Differenze tra pianoforti campionati

  • giosanta
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19-09-21 23.19

Una domanda da ignorante.
Leggo che nelle opzioni di scelta del pianoforte di tanti strumenti digitali ci sono svariati piani acustici ma, a parte i verticali, poiche non mi risultano (ma potrei sbagliare) pianoforti a coda costruiti per il jazz piuttosto che per generi specifici, mi spiegate in cosa consiste la differenza? Gran coda, mezza coda ecc.? Altro? Grazie.
  • d_phatt
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19-09-21 23.33

@ giosanta
Una domanda da ignorante.
Leggo che nelle opzioni di scelta del pianoforte di tanti strumenti digitali ci sono svariati piani acustici ma, a parte i verticali, poiche non mi risultano (ma potrei sbagliare) pianoforti a coda costruiti per il jazz piuttosto che per generi specifici, mi spiegate in cosa consiste la differenza? Gran coda, mezza coda ecc.? Altro? Grazie.
Tu intendi tra i vari campionamenti disponibili in un singolo strumento? Tipo che ne so, i Nord con la loro immensa libreria?

In tal caso, penso che sia una questione di carattere timbrico del pianoforte, di scelte di microfonazione, e cose del genere.

Certo, sotto molti punti di vista basterebbe anche un solo campionamento estremamente ben fatto, ma se sotto c'è un cervello digitale, sfruttiamolo...

Se invece ho capito male, scusa.
  • giosanta
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19-09-21 23.36

Hai capito benissimo.
  • WTF_Bach
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19-09-21 23.39

Dico la mia.

Innanzitutto i piani a coda si differenziano per la lunghezza: quarto di coda, mezza coda, coda e grancoda (ma questi sono termini imprecisi, sarebbe meglio esprimere la lunghezza in centimetri).

Più un piano è lungo, più le corde sono lunghe e quindi più tese per poter smettere la stessa nota emessa da una corda più corta.

Più tensione uguale necessità di maggior forza necessaria per metterle in movimento, ergo meccaniche differenti.

Più lunghezza uguale più volume degli armonici bassi dovuto ad una cassa di risonanza più grande, e più volume e ricchezza di suono in generale.

Poi intervengono i materiali costruttivi, che rendono uno spettro armonico più o meno ricco di acuti, medi, bassi.

Poi le tecnologie costruttive (corde non percosse, aliquote, velocità dei martelletti, meccanica degli smorzatori etc) che influiscono pure queste sulla risonanza.

Poi la messa a punto: durezza o morbidezza dei martelli, intonazione ed accordatura generale.

Ecco come alcuni piani hanno delle caratteristiche che li rendono più o meno adatti ai diversi generi.

Poi parlando di piani digitali, entrano in gioco elementi come il numero di layers, la microfonazione, la qualità della registrazione, la processazione dei samples (fronte steep, riverbero, compressione), l’interazione tra la tastiera, il software della macchina ed i samples…ed altro ancora.

Comunque con lo Steinway & Sons si fa ogni cosa.
  • d_phatt
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19-09-21 23.43

@ giosanta
Hai capito benissimo.
Ok...allora provo ad aggiungere qualcosa in più. Bisogna considerare che lo stesso pianoforte può essere campionato in vari modi: coperchio aperto o semiaperto, punti di microfonazione diversi...nei vst, già cambiando la microfonazione si sta scegliendo un sampleset diverso dello stesso pianoforte...

Poi possiamo ripetere il discorso su pianoforti di marche diverse, di grandezze diverse, di età diverse, e così via...

Poi, ripeto: da un punto di vista "serio", potremmo dire: basta un solo suono che sia ottimo.
Tuttavia, penso che date le (probabilmente) irrecuperabili mancanze fisiche del digitale nei confronti dell'acustico, allora tanto vale sfruttare a fondo le potenzialità "magiche" del digitale...
  • giosanta
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19-09-21 23.45

WTF_Bach ha scritto:
...Comunque con lo Steinway & Sons si fa ogni cosa.

Non ne dubito e ti ringrazio, ma a questo punto una considerazione: un produttore che fabbrica anche acustici campiona solo i suoi?
  • d_phatt
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19-09-21 23.47

@ giosanta
WTF_Bach ha scritto:
...Comunque con lo Steinway & Sons si fa ogni cosa.

