Introduzioni pianistiche, dov'è il trucco?

  • anonimo

04-05-18 21.28

scusa Cyrano, per capire se ne ho imbroccata qualcuna:

siamo in Cm
------------------------------
accordo scala
-----------------------------------
1) Dm7b5 --------------- Cm
2) G7 alt ---------------- Cm
3) Cm7 ----------------- Gm/B
4) G7 alt --------------- Cm
5) Cm ------------------ Cm
6) Abmaj7#11 ----------- Cm
7) Gm7 ----------------- Dm
8) Fm7 ----------------- Cm
9) Ebmaj7 -------------- Gm
10) Dm7 ---------------- C/B/F/Am ?????
11) G7 alt ------------- Cm

non so se si capisce che ho cercato di ricavare a quali scale appartengono gli accordi da te scritti
  • anonimo

05-05-18 08.19

@ anonimo
scusa Cyrano, per capire se ne ho imbroccata qualcuna:

siamo in Cm
------------------------------
accordo scala
-----------------------------------
1) Dm7b5 --------------- Cm
2) G7 alt ---------------- Cm
3) Cm7 ----------------- Gm/B
4) G7 alt --------------- Cm
5) Cm ------------------ Cm
6) Abmaj7#11 ----------- Cm
7) Gm7 ----------------- Dm
8) Fm7 ----------------- Cm
9) Ebmaj7 -------------- Gm
10) Dm7 ---------------- C/B/F/Am ?????
11) G7 alt ------------- Cm

non so se si capisce che ho cercato di ricavare a quali scale appartengono gli accordi da te scritti
Beh le scale da usarsi sono sostanzialmente 2: cmin/ebmaj (stesse note) su tutti gli accordi tranne il G7alt ove userò la scala diminuita o il superlocrian di G, ed il dmin7 ove userò la scala di cmaj, ovvero d dorian
  • anonimo

05-05-18 08.45

@ anonimo
Ci sono:

1) un Dmin7b5
2) un G7 alt cioè la dominante
3) Cmin7 ovvero la tonica...in poche parole, c'è stata la cadenza perfetta sulla tonica minore
4) ancora G7 alt (dominante)
5) e risolve in Cmin (voicing "so what")...altra cadenza
6) un Abmaj7#11 ovvero cadenza plagale alla relativa maggiore
7) Gmin7 che sta per Ebmaj7 (tonica della relativa maggiore)
8) Fmin7 II grado della relativa maggiore (notare la discesa Ab -Gmin7-Fm7)
9) subito Ebmaj7, tonica della relativa maggiore
10) Dmin7 e poi G7alt, cadenza alla tonalità minore


Notare le molte scale di collegamento ed incisi che giocano sul concetto di "ripetizione-variazione"
Bravo nasone io al punto 7) sento un Eb/G
Anzi riascoltando tutto il brano usa il giro drl solo aggiungendo all'inizio 2/5/1 in C-

Al punto 6 e 7 farebbe un 2/5 in Eb quindi F-7 e Bb7 che diventa F-7 Bb/G
  • anonimo

05-05-18 09.14

@ anonimo
Beh le scale da usarsi sono sostanzialmente 2: cmin/ebmaj (stesse note) su tutti gli accordi tranne il G7alt ove userò la scala diminuita o il superlocrian di G, ed il dmin7 ove userò la scala di cmaj, ovvero d dorian
ecco, vuol dire che delle scale non ho ancora capito un tubo emo rimedierò emo
  • anonimo

05-05-18 17.26

@ anonimo
Beh le scale da usarsi sono sostanzialmente 2: cmin/ebmaj (stesse note) su tutti gli accordi tranne il G7alt ove userò la scala diminuita o il superlocrian di G, ed il dmin7 ove userò la scala di cmaj, ovvero d dorian
quindi solo Do minore e relativa maggiore MiB ?
Pensavo ne usasse di più
  • ahivela
  • Membro: Expert
  • Risp: 1400
  • Loc: Benevento
  • Thanks: 124  

05-05-18 17.46

Mi rifaccio all'ottimo schema di Cyrano, con qualche, a mio modo di vedere, precisazione.
Usa parecchio il criterio delle triadi sovrapposte e/o upper structures.

