Il significato della parola A r t e

  • paolo_b3
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07-08-17 14.48

@ CoccigeSupremo
Io ho preso coscienza di qualcosa (assolutamente criticabile, come tutto del resto): Non siamo assolutamente in grado di percepire l'arte presente, e non siamo assolutamente in grado di "giudicare" nulla.
Siamo cosi presuntuosi da giudicare qualsiasi cosa ci capiti sotto tiro, ma basterebbe pensarci un po di più e realizzeremmo che siamo semplicemente un "nulla" che sbraita e inveisce appena ne ha l'occasione contro qualcosa o qualcuno che non incontra i nostri "gusti". Tra 100 anni se ne fregheranno di tal tale che cercava di costringerti ad ascoltare Coltrane... Se Coltrane vale, lo ascolteranno comunque tra 100 anni, non c'è bisogno di lavaggio del cervello.

"parere" è un termine ormai sottovalutato. Oggi si guadagna facendo i "critici". Figure a mio avviso inutili.
Si sottovaluta anche il termine di "orecchiabile".
Ne senti a centinaia di "esportoni" pronti a criticarti l'ultima hit estiva o si lamenta della "facilità" dei brani Alleviani (e io ero/sono/forse continuerò ad essere uno che si lamente di certe "esistenze" nella musica).

Senti "espertoni" che ti costringono a considerare "mostruoso" un qualsiasi jazzista del passato.
Non importa che le mille note di tal trombettista/sassofonista famoso ti facciano venir mal di testa o di istinto ti verrebbe da cambiar stazione radio dopo 6 minuti di assolo senza voler ascoltare il resto del cd.
Non importa.
Se non ti piace "sei un povero ignorante". Non è che "ti piace altro", sei semplicemente e automaticamente "ignorante".
Il gusto nella musica "non può esistere". Chi ha gusti diversi da quelli di quella che si considera una "elitè" è semplicemente ignorante.

L'arte oggi la definisce (o cerca di definirla) chi è addentrato in un genere, ma ha assunto cosi tanta "arte del passato" (ed ha ingigantito cosi tanto il proprio "ego culturale" ) che non si preoccupa di guardarsi in giro e vedere come è cambiato il mondo e cosa c'è in giro.

Parli ai prof di oggi di un Cory Henry, non sanno neanche chi sia ne gli interessa ascoltarlo.
Se lo ascoltano, dopo pochi secondi "troppe note...ma a che serve tutto sto fraseggio,troppo. Non comunica nulla".
"Scusi, ma Charlie Parker?"
"Eh, quello è intoccabile, non ti permettere"...

Questi sono i difensori dell'arte di oggi, o perlomeno si definiscono tali. Se muovi milioni di persone "sei un povero musicista ignorante che fa roba orecchiabile che attira le masse".
Dove risiede allora l'arte?
Se porto 100 persone ad osservare che so, la cappella sistina, direbbero in 70 che è un cesso e non capirebbero? Personalmente credo di no.Eppure non sono esperti di arte. Tanti vanno senza saperne nulla di arte, mossi da curiosità, e su 100 persone credo che in poche ti direbbero "niente di che,con 30 000 lire la facevo meglio io".

Se si tratta di musica però, apriti cielo: Se 100 milioni di persone comprano un cd di Rihanna & similia "è perchè la gente è ignorante e non ne capisce di musica".
Perdonatemi, ma se mandassi costantemente in radio charlie parker, voi siete convinti che la gente si fionderebbe a comprare vinili e album? Avremmo una cultura musicale superiore?
C'è in altre città del mondo, soprattutto in america, patria del jazz, del blues... Eppure leggevo pochi giorni fa che Steely Dan è costretto alla sua età a rifare un tour perchè i suoi album non vendono più e ha bisogno di soldi...
Eminem si è comprato una nuova villa, nel frattempo...

