Una Speranza

stesgarbi 14-10-25 20.57
Pace in Palestina?.... Forse.
Una speranza, almeno quella.
Le armi per ora tacciono, le bombe non esplodono,.
Uomini, donne, bambini ora non stanno morendo.
E la gente scende in strada, tra lacrime di gioia, mista a dolore.

Pace.... per ora una parola troppo grande per quei luoghi, martoriati da decenni.
Eppure la speranza torna ad affacciarsi.

Ora non è più il tempo delle polemiche.
E' il tempo della speranza.
paolo_b3 14-10-25 22.16
stesgarbi ha scritto:
Uomini, donne, bambini ora non stanno morendo.

Presto ancora per dirlo, io lo spero.
stesgarbi 15-10-25 09.39
@ paolo_b3
stesgarbi ha scritto:
Uomini, donne, bambini ora non stanno morendo.

Presto ancora per dirlo, io lo spero.
Questa volta ho visto centinaia di migliaia di persone che manifestavano pacificamente, dando uno spettacolo imponente e spontaneo.
E quel grande fiume che si dipanava per le strade ha rappresentato il confluire delle coscienze individuali in una coscienza collettiva, che esprimeva il desiderio di Pace.

L'odio è il peggior nemico dell'umanità.
Esso si insinua subdolamente in ogni ganglio della nostra quotidianità, in molte forme, sfociando spesso in assurde atrocità collettive.

La Pace.... un idea, un concetto, un'idea.... oggi sembra un'astrazione, ma se tutti "mangiassero" (nel senso di assimilare nel profondo) quest'idea, l'umanità intera avrebbe fatto la sua rivoluzione.
E quelle assurde morti, quelle tragiche sofferenze, almeno, ci avrebbero insegnato qualcosa.

Comunque, per ora aggrappiamoci alla speranza.
paolo_b3 15-10-25 10.48
@ stesgarbi
Questa volta ho visto centinaia di migliaia di persone che manifestavano pacificamente, dando uno spettacolo imponente e spontaneo.
E quel grande fiume che si dipanava per le strade ha rappresentato il confluire delle coscienze individuali in una coscienza collettiva, che esprimeva il desiderio di Pace.

L'odio è il peggior nemico dell'umanità.
Esso si insinua subdolamente in ogni ganglio della nostra quotidianità, in molte forme, sfociando spesso in assurde atrocità collettive.

La Pace.... un idea, un concetto, un'idea.... oggi sembra un'astrazione, ma se tutti "mangiassero" (nel senso di assimilare nel profondo) quest'idea, l'umanità intera avrebbe fatto la sua rivoluzione.
E quelle assurde morti, quelle tragiche sofferenze, almeno, ci avrebbero insegnato qualcosa.

Comunque, per ora aggrappiamoci alla speranza.
Ma quello che ho detto è in linea col principio "Natura non facit saltus". Questi si ammazzano da 70 anni, chiaramente gli sviluppi dell'ultima settimana sono estremamente positivi e tutti siamo contenti, ma per appianare definitivamente le ostilità chissà quanto tempo occorrerà, per cui non facciamo l'errore di pensare che ora è tutto a posto. Uso la prima persona plurale, ma mi riferisco ai governi mondiali.
stesgarbi 15-10-25 23.04
paolo_b3 ha scritto:
per cui non facciamo l'errore di pensare che ora è tutto a posto

Sono d'accordo, infatti per ora aggrappiamoci alla speranza ....

Giusto per capire quanto sia difficile il percorso verso una pace, tra questi due popoli, citerò in sequenza il paragrafo 7, ultimo comma, dello Statuto di Hamas e un passo dell'Antico Testamento, testo sacro della religione Ebraica.

Par.7 ultimo comma Statuto di Hamas:
"Benché gli anelli siano distanti l’uno dall’altro, e molti ostacoli siano stati posti di fronte ai combattenti da coloro che si muovono agli ordini del sionismo così da rendere talora impossibile il perseguimento del jihad, il Movimento di Resistenza Islamico ha sempre cercato di corrispondere alle promesse di Allah, senza chiedersi quanto tempo ci sarebbe voluto. Il Profeta – le preghiere e la pace di Allah siano con Lui – dichiarò: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo; ma l’albero di Gharqad non lo dirà, perché è l’albero degli ebrei” (citato da al-Bukhari e da Muslim)".

