Scale modali

  • anonimo

29-01-17 18.36

credo sia arrivato il momento di chiedere lumi su come si usano le scale modali nell'improvvisazione e quali accordi a supporto

grazie 1000
  • anonimo

30-01-17 12.50

In primis direi che le scale in relazione all'improvvisazione andrebbero dimenticate per un bel po'...

L'improvvisazione si basa principalmente su due concetti:

1) la costruzione di incisi melodici e la loro ripetizione/variazione/sviluppo

2) l'uso di tensione/risoluzione rispetto all'accordo sottostante

Se ne deduce che quello che va padroneggiato é la conoscenza degli accordi e la loro relazione con il centro tonale (ed eventuali modulazioni transitorie)...a quel punto di scala ne basta una, ovvero la scala del centro tonale che in quel momento é vigente

Poi, si cominciano a vedere due altre scale particolari: la scala bebop e la scala diminuita ed il loro impiego specifico

I modi saranno da usarsi solo quando si vuol dare un sapore prettamente "non tonale" alla propria improvvisazione, ma ciò presume l'uso di brani costruiti appunto in maniera modale: pochi accordi tenuti per più misure, assenza o quasi di movimenti cadenzanti, movimenti paralleli etcetera...a quel punto si stabilisce una relazione tra l'accordo sottostante ed un modo (Dmin7=D dorico) e si improvvisano incisi melodici basati sulle note del modo in questione (senza privilegiare le note dell'accordo e sopratutto senza far "correre" la scala in su e in giù senza criterio)...però bisogna saper creare incisi musicali interessanti e padroneggiare il concetto di "ripetizione e variazione"

Ergo sconsiglio vivamente di addentrarsi nel mondo dei modi se prima non si padroneggia in maniera eccellente l'improvvisazione tonale: i metodi d'improvvisazione basati sulle scale hanno già fatto troppi danniemo
  • anonimo

30-01-17 13.07

Ma proprio volendo, comincia così:

1) prendi una scala maggiore; usando sempre le stesse note, ma iniziando dai diversi gradi, avrai i seguenti modi
- I = ionico
- II = dorico
- III = frigio
- IV = lidio
- V = misolidio
- VI = eolio
- VII = locrio

2) a questo punto devi inespertirti a saper suonare ogni modo a partire da ognuna delle 12 note: ad esempio saper suonare un locrio a partire da E (sarà la scala di F a partire da E)

3) devi poi considerare che ogni modo sarà associabile ad un certo tipo di accordo
- sull'accordo maj7 uso lo ionico o il lidio
- sull'accordo min7 uso il dorico, ma anche il frigio o l'eolio...molto dipende dalla funzione di questo min7, se é un II grado oppure no
- sull'accordo di 7 uso il misolidio

Per ottenere un sound "modale", prova a fare così: il Dmin7 lo fai con un voicing per quarte (per esempio D G C) così eviti che la costruzione per terze dia un sound tonale...suoni per qualche misura degli incisi melodici che trai dalle note del modo D dorico, ripetendo lo stesso inciso o variandolo (iniziare l'inciso dal D, poi dall'E, poi dall'F...suonarlo all'incontrario...raddoppiato...con qualche cromatismo aggiunto) poi ti sposti mezzo tono sopra su Ebmin7 e rifai il medesimo ragionamento
  • anonimo

30-01-17 13.32

@ anonimo
Ma proprio volendo, comincia così:

1) prendi una scala maggiore; usando sempre le stesse note, ma iniziando dai diversi gradi, avrai i seguenti modi
- I = ionico
- II = dorico
- III = frigio
- IV = lidio
- V = misolidio
- VI = eolio
- VII = locrio

2) a questo punto devi inespertirti a saper suonare ogni modo a partire da ognuna delle 12 note: ad esempio saper suonare un locrio a partire da E (sarà la scala di F a partire da E)

3) devi poi considerare che ogni modo sarà associabile ad un certo tipo di accordo
- sull'accordo maj7 uso lo ionico o il lidio
- sull'accordo min7 uso il dorico, ma anche il frigio o l'eolio...molto dipende dalla funzione di questo min7, se é un II grado oppure no
- sull'accordo di 7 uso il misolidio

Per ottenere un sound "modale", prova a fare così: il Dmin7 lo fai con un voicing per quarte (per esempio D G C) così eviti che la costruzione per terze dia un sound tonale...suoni per qualche misura degli incisi melodici che trai dalle note del modo D dorico, ripetendo lo stesso inciso o variandolo (iniziare l'inciso dal D, poi dall'E, poi dall'F...suonarlo all'incontrario...raddoppiato...con qualche cromatismo aggiunto) poi ti sposti mezzo tono sopra su Ebmin7 e rifai il medesimo ragionamento
ciao Cyrano,
quando dici "così eviti che la costruzione per terze dia un sound tonale" cosa intendi?
  • anonimo

30-01-17 14.08

@ anonimo
In primis direi che le scale in relazione all'improvvisazione andrebbero dimenticate per un bel po'...