Tutto questo per dire:
Credo che tu stia confondendo due cose: la prima è il tentativo di dare una definizione oggettiva al termine arte, che era un po' quello di cui si è discusso in precedenza in questo thread, la seconda di cui invece ci parli tu è il gusto personale, allora mi associo al tuo punto di vista e credo che ciascuno di noi abbia il sacrosanto diritto di apprezzare ciò che più gli piace. E' chiaro che esistono ai due poli opposti gente che finge di apprezzare musica perchè è "in" (vedi ai concerti di jazz negli anni 80 quando era diventata una moda) ed altri che si lasciano trasportare nella musica commerciale perchè sono bombardati quotiianamente dai mezzi di comunicazione di massa con il prodotto che deve essere venduto. Personalmente condanno più i primi che si ergono ad persone di profonda cultura ma di fatto peccano di onestà intellettuale, in quanto i secondi possono solo essere tacciati di accidia. Ma entrambi facciano ben ciò che vogliono, a casa loro emo

07-08-17 14.52

maxpiano69 ha scritto:
gli" Steely Dan sono un gruppo musicale, non un singolo musicista

Sorry all'inizio avevo scritto "Donald Fagen degli steely dan.... ecc ecc", poi ho cancellato Donald Fagen pensando "vabbè, è inutile che specifico" e ho lasciato il resto della frase "invariato"
  • maxpiano69
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07-08-17 14.56

@Coccigesuoremo: e io come faccio a sapere stavi scrivendo non un sempice post ma una filippica piú lunga di un tema di italiano stile liceo! emo

Ad ogni modo credo che paolo_b3 nella sua risposta sopra abbia colto il punto fondamentale, anche secondo me stai facendo un pochino di confusione tra valore artistico e fruizione dell'arte ovvero anche io ritengo che sia necessario distinguere tra i due aspetti.

Se al pubblico "medio" piace della musica artisticamente scadente e qualcuno gliela fornisce, questo non la rende automaticamente migliore (dal
punto di vista artistico in se).

Personalmente, ad esempio, ho cominciato ad interessarmi al jazz nei primi anni 80, quando alla radio girava ben altro, senza averlo mai studiato prima né ascoltato sistematicamente in famiglia... mi ci sono imbattuto quasi casualmente e "a me" (soggettivamente) ha fatto venire voglia di scoprirlo e magari anche provare ad imparare a suonarlo. Non é stato necessario che trasmettessero Charlie Parker per radio con la stessa frequenza dei Police (che pure mi piacevano e piacciono ancora).

07-08-17 15.01

maxpiano69 ha scritto:
Per dire cosa? Forse che il valore artistico si misura in funzione dei soldi che
porta all'autore o chi lo sfrutta

Non per contraddirti, ma se io vado da Cracco o Cannavacciuolo spendo il triplo che in una trattoria... Il "valore artistico" loro se lo stanno facendo pagare eccome.
In campo culinario, Cracco si prende 30 euro a piatto, il comune gestore di trattoria (Dove si mangia benissimo, con materie controllate e bravi cuochi) si prende 30 euro per portarti antipasto, primo,contorno, secondo, sfizio, frutta, dolce e se gli gira ti offre un limoncello...

A questo punto è l'opposto: Il valore "culinario/artistico" si misura in funzione dei soldi che porta all'autore o chi lo sfrutta?.
  • maxpiano69
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07-08-17 15.04

@ CoccigeSupremo
maxpiano69 ha scritto:
Per dire cosa? Forse che il valore artistico si misura in funzione dei soldi che
porta all'autore o chi lo sfrutta

Non per contraddirti, ma se io vado da Cracco o Cannavacciuolo spendo il triplo che in una trattoria... Il "valore artistico" loro se lo stanno facendo pagare eccome.
In campo culinario, Cracco si prende 30 euro a piatto, il comune gestore di trattoria (Dove si mangia benissimo, con materie controllate e bravi cuochi) si prende 30 euro per portarti antipasto, primo,contorno, secondo, sfizio, frutta, dolce e se gli gira ti offre un limoncello...

A questo punto è l'opposto: Il valore "culinario/artistico" si misura in funzione dei soldi che porta all'autore o chi lo sfrutta?.
No, non si misura dai soldi né in senso negativo che positivo, é questo il succo del mio discorso che si contrapponeva alla tua frase che faceva apparire Eminem "artisticamnge vincente" sugli Steely Dan semplicemnte in quanto ha fatto piú soldi... il che, bada bene, non vuol dire affatto che la musica di Eminem non abbia a sua volta una sua propria valenza artistica, ma non é la dimensione della sua villa rispetto a quella di Fagen che puó esserne la misura. E Van Gogh morí in miseria...