1 Samuele 15-17:
Samuele disse a Saul: «Il Signore ha inviato me per consacrarti re sopra Israele suo popolo. Ora ascolta la voce del Signore. 2 Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha fatto Amalek a Israele, ciò che gli ha fatto per via, quando usciva dall'Egitto. 3 Và dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini».

Sconfortante, vero?

Comunque, come si dice, la speranza è l'ultima a morire (che di civili innocenti ne sono già morti troppi......)

paolo_b3 ha scritto:
Uso la prima persona plurale, ma mi riferisco ai governi mondiali.

Dario Fo ripeteva spesso che "la storia la fanno i Popoli, ma la scrivono i padroni" .
paolo_b3 16-10-25 09.01
stesgarbi ha scritto:
Dario Fo ripeteva spesso che "la storia la fanno i Popoli, ma la scrivono i padroni" .

Io sono profondamente convinto che la storia la fanno le masse, però in questo caso è evidente che i governi mondiali, nel loro interesse economico, buttano benzina sul fuoco.
stesgarbi 16-10-25 13.22
paolo_b3 ha scritto:
in questo caso è evidente che i governi mondiali, nel loro interesse economico, buttano benzina sul fuoco.

La speranza è che, giunti a questo punto, i governi si rendano conto di averne gettata troppa di benzina sul fuoco, che l'incendio rischia di divenire ingovernabile e che , quindi, ora si decidano a costruire una stabilità in quel disgraziato territorio.

L'odio fra due popoli ha radici profonde, stratificate nel tempo, con implicazioni anche religiose.
Dunque, ben venga che i governi (e stavolta si sono seduti al tavolo in un numero senza precedenti) ora si diano da fare per riparare i danni.
paolo_b3 16-10-25 13.42
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
in questo caso è evidente che i governi mondiali, nel loro interesse economico, buttano benzina sul fuoco.

La speranza è che, giunti a questo punto, i governi si rendano conto di averne gettata troppa di benzina sul fuoco, che l'incendio rischia di divenire ingovernabile e che , quindi, ora si decidano a costruire una stabilità in quel disgraziato territorio.

L'odio fra due popoli ha radici profonde, stratificate nel tempo, con implicazioni anche religiose.
Dunque, ben venga che i governi (e stavolta si sono seduti al tavolo in un numero senza precedenti) ora si diano da fare per riparare i danni.
E' sempre subordinato ad un mero calcolo di convenienza.
stesgarbi 17-10-25 16.03
paolo_b3 ha scritto:
E' sempre subordinato ad un mero calcolo di convenienza.

Vero. E' sempre stato così fin dalla notte dei tempi.
Tuttavia, è lecito sperare che le convenienze stavolta convergano in un fine che porti ad una stabilizzazione pacifica di quella regione.
Nella Storia, tutte le guerre ad un certo punto hanno avuto una fine.... e questa è durata fin troppi decenni.

Lo dirò sinceramente: da molti anni ho smesso di credere alla "Pace nel Mondo" e so bene che la pace è solo un intermezzo fra una guerra e la prossima..... tuttavia, perbacco! Cerchiamo almeno di arrivarci, stavolta! Almeno all'intermezzo (ecchecac....!).
paolo_b3 17-10-25 16.13
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
E' sempre subordinato ad un mero calcolo di convenienza.

Vero. E' sempre stato così fin dalla notte dei tempi.
Tuttavia, è lecito sperare che le convenienze stavolta convergano in un fine che porti ad una stabilizzazione pacifica di quella regione.
Nella Storia, tutte le guerre ad un certo punto hanno avuto una fine.... e questa è durata fin troppi decenni.

Lo dirò sinceramente: da molti anni ho smesso di credere alla "Pace nel Mondo" e so bene che la pace è solo un intermezzo fra una guerra e la prossima..... tuttavia, perbacco! Cerchiamo almeno di arrivarci, stavolta! Almeno all'intermezzo (ecchecac....!).
Oddio se pensi a cosa significavano le guerre finanche alla prima guerra mondiale, si mandavano truppe allo sbaraglio, battaglie da un milione di morti. Il miglioramento delle condizioni di vita contestuale alla rivoluzione industriale è un beneficio che non è detto che potremo goderne in "eterno".
stesgarbi 18-10-25 10.25
paolo_b3 ha scritto:
Oddio se pensi a cosa significavano le guerre finanche alla prima guerra mondiale, si mandavano truppe allo sbaraglio, battaglie da un milione di morti. Il miglioramento delle condizioni di vita contestuale alla rivoluzione industriale è un beneficio che non è detto che potremo goderne in "eterno".

