@ paolo_b3
Qualcuno sostiene che il tasto pesante sia più allenante, non saprei, forse alla lunga stanca?
Il tasto pesante, se non seguito a dovere, crea tanti vizi quanti il tasto leggero. Io ho passato un'infanzia/adolescenza con un pf verticale piuttosto duro (un U3 del 1976, non ho idea del perchè fosse così duro rispetto a tutti gli altri U3 che ho provato) e ho sviluppato una tecnica di articolazione estremamente rigida e "di dito", non imparando a lasciare andare il peso del braccio e a rilassare il triangolo spalla-gomito-polso. Il mio suono e la mia pronuncia ne hanno molto risentito. Nel mio caso nemmeno gli Steinway più leggeri del mio conservatorio erano abbastanza per scrollarmi di dosso quei vizi, con buona pace di chi dice "eh sì, meglio un tasto duro così poi sui coda da concerto fai meno fatica"

Il punto è che non bisognerebbe MAI fare fatica, non esiste nessuna tecnica pianistica formalmente corretta che "permetta" di affaticarsi.
Ciò detto: sì, in alcuni casi una meccanica con più resistenza può "allenare" meglio una mano a lasciarsi andare alla tastiera, fermi restanti l'intervento e l'accortezza dell'insegnante. Per quanto mi riguarda provali entrambi e scegli quello che ti piace di più suonare: pesante o non pesante lo devi suonare tu in casa tua e deve piacere a te. Non ti curare troppo di prospettive future, è fondamentale che tu sia a tuo agio con la tua tastiera perchè in caso contrario la tua tecnica ne risentirà molto di più.
Io seguirei la seguente classifica di importanza:
1) azione e feel sotto le dita
2) affidabilità e riparabilità
3) suono