ed in ogni caso la gestione "educata" del pedale damper rimane una cosa da curare bene sempre, anche se si suona solo il piano senza pad o altro.
ruggero 11-09-25 09.23
se il pad non è lo strumento principale della patch, tolgo il controllo del sostengo a pedale e allungo un po' il decadimento del suono
emidio 11-09-25 14.32
ciao, con NS3 puoi fare una cosa fighissima per gestire al meglio i pad, e te lo dico perchè era una cosa che (quando avevo il NS3) facevo comunemente.
Partiamo dal presupposto che, solitamente, è la zona centrale della tastiera che abbisogna del pad; non di certo le note alte, che invece sono più efficaci lasciate se "libere" (immaginiamo l'accordo con pad e le "svisate" ogni tanto sulle note alte). Il NS3 ti permette non solo di scegliere le zone di split, ma di fare crossfade tra una zona e l'altra. Ma se altra zona non c'è, il crossfade avviene in modo che progressivamente - una volta che ci spostiamo nella parte destra - il pad si attenui progressivamente, senza fastidiosi "gradini". Naturalmente si può fare anche sulle zone basse, sfruttando un punto di split in più. Io trovavo questa soluzione meravigliosamente efficace, ed è di fatto la cosa che mi manca di più quando faccio piano e voce su altre tastiere che non hanno questa funzione.
maxpiano69 11-09-25 15.23
@ emidio
ciao, con NS3 puoi fare una cosa fighissima per gestire al meglio i pad, e te lo dico perchè era una cosa che (quando avevo il NS3) facevo comunemente.
Partiamo dal presupposto che, solitamente, è la zona centrale della tastiera che abbisogna del pad; non di certo le note alte, che invece sono più efficaci lasciate se "libere" (immaginiamo l'accordo con pad e le "svisate" ogni tanto sulle note alte). Il NS3 ti permette non solo di scegliere le zone di split, ma di fare crossfade tra una zona e l'altra. Ma se altra zona non c'è, il crossfade avviene in modo che progressivamente - una volta che ci spostiamo nella parte destra - il pad si attenui progressivamente, senza fastidiosi "gradini". Naturalmente si può fare anche sulle zone basse, sfruttando un punto di split in più. Io trovavo questa soluzione meravigliosamente efficace, ed è di fatto la cosa che mi manca di più quando faccio piano e voce su altre tastiere che non hanno questa funzione.
+ 1 lo faccio anch'io sul NS3, pad solo in zona centrale (diciamo le 3 ottave centrali) e con crossfade ai 2 estremi (basta anche un crossfade "giallo" da 6 semitoni oppure split più stretto e crossfade da 12, a seconda dei casi) emo
calav 11-09-25 16.00
@ emidio
ciao, con NS3 puoi fare una cosa fighissima per gestire al meglio i pad, e te lo dico perchè era una cosa che (quando avevo il NS3) facevo comunemente.
Partiamo dal presupposto che, solitamente, è la zona centrale della tastiera che abbisogna del pad; non di certo le note alte, che invece sono più efficaci lasciate se "libere" (immaginiamo l'accordo con pad e le "svisate" ogni tanto sulle note alte). Il NS3 ti permette non solo di scegliere le zone di split, ma di fare crossfade tra una zona e l'altra. Ma se altra zona non c'è, il crossfade avviene in modo che progressivamente - una volta che ci spostiamo nella parte destra - il pad si attenui progressivamente, senza fastidiosi "gradini". Naturalmente si può fare anche sulle zone basse, sfruttando un punto di split in più. Io trovavo questa soluzione meravigliosamente efficace, ed è di fatto la cosa che mi manca di più quando faccio piano e voce su altre tastiere che non hanno questa funzione.
ottimo, grazie, effettivamente al crossfade non ci avevo pensato, farò così. Fino ad oggi ho usato i tappeti col sustain inserito, ma a volte quando fai riff di pianoforte complessi e con molte variazioni di accordi tendo a non rilasciare il pedale sustain e le note si accavallano. Conviene che disinserisca i sustain sui pad con un pizzico di relase. Forse sarebbe la cosa più giusta, comunque provo e poi vi dico il risultato
berlex65 11-09-25 18.33
maxpiano69 ha scritto:
con crossfade ai 2 estremi (basta anche un crossfade "giallo" da 6 semitoni oppure split più stretto e crossfade da 12, a seconda dei cas