Mi sembri un po' "fuori tema", rispetto alla questione centrale (la cessazione dei massacri a Gaza).

Parlare di tecnologia e rivoluzione industriale, in questo caso, ha poco senso.
Tutte le guerre, da sempre, nascono per motivi di interesse (per inciso, gli Storici non credono affatto alla storiella della guerra di Troia causata da Elena e Paride).
E' così fin dalla notte dei tempi e riguarda tutte le forme di guerra conosciute dall'umanità: da quelle che causavano poche vittime tra le antiche tribù africane a quelle dei tempi moderni. .

Allo stesso modo, tutte le paci sono state sempre negoziate a partire da considerazioni di interesse.
E non sono neppure mai esistite "paci giuste", in "punta di diritto".
L'unica "pace giusta" è quella in grado di mettere la parola fine ad un contenzioso in atto tra i popoli (e ovviamente tra i governi) coinvolti, permettendo alla gente di vivere e prosperare in pace per il maggior tempo possibile (ricordiamoci che a questo mondo nulla è "eterno").

Detto in parole povere: non mi frega nulla dei motivi per cui decine di nazioni si siano riunite, per cercare di trovare una soluzione stabile e duratura alla questione palestinese.
E non mi frega nulla che ci sia di mezzo Trump, o Xi Jin Ping, o Bonelli & Fratoianni, o Schlein, o Macron, o Conte o Meloni.... o un qualsiasi "pincopalla".
L'importante è che si arrivi ad una soluzione pacifica durevole, che ovviamente tuteli anche i diritti del Popolo Palestinese.

Il percorso si è avviato e, questa volta, con un numero senza precedenti di nazioni che hanno firmato una prima intesa.
In ciò risiede la speranza.

E se alla fine pace sarà, con un buon accordo per i Palestinesi e gli Israeliani.... ma chissenefrega del perchè e del percome l'avranno fatta!

Il resto sono chiacchiere, certamente interessanti sotto il profilo accademico.... ma in questo caso, di fronte alle tante vittime, solo "chiacchiere e distintivo".

P.S.
La speranza è che i falchi lascino il posto alle colombe.... con il tacer dei gufi. emo
paolo_b3 18-10-25 11.20
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
Oddio se pensi a cosa significavano le guerre finanche alla prima guerra mondiale, si mandavano truppe allo sbaraglio, battaglie da un milione di morti. Il miglioramento delle condizioni di vita contestuale alla rivoluzione industriale è un beneficio che non è detto che potremo goderne in "eterno".

Mi sembri un po' "fuori tema", rispetto alla questione centrale (la cessazione dei massacri a Gaza).

Parlare di tecnologia e rivoluzione industriale, in questo caso, ha poco senso.
Tutte le guerre, da sempre, nascono per motivi di interesse (per inciso, gli Storici non credono affatto alla storiella della guerra di Troia causata da Elena e Paride).
E' così fin dalla notte dei tempi e riguarda tutte le forme di guerra conosciute dall'umanità: da quelle che causavano poche vittime tra le antiche tribù africane a quelle dei tempi moderni. .

Allo stesso modo, tutte le paci sono state sempre negoziate a partire da considerazioni di interesse.
E non sono neppure mai esistite "paci giuste", in "punta di diritto".
L'unica "pace giusta" è quella in grado di mettere la parola fine ad un contenzioso in atto tra i popoli (e ovviamente tra i governi) coinvolti, permettendo alla gente di vivere e prosperare in pace per il maggior tempo possibile (ricordiamoci che a questo mondo nulla è "eterno").

Detto in parole povere: non mi frega nulla dei motivi per cui decine di nazioni si siano riunite, per cercare di trovare una soluzione stabile e duratura alla questione palestinese.
E non mi frega nulla che ci sia di mezzo Trump, o Xi Jin Ping, o Bonelli & Fratoianni, o Schlein, o Macron, o Conte o Meloni.... o un qualsiasi "pincopalla".
L'importante è che si arrivi ad una soluzione pacifica durevole, che ovviamente tuteli anche i diritti del Popolo Palestinese.

