Nanetto organistico

  • ahivela
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07-11-19 18.57

Devo suonare ad un rito nuziale in chiesa, io e una cantante. Chiesetta sperduta, in uno sperduto paesino dell'appennino dauno. Mi dicono che trovero' in loco un organo del '600, antico, antichissimo, ma perfettamente funzionante.
Bene, arriviamo a destinazione, troviamo la chiesetta. L'organo e' sopra una specie di alta loggia di legno, piuttosto d'epoca (suppongo e temo).
La scala per arrivarci, quasi verticale, e' una roba a pioli vecchi, malfermi, e rattoppati, in una specie di cavedio alto, buio, stretto e angusto. Andiamo bene...
Comunque riusciamo a salire, l'impalcato e' un po' traballante ma tutto sommato spazioso. Un rassicurante odore di vecchio, muffa e polvere.
Ed eccolo la', il nostro organo: un armadione celeste e oro, zeppo di canne. Bello.
La tastiera... la tastiera... dov'e'? Ah eccola, minuscola in legno: tre ottave e mezzo, da Mi a Do. Niente pedaliera (che comunque non avrei saputo usare...)
Va be' ci adatteremo, intanto gia' immaginavo che uno strumento di quell'epoca sarebbe stato intonato mezzo tono sotto, e gia' la cantante mugugnava per questo...
Dopo qualche minuto di perlustrazione, finalmente riesco a trovare quello che sembra un interruttore generale, accendo e provo qualche nota. Ottimo, sembra funzionare. Spippolo un po' con i pomelli dei registri. Bello.
Accenno la marcia di Mendelssohn e... dopo qualche battuta qualcosa non mi torna. Riprovo, idem.
Allora provo i tasti, uno per uno e... stupore... il primo tasto, il Mi, in realta' e' un Do, il Fa e' un Fa, il Fa# e' invece un Re...
Che manicomio... prima che cominci a salire l'ansia, spippolo tra i registri pensando a qualche strano difetto, chissa'. Niente: la prima parte di tastiera ha le note spostate "a casaccio".
E mo' come si fa? Riprovo con calma, uno per uno, tutti i tasti e scopro che posso usare solo tre ottave. Dovro' rimappare mentalmente tutte le note, riadattare tutta la mia gia' scarsa tecnica a quelle misere tre ottave.
Ma non c'e' tempo per troppe considerazioni, gli sposi stanno arrivando e... bisogna suonare. E vai... alla meno peggio, tra salti e intrecci improbabili, riusciamo a portare comunque a termine il rito, la marcia, Mozart, Gounod, Handel, Franck (porelli...), in modo tutto sommato decoroso, ma il sudore per lo stress mi era arrivato fino alle ossa.
Qualche giorno dopo, ho una serata, di tutt'altro genere, dove suono con un organista, stavolta vero e preparato, e gli racconto l'incidente.
Lui scoppia in una risata e mi dice "Ma quella e' l'ottava scavezza!" La cheee? E lui mi spiega con dovizia questa faccenda, in uso anticamente sui primi organi, della prima ottava accorciata e con le note rimescolate, per risparmiare sulle canne, pare...
Ebbene si', l'ottava scavezza incombe, signori, sappiatelo, se vi approcciate a qualche strumento antico.
Io non lo sapevo, pensavo semplicemente ad uno strumento guasto. Non si finisce mai di impararare... emo
  • anonimo

07-11-19 19.16

interessante
  • mima85
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07-11-19 19.34

Ommamma che bordello... Non sapevo di questa peculiarità di certi organi a canne. Non si finisce mai di imparare.

Grazie (e thanks) per il tuo racconto emo
  • berlex65
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07-11-19 20.34