Come dici tu ci sará chi apprezza piú il BigMac del piatto elaborato di Cracco, ma il valore artistico/culinario non puoi associarlo 1:1 al prezzo unitario o alla quantitá del venduto, questo dico.

07-08-17 15.10

maxpiano69 ha scritto:
@Coccigesuoremo: e io come faccio a sapere stavi scrivendo non un sempice post ma una filippica piú lunga di un tema di italiano stile liceo!

Siam qui da anni, pensavo che gli utenti di questo forum avessero sviluppato almeno un minimo di telepatia emo

Si, ho letto ora l'intervento di Paolo B3, e probabilmente il mio post, in quanto lunghissimo e pieno di pensieri che mi girano per la testa in questi giorni, si perde probabilmente in qualche punto. Ci tenevo solo a discutere sul fatto che spesso l'arte viene giudicata da persone NON in grado di giudicare, in quanto non "aperti" alla diversità e neanche un minimo interessato a ciò che accade in giro anche nello stesso "campo".

maxpiano69 ha scritto:
Se al pubblico "medio" piace della musica artisticamente scadente e qualcuno gliela fornisce, questo non la rende automaticamente migliore (dal
punto di vista artistico in se).

Eccolo il punto su cui mi piacerebbe discutere. Il pubblico medio secondo voi è quello "giusto"? o è quello che porterà alla "rovina" del mondo musicale?
Insomma, i "salvatori" della musica mondiale sono quelli che studiano, o quelli che muovono il mercato?
Se continua ad esistere (E imho continuerà a farlo) il mercato jazzistico con grandi festival, convegni e quant'altro, sperare (come avviene nei conservatori) nella dipartita della musica "di massa" è totalmente inutile, e tanto vale abbracciare tutto, ascoltarlo e giudicarlo/studiarlo insieme.
Per capirci: fosse per il mio prof, bravissimo per carità, io non avrei mai scoperto Cory Henry o Jacob Collier. Sarei rimasto ai classici, come son rimasti ai classici l'80% dei prof che conosco. Non so se ciò è positivo insomma....

maxpiano69 ha scritto:
ersonalmente, ad esempio, ho cominciato ad interessarmi al jazz nei primi anni 80, quando alla radio girava ben altro, senza averlo mai studiato prima né ascoltato sistematicamente in famiglia... mi ci sono imbattuto quasi casualmente e "a me" (soggettivamente) ha fatto venire voglia di scoprirlo e magari anche provare ad imparare a suonarlo. Non é stato necessario che trasmettessero Charlie Parker per radio con la stessa frequenza dei Police (che pure mi piacevano e piacciono ancora).

Il mio percorso è stato più o meno simile, anche se recente. Ascoltavo musica semplice, perlopiù brani strumentali di Nobuo Uematsu, e musica da videogames che mi colpiva.
Casualmente, tra i video giapponesi, ce n'era uno che in copertina mostrava questa giapponesina con questi capelli da matta simil afro. Tom & Jerry - Hiromi Uehara.
Che stile è? simil Rag time, ma dentro ci si può sentire un pò di tutto...
Di li la scoperta dell'intero genere...
Non mi ha costretto nessuno, eppure mi avrebbe dato fastidio essere tacciato di ignoranza in quanto "ascoltatore di musiche da videogame----> la musica seria è altrove"...

07-08-17 15.10

maxpiano69 ha scritto:
@Coccigesuoremo: e io come faccio a sapere stavi scrivendo non un sempice post ma una filippica piú lunga di un tema di italiano stile liceo!

Siam qui da anni, pensavo che gli utenti di questo forum avessero sviluppato almeno un minimo di telepatia emo

Si, ho letto ora l'intervento di Paolo B3, e probabilmente il mio post, in quanto lunghissimo e pieno di pensieri che mi girano per la testa in questi giorni, si perde probabilmente in qualche punto. Ci tenevo solo a discutere sul fatto che spesso l'arte viene giudicata da persone NON in grado di giudicare, in quanto non "aperti" alla diversità e neanche un minimo interessato a ciò che accade in giro anche nello stesso "campo".

maxpiano69 ha scritto:
Se al pubblico "medio" piace della musica artisticamente scadente e qualcuno gliela fornisce, questo non la rende automaticamente migliore (dal
punto di vista artistico in se).

