Consigli scale

  • drmacchius
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27-12-18 15.51

Qualcuno mi consiglia un manuale onnicomprensivo per studiare scale (tutte, comprese i moti contrari e doppie terze e seste) e arpeggi da „autodidatta“ , ossia con diteggiature fruibili ed eventualmente consigli o spiegazioni per aiutare La progressione tecnica? Come esercizi avevo una volta il Lebert /stark (credo volume 4 o 7) , ma a me interessava qualcosa di omnicomprensivo per preparazione simil esame in conservatorio.
Sulle scale sono sempre stato scarso, anche 20 anni fa quando studiavo. Facevo solo le scale maggiori e le due minori dal do al Quelle coi bemolli dell‘hanon al massimo a 80/quarto. Adesso dopo 20 anni vorrei mettermi a studiare seriamente

Consigli
  • Constrictor
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27-12-18 17.10

@ drmacchius
Qualcuno mi consiglia un manuale onnicomprensivo per studiare scale (tutte, comprese i moti contrari e doppie terze e seste) e arpeggi da „autodidatta“ , ossia con diteggiature fruibili ed eventualmente consigli o spiegazioni per aiutare La progressione tecnica? Come esercizi avevo una volta il Lebert /stark (credo volume 4 o 7) , ma a me interessava qualcosa di omnicomprensivo per preparazione simil esame in conservatorio.
Sulle scale sono sempre stato scarso, anche 20 anni fa quando studiavo. Facevo solo le scale maggiori e le due minori dal do al Quelle coi bemolli dell‘hanon al massimo a 80/quarto. Adesso dopo 20 anni vorrei mettermi a studiare seriamente

Consigli
Il compimento del 5° anno di pianoforte nei conservatori, ai miei tempi (e forse ancor oggi), privilegiava il testo di Pietro Montani.
E' omnicomprensivo di doppie terze e doppie seste.
Per le diteggiature, non mi discosterei dalle sue.
  • drmacchius
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27-12-18 17.27

@ Constrictor
Il compimento del 5° anno di pianoforte nei conservatori, ai miei tempi (e forse ancor oggi), privilegiava il testo di Pietro Montani.
E' omnicomprensivo di doppie terze e doppie seste.
Per le diteggiature, non mi discosterei dalle sue.
Ti ringrazio. Tratta pure gli arpeggi?
  • Raptus
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27-12-18 22.00

@ drmacchius
Ti ringrazio. Tratta pure gli arpeggi?
Anche io sono un profano ma... il Mannino non basta?
  • Constrictor
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28-12-18 00.22

@ drmacchius
Ti ringrazio. Tratta pure gli arpeggi?
No, che io ricordi.
  • ruggero
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28-12-18 01.01

@ Constrictor
No, che io ricordi.
Mannino..
  • anonimo
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28-12-18 01.48

@ drmacchius
Qualcuno mi consiglia un manuale onnicomprensivo per studiare scale (tutte, comprese i moti contrari e doppie terze e seste) e arpeggi da „autodidatta“ , ossia con diteggiature fruibili ed eventualmente consigli o spiegazioni per aiutare La progressione tecnica? Come esercizi avevo una volta il Lebert /stark (credo volume 4 o 7) , ma a me interessava qualcosa di omnicomprensivo per preparazione simil esame in conservatorio.
Sulle scale sono sempre stato scarso, anche 20 anni fa quando studiavo. Facevo solo le scale maggiori e le due minori dal do al Quelle coi bemolli dell‘hanon al massimo a 80/quarto. Adesso dopo 20 anni vorrei mettermi a studiare seriamente

Consigli
Scale magg e minori per moto retto e contrario, così come per doppie terze seste e ottave, sono presenti nell'Hanon. Mancano solo le scale diminuite, semidiminuite e relativi arpeggi, che puoi trovare facilmente sul web in formato pdf.
  • drmacchius
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28-12-18 12.59

@ anonimo
Scale magg e minori per moto retto e contrario, così come per doppie terze seste e ottave, sono presenti nell'Hanon. Mancano solo le scale diminuite, semidiminuite e relativi arpeggi, che puoi trovare facilmente sul web in formato pdf.
Anche con diteggiature? Hai un link?
  • anonimo
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28-12-18 13.29

drmacchius ha scritto:
Anche con diteggiature?


Certo

drmacchius ha scritto:
Hai un link?