Il percorso si è avviato e, questa volta, con un numero senza precedenti di nazioni che hanno firmato una prima intesa.
In ciò risiede la speranza.

E se alla fine pace sarà, con un buon accordo per i Palestinesi e gli Israeliani.... ma chissenefrega del perchè e del percome l'avranno fatta!

Il resto sono chiacchiere, certamente interessanti sotto il profilo accademico.... ma in questo caso, di fronte alle tante vittime, solo "chiacchiere e distintivo".

P.S.
La speranza è che i falchi lascino il posto alle colombe.... con il tacer dei gufi. emo
Come ti permetti! emoemoemo

Il fuori tema prende spunto dalla considerazione "pace = tregua tra una guerra e l'altra". Pare che attualmente nel mondo ci sia una cinquantina di guerre in atto, dico "pare" perchè di quelle non se ne parla mai. Quindi il fatto che muoiano persone fa notizia solo se le conseguenze della guerra sono utili ai paesi occidentali, delle altre chi se ne frega? La guerra fra Hutu e Tutsi ha provocato un numero imprecisato di morti ma non inferiore a 500.000, forse 1.000.000. Di loro che si ne è preoccupato? Questa è la logica che vigeva anche in Europa prima che diventassimo consumatori, benzina nel motore dello sviluppo economico.

Ti piace di più?

Poi per il resto abbiamo già ampiamente commentato questo sviluppo positivo della guerra di Gaza, spero proprio che porti ad una tregua duratura.
stesgarbi 18-10-25 17.17
paolo_b3 ha scritto:
Come ti permetti!

"Schei scholo un povero comunischta" emoemoemo emo

Ok, d'accordo, attualmente ci sono almeno una cinquantina di guerre che nessuno sta "cagando" neppure di striscio (a cominciare dai manifestanti pro-pal e da coloro che si imbarcano sulle vari flotillas eh..... emo ).

Ma qui il tema era la Palestina.

paolo_b3 ha scritto:
Quindi il fatto che muoiano persone fa notizia solo se le conseguenze della guerra sono utili ai paesi occidentali, delle altre chi se ne frega?

Appunto.... tante belle manifestazioni su Gaza (INTENDIAMOCI: SACROSANTE, ANZI DOVEROSE) e niente su tutte le altre guerre, a cominciare dal Sudan, che di morti fra civili e bambini e civili ne ha fatti si stima intorno ai 150 mila.

E quante manifestazioni ci sono state per la Pace in Ucraina?
Perchè non c'è stata una forte mobilitazione di piazza, qui da noi in Italia?
La mia personalissima opinione (IMHO) è che in Italia in entrambi i due schieramenti politici ci sono forti componenti che simpatizzano con Putin.
Quindi la linea "ufficiale", tanto a destra come a sinistra, è: "sosteniamo l'Ucraina, paese aggredito" ..... ma non gridiamolo troppo forte, perchè una parte dei nostri elettori sta con Putin (ed è pure inc.... di bestia, perchè le bollette sono più care da quando ci tocca non acquistare più il gas dalla Russia).
Dimmi tu se non è ipocrisia, questa.
E anche noi, nel nostro piccolo, non siamo almeno un po' ipocriti? (chi è senza peccato scagli la prima pietra).

Ma il tema di questo mio post, ribadisco, era la Palestina.

La verità è che l'umanità non è molto cambiata, negli ultimi secoli, come testimoniato appunto dalle guerre tutt'ora in corso (e non solo da quelle).
Ma se si comincia a (provare a) risolverne una, nella quale sono morte decine di migliaia di civili, perchè non esserne lieti?

Qualunque cosa positiva accada nel Mondo, purtroppo c'è sempre qualcos'altro di grave da risolvere.
Giusto prenderne atto e denunciare l'ipocrisia.... ma senza scadere nel "benaltrismo"

emo
paolo_b3 18-10-25 18.08
stesgarbi ha scritto:
Ma qui il tema era la Palestina.

