Clementi Op no 36

  • anonimo

04-06-15 20.17

ciao,
da una settimana, accantonato momentaneamente Sophisticated Lady, sto studiando la Sonatina n° 1 Op 36 di Clementi suggeritami da Cyrano emo
Lo trovo un brano molto piacevole e quindi per il mio bagaglio di conoscenze stimolante e mi auguro che nel momento in cui riuscirò a dominarlo avrò imparato qualcosa.
Momentaneamente mi sto occupando della mano destra e sono alla misura 21 e mi chiedevo: meglio terminare e dominare tutto il pezzo solo mano destra e solo alla fine occuparsi della sinistra e quindi mettere insieme a mano a mano che si prosegue oppure, fare tutta la destra, poi tutta la sinistra ed infine tutto insieme?

Grazie come al solito
  • anonimo

04-06-15 20.28

meglio alternare dx e sn per non affaticare le mani

Puoi anche imparare da capo al segno di ritornello a mani separate, quando sei pronto mettere insieme, poi proseguire con la seconda parte del ritornello e così via

Inutile ripetere le parti che ti vengono, concentrati su quelle che trovi più difficili

Una volta al giorno suonala come se la suonassi in pubblico
Edited 4 Giu. 2015 18:29
  • anonimo

04-06-15 20.30

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  • anonimo

04-06-15 20.33

@ anonimo
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Vai di Clementi, avendo ascoltato la tua Autumn Leaves la n.1 op 39 è ampiamente alla tua portata e può darti qualche stimolo più del beyer
  • anonimo

04-06-15 21.08

@ anonimo
Vai di Clementi, avendo ascoltato la tua Autumn Leaves la n.1 op 39 è ampiamente alla tua portata e può darti qualche stimolo più del beyer
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  • anonimo

04-06-15 21.55

beh sulla lettura a prima vista si sono sprecati fiumi di inchiostro: lettura a blocchi, lettura "a macchia", leggere "avanti di qualche battuta"...


Ma la risposta é semplice: tu riesci a leggere una frase in italiano e contemporaneamente scriverla su una tastiera da computer? ovviamente la risposta é si...

Ecco, per la musica é uguale

emo
Edited 4 Giu. 2015 19:55
  • anonimo

04-06-15 22.19

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  • anonimo

04-06-15 22.58

Sono giunto alla conclusione che con un buon maestro non c'è bisogno di un "libro di esercizi tecnici"...il perchè è compesso, se volete ne discutiamo

I libri di esercizi servono in maniera un po' autoreferenziale ai conservatori per avere una certa uniformitá didattica...

Mio nonno, maestro di sci, una volta mi disse (era di Rieti): A regazzì, lu 99% perciento de chello che s'insegna a la scuola de ssci è na cazzata...tre cose servono: centralitá, peso su li stinchi e tanta senzibbilitá su la pianta de li piedi...
Edited 4 Giu. 2015 21:05
  • anonimo

04-06-15 23.35

Qui è suonata abbastanza bene, in maniera semplice, ben articolata e musicale
Edited 4 Giu. 2015 21:36
  • anonimo

04-06-15 23.40

Questa è la n.3 op.36, una delle mie preferite, "riarrangiata" a guisa di concerto per piano ed orchestra
Edited 4 Giu. 2015 21:40
  • anonimo

04-06-15 23.45

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  • anonimo

04-06-15 23.49

Dipende, dipende dalla psicologia del musicista, dai suoi specifici talenti, dal suo momento evolutivo...in genere, per me no, dopo un po' ho bisogno di "spegnere" un brano e passare ad altro, così mel frattempo il subcosciente lavora...
  • jacus78
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05-06-15 05.45

mark_c ha scritto:
ha senso lavorare solo su un unico brano sino a quando non lo si è finito senza lasciarsi depistare da altri?

assolutamente no.
se studi per 2-3 ore lo stesso brano, al tuo livello, corri il rischio di far stancare il cervello, forzarlo ad assimilare le medesime informazioni, e alla fine esso stesso si rifiuta di continuare, con continue distrazioni ed errori che magari qualche volta prima non facevi. i brani vanno maturati nel tempo inteso in giorni, non in 3 ore di un solo giorno. siamo uomini non macchine.
per questo motivo un programma didattico prevede più metodi e più autori da studiare. in modo che il cervello possa prendere diverse informazioni e avere il tempo (in tot giorni) di metabolizzarle. in questo modo se ti annoi suonare clementi, prendi un altro autore, o lo stesso autore ma un altro brano... studierai una cosa diversa, significa meno spazio alla noia, più informazioni recuperate e comunque mani sempre sul pianoforte che si allenano.
quando noti che in ogni caso ti distrai, significa che sei stanco, continuare equivale a perdere tempo... dormici su e riinizia domani.
  • jacus78
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05-06-15 05.45

@ anonimo
Dipende, dipende dalla psicologia del musicista, dai suoi specifici talenti, dal suo momento evolutivo...in genere, per me no, dopo un po' ho bisogno di "spegnere" un brano e passare ad altro, così mel frattempo il subcosciente lavora...
emo
  • jacus78
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05-06-15 06.14

Cyrano ha scritto:
Sono giunto alla conclusione che con un buon maestro non c'è bisogno di un "libro di esercizi tecnici"

esatto, proprio perchè se è un buon maestro, sa inventarsi indipendentemente dai libri, gli esercizi che ti aiutano a sciogliere le dita:
ad esempio hanon, dopo averlo fatto sui testi bianchi lo rifeci sui neri, poi me lo fecero riprendere con accenti diversi su ogni quartina di sedicesimi, ad esempio, nella prima quartina accentare la seconda nota, nella seconda quartina la terza nota, nella battuta successiva, prima quartina la quarta nota e poi si riiniziava il giro.
poi ancora mentre una mano accentava la seconda nota ad esempio, l'altra accentava la terza ecc ecc....
in 1 libro praticamente ho sviluppato articolazione, morbidezza, accenti, conoscenza dei tasti neri tanto quanto quelli bianchi, uguaglianza tra le dita....1 solo libro, 35 esercizi ognuno dei quali studiato in 4-5 modi diversi.

