Sinth Behringer: ancora due considerazioni

stesgarbi 28-10-25 10.18
Ciao a tutti.
Domenica scorsa sono stato invitato da un amico, che non vedevo da un po', a vedere la sua nuova "saletta".... una vera camera a GAS, piena di cosucce (tipo P10, OB-XA, Polybrute 12, UDO gemini...) ... roba da overdose di malox plus emo .
Beh... sorvoliamo.
Con mia sorpresa, tra tutto quel ben di dio ho trovato anche due Behringer: un Deepmind 12 e un Wave.
Lui mi ha detto di averli acquistati perchè voleva un suono Roland senza andare sul vintage (per una questione di affidabilità) e perchè cercava proprio il suono Wave (scartando quindi il Waldorf M) ma non era sicuro di voler spendere la somma per un 3rd .
Di fronte alle mie forti perplessità sul Deepmind 12 (tempo fa ho avuto per qualche mese il fratello minore 6) lo abbiamo acceso e l'abbiamo smanettato, cercando i classici suoni che utilizzavo negli anni '80 e '90 .
Devo dire che, risentito nella versione 12, il Deepmind non è affatto male, anzi.
Nell'oscillatore puro la differenza con i synth blasonati c'è e si sente (soprattutto nelle basse), ma non è così abissale.
Nella versione 12, oltretutto, c'è anche la possibilità di "raddoppiare" il suono (con polifonia a 6 note) detunando le due "parti", Una caratteristica interessante perchè, pur non trattandosi di vera multitimbricità (due parti con suoni diversi) questo consente di utilizzare, ad esempio, due saw entrando in territorio JX
Vi è anche una funzione "pitch drift" che, utllizzata nel giusto modo, dà un bel colore al suono..
La Saw e la Square "pure" sono un pochino più "morbide" rispetto a quanto ricordavo dei Juno, nel senso che non hanno quel "graffio", specie nelle note basse, ma alla fine fanno il loro mestiere.
Buona anche la modulazione PWM e il chorus, che deve essere ben regolato e dosato, ma che si avvicina piuttosto bene al quel feeling tipicamente Roland.
Gli inviluppi del Deepmind mancano sempre di quello "Snap" che rese celebri certe linee di basso del Juno, ma il mio amico mi ha fatto scoprire il "trucco" di utilizzare un compressore presente negli effetti, regolato bene in attacco, che ha restituito ai bassi una bella "botta".
I filtri, invece, li avevo già trovati buoni all'epoca, apprezzando la possibilità di commutarli a 2 o 4 poli, con una bella risonanza che va parecchio più su di frequenza, rispetto ai Juno.
I suoni venivano fuori bene, definiti e con quel carattere che ci si aspetterebbe da un Roland analogico con DCO, in certi casi un pochino più "morbidi" (l'utilizzo leggero di un drive degli effetti, però, "compensava" abbastanza) ma convincenti.
E con lo "sdoppiamento detunato", la funzione pitc drift, il doppio LFO, la matrice di modulazione ed il secondo oscillatore variabile, ci si avventura in sonorità che con un Juno non si potevano ottenere.
Il mio amico mi ha fatto sentire anche alcuni suoi lavori, registrati con il Deepmind, ed il risultato è davvero notevole.
Devo dire che ho rivalutato il Deepmind.
In effetti, all'epoca avevo avuto in casa la versione 6, che avevo smanettato in modo superficiale, giungendo evidentemente ad una valutazione frettolosa.
Il segreto, da quanto ho capito, sta nel non abusare degli effetti (moltissimi presets ne sono troppo infarciti) che vanno utilizzati con criterio, anche con parsimonia e con i giusti dosaggi.
Certo.... poi metti le mani sul Prophet 10 .... ed è tutto un altro mondo, ma va considerato che lo stesso discorso, in fondo, valeva anche per i Juno (all'epoca considerati di fascia economica e oggi sull'usato a prezzi stratosferici) messi a confronto con la serie Jupiter
Deckard 28-10-25 10.45
@ stesgarbi
Ciao a tutti.
Domenica scorsa sono stato invitato da un amico, che non vedevo da un po', a vedere la sua nuova "saletta".... una vera camera a GAS, piena di cosucce (tipo P10, OB-XA, Polybrute 12, UDO gemini...) ... roba da overdose di malox plus emo .
Beh... sorvoliamo.
Con mia sorpresa, tra tutto quel ben di dio ho trovato anche due Behringer: un Deepmind 12 e un Wave.
Lui mi ha detto di averli acquistati perchè voleva un suono Roland senza andare sul vintage (per una questione di affidabilità) e perchè cercava proprio il suono Wave (scartando quindi il Waldorf M) ma non era sicuro di voler spendere la somma per un 3rd .
