Difetti da estirpare ad ogni costo

  • WTF_Bach
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26-09-21 21.36

Tastiera che scotta
Dita svolazzanti
Mani ad artiglio
Suonare con le dita
Spalle rigide
Trattenere il respiro
Mignolo a riccio (se non ti chiami Evgeni Kissin)
Pollice sotto
  • giosanta
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26-09-21 21.42

WTF_Bach ha scritto:
Trattenere il respiro

Questa non la sapevo.
  • WTF_Bach
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26-09-21 21.43

@ giosanta
WTF_Bach ha scritto:
Trattenere il respiro

Questa non la sapevo.
L’ho riscontrato in alcuni allievi: la concentrazione e la tensione sono tali che trattengono inconsciamente il respiro.
  • michelet
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27-09-21 08.37

I difetti di postura, specialmente dopo una certa età, credo siano molto difficili se non impossibili da eliminare. Ormai ho rinunciato ad essere un virtuoso della tastiera, penso altresì, visto l’irrigidimento progressivo delle mie articolazioni, sarebbe impossibile, anche facessi otto ore al giorno di esercizi, ripristinare un’abilità ormai del tutto compromessa.
  • WTF_Bach
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27-09-21 10.13

@ michelet
I difetti di postura, specialmente dopo una certa età, credo siano molto difficili se non impossibili da eliminare. Ormai ho rinunciato ad essere un virtuoso della tastiera, penso altresì, visto l’irrigidimento progressivo delle mie articolazioni, sarebbe impossibile, anche facessi otto ore al giorno di esercizi, ripristinare un’abilità ormai del tutto compromessa.
Certamente pensare di sviluppare delle capacità virtuosistiche dopo i 50 é un idea molto ottimistica.

Ma lavorare per sciogliere un po' di tensioni ed apprendere un approccio biomeccanicamente corretto non é improponibile.

Si tratta di fare un passettino alla volta, concentrandosi su alcuni elementi molto semplici (rotazioni, pollice sopra, peso eccetera) che poi messi insieme otterranno due risultati:

1) maggiore rilassatezza e scioltezza generale, in quanto si impara ad ottenere il suono utilizzando molta meno energia

2) miglioramento della qualità del suono

Poi nessuno diventa ABM, ma non é questo il punto.
  • d_phatt
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27-09-21 10.48

@ michelet
I difetti di postura, specialmente dopo una certa età, credo siano molto difficili se non impossibili da eliminare. Ormai ho rinunciato ad essere un virtuoso della tastiera, penso altresì, visto l’irrigidimento progressivo delle mie articolazioni, sarebbe impossibile, anche facessi otto ore al giorno di esercizi, ripristinare un’abilità ormai del tutto compromessa.
Vedendo performance di altissimo livello di pianisti famosi anche a più di 80 anni, tralasciando per un momento il discorso del virtuosismo, non vedo perché con una tecnica ben impostata non si possa suonare al proprio miglior livello (e perché no, migliorarlo) fino in tarda età.
Ovviamente in assenza di patologie particolari...
  • WTF_Bach
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27-09-21 21.30

@ d_phatt
Vedendo performance di altissimo livello di pianisti famosi anche a più di 80 anni, tralasciando per un momento il discorso del virtuosismo, non vedo perché con una tecnica ben impostata non si possa suonare al proprio miglior livello (e perché no, migliorarlo) fino in tarda età.
Ovviamente in assenza di patologie particolari...
Hai fatto un’osservazione molto profonda.

Chissà perché chi segue la scuola “dita distese-calma nelle mani-nocche incrollabili-rotazioni-suonare col corpo” suona fino a cent’anni, mentre i seguaci della “danza delle dita su tastiera che scotta” a quarant’anni sono rovinati dalle tendiniti…
  • anonimo
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27-09-21 21.36

@ WTF_Bach
Hai fatto un’osservazione molto profonda.