Non ne dubito e ti ringrazio, ma a questo punto una considerazione: un produttore che fabbrica anche acustici campiona solo i suoi?
Yamaha mi pare faccia così...e penso anche Kawai.
Altre ditte che fanno sia digitali che acustici non mi sovvengono.

Però se ricordo bene nel CP88 c'è un Bosendorfer...
  • WTF_Bach
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19-09-21 23.49

@ giosanta
WTF_Bach ha scritto:
...Comunque con lo Steinway & Sons si fa ogni cosa.

Non ne dubito e ti ringrazio, ma a questo punto una considerazione: un produttore che fabbrica anche acustici campiona solo i suoi?
Di solito sì, certamente Kawai e Yamaha lo fanno (Bosendorfer appartiene a Yamaha).

Poi rimane il mistero di quale sia il campione usato nel sistema ibrido Roland (supernatural o PureAcoustic): si mormora di uno Steinway, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
  • giosanta
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19-09-21 23.53

Quindi un produttore che non si occupi di acustici, in teoria, dovrebbe avere una scelta piu vasta?

20-09-21 00.01

WTF_Bach ha scritto:
Più un piano è lungo, più le corte sono lunghe


emo
...

  • WTF_Bach
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20-09-21 00.11

@ giosanta
Quindi un produttore che non si occupi di acustici, in teoria, dovrebbe avere una scelta piu vasta?
Korg, per esempio, sull’SV2 mette lo Steinway, lo Yamaha CFX, il Bosendorfer ed il Fazioli.

Ma, almeno dalle mie prove in cuffia, nessuno di questi mi è apparso eccezionale.

Lo Yamaha sul suo P515 (e sul CP88) mette il CFX ed il Bosendorfer (e mi pare anche un altro modello Yamaha), ma la resa nell’ottava che canta è vetrosa.

Kawai su suoi top di gamma mette lo Shigeru Kawai ed il Kawai EX, più altri modelli sempre Kawai, ed ha un’ottava che canta assai credibile: pulita, liquida, cristallina.

Non dipende tanto da che piano viene campionato, ma da come viene campionato.

Il Vst della VSL che campiona lo Steinway model D è virtualmente indistinguibile dall’originale… ma pesa decine di giga ed ha roba tipo 40 layers o più per nota.

Dimenticavo: conta anche il fatto che ogni nota sia campionata singolarmente (e non a gruppi di 4/5 poi stretchate), conta l’algoritmo che interpola i vari layers per non fare sentire lo “stacco” fra i samples, conta se dopo l’attacco il sample viene messo in loop o se ogni nota è campionata dall’inizio alla fine senza loops…

Conta la processazione del suono (riverberi, compressioni etc) che spesso a tutta prima rendono il suono più “simpatico” ma alla lunga stucchevole…

  • WTF_Bach
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20-09-21 00.12

@ igiardinidimarzo
WTF_Bach ha scritto:
Più un piano è lungo, più le corte sono lunghe


emo
...

emoemo
  • paolo_b3
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20-09-21 00.25

@ giosanta
Una domanda da ignorante.
Leggo che nelle opzioni di scelta del pianoforte di tanti strumenti digitali ci sono svariati piani acustici ma, a parte i verticali, poiche non mi risultano (ma potrei sbagliare) pianoforti a coda costruiti per il jazz piuttosto che per generi specifici, mi spiegate in cosa consiste la differenza? Gran coda, mezza coda ecc.? Altro? Grazie.
Inoltre penso che da ogni campionamento si possano produrre timbriche diverse intervenendo su equalizzazione, effetti ecc
  • d_phatt
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20-09-21 00.36

WTF_Bach ha scritto:
Poi rimane il mistero di quale sia il campione usato nel sistema ibrido Roland (supernatural o PureAcoustic): si mormora di uno Steinway, ma non ci metterei la mano sul fuoco.

Si vede che si sono impegnati per nasconderlo...

Si scherza emo
  • WTF_Bach
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20-09-21 00.36

@ d_phatt
WTF_Bach ha scritto:
Poi rimane il mistero di quale sia il campione usato nel sistema ibrido Roland (supernatural o PureAcoustic): si mormora di uno Steinway, ma non ci metterei la mano sul fuoco.

Si vede che si sono impegnati per nasconderlo...

Si scherza emo
E ci sono riusciti benissimo…emo
  • d_phatt
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20-09-21 00.41

@ WTF_Bach
E ci sono riusciti benissimo…emo
emoemoemo