Di fronte alle mie forti perplessità sul Deepmind 12 (tempo fa ho avuto per qualche mese il fratello minore 6) lo abbiamo acceso e l'abbiamo smanettato, cercando i classici suoni che utilizzavo negli anni '80 e '90 .
Devo dire che, risentito nella versione 12, il Deepmind non è affatto male, anzi.
Nell'oscillatore puro la differenza con i synth blasonati c'è e si sente (soprattutto nelle basse), ma non è così abissale.
Nella versione 12, oltretutto, c'è anche la possibilità di "raddoppiare" il suono (con polifonia a 6 note) detunando le due "parti", Una caratteristica interessante perchè, pur non trattandosi di vera multitimbricità (due parti con suoni diversi) questo consente di utilizzare, ad esempio, due saw entrando in territorio JX
Vi è anche una funzione "pitch drift" che, utllizzata nel giusto modo, dà un bel colore al suono..
La Saw e la Square "pure" sono un pochino più "morbide" rispetto a quanto ricordavo dei Juno, nel senso che non hanno quel "graffio", specie nelle note basse, ma alla fine fanno il loro mestiere.
Buona anche la modulazione PWM e il chorus, che deve essere ben regolato e dosato, ma che si avvicina piuttosto bene al quel feeling tipicamente Roland.
Gli inviluppi del Deepmind mancano sempre di quello "Snap" che rese celebri certe linee di basso del Juno, ma il mio amico mi ha fatto scoprire il "trucco" di utilizzare un compressore presente negli effetti, regolato bene in attacco, che ha restituito ai bassi una bella "botta".
I filtri, invece, li avevo già trovati buoni all'epoca, apprezzando la possibilità di commutarli a 2 o 4 poli, con una bella risonanza che va parecchio più su di frequenza, rispetto ai Juno.
I suoni venivano fuori bene, definiti e con quel carattere che ci si aspetterebbe da un Roland analogico con DCO, in certi casi un pochino più "morbidi" (l'utilizzo leggero di un drive degli effetti, però, "compensava" abbastanza) ma convincenti.
E con lo "sdoppiamento detunato", la funzione pitc drift, il doppio LFO, la matrice di modulazione ed il secondo oscillatore variabile, ci si avventura in sonorità che con un Juno non si potevano ottenere.
Il mio amico mi ha fatto sentire anche alcuni suoi lavori, registrati con il Deepmind, ed il risultato è davvero notevole.
Devo dire che ho rivalutato il Deepmind.
In effetti, all'epoca avevo avuto in casa la versione 6, che avevo smanettato in modo superficiale, giungendo evidentemente ad una valutazione frettolosa.
Il segreto, da quanto ho capito, sta nel non abusare degli effetti (moltissimi presets ne sono troppo infarciti) che vanno utilizzati con criterio, anche con parsimonia e con i giusti dosaggi.
Certo.... poi metti le mani sul Prophet 10 .... ed è tutto un altro mondo, ma va considerato che lo stesso discorso, in fondo, valeva anche per i Juno (all'epoca considerati di fascia economica e oggi sull'usato a prezzi stratosferici) messi a confronto con la serie Jupiter
Sui Synth Behringer ho capito una cosa…bisogna andare sui progetti originali e lasciar perdere i cloni (anche se il DM fa il verso al Juno sicuramente non è un clone). Col Neutron, ad esempio, mi sto trovando molto bene, suona bene e non mi ha dato mai problemi, tanto che sto pensando di affiancargli, in futuro, il suo successore Proton.
stesgarbi 28-10-25 10.58
L'altro synth Behringer che ho provato, il Wave, mi ha piacevolmente sorpreso.
Le classiche forme d'onda dell'originale sembrano ben riprodotte ed il filtro analogico produce un bel suono definito, in stile PPG.
Insomma, è un synth che suona bene.
Diciamo che, tra i vari che ho avuto modo di suonare, mi è sembrato quello più "vicino" ad un vero PPG.
Discorso diverso, invece, per quanto riguarda lo smanettamento.... che è a dir poco "penoso", con quel display minuscolo.... che mi ha letteralmente obbligato ad utilizzare gli occhiali da vista
Dico.... va bene il "fascino dell'originale" .... ma cribbio, siamo nel 2025! Un display... non dico touch screen... ma almeno un pochino più decente (e leggibile) no?
Alla fine, il synth lo devi programmare e suonare.... mica guardarci la TV.
Oltretutto, allo stato, pare non esista ancora un software per programmarlo da PC o Mac, ma il discorso cambia poco: acquisto una tastiera e vorrei poterla programmare senza doverla collegare ad un computer.