L'improvvisazione si basa principalmente su due concetti:

1) la costruzione di incisi melodici e la loro ripetizione/variazione/sviluppo

2) l'uso di tensione/risoluzione rispetto all'accordo sottostante

Se ne deduce che quello che va padroneggiato é la conoscenza degli accordi e la loro relazione con il centro tonale (ed eventuali modulazioni transitorie)...a quel punto di scala ne basta una, ovvero la scala del centro tonale che in quel momento é vigente

Poi, si cominciano a vedere due altre scale particolari: la scala bebop e la scala diminuita ed il loro impiego specifico

I modi saranno da usarsi solo quando si vuol dare un sapore prettamente "non tonale" alla propria improvvisazione, ma ciò presume l'uso di brani costruiti appunto in maniera modale: pochi accordi tenuti per più misure, assenza o quasi di movimenti cadenzanti, movimenti paralleli etcetera...a quel punto si stabilisce una relazione tra l'accordo sottostante ed un modo (Dmin7=D dorico) e si improvvisano incisi melodici basati sulle note del modo in questione (senza privilegiare le note dell'accordo e sopratutto senza far "correre" la scala in su e in giù senza criterio)...però bisogna saper creare incisi musicali interessanti e padroneggiare il concetto di "ripetizione e variazione"

Ergo sconsiglio vivamente di addentrarsi nel mondo dei modi se prima non si padroneggia in maniera eccellente l'improvvisazione tonale: i metodi d'improvvisazione basati sulle scale hanno già fatto troppi danniemo
"Se ne deduce che quello che va padroneggiato é la conoscenza degli accordi e la loro relazione con il centro tonale"

se intendi nozioni del tipo: l'accordo di settima di dominante si risolve sulla tonica, qualcosa l'ho capita; un po' meno ho capito come potrebbero essere risolti altri tipi di accordo ad esempio, quelli di sesta, undicesima, o di nona, o quelli diminuiti etc... Alcuni accordi, tipo quelli diminuiti, leggevo che possono essere risolti in maniera differente, quelli di settima di dominante li si può o risolvere sulla tonica o tenerli sempre in tensione come nel Blues e non risolverli mai.

Tornando alle scale modali ed avendo visto pochi esempi, pensavo che analizzate ad esempio le 7 scale come da te elencate ed individuati gli accordi generati da tali scale, fosse possibile saltare da una scala all'altra dove gli accordi sono comuni esempio:
DO RE MI FA SOL LA SI IONICO
DO RE MI FA# SOL LA SI LIDIO

posso tenere il DoMaj7 e suonare senza fare danni il modo ionico ed il lidio almeno, il meccanismo che ho capito è questo.
  • anonimo

30-01-17 17.11

1) per poter improvvisare tonalmente bisogna innanzitutto capire la funzione.di ogni accordo in relazione al centro tonale, poi capire le cosiddette "modulazioni transitorie" che in realtà non sono altro che sottolineature di una delle regioni armoniche della tonalità (esempio: se in C maggiore troviamo D7, non ci stupiremo ma lo vedremo come una dominante secondaria che ci conduce nella regione della dominante, ovvero dato che siamo in C il D7 ci suggerisce il G) ed infine dobbiamo imparare ad improvvisare intorno alle note di ogni accordo (dimentica me scale, pensa agli accordi!) usando le note che non fanno parte dell'accordo (siano esse parte della scala relativa al centro tonale, siano esse esterne - cromatiche) come fonte di tensione da risolvere sulla nota dell'accordo.