Chissà perché chi segue la scuola “dita distese-calma nelle mani-nocche incrollabili-rotazioni-suonare col corpo” suona fino a cent’anni, mentre i seguaci della “danza delle dita su tastiera che scotta” a quarant’anni sono rovinati dalle tendiniti…
Leggere Chang può essere d'aiuto, se uno non può essere seguito dal vivo?
  • d_phatt
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28-09-21 01.17

@ WTF_Bach
Hai fatto un’osservazione molto profonda.

Chissà perché chi segue la scuola “dita distese-calma nelle mani-nocche incrollabili-rotazioni-suonare col corpo” suona fino a cent’anni, mentre i seguaci della “danza delle dita su tastiera che scotta” a quarant’anni sono rovinati dalle tendiniti…
Già, di sicuro la ricerca di una tecnica fisiologica e di solide basi scientifiche è il passaggio fondamentale.
C'era un noto pianista americano, ora mi sfugge il nome, che dovette cambiare modo di suonare a metà carriera...
Un grandissimo problema è che molti importantissimi maestri non hanno lasciato nulla di scritto, e avevano i loro motivi, probabilmente per la difficoltà di scrivere qualcosa in merito a un metodo che comunque deve essere un po' adattato da persona a persona. Vitale sicuro, e mi sembra che anche Scaramuzza non abbia pubblicato nulla direttamente. Altri hanno scritto per loro, ma senza un maestro secondo me a meno di non essere molto consapevoli, intelligenti e portati è quasi impossibile imparare tutto bene.

Molti invece che a scrivere libri al riguardo ci hanno provato (tipo Cortot) hanno fatto solo danni.

E molti altri ancora hanno sempre fatto bene d'istinto i giusti movimenti, per cui in molti casi non sono in grado di spiegarli davvero, perché "li fanno e basta".

Da notare anche come nessun pianista di livello top (Michelangeli, Argerich, eccetera) che io sappia ha lasciato nulla di scritto (pubblicato) in merito alla tecnica pianistica, neanche sulle basi.
Correggetemi se sbaglio.

E comunque è innegabile che è difficilissimo trovare qualche testo scritto di buona qualità sulle basi della tecnica pianistica. Se penso alla matematica, e a quanto materiale di livello sia base che avanzato si trova, è veramente strano...dato che si sta parlando del pianoforte, non di qualche strumento esotico e mezzo sconosciuto.
  • Asterix
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28-09-21 06.59

@ d_phatt
Già, di sicuro la ricerca di una tecnica fisiologica e di solide basi scientifiche è il passaggio fondamentale.
C'era un noto pianista americano, ora mi sfugge il nome, che dovette cambiare modo di suonare a metà carriera...
Un grandissimo problema è che molti importantissimi maestri non hanno lasciato nulla di scritto, e avevano i loro motivi, probabilmente per la difficoltà di scrivere qualcosa in merito a un metodo che comunque deve essere un po' adattato da persona a persona. Vitale sicuro, e mi sembra che anche Scaramuzza non abbia pubblicato nulla direttamente. Altri hanno scritto per loro, ma senza un maestro secondo me a meno di non essere molto consapevoli, intelligenti e portati è quasi impossibile imparare tutto bene.

Molti invece che a scrivere libri al riguardo ci hanno provato (tipo Cortot) hanno fatto solo danni.

E molti altri ancora hanno sempre fatto bene d'istinto i giusti movimenti, per cui in molti casi non sono in grado di spiegarli davvero, perché "li fanno e basta".

Da notare anche come nessun pianista di livello top (Michelangeli, Argerich, eccetera) che io sappia ha lasciato nulla di scritto (pubblicato) in merito alla tecnica pianistica, neanche sulle basi.
Correggetemi se sbaglio.