Eccolo il punto su cui mi piacerebbe discutere. Il pubblico medio secondo voi è quello "giusto"? o è quello che porterà alla "rovina" del mondo musicale?
Insomma, i "salvatori" della musica mondiale sono quelli che studiano, o quelli che muovono il mercato?
Se continua ad esistere (E imho continuerà a farlo) il mercato jazzistico con grandi festival, convegni e quant'altro, sperare (come avviene nei conservatori) nella dipartita della musica "di massa" è totalmente inutile, e tanto vale abbracciare tutto, ascoltarlo e giudicarlo/studiarlo insieme.
Per capirci: fosse per il mio prof, bravissimo per carità, io non avrei mai scoperto Cory Henry o Jacob Collier. Sarei rimasto ai classici, come son rimasti ai classici l'80% dei prof che conosco. Non so se ciò è positivo insomma....

maxpiano69 ha scritto:
ersonalmente, ad esempio, ho cominciato ad interessarmi al jazz nei primi anni 80, quando alla radio girava ben altro, senza averlo mai studiato prima né ascoltato sistematicamente in famiglia... mi ci sono imbattuto quasi casualmente e "a me" (soggettivamente) ha fatto venire voglia di scoprirlo e magari anche provare ad imparare a suonarlo. Non é stato necessario che trasmettessero Charlie Parker per radio con la stessa frequenza dei Police (che pure mi piacevano e piacciono ancora).

Il mio percorso è stato più o meno simile, anche se recente. Ascoltavo musica semplice, perlopiù brani strumentali di Nobuo Uematsu, e musica da videogames che mi colpiva.
Casualmente, tra i video giapponesi, ce n'era uno che in copertina mostrava questa giapponesina con questi capelli da matta simil afro. Tom & Jerry - Hiromi Uehara.
Che stile è? simil Rag time, ma dentro ci si può sentire un pò di tutto...
Di li la scoperta dell'intero genere...
Non mi ha costretto nessuno, eppure mi avrebbe dato fastidio essere tacciato di ignoranza in quanto "ascoltatore di musiche da videogame----> la musica seria è altrove"...
  • anonimo

07-08-17 15.29

CoccigeSupremo ha scritto:
Ma questo voler indottrinare le masse li dentro a dire "il jazz è la cosa migliore del mondo, il resto è feccia" è assolutamente sbagliato


a parte il fatto che il jazz è morto, non capisco quelli che fanno il conservatorio jazz e poi criticano il jazz, fate il conservatorio di liscio, di salsa di quel cazzo che volete non ve lo ordina mica il medico di fare il conservatorio jazz
  • maxpiano69
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07-08-17 15.32

Music is always a commentary on society. (Frank Zappa)
  • maxpiano69
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07-08-17 15.34

@ anonimo
CoccigeSupremo ha scritto:
Ma questo voler indottrinare le masse li dentro a dire "il jazz è la cosa migliore del mondo, il resto è feccia" è assolutamente sbagliato


a parte il fatto che il jazz è morto, non capisco quelli che fanno il conservatorio jazz e poi criticano il jazz, fate il conservatorio di liscio, di salsa di quel cazzo che volete non ve lo ordina mica il medico di fare il conservatorio jazz
“Jazz isn't dead. It just smells funny.” (Frank Zappa)
  • anonimo

07-08-17 15.42

@ maxpiano69
“Jazz isn't dead. It just smells funny.” (Frank Zappa)
siamo in un'epoca in cui uno fa due scoregge e dice che suona jazz
  • paolo_b3
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07-08-17 15.45

@ CoccigeSupremo
maxpiano69 ha scritto:
@Coccigesuoremo: e io come faccio a sapere stavi scrivendo non un sempice post ma una filippica piú lunga di un tema di italiano stile liceo!