1) Ab11+ ovvero Ab a sx, Bb a dx
2) usa una Upper Structure, cioe' tritono di G7 (Fa-Si) alla sx + Eb alla dx, scala di G superlocr, (o Ab minore melodica, che e' la stessa cosa)
3) C min, scala di Eb mag
4) come la 2)
5) Cm11
6) un Abmaj7/9, scala di Eb mag
7) Eb(add9)/G
8) Fmin7 = Fm11 (tipico voicing che usa Herbie hancock, sugli accordi min11, non quello aperto di So What, ma qualcosa a cluster, del tipo Fm + Eb)
9) Eb(add9)/G
10) Dmin7 = Dm11 cioe' Dm + C
11) come la 2)

Il tutto, pero', con la massima scioltezza e ispirazione (e qua casca l'asino)... emo
  • ahivela
  • Membro: Expert
  • Risp: 1400
  • Loc: Benevento
  • Thanks: 124  

05-05-18 17.47

mark_c ha scritto:
quindi solo Do minore e relativa maggiore MiB ?
Pensavo ne usasse di più


Ne usa solo due: quella che dici e la superlocria di G.
  • anonimo

05-05-18 19.07

@ ahivela
Mi rifaccio all'ottimo schema di Cyrano, con qualche, a mio modo di vedere, precisazione.
Usa parecchio il criterio delle triadi sovrapposte e/o upper structures.

1) Ab11+ ovvero Ab a sx, Bb a dx
2) usa una Upper Structure, cioe' tritono di G7 (Fa-Si) alla sx + Eb alla dx, scala di G superlocr, (o Ab minore melodica, che e' la stessa cosa)
3) C min, scala di Eb mag
4) come la 2)
5) Cm11
6) un Abmaj7/9, scala di Eb mag
7) Eb(add9)/G
8) Fmin7 = Fm11 (tipico voicing che usa Herbie hancock, sugli accordi min11, non quello aperto di So What, ma qualcosa a cluster, del tipo Fm + Eb)
9) Eb(add9)/G
10) Dmin7 = Dm11 cioe' Dm + C
11) come la 2)

Il tutto, pero', con la massima scioltezza e ispirazione (e qua casca l'asino)... emo
nella 1 si suona Lab + Sib ?
Ovviamente in un certo modo
  • ahivela
  • Membro: Expert
  • Risp: 1400
  • Loc: Benevento
  • Thanks: 124  

05-05-18 19.19

mark_c ha scritto:
nella 1 si suona Lab + Sib ?
Ovviamente in un certo modo


Si', li puoi vedere come due semplici accordi maggiori sovrapposti: Ab a sinistra e Bb (in secondo rivolto) a destra.
Per la precisione, partendo dal basso Ab - C - (Eb) - F - Bb - D
  • anonimo

05-05-18 19.27

@ ahivela
mark_c ha scritto:
nella 1 si suona Lab + Sib ?
Ovviamente in un certo modo


Si', li puoi vedere come due semplici accordi maggiori sovrapposti: Ab a sinistra e Bb (in secondo rivolto) a destra.
Per la precisione, partendo dal basso Ab - C - (Eb) - F - Bb - D
non è una tecnica particolare nel senso che ha un nome suonare due accordi a questo, giusto?

Ho provato a suonare quei due accordi e generano a seconda da come li si alterna, una sonorità particolare, il mio fp80 però non ha la stessa resa del pianoforte usato dal pianista nel video; sarò io che non ho la stessa "maturità", chiamiamola così. emo
  • ahivela
  • Membro: Expert
  • Risp: 1400
  • Loc: Benevento
  • Thanks: 124  

05-05-18 20.00

mark_c ha scritto:
non è una tecnica particolare nel senso che ha un nome suonare due accordi a questo, giusto?


Sono una sorta di Polychords, o upper structures, secondo i casi.

mark_c ha scritto:
Ho provato a suonare quei due accordi e generano a seconda da come li si alterna, una sonorità particolare


Vanno suonati contemporaneamente, cosi' ottieni la sonorita' complessiva, altrimenti si ha la percezione di due cose distinte.

mark_c ha scritto:
il mio fp80 però non ha la stessa resa del pianoforte usato dal pianista nel video; sarò io che non ho la stessa "maturità", chiamiamola così.