E comunque è innegabile che è difficilissimo trovare qualche testo scritto di buona qualità sulle basi della tecnica pianistica. Se penso alla matematica, e a quanto materiale di livello sia base che avanzato si trova, è veramente strano...dato che si sta parlando del pianoforte, non di qualche strumento esotico e mezzo sconosciuto.
C'è un bellissimo libro di Georgy Sandor sulla tecnica pianistica. Pur non essendo famosissimo al pubblico, é molto noto agli addetti ai lavori per aver registrato l'integrale di Bela Bartok.
Poi c'è "L'arte del pianoforte" di Henrich Hehaus (maestro di Richter, Gilels, etc...) ma non é strettamente tecnica.
  • WTF_Bach
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28-09-21 08.32

@ Asterix
C'è un bellissimo libro di Georgy Sandor sulla tecnica pianistica. Pur non essendo famosissimo al pubblico, é molto noto agli addetti ai lavori per aver registrato l'integrale di Bela Bartok.
Poi c'è "L'arte del pianoforte" di Henrich Hehaus (maestro di Richter, Gilels, etc...) ma non é strettamente tecnica.
Ottimi suggerimenti.

Tra l’altro Gyorgy Sandor è quello che disse: “Ma lei suona con le dita!”
  • d_phatt
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28-09-21 11.04

@ Asterix
C'è un bellissimo libro di Georgy Sandor sulla tecnica pianistica. Pur non essendo famosissimo al pubblico, é molto noto agli addetti ai lavori per aver registrato l'integrale di Bela Bartok.
Poi c'è "L'arte del pianoforte" di Henrich Hehaus (maestro di Richter, Gilels, etc...) ma non é strettamente tecnica.
Molto interessante, grazie mille, davvero. Devo assolutamente dargli un'occhiata!
  • d_phatt
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28-09-21 11.05

@ WTF_Bach
Ottimi suggerimenti.

Tra l’altro Gyorgy Sandor è quello che disse: “Ma lei suona con le dita!”
Davvero molto bello quel video emo
  • Whoispink
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28-09-21 12.05

Che ne dite del metodo Taubman: Golandsky institute ? Nella sezione Resources del sito sono disponibili diversi video gratuiti raggiungibili anche direttamente da YouTube. I "tre pilastri" del metodo sarebbero:
- rotazione del polso (i.e. avambraccio) singola o doppia (single/double rotation);
- movimento continuo avanti/indietro della mano a seconda che si suoni sui tasti neri o bianchi (in/out);
- ad esempio nelle scale e negli arpeggi, abbassamento/elevazione graduale del polso passando dal pollice alle altre dita (shaping)

Naturalmente, aumentando la velocità di esecuzione tutto ciò sarà sempre meno visibile direttamente, fino al punto in cui resterà quasi solo l'intenzione mentale del movimento.

Da un po' sto cercando di modificare la mia impostazione seguendo queste indicazioni, e qualche miglioramento mi sembra di averlo ottenuto.

La parte che mi convince meno è quella sulla single/double rotation. Se aumento la velocità, a un certo punto perdo completamente la sensazione della presenza della double rotation. La rotazione rimane, ma sempre singola. Ciò non accade invece per gli altri due movimenti, che continuo ad avvertire distintamente.
  • WTF_Bach
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28-09-21 12.44

@ Whoispink
Che ne dite del metodo Taubman: Golandsky institute ? Nella sezione Resources del sito sono disponibili diversi video gratuiti raggiungibili anche direttamente da YouTube. I "tre pilastri" del metodo sarebbero:
- rotazione del polso (i.e. avambraccio) singola o doppia (single/double rotation);
- movimento continuo avanti/indietro della mano a seconda che si suoni sui tasti neri o bianchi (in/out);
- ad esempio nelle scale e negli arpeggi, abbassamento/elevazione graduale del polso passando dal pollice alle altre dita (shaping)

Naturalmente, aumentando la velocità di esecuzione tutto ciò sarà sempre meno visibile direttamente, fino al punto in cui resterà quasi solo l'intenzione mentale del movimento.

Da un po' sto cercando di modificare la mia impostazione seguendo queste indicazioni, e qualche miglioramento mi sembra di averlo ottenuto.