Siam qui da anni, pensavo che gli utenti di questo forum avessero sviluppato almeno un minimo di telepatia emo

Si, ho letto ora l'intervento di Paolo B3, e probabilmente il mio post, in quanto lunghissimo e pieno di pensieri che mi girano per la testa in questi giorni, si perde probabilmente in qualche punto. Ci tenevo solo a discutere sul fatto che spesso l'arte viene giudicata da persone NON in grado di giudicare, in quanto non "aperti" alla diversità e neanche un minimo interessato a ciò che accade in giro anche nello stesso "campo".

maxpiano69 ha scritto:
Se al pubblico "medio" piace della musica artisticamente scadente e qualcuno gliela fornisce, questo non la rende automaticamente migliore (dal
punto di vista artistico in se).

Eccolo il punto su cui mi piacerebbe discutere. Il pubblico medio secondo voi è quello "giusto"? o è quello che porterà alla "rovina" del mondo musicale?
Insomma, i "salvatori" della musica mondiale sono quelli che studiano, o quelli che muovono il mercato?
Se continua ad esistere (E imho continuerà a farlo) il mercato jazzistico con grandi festival, convegni e quant'altro, sperare (come avviene nei conservatori) nella dipartita della musica "di massa" è totalmente inutile, e tanto vale abbracciare tutto, ascoltarlo e giudicarlo/studiarlo insieme.
Per capirci: fosse per il mio prof, bravissimo per carità, io non avrei mai scoperto Cory Henry o Jacob Collier. Sarei rimasto ai classici, come son rimasti ai classici l'80% dei prof che conosco. Non so se ciò è positivo insomma....

maxpiano69 ha scritto:
ersonalmente, ad esempio, ho cominciato ad interessarmi al jazz nei primi anni 80, quando alla radio girava ben altro, senza averlo mai studiato prima né ascoltato sistematicamente in famiglia... mi ci sono imbattuto quasi casualmente e "a me" (soggettivamente) ha fatto venire voglia di scoprirlo e magari anche provare ad imparare a suonarlo. Non é stato necessario che trasmettessero Charlie Parker per radio con la stessa frequenza dei Police (che pure mi piacevano e piacciono ancora).

Il mio percorso è stato più o meno simile, anche se recente. Ascoltavo musica semplice, perlopiù brani strumentali di Nobuo Uematsu, e musica da videogames che mi colpiva.
Casualmente, tra i video giapponesi, ce n'era uno che in copertina mostrava questa giapponesina con questi capelli da matta simil afro. Tom & Jerry - Hiromi Uehara.
Che stile è? simil Rag time, ma dentro ci si può sentire un pò di tutto...
Di li la scoperta dell'intero genere...
Non mi ha costretto nessuno, eppure mi avrebbe dato fastidio essere tacciato di ignoranza in quanto "ascoltatore di musiche da videogame----> la musica seria è altrove"...
Io. come ho già detto sono convinto che il contenuto artistico di un'opera sia qualcosa di oggettivo, e passi attraverso l'espressione dei propri sentimenti, quindi concetto oggettivo ma di qualcosa di astratto, che non dovrebbe a mio parere entrare in una competizione ne in una classifica di merito a titolo vario.

Quando mi parli di "salvatori", di musica di massa o da videogames, critici, insegnanti conservatori (accento chiuso sulla seconda o) esprimi concetti avulsi dal mio pensiero, ma che come ti dico in linea di principio li condivido.
Qua ai nostri anziani piace Raul Casadei (e i suoi compari) che eseguono la versione commerciale di una sedicente musica folk che di fatto è un falso storico, ne il Valzer ne la Mazurca, ne la Polka sono nate in Romagna. Cosa facciamo? Un'eppurazione?
emo o emo?

07-08-17 17.43

Jaam, lasciando perdere che ultimamente mi sembra tu sia diventato la reincarnazione di anumji con risposte sempre nette,ironiche e mai gentili, mi sembra tu non abbia letto tutto...

