01-03-18 16.28
@ Petra
Le “ sonore” contraddizioni
La maggior parte delle attuali canzoni è caratterizzata dal forte audio, riservato ad accentuare il ritmo mediate batterie, tamburi, rullanti, piatti ecc. magistralmente distribuiti in sequenza e anche in ammasso, rendendo un gran “fracasso”, tanto da assorbire i suoni degli accordi prodotti dagli strumenti come il pianoforte.
A che serve produrre accordi più o meno sofisticati, se poi non sono udibili per l’eccesso del “rumore” delle “batterie”?
In “Supporti Musicali” si può ritenere che le conoscenze, o convenzioni musicali siano intese da ognuno in modo diverso: si spazia dallo strimpellatore all’erudito musicista. Pare che comunque abbondino i musicisti professionisti: buona cosa per l’accredito prestigioso a questo Blog. Lo desumo dalla trattazione dei vari argomenti, in particolare delle norme o regole inerenti la materia musicale.
Prendendo in esame, ad esempio, il “concerto strumentale, vocale, musicale” dell’ultimo Festival di San Remo, in particolare i momenti del chiasso dell’ammasso delle batterie. A che serve l’accompagnamento del pianoforte dal momento che lo si può solamente “vedere” suonare mediante lo scorrere delle dita sulla tastiera, ma non “udire” il suo suono? Stessa cosa si verifica quando l’eccessivo “forte” del canto, da identificarsi come “grido”, neutralizza il suono dell’intera orchestra!
Conclusione: pare sia una contraddizione l’affannarsi a sapere tante regole per ottenere un risultato non conforme alle “convenzioni” preposte.
Non ti piace la batteria, abbiamo capito. Allora non usarla, non sei obbligato a doverla mettere ovunque.
Proponici qualcosa di moderno e accattivante con flicorno, cetra, fortepiano, ocarina e campane tibetane, che saremmo ben lieti di ascoltare!
Sempre aperto a nuove sonorità! Quello che rende fresco l’ascolto oggi è la contaminazione, prendi qua, prendi là, mischia e senti cosa salta fuori.
Prendi Stewart Copeland: batterie punk-raggae!