05-05-20 16.54
Tornando in tema gas io credo di essere una vittima pluriennale, con periodi di latenza, fasi di cronicizzazione e aspre recrudescenze.
Adesso sono in una fase cronica benigna, nel senso che sto comprando e vendendo da vari mesi senza rimetterci nulla o veramente poche decine di euro.
I discorsi sono sempre gli stessi: chi più spende meno spende, gli strumenti vanno provati, attenzione alle mode.
Nella fattispecie sono stato vittima di 2 mode: quella delle performance keyboard e quella dell'analogico e virtual analog a basso costo.
Per la prima ho fatto solo 4 acquisti in 12 anni e va bene così, e non mi sono mai pentito di aver scelto questo genere di strumenti come portata principale.
Per la seconda invece mi è scappata la mano ma fortunatamente non ho mai fatto acquisti di peso, nel senso che non ho mai speso più di 350 euro a pezzo, e ho puntato sempre su strumenti con mercato buono, per non perderci in caso di eventuali rivendite da insoddisfazione.
Fortunatamente ci sono tanti strumenti nuovi e meno nuovi che costano poco e mantengono il valore perché sono richiesti.
Quello che però mi ha fregato è stato il test per acquisto in molto casi.
Mentre su una performance keyboard è molto semplice, secondo me, capire se è lo strumento giusto per le proprie esigenze, i sintetizzatori sono molto più ostico da valutare in un test da negozio.
La polifonia può sembrare sufficiente e poi magari non lo è.
Le sfumature timbriche possibili sono inesplorabili.
La praticità della programmazione si capisce subito, però possono venire fuori noie di cui ci si accorge dopo tempo.
Faccio 3 esempi pratici di casi di "sole" che ho preso.
Behringer Model D: fighissimo come suono, da dedicarci tempo comunque per capirlo, ma poco pratico per l'uso live. Troppo miniaturizzato, un conto è programmare un basso per registrare delle sequenze, un conto volerlo usare per dei soli o fraseggi con frequenti cambi di patch.
Minilogue: decisamente più gestibile, ma uno sfioramento accidentale del cutoff poteva fare disastri sonori, la tenuta dell'accordatura non era lontanamente vicina al dichiarato (ogni mezz'ora andava ricalibrato, 15 secondi di procedura, niente di tragico), il delay digitale era così fedele al modello analogico che era inutilizzabile dal fruscio.
Micron/Miniak: forse gli analogici più vintage in assoluto come potenza sonora. Tanti presets, ma anche lì, immediatezza zero. Non dico a programmare, ma a usare il programmato, troppi shortcut e pochi controlli.
Poi ci sono gli strumenti presi per togliersi uno sfizio che finiscono nel dimenticatoio, ma è un altro discorso.