Jaam ha scritto:
a parte il fatto che il jazz è morto

Ma anche no. Queste sono le massime di chi non accetta che il jazz c'è ancora e che si è evoluto in modi che chi campa ancora UNICAMENTE di Ellington et Similia non capisce...
E non per te Jaam, per carità, ma chi può mai dire "il jazz è morto!" cosi, dal nulla emo Da dove nascono queste massime da Oracolo? Tra Corea, Mcferrin, Barron, si ode una voce di uno straniero italiano "Il jazz è morto"... Loro ti riderebbero in faccia emo

Jaam ha scritto:
non capisco quelli che fanno il conservatorio jazz e poi criticano il jazz

Sbagli in 2 punti.
1)Non ho mai detto di "odiare" il jazz. Ho solo lasciato intendere che secondo me è sbagliato dire che tutto, tranne il jazz,come spesso si cerca di inculcare, è feccia...
2)Per criticare qualcosa devi perlomeno conoscerla e affrontarla. Se avessi scritto "il jazz fa schifo" a prescindere,senza uno straccio di approfondimento o studio del genere, quanto tempo avresti speso a rispondermi? Non vi va mai bene un cazzo emo

Jaam ha scritto:
fate il conservatorio di liscio, di salsa di quel cazzo che volete non ve lo ordina mica il medico di fare il conservatorio jazz

Ti parlo da studente in mezzo a studenti: L'unico motivo per cui il dipartimento jazz continua ad esistere è semplicemente un discorso di "armonia".
Per spiegare il jazz devi spiegare l'armonia: L'utilizzo delle scale, i voicings, Il rapporto tra gli accordi,i turnaround, le sostituzioni, il fraseggio nell'improvvisazione, la composizione...
Materie che sarebbe costretto ad affrontare qualsiasi altro dipartimento NON classico (inteso di musica classica).
Purtroppo,al contrario di quello che tu scrivi ("Fate il conservatorio di liscio, salsa, di quel cazzo che volete, non ve lo ordina mica il medico di fare il conservatorio jazz") non esistono dipartimenti alternativi che ti rilasciano una laurea... Ed ecco perchè si riversano tutti nel dipartimento jazz. Per imparare tutto ciò che concerne la ricchezza armonica e il fraseggio, per poi utilizzarlo per altro emo.

Parliamoci chiaro, vai in un conservatorio (anche Roma se vuoi) e chiedi li dentro CHI vuole fare il jazzista. Scommettiamo che su 10 studenti, 9 ti diranno che lo fanno "per ampliare le conoscenze?" e uno ti dirà "perchè voglio fare il jazzista".
Non è una questione di "medico che vi ordina di fare jazz". è che al momento, in Italia è l'unica alternativa all'indirizzo classico che ti rilasci un attestato.
Umilmente si è affacciato il dipartimento "Pop", che ha attirato un sacco di persone proprio dai dipartimenti jazz. Ma il pop inteso qui non è quello di Mayer/Scofield in determinati brani...di conseguenza si sente la mancanza di uno studio approfondito dell'armonia più complessa e di prova con "altri compagni di viaggio".

Prova a creare un dipartimento Soul/Funk/Rnb che ti rilascia una laurea, e il dipartimento jazz in Italia cesserebbe di esistere...


07-08-17 17.47

@ anonimo
siamo in un'epoca in cui uno fa due scoregge e dice che suona jazz
Se evidentemente i jazzisti veri in Italia non sono tantissimi, forse il "demerito" è anche di chi lo insegna...che ne pensi tu?
Insomma, se mediamente in giappone/Corea/Cina un 9 musicisti su 10 suonano almeno 2 strumenti (e bene), il merito sarà dei prof (o comunque culturale) o è solo curiosità e talento del popolo?

07-08-17 17.57

Ottimo spunto.
paolo_b3 ha scritto:
Quando mi parli di "salvatori", di musica di massa o da videogames, critici, insegnanti conservatori (accento chiuso sulla seconda o) esprimi concetti avulsi dal mio pensiero, ma che come ti dico in linea di principio li condivido.
Qua ai nostri anziani piace Raul Casadei (e i suoi compari) che eseguono la versione commerciale di una sedicente musica folk che di fatto è un falso storico, ne il Valzer ne la Mazurca, ne la Polka sono nate in Romagna. Cosa facciamo? Un'eppurazione?