La parte che mi convince meno è quella sulla single/double rotation. Se aumento la velocità, a un certo punto perdo completamente la sensazione della presenza della double rotation. La rotazione rimane, ma sempre singola. Ciò non accade invece per gli altri due movimenti, che continuo ad avvertire distintamente.
È un metodo estremamente interessante, che consiglio a tutti di approfondire.

La rotazione doppia ad una certa velocità si perde, e resta invece il concetto di “insieme parallelo” di Chang.

Il problema è che se si inizia subito con l’insieme parallelo trascurando la doppia rotazione a bassa velocità, si perde un componente fine ma indispensabile dello schema motorio, e tutto si riduce ad uno “spalmare le note”.

Però quando Gyorgy Sandor fa l’esempio dell’arancia, in realtà sta proprio parlando di rotazione singola-insieme parallelo.
  • Whoispink
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28-09-21 19.34

Però l'immagine dell'arancia che rotola sulla tastiera potrebbe trasmette proprio l'idea delle dita inattive che spalmano le note. In realtà con la rotazione le dita sono comunque attive, anche se i loro movimenti sono molto inferiori di quelli di chi "suona con le dita".

28-09-21 19.42

Io devo lottare contro l'infinita insicurezza che mi caratterizza mentre suono. Guardare il pubblico mi manda in panico, e divento paranoico emo e suono addirittura peggio del solito emo altro che polsi non rilassati e quant'altro emo
  • WTF_Bach
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28-09-21 19.58

@ Whoispink
Però l'immagine dell'arancia che rotola sulla tastiera potrebbe trasmette proprio l'idea delle dita inattive che spalmano le note. In realtà con la rotazione le dita sono comunque attive, anche se i loro movimenti sono molto inferiori di quelli di chi "suona con le dita".
Esattamente. Non è la prima volta che introduci riflessioni estremamente giuste e pertinenti.
  • WTF_Bach
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28-09-21 19.59

@ CoccigeSupremo
Io devo lottare contro l'infinita insicurezza che mi caratterizza mentre suono. Guardare il pubblico mi manda in panico, e divento paranoico emo e suono addirittura peggio del solito emo altro che polsi non rilassati e quant'altro emo
Anche per quello ci sono trucchi e soluzioni. La PNL può essere d’aiuto.

Comunque tu, per ciò che ho sentito, suoni assai bene.
  • d_phatt
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28-09-21 20.03

@ CoccigeSupremo
Io devo lottare contro l'infinita insicurezza che mi caratterizza mentre suono. Guardare il pubblico mi manda in panico, e divento paranoico emo e suono addirittura peggio del solito emo altro che polsi non rilassati e quant'altro emo
Quella forse è solo questione di abitudine, almeno per me è sempre stato così. Ho sempre avuto un'attività live caratterizzata da gruppi di tanti eventi ravvicinati, e con parecchio tempo senza concerti tra un gruppo di eventi e l'altro.

Ogni volta che ricomincio a suonare live, per il primo o i primi due eventi sono più teso del solito e più attento a non sbagliare che altro...poi regolarmente mi "sciolgo", migliorano la confidenza, il controllo e spero anche la qualità della musica...sempre meglio, poi finiscono gli eventi, e se passa più tempo del dovuto prima che ricomincino, il ciclo si repete emo dopo un anno e mezzo di mancata attività live non oso immaginare cosa succederà al prossimo concerto emo

Anche questo è un aspetto che va tenuto in allenamento...una cosa che aiuta è abituarsi ad auto-registrarsi e abituarsi ad essere ascoltati da altri mentre si studia. Questo costringe a imparare a concentrarsi sul controllo di sé stessi e sulla musica anche in presenza di altri...

Mi è successa da poco una cosa simile facendo ginnastica propriocettiva per il recupero da un infortunio: stare in equilibrio sul cuscinetto mentre si è da soli è più facile, farlo in una stanza piena di altre persone che si allenano (e che magari ti guardano) richiede un diverso tipo di concentrazione.