Questa "ossessione" di Behringer per i "cloni" può avere anche un senso per gli analogici, che hanno praticamente tutto (o quasi) regolabile con le manopole sul pannello, ma non su un synth come wave che alla fine mi è risultato "ostico" come il plugin della Waldorf (che suona bene, ma alla fine non utilizzo proprio perchè è roba da farti perdere una diotria ogni volta).

Altra considerazione.
Va bene che c'è la possibilità di inserire 64 user waves utente ... ma.... perchè nella memoria ROM ci sono solo le 30 wavetables originali del PPG? Perchè non metterci anche le altre wavetables dei Microwave?
Ne sarebbe venuto fuori un prodotto più completo: un' "antologia" bensuonante dell'evoluzione dell'originale PPG attraverso i suoi fratelli minori.
Sarà stato anche un fattore legato ai "costi" ma,. al prezzo cui viene venduto (circa 600 euro), 200 euro in più per un display decente e una ROM più ampia avrebbero comunque mantenuto la competitività di questo buon prodotto e forse ne avrebbero addirittura aumentato le vendite (ovviamente IMHO).

In definitiva, questo synth suona bene, sa essere graffiante e all'occorrenza anche "grassoccio"..
Un synth "ibrido" capace di miscelare bene le caratteristiche digitali ed analogiche.
Non sarà "perfetto" come il 3rd (che non ho ancora avuto modo di provare, ma che dai video sembra suonare da dio) ma al PPG ci va davvero molto vicino, con un buon suono definito e convincente, arricchito da un buon filtro analogico.

E tuttavia, con quei "limiti", viene davvero facile (quasi istintivo) tirare indietro la manetta del GAS emo
stesgarbi 28-10-25 11.50
Deckard ha scritto:
bisogna andare sui progetti originali e lasciar perdere i cloni (anche se il DM fa il verso al Juno sicuramente non è un clone)

Concordo.

Deckard ha scritto:
Col Neutron, ad esempio, mi sto trovando molto bene, suona bene e non mi ha dato mai problemi, tanto che sto pensando di affiancargli, in futuro, il suo successore Proton.

Da quello che ho sentito, il Neutron ha una bella "pacca"
E infatti ne parlano tutti molto bene .
Il Proton pare sia ancora meglio sotto certi profili.

Due synth che si discostano dall' "ossessione clonistica", a mio parere limitante (infatti sembra che Behringer stia abbandonando alcuni progetti che pure aveva annunciato già da qualche anno) i quali dimostrano che con un po' di inventiva e originalità si possono fare strumenti bensuonanti, con un loro carattere distinguibile.
Ciò, a mio personale avviso (IMHO) dimostra anche che clonare un originale vintage a basso costo alla fine si rivela un'impresa ardua, soprattutto se si tratta di "eccellenze" del passato (forse per questo Roland ha abbandonato l'analogico, ripiegando sui prodotti digitali "Boutique"). .

greg 28-10-25 16.18
@ stesgarbi
Deckard ha scritto:
bisogna andare sui progetti originali e lasciar perdere i cloni (anche se il DM fa il verso al Juno sicuramente non è un clone)

Concordo.

Deckard ha scritto:
Col Neutron, ad esempio, mi sto trovando molto bene, suona bene e non mi ha dato mai problemi, tanto che sto pensando di affiancargli, in futuro, il suo successore Proton.

Da quello che ho sentito, il Neutron ha una bella "pacca"
E infatti ne parlano tutti molto bene .
Il Proton pare sia ancora meglio sotto certi profili.

