28-05-20 00.02
@ anonimo
Aggiungerei una riflessione: per chi volesse mettersi ad arrangiare dei brani tipo colonna sonora, o comunque dove il tessuto sonoro sia piuttosto denso, conviene approfondire il contrappunto che permette di "stratificare" l'interesse melodico in maniera diversa che non "solista-accompagnamento".
In più, essere in grado di lavorare con le regole stringentissime della fuga permette una facilità di scrittura incredibile quando ci si trova in "campo libero".
Parole sacrosante.
Studiare ed affrontare certi generi sia all'ascolto, che anche all'atto pratico magari, come hai fatto tu appunto, ti sviluppa enormemente da questo punto di vista e ti svincola totalmente dal pensare (semplicisticamente) la musica come:
voce e accompagnamento subordinato a quella voce.
Si apre la mente e la vera musicalità, in cui ogni voce, ogni strumento, diventa principale e non subordinato agli altri, significa pensare LA musica, in toto.
Un concetto che aihmè, troppe poche volte trova spazio (a meno di certi generi più complessi) soprattutto ai giorni d'oggi.
Bach poi (il richiamo è inevitabile
) è musica pura, l'arte della fuga, per quanto abbastanza pesante all'ascolto magari, ne è il perfetto esempio.
E' l'arte di pensare una musica anche visiva, perfetta al di là del suono (come se non lo fosse anche in quello
) .
Ah, ed ovviamente complimenti, scrivere una fuga è sempre un bell'esercizio, e le stesse "licenze" che ti sei concesso le trovo anzi tutt'altro che sbagliate.
Un mio caro insegnante di conservatorio, conoscendo il mio amore incondizionato per Bach mi disse:
(a meno di non dover fare un perfetto esercizio 700esco
) "non si può scrivere musica esattamente come facevano Bach e Mozart al tempo, non è necessario, le carrozze non ci sono più ed i tempi si evolvono, così come la musica..."
Ora, vero è che non sempre secondo me è possibile definire evoluzione ciò che assomiglia decisamente di più ad una regressione
, però insomma il senso nello spiegare quel tipo di licenze si coglieva abbastanza dai
Complimenti ancora