Io noto questo. Se tutti noi decidessimo di andare incontro alla musica colta, cosa ne sarebbe della nostra musica italiana?
Voglio dire, in America (credo, o perlomeno non so) nessuno si sogna di diventare un suonatore di mandolino al fine di fare musica napoletana. Siamo noi probabilmente che siamo ormai iper - esterofili, odiamo ciò che ci ha caratterizzato per centinaia di anni (musica popolare e classica) e cerchiamo a tutti i costi di abbracciare una cultura che non ci appartiene.

Di fatto il conservatorio jazz è un alternativa al conservatorio classico, e molti si sono fiondati li senza davvero amare il jazz.
è un po come se ti mettono davanti un panino al tonno di fianco ad uno con il prosciutto. Tra i 2 non ami nessuno, ma se non c'è altro, ti prendi quello che ti piace di più tra i 2,ma se ci fosse un terzo panino che rispecchia i tuoi gusti sapresti cosa fare...

Questa presunzione (non di jaam, per carità,ma il concetto che ha espresso del tipo "nessuno vi ordina di" non lo condivido) di dover annullare l'apprendimento di cose che esulano dal concetto di jazz, solo perchè si sta facendo il conservatorio jazz, è , a mio avviso , sbagliato.
Io "leggo" il conservatorio jazz come un posto dove imparare un linguaggio che spinge poi a sperimentare in altri campi, poichè l'armonia "quella è". Se mi rilascia anche un titolo poi fai bingo, ma non mi si convincerà mai che il jazz è tutto e il resto è nulla. :)
  • anonimo

07-08-17 18.05

CoccigeSupremo ha scritto:
Tra Corea, Mcferrin, Barron, si ode una voce di uno straniero italiano "Il jazz è morto"... Loro ti riderebbero in faccia


hai dovuto prendere tre settantenni per riuscire a tirar fuori un briciolo di jazz vedi che non capisci una minchia emo
  • anonimo

07-08-17 18.11

@ CoccigeSupremo
Se evidentemente i jazzisti veri in Italia non sono tantissimi, forse il "demerito" è anche di chi lo insegna...che ne pensi tu?
Insomma, se mediamente in giappone/Corea/Cina un 9 musicisti su 10 suonano almeno 2 strumenti (e bene), il merito sarà dei prof (o comunque culturale) o è solo curiosità e talento del popolo?
chi ha detto che in italia non ci sono bravi musicisti io ho detto un'altra cosa
  • anonimo

07-08-17 18.14

CoccigeSupremo ha scritto:
Ti parlo da studente in mezzo a studenti: L'unico motivo per cui il dipartimento jazz continua ad esistere è semplicemente un discorso di "armonia".
Per spiegare il jazz devi spiegare l'armonia: L'utilizzo delle scale, i voicings, Il rapporto tra gli accordi,i turnaround, le sostituzioni, il fraseggio nell'improvvisazione, la composizione...


cazzatine quindi... per punizione ti fai 5 anni di conservatorio reggaeton

07-08-17 18.15

Jaam ha scritto:
hai dovuto prendere tre settantenni per riuscire a tirar fuori un briciolo di jazz vedi che non capisci una minchia

Sai com'è il rischio di tirar fuori Sanna, Brancale e Petrella faceva troppo easy. emo Soprattutto per le critiche che vedo muoversi su di loro anche in ambiente accademico...
Se a loro dici che il jazz è morto, ti dicono pure che hai ragione, però ti ridono in faccia lo stesso,e continuano a suonare... ma non era lo stesso effetto che immaginarti a discutere con mcferrin... emo
E poi mi fa morire l'idea che vai da Corea e dici "ma lo sai che dopo di te ci sarà il nulla?" e lui sul palco ti piazza un quattordicenne slavo con cui ha duettato che suona meglio di quanto io e te potremmo suonare con 50 anni di studi sulle spalle, ma questi son dettagli....

07-08-17 18.18

Jaam ha scritto:
cazzatine quindi

Cazzatine che affronteresti comunque in un conservatorio Soul/Funk, dove non ti sfrantumano i maroni dandoti regole tipo "accento SEMPRE in levare". Poi tiri giu un assolo di Evans, ti segni gli accenti dove li piazza, li mostri al maestro e ti risponde "in effetti lui li piazza all'80% in battere, ma Evans è Evans". E tu resti con il solito punto interrogativo sulla testa....