Due synth che si discostano dall' "ossessione clonistica", a mio parere limitante (infatti sembra che Behringer stia abbandonando alcuni progetti che pure aveva annunciato già da qualche anno) i quali dimostrano che con un po' di inventiva e originalità si possono fare strumenti bensuonanti, con un loro carattere distinguibile.
Ciò, a mio personale avviso (IMHO) dimostra anche che clonare un originale vintage a basso costo alla fine si rivela un'impresa ardua, soprattutto se si tratta di "eccellenze" del passato (forse per questo Roland ha abbandonato l'analogico, ripiegando sui prodotti digitali "Boutique"). .

Quali sarebbero i progetti che sta abbandonando, ne sai qualcosa?
maxpiano69 28-10-25 16.31
@ greg
Quali sarebbero i progetti che sta abbandonando, ne sai qualcosa?
puoi leggerne nel thread dedicato a Behringer QUI
greg 28-10-25 16.34
@ maxpiano69
puoi leggerne nel thread dedicato a Behringer QUI
Per il Pro 16 mi dispiace molto.
Spero continueranno a sviluppare almeno il BX1 , magari, anche nella versione modulo come hanno fatto per UBXa di cui sono arcicontento
filigroove 28-10-25 17.13
@ maxpiano69
puoi leggerne nel thread dedicato a Behringer QUI
Non ci credo sinceramente
Deckard 28-10-25 17.40
@ stesgarbi
Deckard ha scritto:
bisogna andare sui progetti originali e lasciar perdere i cloni (anche se il DM fa il verso al Juno sicuramente non è un clone)

Concordo.

Deckard ha scritto:
Col Neutron, ad esempio, mi sto trovando molto bene, suona bene e non mi ha dato mai problemi, tanto che sto pensando di affiancargli, in futuro, il suo successore Proton.

Da quello che ho sentito, il Neutron ha una bella "pacca"
E infatti ne parlano tutti molto bene .
Il Proton pare sia ancora meglio sotto certi profili.

Due synth che si discostano dall' "ossessione clonistica", a mio parere limitante (infatti sembra che Behringer stia abbandonando alcuni progetti che pure aveva annunciato già da qualche anno) i quali dimostrano che con un po' di inventiva e originalità si possono fare strumenti bensuonanti, con un loro carattere distinguibile.
Ciò, a mio personale avviso (IMHO) dimostra anche che clonare un originale vintage a basso costo alla fine si rivela un'impresa ardua, soprattutto se si tratta di "eccellenze" del passato (forse per questo Roland ha abbandonato l'analogico, ripiegando sui prodotti digitali "Boutique"). .