Certo, certo, cercavo di sviluppare il tema, perchè già ampiamente dibattuto, stranamente io e te eravamo d'accordo emoemoemo

stesgarbi ha scritto:
Appunto.... tante belle manifestazioni su Gaza (INTENDIAMOCI: SACROSANTE, ANZI DOVEROSE) e niente su tutte le altre guerre, a cominciare dal Sudan, che di morti fra civili e bambini e civili ne ha fatti si stima intorno ai 150 mila.

Anche qui d'accordo (che palle emoemoemo), diciamo che almeno sulla Palestina abbiamo offerto la nostra solidarietà

stesgarbi ha scritto:
E quante manifestazioni ci sono state per la Pace in Ucraina?

Inizialmente anche la popolazione, quella libera da vincoli di velina, se ne è occupata, nel 2022 col gruppetto anni 80 in cui militavo all'epoca (si sono un militante emo) partecipammo ad un concerto con altre 7 band, quelle situazioni da mezz'ora a testa, per raccogliere fondi per la causa.

stesgarbi ha scritto:
Quindi la linea "ufficiale", tanto a destra come a sinistra, è: "sosteniamo l'Ucraina, paese aggredito" ..... ma non gridiamolo troppo forte, perchè una parte dei nostri elettori sta con Putin (ed è pure inc.... di bestia, perchè le bollette sono più care da quando ci tocca non acquistare più il gas dalla Russia).

Ecco, questo è un problema d'attualità, e vale tanto per l'Ucraina quanto per la Palestina. Cioè anche la Meloni ai tempi del 4% di consensi strizzava l'occhio agli antisemiti ed era Propal, così come fino ad un paio d'anni fa la Segrè andavano a minacciarla sotto casa i neonazisti. Oggi, a quanto pare gli imbecilli si sono cambiati la casacca. Per quanto riguarda la Meloni non mi meraviglio, non ci ho ma creduto al "nuovo che avanza", speculazioni politiche, come quelle della sinistra. Mi piace pensare che tolto il gruppetto di facinoroso che sono pochi ma si parla solo di loro, ci sia stata veramente un'Italia "bipartizan" che si è sensibilizzata e mobilitata.
stesgarbi 18-10-25 22.35
paolo_b3 ha scritto:
Mi piace pensare che tolto il gruppetto di facinoroso che sono pochi ma si parla solo di loro, ci sia stata veramente un'Italia "bipartizan" che si è sensibilizzata e mobilitata.

Conosco persone che votano Fratelli d'Italia, che sono scese in piazza convinte di fare la cosa giusta.
Ho molto apprezzato questo approccio.
Io non ho potuto andarci per lavoro, ma avrei partecipato.

paolo_b3 ha scritto:
Oggi, a quanto pare gli imbecilli si sono cambiati la casacca.

Diciamo che sono i "nipotini dementi" di noi vecchi "extraparlamentari" di sinistra (roba del passato.... eh emo ma che non rinnego ed anzi, considero parte della mia esperienza di vita) che gridavamo in piazza Israele servo dell'imperialismo americano.
Ma noi sapevamo ben distinguere tra Ebrei (popolo) e Governo israeliano.
Questi "nipotini dementi", a quanto pare, no.

Il figlio di un mio cliente, accanito militante pro-pal, parlando con me ha paragonato il 7 ottobre all'agguato partigiano di via Rasella (quello delle Fosse Ardeatine), definendo Hamas come "partigiani che hanno compiuto un atto di resistenza".
Gli ho spiegato, con calma, che i nostri Partigiani non avevano nel loro statuto l'eliminazione fisica dei tedeschi in quanto tali, ma solo degli occupanti nazisti e dei loro complici fascio-repubblichini.
Gli ho anche spiegato che i nostri Partigiani, durante l'occupazione, non massacravano civili indistintamente ma colpivano obbiettivi militari e che l' "attentato" di via Rasella fu in realtà un'operazione militare in piena regola, perchè si sostanziò in un'imboscata urbana contro un reparto tedesco.... a differenza dei terroristi, che colpiscono i civili volutamente.

Alla fine mi pare che siamo d'accordo su tutto..... si tratta di un caso di "convergenze parallele"? emoemoemo
paolo_b3 19-10-25 10.12
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
Mi piace pensare che tolto il gruppetto di facinoroso che sono pochi ma si parla solo di loro, ci sia stata veramente un'Italia "bipartizan" che si è sensibilizzata e mobilitata.