l'unica cosa che non ho approfondito durante il conservatorio è stata la poliritmia, gli studi classici nella maggior parte dei casi non la contempla.....della quale polirtmia ne ho capito l'importanza solo qualche anno fa, molto dopo essermi diplomato, e mi ci sono applicato, ma ovviamente il risultato non è uguale a quando le cose si studiano da ragazzi.
infatti mi sto adoperando con un paio dei miei ragazzi a far studiare il brano "logico" di cesare cremonini, se sentite l'intro la mano sinistra fa una cosa e la destra un'altra. non è poliritmia, ma comunque è una base di partenza per poter arrivare a suonare 2 cose diverse. e non gli viene per niente facile, e sono sicuro che anche voi la dovreste provare qualche volta per poter incastrare i valori di destra e sinistra nel giusto tempoemo

tanto per....
intro logico
  • anonimo

05-06-15 10.44

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  • anonimo

05-06-15 10.59

@ jacus78
Cyrano ha scritto:
Sono giunto alla conclusione che con un buon maestro non c'è bisogno di un "libro di esercizi tecnici"

esatto, proprio perchè se è un buon maestro, sa inventarsi indipendentemente dai libri, gli esercizi che ti aiutano a sciogliere le dita:
ad esempio hanon, dopo averlo fatto sui testi bianchi lo rifeci sui neri, poi me lo fecero riprendere con accenti diversi su ogni quartina di sedicesimi, ad esempio, nella prima quartina accentare la seconda nota, nella seconda quartina la terza nota, nella battuta successiva, prima quartina la quarta nota e poi si riiniziava il giro.
poi ancora mentre una mano accentava la seconda nota ad esempio, l'altra accentava la terza ecc ecc....
in 1 libro praticamente ho sviluppato articolazione, morbidezza, accenti, conoscenza dei tasti neri tanto quanto quelli bianchi, uguaglianza tra le dita....1 solo libro, 35 esercizi ognuno dei quali studiato in 4-5 modi diversi.

l'unica cosa che non ho approfondito durante il conservatorio è stata la poliritmia, gli studi classici nella maggior parte dei casi non la contempla.....della quale polirtmia ne ho capito l'importanza solo qualche anno fa, molto dopo essermi diplomato, e mi ci sono applicato, ma ovviamente il risultato non è uguale a quando le cose si studiano da ragazzi.
infatti mi sto adoperando con un paio dei miei ragazzi a far studiare il brano "logico" di cesare cremonini, se sentite l'intro la mano sinistra fa una cosa e la destra un'altra. non è poliritmia, ma comunque è una base di partenza per poter arrivare a suonare 2 cose diverse. e non gli viene per niente facile, e sono sicuro che anche voi la dovreste provare qualche volta per poter incastrare i valori di destra e sinistra nel giusto tempoemo

tanto per....
intro logico
Sulla poliritmia hai provato a fare studiare ai tuoi allievi qualche montuño alla mano destra con un bel tumbao di minime alla sinistra? É un esercizio che nella sua relativa difficoltà é gradevole e dona energia emo
  • anonimo

05-06-15 16.06

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  • vin_roma
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  • Thanks: 1139  

05-06-15 16.49

@ anonimo
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Pensa di meno e suona di più.

Se ad un bambino di due anni gli si parla una volta in italiano ed una volta in inglese a quattro anni parlerà due lingue con lo stesso livello.
Se si impara prima la chiave di Sol e poi quella di Fa si fa più fatica con la seconda.

Ancora non hai capito che più pensi e più imbrogli i concetti?

Un metodo per imparare contemporaneamente le due chiavi è col Pozzoli solfeggi vol. 1.
Questo non usa chiavi, parte dal Do centrale e impone una lettura a livelli: dal Do centrale parte e copre, con vari spostamenti, 3/4 note sopra (in chiave di Sol), 3/4 note sotto (in chiave di Fa), poi continua aumentando l' estensione: 6/7 note sopra
, 6/7 note sotto... in capo ad una decina di pagine otterrai una buona confidenza con i tagli addizionali e in totale 5 ottave di estensione. Ma...

Ma perché pensi che ci possano essere scorciatoie? Perdi solo tempo! Non esistono!
Se qualcuno di noi sa leggere è perché si è fatto il culo...! E posso anche dire che a differenza di altri studi in altri ambiti dove anche a pappagallo qualcosa la tiri fuori, con la musica serve predisposizione fatta non solo di musicalità ma anche di controllo psicofisico.
Un musicista può essere che, come tanti, una laurea in ingegneria la tiri fuori... un ingegnere è molto poco probabile che riesca a prendersi un diploma al conservatorio.

Sai cosa diceva un mio insegnante di armonia, Mons. Domenico Bartolucci dir. Perpetuo della Cappella Sistina nonché luminare della polifonia? diceva: "la musica la deve studiare chi la sa..."

Non te la devi prendere, ma sati affrontando la cosa in maniera sbagliata.

Per te che pretendi ci vuole un insegnante serio, capace ed aperto... e tu devi farti solfeggio come si deve, anche se solo per un anno, poi tecnica e armonia come si deve, anche se solo per un periodo iniziale.
Dopo un annetto si può cominciare a parlare di standard e stili e anche così facendo starai lontano dalla "normalità", per quella servirà tempo e maturazione che non ha il principio di quantità ma di tempo.
  • anonimo

05-06-15 17.36

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