Ovvero: su Dmin7 le note "risoluzione" saranno D, F e C (talvolta pure C), le note "tensione" diatoniche saranno E, G e B (talvolta C) e quelle "tensione" cromatiche saranno D#, F#, G#, A# e C#

La frase sarà quindi un equilibrato svolgersi di tensioni e risoluzioni, secondo un architettura ben precisa di inizio della frase, svolgimento della frase e conclusione della frase (tenendo conto che una frase può spaziare su più accordi, e quindi bisogna saper fluire da un'armonia all'altra anche con anticipazioni, ritardi etcetera)

2) certamente su un Cmaj7 posso usare sia C ionico che C lidio, ma l'interesse non sta in questo...l'interesse sta nel creare incisi melodici tratti dal pool di note del modo e variarli, ripeterli, alternarli, muoverli un semitono sopra, sotto, per terze minori...usare sovrastrutture tipo le pentatoniche e "mulinarle" tempestosamente sopra un accordo statico...
  • anonimo

30-01-17 18.25

tutto estremamente utile ed interessante Maestro emo
  • filigroove
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30-01-17 19.53

@ anonimo
tutto estremamente utile ed interessante Maestro emo
Porca vacca, ultimamente noto che un sacco di "maestri" parlano agli allievi di scale modali molto prematuramente, secondo me, creando solo confusione. Ammiro gli sforzi di Cyrano, ma soprattutto condivido il primo post, tutto il resto è decisamente corretto ma è impossibile da apprendere senza esempi pratici.
Il mio invito è a concentrarsi prima sulla musica tonale e sul blues, ma tanto, poi...
  • anonimo

30-01-17 19.57

@ filigroove
Porca vacca, ultimamente noto che un sacco di "maestri" parlano agli allievi di scale modali molto prematuramente, secondo me, creando solo confusione. Ammiro gli sforzi di Cyrano, ma soprattutto condivido il primo post, tutto il resto è decisamente corretto ma è impossibile da apprendere senza esempi pratici.
Il mio invito è a concentrarsi prima sulla musica tonale e sul blues, ma tanto, poi...
Bravissimo! Parole sante
  • anonimo

30-01-17 19.59

@ anonimo
ciao Cyrano,
quando dici "così eviti che la costruzione per terze dia un sound tonale" cosa intendi?
se costruisco l'accordo alla sinistra per terze (tipo C E G B, ma anche con una classica inversion) il tutto suonerà irrimediabilmente "tonale"

se voglio un sound modale, devo usare le quarte, i clusters etcetera
  • anonimo

30-01-17 20.02

che poi metà dell'improvvisazione modale consiste nello sforzarsi di evitare il sound tonaleemo
  • anonimo

30-01-17 20.05

@ filigroove
Porca vacca, ultimamente noto che un sacco di "maestri" parlano agli allievi di scale modali molto prematuramente, secondo me, creando solo confusione. Ammiro gli sforzi di Cyrano, ma soprattutto condivido il primo post, tutto il resto è decisamente corretto ma è impossibile da apprendere senza esempi pratici.
Il mio invito è a concentrarsi prima sulla musica tonale e sul blues, ma tanto, poi...
ciao,
se me ne paralvano 2 anni fa non ci avrei capito quasi un tubo anzi, proprio nulla ma ora, anche grazie a questo nuovo argomento per me ed ovviamente a Cyrano, sono riuscito, "forse", a capire altre cose anche se, il tema delle scale modali rimane e rimarrà aperto per un bel pezzo.

Quello che mi ha permesso di capire è che è possibile percorrere un viaggio tra accordi e scale se e solo se si conosce come costruire i percorsi tra loro, il Tino Carugati (Marco Strada) dice che se in un brano vi sono molti accordi, il brano si arricchisce e diventa meno noioso. Solo oggi mi spiego perchè certi brani come ad esempio "Almeno tu nell'universo" mi piacevano, perchè sono ricchi di accordi che si muovono in diverse direzioni. E poi questo fatto delle scale modali mi ha aperto un ulteriore mondo che è quello di capire come diamine funzionano tutti questi accordi che si possono collegare tra di loro, sinceramente non so perchè le scale modali mi hanno acceso tutte queste lampadine ma sono contento che sia così :)

Comunque, non ho ancora trovato un libro che spieghi al popolo un argomento così interessante come quello della creazione di percorsi tra i vari accordi che di sicuro in gerco musciale ha un nome quanto sto dicendo.