Conosco persone che votano Fratelli d'Italia, che sono scese in piazza convinte di fare la cosa giusta.
Ho molto apprezzato questo approccio.
Io non ho potuto andarci per lavoro, ma avrei partecipato.

paolo_b3 ha scritto:
Oggi, a quanto pare gli imbecilli si sono cambiati la casacca.

Diciamo che sono i "nipotini dementi" di noi vecchi "extraparlamentari" di sinistra (roba del passato.... eh emo ma che non rinnego ed anzi, considero parte della mia esperienza di vita) che gridavamo in piazza Israele servo dell'imperialismo americano.
Ma noi sapevamo ben distinguere tra Ebrei (popolo) e Governo israeliano.
Questi "nipotini dementi", a quanto pare, no.

Il figlio di un mio cliente, accanito militante pro-pal, parlando con me ha paragonato il 7 ottobre all'agguato partigiano di via Rasella (quello delle Fosse Ardeatine), definendo Hamas come "partigiani che hanno compiuto un atto di resistenza".
Gli ho spiegato, con calma, che i nostri Partigiani non avevano nel loro statuto l'eliminazione fisica dei tedeschi in quanto tali, ma solo degli occupanti nazisti e dei loro complici fascio-repubblichini.
Gli ho anche spiegato che i nostri Partigiani, durante l'occupazione, non massacravano civili indistintamente ma colpivano obbiettivi militari e che l' "attentato" di via Rasella fu in realtà un'operazione militare in piena regola, perchè si sostanziò in un'imboscata urbana contro un reparto tedesco.... a differenza dei terroristi, che colpiscono i civili volutamente.

Alla fine mi pare che siamo d'accordo su tutto..... si tratta di un caso di "convergenze parallele"? emoemoemo
Per quanto mi riguarda ci sono alcuni aspetti legati alla vicenda del 7 ottobre che non mi risultano chiari, in particolare cosa pensava di ottenere Hamas, cioè non immaginava che la ritorsione avrebbe poi colpito la popolazione civile palestinese? L'altro grande mistero è come mai un paese come Israele, che vive a ridosso di una popolazione ostile da sempre, non sia stato in grado di prevenire un atto di simili dimensioni. Non stiamo parlando di un kamikaze o di un'auto bomba.
stesgarbi 19-10-25 11.45
Interessanti osservazioni, Paolo.
Ovviamente non credo che, allo stato, vi siano "risposte certe", ma possiamo fare delle ipotesi.
Premetto che, In ciò che ora andrò a scrivere, il "condizionale" è rigorosamente d'obbligo.
paolo_b3 ha scritto:
cosa pensava di ottenere Hamas, cioè non immaginava che la ritorsione avrebbe poi colpito la popolazione civile palestinese?

Forse Hamas ha pensato che i tempi fossero maturi per dare una "spallata" decisiva a Israele, vista la situazione internazionale creatasi negli ultimi anni, che ha visto:
1) un crescente indebolimento del ruolo geopolitico americano (nel 2023 vi era ancora la presidenza di un Biden ormai non più nel pieno del suo vigore e nessun analista prevedeva una vittoria repubblicana alle presidenziali del 2024);
2) l'emergere prorompente dell'asse russo-cinese, sia dal punto di vista militare (alleanza Mosca-Pechino più Teheran e Pyong Yang, oltre all'atteggiamento anti-israeliano in Paesi come Quatar, Libano, Yemen, Siria);
3) L'instabilità internazionale di un mondo già provato da una pandemia al termine della quale è scoppiata la guerra in Ucraina, cui secondo me va aggiunto il latente conflitto USA-Cina, che potrebbe deflagrare in una futura aggressione militare cinese a Taiwan, con il conseguente (sopposto) progressivo "disinteresse" riguardo alle questioni mediorientali, da parte di un'Amministrazione americana ormai più concentrata, con preoccupazione, sulla questione cinese nel Pacifico.
4) il declino della "supremazia assoluta" non solo militare della NATO, ma anche economica" dell'Occidente, a vantaggio di Paesi c.d. "emergenti" (i famosi "BRICS": Russia, Cina, India, Brasile, Sudafrica ecc. ) che, oltre a rappresentare la maggioranza della popolazione del globo, ormai rappresentano (secondo le stime) il 40% dell'intero PIL mondiale, tanto che si è cominciato persino a parlare anche di una "moneta globale" alternativa al dollaro.
5) la crescente penetrazione islamica in occidente - in particolare in Europa - verificatasi soprattutto nell'ultimo decennio, (all'interno della quale sta emergendo la presenza di frange fondamentaliste) ormai in grado di influenzare parte dell'opinione pubblica.
6) il crescente sentimento "antioccidentale" (sulle cui ragioni storiche ovviamente sorvoliamo, per motivi di spazio) da parte di Paesi che, giustamente, rivendicano un ruolo internazionale e che negli ultimi anni stanno facendo sentire più forte la loro voce all'interno delle varie Istituzioni Internazionali (in primis l'ONU), sentimento che si sta diffondendo anche nella stessa opinione pubblica occidentale;
7) un crescente antisemitismo "di ritorno", sentimento sconfitto nella II G.M. ma mai veramente debellato in Occidente, che oggi viene "sdoganato" confondendolo con l' "antisionismo" sbandierato nelle piazze da certi "nipotini dementi" (di noi antichi extraparlamentari di sinistra): ignoranti che non sanno neppure cosa sia il Sionismo e che di Storia in generale ne sanno poco o punto;
8) Last but not least, la (purtroppo) conclamata e cronica "inesistenza" politica, geostrategica e militare dell'UE, evidenziata dall'altrettanto conclamata irrilevanza di Paesi un tempo attori importanti sulla scena internazionale (Francia e Gran Bretagna)