Mi trovo d'accordo con la tua disamina e si è vero, il Neutron è stata veramente una bella sorpresa, per quello che costa ti porti a casa un semi modulare di tutto rispetto con un suono abbastanza originale.
wildcat80 28-10-25 19.13
@ filigroove
Non ci credo sinceramente
Io invece inizierei a pensare che possa essere così: hanno dei grossi problemi con lo sviluppo dei firmware e troppa carne al fuoco.
Di molti progetti non si sa più nulla: Neptune 80 (Juno 60), JT 16 (Jupiter 8), STX (Synthex con architettura ibrida FPGA/VCF/VCA), PolyEight (PoliSix), DS80 (CS80), ARP Quadra, DMX, il BCR32 che sembrava già pronto con lo Zaquencer... Insomma è evidente che ci sia qualche difficoltà.
berlex65 28-10-25 21.06
Io qui l'UB-XA lo sento suonare proprio bene!
Ciao
wildcat80 29-10-25 07.41
Mah non è che si contesti il come suonano, perché ad esempio di tutti i Behringer che ho avuto (Model D, Deepmind, Pro800 e UB XA) l'unico che ha necessitato di un piccolo ritocco è sta il Pro800, giusto una punta di equalizzazione e suonava ok.
Quello che si contesta, per così direi, è altro: qualità costruttiva, rete di assistenza, sviluppo firmware ma soprattutto politiche di vendita: sono tutti strumenti con svalutazione esagerata se ci si basa sui prezzi di lancio, senza considerare il problema firmware.
Ad esempio io ho preso UB XA e aveva problemi enormi di gestibilità via MIDI, fortunatamente risolti da un aggiornamento rilasciato pochi giorni dopo l'acquisto. Chi lo aveva acquistato un anno prima? Lo ha pagato il 60% in più e se lo è tenuto un anno con quei problemi irrisolti, e non erano di poco conto, tipo che durante la programmazione andava in blocco e non potevi salvare nulla, non rispondeva. Bank Select e Program Change... Al prezzo di 1350 euro. Oggi lo paghi 879 e magari ha già il firmware aggiornato, o al massimo lo aggiorni in 1 minuto: non mi sembra così bello, no?
Deckard 29-10-25 07.49
@ wildcat80
Mah non è che si contesti il come suonano, perché ad esempio di tutti i Behringer che ho avuto (Model D, Deepmind, Pro800 e UB XA) l'unico che ha necessitato di un piccolo ritocco è sta il Pro800, giusto una punta di equalizzazione e suonava ok.
Quello che si contesta, per così direi, è altro: qualità costruttiva, rete di assistenza, sviluppo firmware ma soprattutto politiche di vendita: sono tutti strumenti con svalutazione esagerata se ci si basa sui prezzi di lancio, senza considerare il problema firmware.
Ad esempio io ho preso UB XA e aveva problemi enormi di gestibilità via MIDI, fortunatamente risolti da un aggiornamento rilasciato pochi giorni dopo l'acquisto. Chi lo aveva acquistato un anno prima? Lo ha pagato il 60% in più e se lo è tenuto un anno con quei problemi irrisolti, e non erano di poco conto, tipo che durante la programmazione andava in blocco e non potevi salvare nulla, non rispondeva. Bank Select e Program Change... Al prezzo di 1350 euro. Oggi lo paghi 879 e magari ha già il firmware aggiornato, o al massimo lo aggiorni in 1 minuto: non mi sembra così bello, no?
Al Deepmind avrei dato qualche chance in più sai Wild
wildcat80 29-10-25 09.27
@ Deckard
Al Deepmind avrei dato qualche chance in più sai Wild
Diciamo che è uno strumento che ha un senso in due casi: se necessiti di sound Roland anni 80, oppure se fai ambient.
Io non faccio ambient e di sound Roland ne ero circondato, quindi ho razionalizzato: Deepmind è molto settoriale, è un 106 (non un 60) modernizzato come possibilità di modulazioni, il secondo oscillatore è diciamo risibile come potenzialità.
Se però avesse avuto un audio in, allora sarebbe diventato estremamente interessante visto che il suo multieffetto Klarkteknik è spaziale.
Del Deepmind ricordo molto volentieri, oltre al multieffetto, la possibilità di avere il suono di un Juno 106 però espressivo.
Banalmente la possibilità di avere risposta a velocity, aftertouch e la matrice di modulazione rendevano veramente attuali quei suoni, belli per carità, ma privi di ogni nuances espressiva.
Il Deepmind li rende vivi, ecco, però non è nulla di unico ed insostituibile, un digitale ben fatto, attuale, può serenamente coprire quel range.
stesgarbi 29-10-25 09.51

Deckard ha scritto:
Al Deepmind avrei dato qualche chance in più sai Wild


In effetti avrei dovuto fare anch'io lo stesso.
Ho avuto il Deepmind 6 per qualche mese, ma la mia attenzione era concentrata su Iridium e Hydrasynth, per cui l'ho provato (e giudicato) in modo frettoloso e superficiale.
La prova che ho fatto domenica scorsa sulla versione 12 (grazie anche all'amico, che aveva imparato a conoscerlo a dovere) mi ha rivelato un synth dal suono potente, definito, capace di fare cose che con i Juno non ci si arriva.
Come dicevo, è importante il corretto utilizzo degli effetti..
Non vanno utilizzati per coprire certe "debolezze" (ad esempio negli oscillatori), magari "sbavando" con assurde overdosi di reverbero e delay, ma per rafforzare la potenza del suono..
Ad esempio per le linee di basso, acquista importanza l'utilizzo ben studiato e calibrato del compressore e del drive.
Buono anche l' Eq, in certi contesti utile (se usato con leggerezza) per dare una "spintarella" a determinate frequenze, senza necessariamente ricorrere al drive.
Anche la funzione PWM va utilizzata nel modo giusto, a seconda del tipo di suono.
E non bisogna esagerare con il chorus. Quello "mitico" dei juno è talmente Ok che lo inserisci e fa tutto da solo, mentre nel Deepmind hai un paio di buoni effetti (standard e dimension) che vanno messi e regolati nel modo giusto, dosandoli attentamente, altrimenti il suono si "impasta" e nel mix tende a "imbrodare" .
Altro errore che molti fanno è l'utilizzo eccessivo del noise. In certi contesti sonori può essere interessante, ma in generale trovo che sia meglio utilizzarlo un po' come una spezia orientale, da aggiungere con sapienza (e non sempre).