Scusate gli errori ma ho scritto di getto
  • anonimo

30-01-17 20.09

@ anonimo
che poi metà dell'improvvisazione modale consiste nello sforzarsi di evitare il sound tonaleemo
Cyrano, comunque il mio interesse è generico, uso anche questo argomento per capire altre cose. Mi viene quasi da dire che posso inventarmi una scala di sana pianta, armonizzarla e crearci dei brani; tutto questo dopo aver scoperto le scale modali :D
  • anonimo

30-01-17 20.12

@ anonimo
Cyrano, comunque il mio interesse è generico, uso anche questo argomento per capire altre cose. Mi viene quasi da dire che posso inventarmi una scala di sana pianta, armonizzarla e crearci dei brani; tutto questo dopo aver scoperto le scale modali :D
ti rivelo un segreto: le scale non esistono :-)

Quelle che chiamiamo scale sono null'altro che la riorganizzazione lineare della serie degli armonici

Una volta compreso questo, si comprendono tante cose, per esempio perché sulla tonica si può mettere l'accordo di settima...
  • anonimo

30-01-17 20.23

@ anonimo
ti rivelo un segreto: le scale non esistono :-)

Quelle che chiamiamo scale sono null'altro che la riorganizzazione lineare della serie degli armonici

Una volta compreso questo, si comprendono tante cose, per esempio perché sulla tonica si può mettere l'accordo di settima...
ho sempre pensato che fossero insiemi di intervalli ai quali è stato associato un nome per distinguerle :-)

Però come si creano i percorsi tra loro è non banale: esiste un libro in questo senso oppure ci sono anche qui alcuni trucchi?
  • anonimo

30-01-17 20.30

@ anonimo
ho sempre pensato che fossero insiemi di intervalli ai quali è stato associato un nome per distinguerle :-)

Però come si creano i percorsi tra loro è non banale: esiste un libro in questo senso oppure ci sono anche qui alcuni trucchi?
In che senso "i percorsi"? :-)
  • anonimo

30-01-17 20.34

@ anonimo
In che senso "i percorsi"? :-)
perdona il mio lessico da principiante :D
Credo si chiamino progressioni nell'ambiente musicale, anche se non ne sono certissimo. Quello che io trovo interessante è ad esempio, sto facendo un accordo di CMaj7, quali sono i possibili accordi dove posso "atterrare"? In questo caso sulla tonica, F, ma da qui dove posso andare?
Ecco quello che intendo io per percorsi.
  • anonimo

30-01-17 21.24

@ anonimo
perdona il mio lessico da principiante :D
Credo si chiamino progressioni nell'ambiente musicale, anche se non ne sono certissimo. Quello che io trovo interessante è ad esempio, sto facendo un accordo di CMaj7, quali sono i possibili accordi dove posso "atterrare"? In questo caso sulla tonica, F, ma da qui dove posso andare?
Ecco quello che intendo io per percorsi.
Beh in linea di massima gli accordi li trovi già scritti...quello che devi fare é sapere cosa suonare su ogni accordo e saper transitare da un accordo all'altro con fluidità

se invece vogliamo vedere la teoria che sta alla base della concatenazione armonica, il discorso si fa enorme...
  • anonimo

30-01-17 21.29

@ anonimo
Beh in linea di massima gli accordi li trovi già scritti...quello che devi fare é sapere cosa suonare su ogni accordo e saper transitare da un accordo all'altro con fluidità

se invece vogliamo vedere la teoria che sta alla base della concatenazione armonica, il discorso si fa enorme...
Il movimento più comune é la quinta discendente (o quarta ascendente), ovvero da G a C...o anche D -> G -> C...esempio Dmin7 G7 Cmaj7

Ma anche il movimento per gradi ascendenti: Cmaj7 Dmin7 Emin7

Il cambio di modo: Cmaj7 C7 seguito magari da Fmaj7 (quarta ascendente) Fmin7

In realtà prima si dovrebbero scrivere le melodie e poi armonizzarle :-)
  • anonimo

30-01-17 21.56

@ anonimo
Beh in linea di massima gli accordi li trovi già scritti...quello che devi fare é sapere cosa suonare su ogni accordo e saper transitare da un accordo all'altro con fluidità

se invece vogliamo vedere la teoria che sta alla base della concatenazione armonica, il discorso si fa enorme...
Ti faccio un esempio: sto suonando Ancora di De Crescenzo e tra un accordo e l'altro voglio inserirne altri come abbellimenti, non credo che per collegare ad esempio G e E7 e poi Am devo provare tutte le combinazioni, ci saranno delle regole giusto?