Ciao a tutti.
Domenica scorsa sono stato invitato da un amico, che non vedevo da un po', a vedere la sua nuova "saletta".... una vera camera a GAS, piena di cosucce (tipo P10, OB-XA, Polybrute 12, UDO gemini...) ... roba da overdose di malox plus

.
Beh... sorvoliamo.
Con mia sorpresa, tra tutto quel ben di dio ho trovato anche due Behringer: un Deepmind 12 e un Wave.
Lui mi ha detto di averli acquistati perchè voleva un suono Roland senza andare sul vintage (per una questione di affidabilità) e perchè cercava proprio il suono Wave (scartando quindi il Waldorf M) ma non era sicuro di voler spendere la somma per un 3rd .
Di fronte alle mie forti perplessità sul Deepmind 12 (tempo fa ho avuto per qualche mese il fratello minore 6) lo abbiamo acceso e l'abbiamo smanettato, cercando i classici suoni che utilizzavo negli anni '80 e '90 .
Devo dire che, risentito nella versione 12, il Deepmind non è affatto male, anzi.
Nell'oscillatore puro la differenza con i synth blasonati c'è e si sente (soprattutto nelle basse), ma non è così abissale.
Nella versione 12, oltretutto, c'è anche la possibilità di "raddoppiare" il suono (con polifonia a 6 note) detunando le due "parti", Una caratteristica interessante perchè, pur non trattandosi di vera multitimbricità (due parti con suoni diversi) questo consente di utilizzare, ad esempio, due saw entrando in territorio JX
Vi è anche una funzione "pitch drift" che, utllizzata nel giusto modo, dà un bel colore al suono..
La Saw e la Square "pure" sono un pochino più "morbide" rispetto a quanto ricordavo dei Juno, nel senso che non hanno quel "graffio", specie nelle note basse, ma alla fine fanno il loro mestiere.
Buona anche la modulazione PWM e il chorus, che deve essere ben regolato e dosato, ma che si avvicina piuttosto bene al quel feeling tipicamente Roland.
Gli inviluppi del Deepmind mancano sempre di quello "Snap" che rese celebri certe linee di basso del Juno, ma il mio amico mi ha fatto scoprire il "trucco" di utilizzare un compressore presente negli effetti, regolato bene in attacco, che ha restituito ai bassi una bella "botta".
I filtri, invece, li avevo già trovati buoni all'epoca, apprezzando la possibilità di commutarli a 2 o 4 poli, con una bella risonanza che va parecchio più su di frequenza, rispetto ai Juno.
I suoni venivano fuori bene, definiti e con quel carattere che ci si aspetterebbe da un Roland analogico con DCO, in certi casi un pochino più "morbidi" (l'utilizzo leggero di un drive degli effetti, però, "compensava" abbastanza) ma convincenti.
E con lo "sdoppiamento detunato", la funzione pitc drift, il doppio LFO, la matrice di modulazione ed il secondo oscillatore variabile, ci si avventura in sonorità che con un Juno non si potevano ottenere.
Il mio amico mi ha fatto sentire anche alcuni suoi lavori, registrati con il Deepmind, ed il risultato è davvero notevole.
Devo dire che ho rivalutato il Deepmind.
In effetti, all'epoca avevo avuto in casa la versione 6, che avevo smanettato in modo superficiale, giungendo evidentemente ad una valutazione frettolosa.
Il segreto, da quanto ho capito, sta nel non abusare degli effetti (moltissimi presets ne sono troppo infarciti) che vanno utilizzati con criterio, anche con parsimonia e con i giusti dosaggi.
Certo.... poi metti le mani sul Prophet 10 .... ed è tutto un altro mondo, ma va considerato che lo stesso discorso, in fondo, valeva anche per i Juno (all'epoca considerati di fascia economica e oggi sull'usato a prezzi stratosferici) messi a confronto con la serie Jupiter