@ ahivela
Devo suonare ad un rito nuziale in chiesa, io e una cantante. Chiesetta sperduta, in uno sperduto paesino dell'appennino dauno. Mi dicono che trovero' in loco un organo del '600, antico, antichissimo, ma perfettamente funzionante.
Bene, arriviamo a destinazione, troviamo la chiesetta. L'organo e' sopra una specie di alta loggia di legno, piuttosto d'epoca (suppongo e temo).
La scala per arrivarci, quasi verticale, e' una roba a pioli vecchi, malfermi, e rattoppati, in una specie di cavedio alto, buio, stretto e angusto. Andiamo bene...
Comunque riusciamo a salire, l'impalcato e' un po' traballante ma tutto sommato spazioso. Un rassicurante odore di vecchio, muffa e polvere.
Ed eccolo la', il nostro organo: un armadione celeste e oro, zeppo di canne. Bello.
La tastiera... la tastiera... dov'e'? Ah eccola, minuscola in legno: tre ottave e mezzo, da Mi a Do. Niente pedaliera (che comunque non avrei saputo usare...)
Va be' ci adatteremo, intanto gia' immaginavo che uno strumento di quell'epoca sarebbe stato intonato mezzo tono sotto, e gia' la cantante mugugnava per questo...
Dopo qualche minuto di perlustrazione, finalmente riesco a trovare quello che sembra un interruttore generale, accendo e provo qualche nota. Ottimo, sembra funzionare. Spippolo un po' con i pomelli dei registri. Bello.
Accenno la marcia di Mendelssohn e... dopo qualche battuta qualcosa non mi torna. Riprovo, idem.
Allora provo i tasti, uno per uno e... stupore... il primo tasto, il Mi, in realta' e' un Do, il Fa e' un Fa, il Fa# e' invece un Re...
Che manicomio... prima che cominci a salire l'ansia, spippolo tra i registri pensando a qualche strano difetto, chissa'. Niente: la prima parte di tastiera ha le note spostate "a casaccio".
E mo' come si fa? Riprovo con calma, uno per uno, tutti i tasti e scopro che posso usare solo tre ottave. Dovro' rimappare mentalmente tutte le note, riadattare tutta la mia gia' scarsa tecnica a quelle misere tre ottave.
Ma non c'e' tempo per troppe considerazioni, gli sposi stanno arrivando e... bisogna suonare. E vai... alla meno peggio, tra salti e intrecci improbabili, riusciamo a portare comunque a termine il rito, la marcia, Mozart, Gounod, Handel, Franck (porelli...), in modo tutto sommato decoroso, ma il sudore per lo stress mi era arrivato fino alle ossa.
Qualche giorno dopo, ho una serata, di tutt'altro genere, dove suono con un organista, stavolta vero e preparato, e gli racconto l'incidente.
Lui scoppia in una risata e mi dice "Ma quella e' l'ottava scavezza!" La cheee? E lui mi spiega con dovizia questa faccenda, in uso anticamente sui primi organi, della prima ottava accorciata e con le note rimescolate, per risparmiare sulle canne, pare...
Ebbene si', l'ottava scavezza incombe, signori, sappiatelo, se vi approcciate a qualche strumento antico.
Io non lo sapevo, pensavo semplicemente ad uno strumento guasto. Non si finisce mai di impararare... emo
Beh qui in Toscana mi è capitato diverse volte di suonare su organi a canne con l'ottava corta....!! Per non parlare di canne attive con il mantice comandato a pedale ( e ovviamente uno a pedalare)...
Ma fin da piccolo, dagli 11 anni, ho cominciato a suonare proprio su quegli organi.
Per non parlare poi delle tastiere: ho visto molti pianisti bravi desistere e non riuscire a suonare emoemoemo..
Ciao
Paolo
  • wildcat80
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07-11-19 21.00

È l'ottava scavezza o ottava corta, un trucco per risparmiare materiale sulle note anticamente meno usate.
Caratteristica degli organi italiani più antichi.
Va detto che la nostra tradizione organaria è un pochino meno fastosa rispetto agli altri paesi europei, senza nulla togliere alla straordinaria bellezza sonora dei nostri strumenti, che è sempre stata caratterizzata da taglio più largo delle varie famiglie di registri e pressioni più basse.
Se avesse avuto la pedaliera sarebbe stata di estensione ridotta e avrebbe avuto l'unione fissa con la tastiera, e al massimo un paio di registri labiali (i cosiddetti controbassi con rinforzi, un principale tappato in legno), difficile trovare un registro ad ancia.
  • wildcat80
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07-11-19 21.04

@ berlex65
Beh qui in Toscana mi è capitato diverse volte di suonare su organi a canne con l'ottava corta....!! Per non parlare di canne attive con il mantice comandato a pedale ( e ovviamente uno a pedalare)...
Ma fin da piccolo, dagli 11 anni, ho cominciato a suonare proprio su quegli organi.
Per non parlare poi delle tastiere: ho visto molti pianisti bravi desistere e non riuscire a suonare emoemoemo..
Ciao
Paolo
Eh sì, sulle trasmissioni meccaniche più registri ci sono sull'organo più diventa pesante, e con l'utilizzo di unione e terze mani (unione all'ottava alta) ancora di più!
Quando studiavo pianoforte la vera difficoltà era passare da uno strumento in cui un tocco leggero produce un volume inferiore, a uno strumento in cui un tocco più leggero del dovuto non fa suonare proprio la nota.
  • Tama72
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13-11-19 04.40

Mi viene in mente la tastiera sulla quale ho imparato a suonare.
Una Bontempi a due ottave i mitici bottoni bianchi e neri per i bassi ( l'accompagnamento ), chi se lo ricorda ????
P.S.
Se qualcuno se lo ricorda significa che è vecchio emoemo
  • paolo_b3
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13-11-19 07.56

@ Tama72
Mi viene in mente la tastiera sulla quale ho imparato a suonare.
Una Bontempi a due ottave i mitici bottoni bianchi e neri per i bassi ( l'accompagnamento ), chi se lo ricorda ????
P.S.
Se qualcuno se lo ricorda significa che è vecchio emoemo
Presente! Bontempi

Grazie per il "vecchio" emo

Regalo di Natale 1973. emo
  • maxpiano69
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13-11-19 08.03

Interessante questa cosa dell'ottava "scavezza", thanks ad ahivela. emo