Boh, mi pare strano che sul tuo fp80 suonino diversamente... in fondo sono 5 o 6 note in croce. Anche se, nel caso in questione, il pianista usa un piano a coda, e una certa differenza ci sara' sempre.
Chiaramente in questo tipo di cose e' determinante l'intenzione, che viene solo dalla maturita' e dalla perfetta consapevolezza armonica e soprattutto sonora di quello che si sta facendo.
Cioe' potresti anche scriverlo perfettamente, nota per nota e pausa per pausa, ma anche dandolo ad un bravissimo esecutore che lo leggesse perfettamente non suonerebbe mai cosi'.
In fondo e' questa la magia inafferrabile della musica suonata bene, e improvvisata in particolare.
  • anonimo

05-05-18 20.12

sto cercando di capire come si formano le upper structures
  • ahivela
  • Membro: Expert
  • Risp: 1400
  • Loc: Benevento
  • Thanks: 124  

05-05-18 20.29

mark_c ha scritto:
sto cercando di capire come si formano le upper structures


Tritono dell'accordo (terza e settima, oppure settima e terza) con la sinistra + una triade maggiore o minore con la destra, costruita su determinati gradi, a seconda della funzione dell'accordo e della sua risoluzione, scegliendo il rivolto giusto per distribuire uniformemente le voci. Ovviamente va suonato contemporaneamente, ovvero si deve sentire il suono complessivo.
Comunque in rete trovi un'infinita' di materiale, come al solito.
  • vin_roma
  • Membro: Supporter
  • Risp: 9184
  • Loc: Roma
  • Thanks: 1140  

05-05-18 21.56

Ma non nasce così 'sta roba. Devi avere nelle mani tanti anni di studio, di Debussy, Evans, Brubeck, tanta musicalità, tanto ascolto, tanto tempo passato a tirar giù le cose dei grandi per imitare e poi l'affinazione del gusto e dell'orecchio per dominare le dimensioni estetiche ...dopo suoni, dopo cerchi di motivare il perché teorico, ma prima come fai? Non è con le regole che si inventano 'ste cose.
  • maxpiano69
  • Membro: Staff
  • Risp: 24522
  • Loc: Torino
  • Thanks: 3340  

05-05-18 22.39

@ vin_roma
Ma non nasce così 'sta roba. Devi avere nelle mani tanti anni di studio, di Debussy, Evans, Brubeck, tanta musicalità, tanto ascolto, tanto tempo passato a tirar giù le cose dei grandi per imitare e poi l'affinazione del gusto e dell'orecchio per dominare le dimensioni estetiche ...dopo suoni, dopo cerchi di motivare il perché teorico, ma prima come fai? Non è con le regole che si inventano 'ste cose.
Sono d’accordo, una cosa é analizzare, schematizzare, ma altro é creare e con gusto..
  • anonimo
  • Membro: Expert
  • Risp: 2526
  • Loc: Livorno
  • Thanks: 145  

06-05-18 00.15

vin_roma ha scritto:
tanto tempo passato a tirar giù le cose dei grandi per imitare


Scusate, vado un attimo O. T.
Vin, questa tua frase mi ha fatto ricordare un jazzista tuo concittadino, purtroppo scomparso: Massimo Urbani. Imitava Charlie Parker in una maniera tale da non distinguerlo quasi dall'originale, era un grande musicista ma ahimè con un destino avverso. Lo conoscevi personalmente? Sarebbe bello sentire qualche aneddoto, si sono raccontate molte cose su di lui, a metà tra verità e leggenda.
Scusate ancora, fine dell'O. T.
  • anonimo
  • Membro: Senior
  • Risp: 867
  • Loc: Torino
  • Thanks: 8  

06-05-18 00.58

@ anonimo
ciao,
non ho capito l'intro di questo brano ne sento spessi iniziare a questo modo, dov'è i trucco?

Grazie maestri
secondo me al primo posto: l'ipersensibilita' el musicista tramutata in musica e la parte tecnica da completamento
  • vin_roma
  • Membro: Supporter
  • Risp: 9184
  • Loc: Roma
  • Thanks: 1140  

06-05-18 01.04

@ anonimo
vin_roma ha scritto:
tanto tempo passato a tirar giù le cose dei grandi per imitare


Scusate, vado un attimo O. T.
Vin, questa tua frase mi ha fatto ricordare un jazzista tuo concittadino, purtroppo scomparso: Massimo Urbani. Imitava Charlie Parker in una maniera tale da non distinguerlo quasi dall'originale, era un grande musicista ma ahimè con un destino avverso. Lo conoscevi personalmente? Sarebbe bello sentire qualche aneddoto, si sono raccontate molte cose su di lui, a metà tra verità e leggenda.
Scusate ancora, fine dell'O. T.
Non personalmente, ho solo un ricordo, di sfuggita, di quando in conservatorio seguiva i corsi di Giorgio Gaslini.
Entrò nel giro "buono" abbastanza presto, quando io ancora dovevo fare il militare...