Insomma, "nudo e crudo" il deepmind 12.suona già piuttosto bene, anche se non ha quel "grip" tipico dei Juno (all'epoca apprezzavo molto il modo preciso, definito e potente degli oscillatori Roland).
Gli effetti, ben utilizzati, tuttavia sono davvero un "plus". Un po' come avere già all'interno del synth quelle possibili "catene" che aggiungeresti in studio registrando un synth vintage.
Una volta capito quando e come utilizzare gli effetti di base (Eq, Comp e Drive), poi ci sono altri effetti con cui si può giocare e sperimentare.
Il buono di questo strumento è che, programmato nel modo giusto, mantiene quella caratteristica tipica dell' analogico di posizionarsi bene in un mix.
Quanto a reverberi e delay, a mio parere sono utili più in live mentre in registrazione preferisco aggiungerli e regolarli in fase di mix (IMHO).

Il Deepmind è davvero un synth originale, nel senso che ha capacità sonore molto ampie e tutte sue, con il vantaggio che l'architettura sonica di questo strumento parte proprio dalla serie Juno, il chè consente di ricreare piuttosto bene anche quel tipo di suoni.
In questo senso, alla fine ho dovuto concordare con il mio amico sul fatto che, se si cerca una sonorità "rolandiana" analogica - esclusi quindi i vari "boutique" digitali - e non ci si vuole avventurare nel costoso (e rischioso) mondo del vintage, il Deepmind è un'alternativa più che valida. Forse l'unica al momento.

Basta solo accettare l'idea che Deepmind non è un Oberheim nè un Prophet.... ma in fondo neanche i Juno 6, 60 e 106 lo erano.

P.S.
Un FEROCE critica a Behringer comunque ci sta tutta.
Il Nuovo Deepmind (quello con la livrea Roland) viene descritto e pubblicizzato come "tecnicamente e componentisticamente identico in tutto e per tutto alla versione classica".... e allora, da cosa deriva tutta questa differenza di prezzo (sui 200 euro)? Dal costo della nuova vernice? emo emo
maxpiano69 29-10-25 10.44
Non solo la vernice, è che han dovuto smontare e riverniciare tutti i DM invenduti emo
simondrake 29-10-25 13.44
@ maxpiano69
Non solo la vernice, è che han dovuto smontare e riverniciare tutti i DM invenduti emo
Caspita mi hai messo la pulce nell'orecchio. Ho raschiato un po' della vernice del mio Moog Emerson Modular System Reissue e sotto c'era la scritta Behringer....
greg 29-10-25 14.40
@ berlex65
Io qui l'UB-XA lo sento suonare proprio bene!
Ciao
Certo che suona bene, ma soprattutto le 16 voci e la bitimbricità toglie ogni dubbio.
Consiglio la versione rack soprattutto se non si necessita di troppi interventi sul suono durante le performances
stesgarbi 29-10-25 15.32
@ greg
Certo che suona bene, ma soprattutto le 16 voci e la bitimbricità toglie ogni dubbio.
Consiglio la versione rack soprattutto se non si necessita di troppi interventi sul suono durante le performances
Anche in Questo video sembra ben suonante .
Anche Qui mi pare buono.

Non sarà un Oberheim, OK, ma mi pare che il carattere sonoro di questo Synth sia particolare, non facilmente replicabile da un VA.
greg 29-10-25 15.59
@ stesgarbi
Anche in Questo video sembra ben suonante .
Anche Qui mi pare buono.

Non sarà un Oberheim, OK, ma mi pare che il carattere sonoro di questo Synth sia particolare, non facilmente replicabile da un VA.
Un VA vive come da simbiotico.
Un filtro analogico per ora ancora ha una sua anima.
Grazie al suo essere hardware non potrà mai somigliare del tutto che a se stesso.
Suonando spesso con schede audio di origine diversa i VA non hanno vita propria indistinguibile.
Chi come me proviene dai magnifici inferi anni sessanta-settanta, quando riconoscevamo gli strumenti all'ascolto su un disco, apprezza sempre di più questo genere di strumenti.
Un pò si riesce a ricreare qualche atmosfera realmente musicale e non ingolfata di arpeggi meccanici, abuso di pads poco musicali, eccetera