Strani parallelismi

  • anonimo

27-05-20 17.26

Discutendo ieri con BB, constatavamo come i grandi jazzisti contemporanei come Marsalis hanno tutti una solida base sia blues che new orleans, e invece si sente immediatamente all'orecchio chi ha voluto cominciare dal bebop (o persino dal modale) senza prima padroneggiare bene non solo il lessico ma anche l'intenzione degli stili sopracitati.

Ecco, mi veniva in mente che non si può scrivere musica di carattere atonale-contemporaneo (o anche musica da film) senza padroneggiare il linguaggio barocco.

Voi cosa ne pensate?
  • Asterix
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27-05-20 20.42

@ anonimo
Discutendo ieri con BB, constatavamo come i grandi jazzisti contemporanei come Marsalis hanno tutti una solida base sia blues che new orleans, e invece si sente immediatamente all'orecchio chi ha voluto cominciare dal bebop (o persino dal modale) senza prima padroneggiare bene non solo il lessico ma anche l'intenzione degli stili sopracitati.

Ecco, mi veniva in mente che non si può scrivere musica di carattere atonale-contemporaneo (o anche musica da film) senza padroneggiare il linguaggio barocco.

Voi cosa ne pensate?
Giusto!!!
Non si può scrivere nulla di interessante senza saper condurre le parti! ...magari anche solo a intuito, magari inconsciamente, magari per bravura innata...
  • paolo_b3
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30-05-20 08.51

E' un ragionamento che è sempre valido, il barocco è una fase importante dell'evoluzione della musica nella sua storia e come tale non può essere ignorato da alcun musicista che si possa definire tale. Questo vale anche per chi non ha studiato o ha studiato poco (es. io), ci sono delle consuetudini che avvolgono il senso attuale della musica e che vengono assorbite dal nostro impianto sensoriale dalle quali non è facile separarsi.
Poi però deve essere messo in conto che la musica deve e vuole evolvere, quindi le regole vanno infrante, con la necessaria consapevolezza.
  • anonimo

30-05-20 10.18

@ paolo_b3
E' un ragionamento che è sempre valido, il barocco è una fase importante dell'evoluzione della musica nella sua storia e come tale non può essere ignorato da alcun musicista che si possa definire tale. Questo vale anche per chi non ha studiato o ha studiato poco (es. io), ci sono delle consuetudini che avvolgono il senso attuale della musica e che vengono assorbite dal nostro impianto sensoriale dalle quali non è facile separarsi.
Poi però deve essere messo in conto che la musica deve e vuole evolvere, quindi le regole vanno infrante, con la necessaria consapevolezza.
Infrangere le regole é praticamente un obbligo se si vuole fare dell'arte che sia personale e fresca.

Ma per infrangere una regola bisogna conoscerla a menadito, se no non é atto artistico ma pura ignoranza.

emo
  • markelly2
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30-05-20 14.25

@ anonimo
Discutendo ieri con BB, constatavamo come i grandi jazzisti contemporanei come Marsalis hanno tutti una solida base sia blues che new orleans, e invece si sente immediatamente all'orecchio chi ha voluto cominciare dal bebop (o persino dal modale) senza prima padroneggiare bene non solo il lessico ma anche l'intenzione degli stili sopracitati.

Ecco, mi veniva in mente che non si può scrivere musica di carattere atonale-contemporaneo (o anche musica da film) senza padroneggiare il linguaggio barocco.

Voi cosa ne pensate?
La produzione classica di Marsalis non la conosco, però a me non sembra che lo abbia ispirato particolarmente.
Lui è bravissimo, ma anche abbastanza stereotipato nel jazz, direi.
Non ci ho mai sentito nulla di realmente nuovo, come linguaggio.
  • anonimo

30-05-20 17.26

@ markelly2
La produzione classica di Marsalis non la conosco, però a me non sembra che lo abbia ispirato particolarmente.
Lui è bravissimo, ma anche abbastanza stereotipato nel jazz, direi.
Non ci ho mai sentito nulla di realmente nuovo, come linguaggio.
Infatti Marsalis non si pone il problema di innovare, semmai quello di “tener vivo”.

emo
  • paolo_b3
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30-05-20 17.35

@ anonimo
Infatti Marsalis non si pone il problema di innovare, semmai quello di “tener vivo”.

emo
Si, diciamo che il jazz ormai è congelato (da cui jazz emoemoemo)
Ha tuttavia il grosso pregio di lasciare spazio alla creatività degli esecutori, per quello la ricetta è destinata a protrarsi nel tempo.
  • anonimo

30-05-20 17.39

@ paolo_b3
Si, diciamo che il jazz ormai è congelato (da cui jazz emoemoemo)
Ha tuttavia il grosso pregio di lasciare spazio alla creatività degli esecutori, per quello la ricetta è destinata a protrarsi nel tempo.
Il jazz come dici benissimo è ormai qualcosa di storicizzato.

Il che non vuol dire che non si possa fare ottimo jazz, fresco e per nulla stantio.
  • markelly2
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30-05-20 18.45

@ anonimo
Infatti Marsalis non si pone il problema di innovare, semmai quello di “tener vivo”.

emo
Ho quotato il tuo primo post, ma ne avevo fatto un tutt'uno con il tuo ultimo, in cui parli che per infrangere le regole, bisogna conoscerle a menadito. E credevo ti riferissi a Marsalis.
È evidente che non è intenzione sua di fare qualcosa di realmente innovativo.
Ma è anche vero che forse è proprio il rifiuto delle regole precedenti, rifiuto anche di volerle fare proprie, che spesso porta alla scoperta di nuove regole, nuovi linguaggi, nuovi mezzi di comunicazione.
  • anonimo

30-05-20 18.49

@ markelly2
Ho quotato il tuo primo post, ma ne avevo fatto un tutt'uno con il tuo ultimo, in cui parli che per infrangere le regole, bisogna conoscerle a menadito. E credevo ti riferissi a Marsalis.
È evidente che non è intenzione sua di fare qualcosa di realmente innovativo.
Ma è anche vero che forse è proprio il rifiuto delle regole precedenti, rifiuto anche di volerle fare proprie, che spesso porta alla scoperta di nuove regole, nuovi linguaggi, nuovi mezzi di comunicazione.
Certamente.

Anche il capire come certe regole non siano poi così “perfette” o capaci di fornire gli strumenti tecnici per esprimere la propria personale visione del Bello e del Vero.

Ma non si può rifiutare ciò che non si conosce.

emo
  • markelly2
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31-05-20 09.52

Cyrano ha scritto:
Ma non si può rifiutare ciò che non si conosce.

Santa verità!
emo