No, ho il libro emo

Ah ma forse ti riferisci alle scale diminuite e semidiminuite? Non ho link, ma se cerchi in rete trovi di tutto e di più.
  • ilviandante
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04-05-22 19.56

sfrutto questa discussione per una curiosità.
Mi chiedevo la ragione per la quale un brano studiato per pianoforte viene scelta una certa scala in luogo di un'altra. Posso capire il caso in cui si suona una canzone e quindi si deve seguire la tonalità del cantante, ma per un brano solo strumentale?
Osservavo lo spartito di Maple Leaf Rag che se ho capito bene è in Lab maggiore: perchè non farla in un apparente più facile Do maggiore ad esempio?
  • vin_roma
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04-05-22 20.39

@ ilviandante
sfrutto questa discussione per una curiosità.
Mi chiedevo la ragione per la quale un brano studiato per pianoforte viene scelta una certa scala in luogo di un'altra. Posso capire il caso in cui si suona una canzone e quindi si deve seguire la tonalità del cantante, ma per un brano solo strumentale?
Osservavo lo spartito di Maple Leaf Rag che se ho capito bene è in Lab maggiore: perchè non farla in un apparente più facile Do maggiore ad esempio?
Chi ti ha detto che Maple Leaf in Do magg sarebbe più facile?
A me la tonalità di Lab, tecnicamente, risulta molto plastica e appropriata, ha proprio la "forma" pianistica.
  • monika_A3
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04-05-22 20.41

ilviandante ha scritto:
per pianoforte viene scelta una certa scala in luogo di un'altra


Se stessimo parlando di strumenti a corda come la chitarra, da chitarraia in primis, assicuro che alcuni accordi sono irripetibili - considera gli hendrix chords suonati con (alcune) corde vuote. emo
Nel pianoforte, ovviamente è più facile trasporre, e fintantochè si tratta di variazioni dell'ordine del semitono-tono, direi (forzando...emo) che le differenze ''emotive'' siano percepibili ai più esperti: ma il punto è che sono quasi sempre percepibili, e il compositore ne è ben conscio.
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04-05-22 20.46

@ ilviandante
sfrutto questa discussione per una curiosità.
Mi chiedevo la ragione per la quale un brano studiato per pianoforte viene scelta una certa scala in luogo di un'altra. Posso capire il caso in cui si suona una canzone e quindi si deve seguire la tonalità del cantante, ma per un brano solo strumentale?
Osservavo lo spartito di Maple Leaf Rag che se ho capito bene è in Lab maggiore: perchè non farla in un apparente più facile Do maggiore ad esempio?
...l'idea alla base dell'intero sistema tonale è proprio quella di poter scrivere e suonare brani in qualsiasi tonalità. Con il sistema tonale teoricamente esse sono tutte equivalenti, l'una vale l'altra...

...ma in pratica non è così, innanzitutto perché comunque trasponendo un brano già esistente ne cambi le frequenze e tra le altre cose questo potrebbe cambiare l'efficacia timbrica nelle tessiture dei vari strumenti, esattamente come succede per le voci, senza contare fattori psicoacustici (mai fatto caso che nei brani classici e non solo la tonalità tragica per eccellenza è Do minore?).

...inoltre moltissimi brani al loro interno contengono modulazioni e/o spostamenti in regione armoniche anche molto lontane, per cui anche se iniziano e finiscono in una determinata tonalità (anche Do maggiore o La minore), nel mezzo potrebbe succedere di tutto.

...senza contare che l'alternanza tra tonalità è fondamentale nella successione di brani in un concerto...altrimenti sarebbero tutti "simili", con gli stessi punti di partenza e di arrivo, vedi le considerazioni psicoacustiche di cui sopra...

E poi chi l'ha detto che Do maggiore è la tonalità più facile? Per un pianista la scala di Do maggiore è formata da soli tasti bianchi, ma proprio per questo non è la più comoda da eseguire. E per un chitarrista la tonalità più facile è Sol maggiore/Mi minore...per un trombettista magari Sib o Re minore.
E comunque un buon musicista deve essere a suo agio in tutte le tonalità.

Viva la varietà!
  • monika_A3
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04-05-22 20.47

@ vin_roma
Chi ti ha detto che Maple Leaf in Do magg sarebbe più facile?
A me la tonalità di Lab, tecnicamente, risulta molto plastica e appropriata, ha proprio la "forma" pianistica.
Azzardo che questa cosina così carina del buon J.S. Rach suonato in Do risulti ben più ostico anzichè nello ''strano'' Do# emo

P.S. un giorno imparerò a suonarlo (edit: strimpellarlo) tutto! emo
  • paolo_b3
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04-05-22 20.59

@ ilviandante
sfrutto questa discussione per una curiosità.
Mi chiedevo la ragione per la quale un brano studiato per pianoforte viene scelta una certa scala in luogo di un'altra. Posso capire il caso in cui si suona una canzone e quindi si deve seguire la tonalità del cantante, ma per un brano solo strumentale?
Osservavo lo spartito di Maple Leaf Rag che se ho capito bene è in Lab maggiore: perchè non farla in un apparente più facile Do maggiore ad esempio?
Secondo me, l'ultimo che può esprimere un parere in tal senso, è per la posizione dei tasti, così Maple Leaf Rag la suoni quasi tutta sui tasti neri, aiuta molto.