Qualche anno dopo era già l'idolo di molti miei colleghi orchestrali ed esercitava già ad alti livelli su piani diversi, io al massimo stavo a schiacciare tasti negli show televisivi e il giro jazz non lo frequentavo molto anche se poi ho suonato con molti suoi colleghi che di lui si rammaricavano molto per la sua brutta dipendenza.
  • anonimo

06-05-18 08.44

@ vin_roma
Ma non nasce così 'sta roba. Devi avere nelle mani tanti anni di studio, di Debussy, Evans, Brubeck, tanta musicalità, tanto ascolto, tanto tempo passato a tirar giù le cose dei grandi per imitare e poi l'affinazione del gusto e dell'orecchio per dominare le dimensioni estetiche ...dopo suoni, dopo cerchi di motivare il perché teorico, ma prima come fai? Non è con le regole che si inventano 'ste cose.
ti capisco ed ho gia scritto in un certo senso di questa mia maturazione. Tempo fa mi hai detto di suonare, suonare e suonare; lo sto facendo e noto progressi ma non ancora quelli che pretendo da me e magari non li raggiungerò mai; però ci provo.

Quando ho iniziato la mia avventura pianistica e suonavo ad esempio la pentatonica mi dicevo, "ma a che diamine serve sta roba visto che non ci ricavo un tubo?"

Oggi, pur essendo solo uno strimpellatore, chi mi ascolta nota i miei progressi suonando le stesse cose di quando avevo iniziato e oggi hanno tutto un altro colore/sapore, Vin, avevi ragione: si deve suonare, suonare e ancora suonare.
Ma, come ieri, anche oggi quello che serve a me è dare un nome alle cose, in modo da avere una traccia di lavoro. Del tritono avevo già sentito letto e studiato ma non ne avevo capito l'utilità; ora, se questo musicista ottiene quelle cose attraverso questo diamine di tritono ben venga, mi fa capire che non ho assimilato il concetto e significa che devo insistere ancora.
  • maxpiano69
  • Membro: Staff
  • Risp: 24522
  • Loc: Torino
  • Thanks: 3340  

06-05-18 09.51

@ anonimo
ti capisco ed ho gia scritto in un certo senso di questa mia maturazione. Tempo fa mi hai detto di suonare, suonare e suonare; lo sto facendo e noto progressi ma non ancora quelli che pretendo da me e magari non li raggiungerò mai; però ci provo.

Quando ho iniziato la mia avventura pianistica e suonavo ad esempio la pentatonica mi dicevo, "ma a che diamine serve sta roba visto che non ci ricavo un tubo?"

Oggi, pur essendo solo uno strimpellatore, chi mi ascolta nota i miei progressi suonando le stesse cose di quando avevo iniziato e oggi hanno tutto un altro colore/sapore, Vin, avevi ragione: si deve suonare, suonare e ancora suonare.
Ma, come ieri, anche oggi quello che serve a me è dare un nome alle cose, in modo da avere una traccia di lavoro. Del tritono avevo già sentito letto e studiato ma non ne avevo capito l'utilità; ora, se questo musicista ottiene quelle cose attraverso questo diamine di tritono ben venga, mi fa capire che non ho assimilato il concetto e significa che devo insistere ancora.
Mark, riferito alla tua ultima frase, magari interpreto male ma voglio dirti che é il contrario: quel pianista sta suonando F-B perché sono rispettivamente la 7 e 3 dell’accordo sottostante/sottinteso (G7) ed é un voicing che lui ha appreso ed usa ormai in automatico, non perché in quel momento pensa “adesso ci metto un bel tritono”.

Tritono é solo il nome convenzionale di quella combinazione, il termine usato per valutare quell’esecuzione, o altre in generale, in maniera analitica con un linguaggio condiviso.