Scusami non ho capito, per curiosità, cos'è questo "crossfade" sul nordstage 3?
Grazie
Paolo
maxpiano69 11-09-25 18.38
@ berlex65
maxpiano69 ha scritto:
con crossfade ai 2 estremi (basta anche un crossfade "giallo" da 6 semitoni oppure split più stretto e crossfade da 12, a seconda dei cas

Scusami non ho capito, per curiosità, cos'è questo "crossfade" sul nordstage 3?
Grazie
Paolo
In pratica, quando è attivo, il suono di una Zone non si interrompe di netto al punto di split, ma va a calare di volume gradualmente (oltre lo split) in un range di 6 o 12 semitoni prima/dopo il punto di split (a seconda se sia split a destra/sinistra).

Per maggiori dettagli... il manuale del NS3 è pubblico emo

PS: è presente anche su NE6, NS4, NP5/6 e NG1/2
Ko_tatsu 11-09-25 19.31
calav ha scritto:
tendo a non rilasciare il pedale sustain e le note si accavallano


Ottima scusa per lavorare sul difusissimo viziaccio di abuso di sustain tra i pianisti emo
maxpiano69 11-09-25 19.34
@ Ko_tatsu
calav ha scritto:
tendo a non rilasciare il pedale sustain e le note si accavallano


Ottima scusa per lavorare sul difusissimo viziaccio di abuso di sustain tra i pianisti emo
Esatto, quello è un errore tecnico su cui bisogna lavorare a prescindere, non si compensa semplicemente non mettendo il sustain al pad, perchè come scrivevo prima crea casino anche a livello del solo pianoforte, anzi di piú se la polifonia del pad è piú bassa rispetto al piano (come su NS3) quindi almeno quello esaurisce prima le note...
Tastiero74 11-09-25 22.14
@ maxpiano69
In pratica, quando è attivo, il suono di una Zone non si interrompe di netto al punto di split, ma va a calare di volume gradualmente (oltre lo split) in un range di 6 o 12 semitoni prima/dopo il punto di split (a seconda se sia split a destra/sinistra).

Per maggiori dettagli... il manuale del NS3 è pubblico emo

PS: è presente anche su NE6, NS4, NP5/6 e NG1/2
Chiedo scusa nel caso io sia off topic, leggere questo post mi ha sbloccato un ricordo di circa 35 anni fa e non ho resistito a condividerlo. Quando avevo 16 anni riuscii a convincere i miei genitori a comprarmi una tastiera “seria” (promettendo che l’avrei usata per accompagnare il coro in chiesa 😅). Io puntavo a sostituire la mia rudimentale Yamaha PSR60 con una Korg M1, ma arrivò una Gem WS2… superato il primo momento di delusione, scoprii che la WS2 debitamente smanettata permetteva di creare combi di 5 suoni splittati e layerati. Praticamente “spegnendo la sezione arranger” potevo usare la WS2 come una rudimentale M1. Sul pannello aveva un pulsante “Split” e per ogni zona contemplava un parametro chiamato “cross split assign”, praticamente ai punti estremi della zona il volume del suono invece di interrompersi decresceva gradualmente… mi ero sempre chiesto a cosa servisse quella funzione, lo scopro ora grazie al forum. E niente… é sempre un piacere leggervi e imparare qualcosa di nuovo.
maxpiano69 12-09-25 00.23
@ Tastiero74
Chiedo scusa nel caso io sia off topic, leggere questo post mi ha sbloccato un ricordo di circa 35 anni fa e non ho resistito a condividerlo. Quando avevo 16 anni riuscii a convincere i miei genitori a comprarmi una tastiera “seria” (promettendo che l’avrei usata per accompagnare il coro in chiesa 😅). Io puntavo a sostituire la mia rudimentale Yamaha PSR60 con una Korg M1, ma arrivò una Gem WS2… superato il primo momento di delusione, scoprii che la WS2 debitamente smanettata permetteva di creare combi di 5 suoni splittati e layerati. Praticamente “spegnendo la sezione arranger” potevo usare la WS2 come una rudimentale M1. Sul pannello aveva un pulsante “Split” e per ogni zona contemplava un parametro chiamato “cross split assign”, praticamente ai punti estremi della zona il volume del suono invece di interrompersi decresceva gradualmente… mi ero sempre chiesto a cosa servisse quella funzione, lo scopro ora grazie al forum. E niente… é sempre un piacere leggervi e imparare qualcosa di nuovo.
Ma tu pensa, eh già, è proprio così come dici, la mitica GEM WS2 aveva già quella funzione di Split Crossfade anche se sotto un nome leggermente diverso emo... GEM WS2 MANUAL pag.36 "Cross Split Assign" su range max di 6 semitoni, ma è esattamente la stessa cosa ripresa da Nord (chissà se hanno preso spunto o è una pura coincidenza, che quelli di Clavia abbiano concepito la stessa funzionalità, a distanza di tempo emo)