Insomma, un contesto mondiale che Hamas (tenuto conto anche del modo un po' "fanatico" di ragionare da quelle parti) potrebbe avere valutato come "ottimale" per regolare i conti con Israele.

- SEGUE -
stesgarbi 19-10-25 12.02
- SEGUE DAL PRECEDENTE -
e' ragionevole supporre che Hamas fosse consapevole della spaventosa ritorsione che Israele avrebbe inflitto al povero Popolo Palestinese e che, anzi, cercasse proprio questo, per provocare una pressochè unanime indignazione internazionale, che avrebbe definitivamente isolato il governo israeliano.
L'indizio di ciò risiede non soltanto nei precedenti storici (le passate reazioni militari israeliane) e non soltanto nella preoccupazione così prontamente espressa dalle Istituzioni Internazionali, immediatamente all'indomani del 7 ottobre (quando l'IDF non si era ancora mossa), circa la "sproporzione" della reazione israeliana.
Vi è tuttavia anche una prova "principe", che proviene dalle affermazioni dello stesso leader di Hamas, Yahya Sinwar, pubblicate il 10 giugno 2024 dal Wall Street Journal, che costituiscono un'esplicita ammissione dell'intenzione di provocare una strage tra i civili, ad opera dell'IDF: "Le morti dei civili sono un sacrificio necessario ....Abbiamo portato Israele esattamente dove volevamo".
Tali affermazioni, mai smentite da Hamas, rivelano chiaramente quale fosse la strategia di Hamas..
A sostegno di questa tesi (l'utilizzo dei civili come "scudi umani" e a scopo propagandistico) cito spesso il parallelo con quanto avvenne nelle città inglesi, all'epoca dei bombardamenti del 1940, quando il Governo Britannico mise a disposizione dei civili le gallerie delle metropolitane come rifugi.
La stessa cosa non pare avvenuta a Gaza, nonostante le decine (alcuni parlano di centinaia) di chilometri di gallerie fortificate costruite da Hamas nel corso degli anni, che presumibilmente avrebbero potuto offrire riparo ad un consistente numero di civili.

- SEGUE -
stesgarbi 19-10-25 13.48
- SEGUE DAL PRECEDENTE -
paolo_b3 ha scritto:
L'altro grande mistero è come mai un paese come Israele, che vive a ridosso di una popolazione ostile da sempre, non sia stato in grado di prevenire un atto di simili dimensioni. Non stiamo parlando di un kamikaze o di un'auto bomba.


Altra interessantissima osservazione.

Il dubbio, secondo me, è legittimo.
E una domanda viene spontanea: "Era solo Hamas a voler regolare i conti con Israele?"..... "E' possibile che anche la stessa Israele volesse chiudere la partita con Hamas, aspettando solo l'occasione per infliggere il colpo decisivo?" .... "Si può quindi supporre che Israele sapesse, ma abbia volutamente lasciato fare?"