Vinroma docet... emoemoemo
  • ilviandante
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04-05-22 21.34

@ monika_A3
ilviandante ha scritto:
per pianoforte viene scelta una certa scala in luogo di un'altra


Se stessimo parlando di strumenti a corda come la chitarra, da chitarraia in primis, assicuro che alcuni accordi sono irripetibili - considera gli hendrix chords suonati con (alcune) corde vuote. emo
Nel pianoforte, ovviamente è più facile trasporre, e fintantochè si tratta di variazioni dell'ordine del semitono-tono, direi (forzando...emo) che le differenze ''emotive'' siano percepibili ai più esperti: ma il punto è che sono quasi sempre percepibili, e il compositore ne è ben conscio.
mi riferivo in un certo senso a quello che dici; leggevo che Hendrix grazie ad una particolare conformazione o malformazione della mano, se ritrovo il link lo posto, alcuni passaggi per lui banali (non sono un chitarrista), per altri chitarristi sono più ostici o addirittura impossibili, ti risulta?

Da questo fatto ho pensato: forse anche Scott Joplin aveva mani particolari e si trovava meglio con certe scale in luogo di altre.
  • vin_roma
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04-05-22 21.49

@ monika_A3
Azzardo che questa cosina così carina del buon J.S. Rach suonato in Do risulti ben più ostico anzichè nello ''strano'' Do# emo

P.S. un giorno imparerò a suonarlo (edit: strimpellarlo) tutto! emo
Senza dubbio nella composizione (su tastiera) la "forma" delle note è importante.
Ma cosa viene prima? L'idea o la posizione?

La Toccata in Re min di Bach (da BWV 565, la più famosa) gli sarà venuta così, in Re min, perché le note si muovono in questa specie di "vaschetta" di cui i bordi, con una forma a specchio, sono Sib sopra e Do# sotto e in questa vaschetta le note scivolano, sciacquano, si infrangono... È una forma che stimola certi flussi di note. Certamente in Fa min non gli sarebbe venuto in mente quell'attacco così plastico, anzi, Fa min non avrebbe neanche reso quella perentorietà del Re min, più profondo.
Un tastierista è molto influenzato dal suono, certo, ma anche dalla sua fisionomia plastica e visiva.
A volte può sembrare poca cosa un semitono ai fini del suono ma avere un Do# da colpire in basso sul pianoforte, violentemente, come in una Polacca di Chopin, può essere come un faro a cui affidare la propria sicurezza, un Do o un Re si confonderebbero tra i tanti, il Do# spicca e ti fa essere audace.
Così anche Maple Leaf, con tutti quei tasti neri, pianisticamente è perfetta in Lab.
  • monika_A3
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04-05-22 22.39

vin_roma ha scritto:
Certamente in Fa min non gli sarebbe venuto in mente quell'attacco così plastico


Anzitutto grazie per il chiarimento. In ambito chitarristico le posizioni sono (purtroppo) imprescindibili, ovviamente non solo per l'aspetto puramente timbrico.

Mi domandavo al contempo quanto davvero un pianista particolarmente abile (ehm... m'è tornata in mente una certa trascrizione pianistica di Strawinsky... emo) senta il bisogno — in fase di composizione — di pensare in termini geometrici.

Curiosando a suo tempo nel repertorio di Ligeti, ho trovato questo valzer che in effetti pare concepito affinchè pollice ed indice della mano sinistra vadano a nuotare nella "vasca piccola" Fa#___Sib.

emo

05-05-22 00.18

ritengo verosimile che molte delle osservazioni fatte siano solo delle elucubrazioni mentali: ritengo che nella maggior parte dei casi un compositore scriva in una tonalità piuttosto che in un'altra semplicemente perché gli 'esce' così...
  • vin_roma
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05-05-22 07.35

igiardinidimarzo ha scritto:
ritengo che nella maggior parte dei casi un compositore scriva in una tonalità piuttosto che in un'altra semplicemente perché gli 'esce' così...

Io mi riferivo ai "tastierai".

Modi per comporre ce ne sono tanti e personaggi come Bach, Mozart non avevano certamente bisogno dello strumento per scrivere e questo vale certamente per gli ensamble, cori etc. ...ma certa musica tastieristica, nei primi approcci della realizzazione, è certamente influenzata dall'interazione forma/suono della tonalità.
Sonata in La- n° 8 di Mozart: ...solo se parti a "giocare" in La- ti può venire quella frase.
Invenzione a Due voci in Re- di Bach...: la forma a vaschetta, quella che stimola l'inventiva (tra Do# sotto e Sib sopra) c'è proprio tutta. Anche nella Sinfonia n°15 in Si-: quella serie di arpeggi spezzati che si rincorrono sono simbiotici con la forma fisica di una mano che suona Si-.
Scarlatti? Quanta sua musica si può dire che è nata insieme alla forma della mano in quella tonalità?
Poi Debussy, Ravel ...pianisticamente, quante volte il suono in quella determinata posizione avrà influito sulla composizione? Per me spessissimo.
È una simbiosi che nasce e si evidenzia quando metti le mani sulla tastiera.
Sempre di Bach, fate caso alla frequente similitudine di forma delle sue composizioni per tastiera in Do- e in Re-.