Un'ulteriore testimonianza di quanto erano avanti quelli della GEM, se solo non si fossero suicidati finanziariamente... emo

Meriti un thanks per aver condiviso questo prezioso ricordo. emo
emidio 12-09-25 09.03
@ maxpiano69
Ma tu pensa, eh già, è proprio così come dici, la mitica GEM WS2 aveva già quella funzione di Split Crossfade anche se sotto un nome leggermente diverso emo... GEM WS2 MANUAL pag.36 "Cross Split Assign" su range max di 6 semitoni, ma è esattamente la stessa cosa ripresa da Nord (chissà se hanno preso spunto o è una pura coincidenza, che quelli di Clavia abbiano concepito la stessa funzionalità, a distanza di tempo emo)

Un'ulteriore testimonianza di quanto erano avanti quelli della GEM, se solo non si fossero suicidati finanziariamente... emo

Meriti un thanks per aver condiviso questo prezioso ricordo. emo
ora però sarei curioso di sapere quante tastiere hanno o (hanno avuto) questa funzione... che pare banale, ma - come dicevo nel mio primo post - di fatto è la cosa che più mi manca nella NS3.
Ne profitto per dire che anche io millemila anni fa ho posseduto la Gem in questione, ma ammetto di non ricordare affatto questa funzione emo
stesgarbi 12-09-25 09.08
@ calav
Volevo sapere da voi in live come gestite i pads e strings come tappeto a un piano digitale. Ho un nord stage 3 , utilizzo un pedale di espressione della Yamaha, non mi ricordo il modello, ma è tra i migliori. Assegno il control pedale col pedale per aumentare o diminuire il volume dei tappeti. Precisame te applicate il sustain pure ai tappeto o no? O li settate con un po' di release?
In registrazione non amo suonare contemporaneamente gli strings con il piano, soprattutto quando si usa il pedale (ad esempio non mi piace quando gli strings seguono una scala veloce di piano con pedale), e poi preferisco che il piano e gli strings si muovano anche con armonizzazioni e dinamiche differenti .

Dal vivo, invece, l'utilizzo contemporaneo di piano e strings può tornare utile,. pratico ed efficace, a condizione di non "strafare" (rischiando di "impastare" il tutto).
IMHO.
calav 13-09-25 09.00
@ stesgarbi
In registrazione non amo suonare contemporaneamente gli strings con il piano, soprattutto quando si usa il pedale (ad esempio non mi piace quando gli strings seguono una scala veloce di piano con pedale), e poi preferisco che il piano e gli strings si muovano anche con armonizzazioni e dinamiche differenti .

Dal vivo, invece, l'utilizzo contemporaneo di piano e strings può tornare utile,. pratico ed efficace, a condizione di non "strafare" (rischiando di "impastare" il tutto).
IMHO.
Ieri ho fatto un concerto col mio tributo, mi sono focalizzato sull ' uso del pedale sustain. L'ho adoperato con parsimonia e i risultati sono stati eccellenti con sustain attivo sui pad e strings. Prima esageravo , in un contesto rock dove devo fare parti di piano non classici ma dinamici meno si usa il sustain e più i suoni escono puliti e meno rondondanti
ifus 13-09-25 10.38
Anche io preferisco registrare piano e pad separati e generalmente non uso pedale di sustain per i pad.
Ma anche live gestisco i pad con strumento separato da EP o AP