Mi viene in mente l'ovvio parallelo con il 7 dicembre 1941 (attacco giapponese a Peral Harbor).
Su questa vicenda sono circolate molte teorie - le famose "tesi cospirazioniste" -, alcune delle quali parrebbero (anche qui il condizionale è d'obbligo) argomentate sulla base di specifici documenti, rapporti dei servizi segreti e intercettazioni radio.
E la domanda di fondo rimane: "Possibile che gli Americani non sapessero, che non avessero neppure il minimo sentore dell'attacco giapponese?"
In effetti, lo strano improvviso allontanamento di tutte le portaerei dalla base poco prima dell'attacco (fattore che ne limitò in modo decisivo le conseguenze strategiche) qualche dubbio lo lascia, così come la scarsità della difesa aerea disponibile in quel sito.
Agli strateghi americani non poteva essere sfuggito l'episodio del porto di Taranto, avvenuto un anno prima, che aveva dimostrato l'efficacia distruttiva di un bombardamento aereo, in grado di annientare l'intera flotta italiana ormeggiata in quella base (peraltro ritenuta "inespugnabile" emo).
Andrebbero pure considerate le notevoli tensioni già da tempo in atto tra Stati Uniti e Giappone per il predominio commerciale nell'area del Pacifico (erano persino in corso negoziati tra i due paesi, che fino ad allora non avevano portato ad alcun accordo).

A ciò si aggiunga l'orientamento dell'allora Presidente Roosevelt, favorevole ad un intervento americano nel conflitto europeo, ma bloccato da un'opinione pubblica in maggioranza "isolazionista", poco propensa a ripetere la pur breve esperienza della 1^ G.M. (e che in una certa parte.... nutriva pure qualche "simpatia" per i regimi tedesco e italiano, ritenuti baluardi contro il "bolscevismo"). .
Roosevelt, dal canto suo, guardando a est non poteva non essere preoccupato dall'ipotesi un eventuale assoluto predominio tedesco in Europa, ai danni di paesi storicamente amici (Francia e Gran Bretagna), al punto da arrivare a concedere ampie forniture militari persino al "demonio" sovietico, fin dal luglio di quello stesso anno.
E guardando a ovest, nell'area del pacifico, si trovava ad aver a che fare con un Giappone - ormai di fatto una dittatura militare, per giunta alleata con l'Asse italo-tedesco - che aveva già dimostrato la sua brutale aggressività con l'occupazione in Cina, nonchè l'ormai raggiunto notevole grado di potenza militar-industriale.

Dunque, se il Giappone avesse scatenato di sua iniziativa una guerra contro gli USA, magari di sorpresa e con molti marinai morti, l'Amministrazione Roosevelt avrebbe centrato i suoi obbiettivi, poichè ciò avrebbe scatenato un'ondata di sentimento patriottico nell'opinione pubblica americana, legittimando non solo la risposta bellica contro il Giappone, ma anche l'intervento "boots on the ground" in Europa, tanto più che in base al "patto tripartito" sarebbe stata la stessa Germania (insieme all'Italia) a dichiarare guerra agli Stati Uniti.
In tal modo, Gli Usa avrebbero potuto "regolare i conti" con i regimi ostili in Europa occidentale e chiudere l partita, un volta per tutte, con il Giappone..... come in effetti avvenne..

- SEGUE -
stesgarbi 19-10-25 13.57
- SEGUE DAL PRECEDENTE -

Comunque, a prescindere dalla veridicità o meno delle "tesi cospirazioniste" su Pearl Harbor, tornando alla questione Israelo-Palestinese, il dubbio che l'attacco di Hamas fosse non soltanto conosciuto, ma addirittura "auspicato" rimane.
Sarà la Storia (forse) in un futuro, a chiarire i "retroscena" di questa vicenda.

Di una cosa, tuttavia, sono abbastanza certo.
Se non si arriverà ad una soluzione di pacifico accomodamento che sia in grado di durare nel tempo e se non si arriverà ad un'uscita di scena delle fazioni più estremiste (sia tra gli Israeliani che tra i Palestinesi), prima o poi vi sarà un nuovo e più brutale "regolamento di conti".... e qui rimando allo Statuto di Hamas ed al passo dell'Antico Testamento che ho già citato in precedenza.