Basso Albertino: esercizi

  • WTF_Bach
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29-07-25 18.41

Più che di “tecnica” parlerei di “meccanica”: l’impostazione dell’asse spalle/gomiti/polsi, le cadute non frenate, le rotazioni di polso sui tre assi, il ruolo del busto… e molte altre cose ancora.

29-07-25 18.59

paolo_b3 ha scritto:
Se pensi con due ore la sera dopo dodici di lavoro di poter arrivare a Rubinstein potresti avere delle delusioni.


potrebbe avere delle delusioni, ma anche grandi soddisfazioni:
due ore (ma anche meno), se impiegate bene, possono bastare per imparare a suonare più che dignitosamente...
  • paolo_b3
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29-07-25 19.20

@ igiardinidimarzo
paolo_b3 ha scritto:
Se pensi con due ore la sera dopo dodici di lavoro di poter arrivare a Rubinstein potresti avere delle delusioni.


potrebbe avere delle delusioni, ma anche grandi soddisfazioni:
due ore (ma anche meno), se impiegate bene, possono bastare per imparare a suonare più che dignitosamente...
Due ore non sono assolutamente poche, ma anche con un ora tutti i giorni si fanno dei progressi significativi.
  • drmacchius
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30-07-25 00.23

@ paolo_b3
Due ore non sono assolutamente poche, ma anche con un ora tutti i giorni si fanno dei progressi significativi.
1) secondo me Rubistein (ma anche cortot) suonava decisamente peggio di molti amatori diplomati in conservatorio da privatisti

2) se non avessi voglia di migliorare o di studiare non chiederei consiglio su come perfezionare il basso Albertino, che suonavo senza grossi problemi a 11 anni.

Il problema non è cosa si suona, ma come. Se mi sono rimesso a suonare l’opera 176 di duvernoy e le donazione di clementi, quando a 15 anni suonavo il presto agitato del chiaro di luna è perché non mi va più di suonare come „una scimmia ammaestrata“, in modo automatico, impastato, senza controllo del tocco e consapevolezza di dove si trovano le dita e cosa stanno facendo mentre suono.

Se ho smesso di provare a studiare le ballate e gli scherzi di chopin o la trascrizione della campanella di Liszt (che comunque in qualche modo mi venivano abbastanza) è perché non voglio storpiare i pezzi per cercare di impressionare qualcuno alle feste, ma perché mi va di suonare bene e, non avendo più l’età e il tempo per dedicarmi alla musica quanto sarebbe necessario per suonare decentemente pezzi impegnativi e maturi, cerco di farlo studiando nel tempo che ho pezzi che strimpello già a prima vista o che leggo in poche ore.

Nonostante abbia studiato per qualche settimana diverse ore a settimana pezzi banali, il basso Albertino
Con la sinistra non mi viene come vorrei e sono ancora troppo impacciato e rigido sulle alzate per sentirmi ribassare a suonare sonate di Heydn o sonate brillanti di scarlatti.

Vorrei colmare lacune di gioventù, aggravate da anni a suonare blues e funky come uno zappatore seguiti da anni di inattività facendo un lavoro che comunque mi ha accorciato i flessori delle dita e la muscolatura degli avambracci e due incidenti in cui mi sono veriti gravemente le spalle e adesso, dopo che suono per più di 3/4 d‘ora di seguito senza pause per stirarmi la schiena, mi ritrovo piegato dai crampi alla schiena e alle scapole.

Suonare alla Jerry lee hooker ci riesci ancora, e suonare classica come uno „zingaro“ che chiede l’elemosina ai turisti pure, ma quello che vorrei è suonare bene, a costo di suonare solo pezzi semplici per bambini.
  • Asterix
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30-07-25 09.02

drmacchius ha scritto:
1) secondo me Rubistein (ma anche cortot) suonava decisamente peggio di molti amatori diplomati in conservatorio da privatisti


É una affermazione un po' forte, Basta ascoltare l'integrale dei notturni di Chopin suonata da Rubistein, oppure vedere il video del concerto alla sala grande del conservatorio di Mosca del 1964 per capire che gigante del pianismo fosse, per inciso: non suonavi a Mosca se non eri un grande pianista!
Certo non aveva il virtuosismo di Horowitz o le dita di acciaio di Gilels...
Anche Cortot, le sue registrazioni avvenute in "tarda età", fanno intuire che pianista fosse quando i sui mezzi tecnici erano al massimo della efficienza.
Detto questo, noto che chiedi spesso consigli tecnici e di repertorio. Probabilmente ti converrebbe confrontarti con un insegnante anche in maniera saltuaria, perchè possa vedere e valutare di persona il tuo approccio allo strumento e guidarti, o quanto meno darti delle indicazioni più pertinenti.
Certo nel forum ci sono persone competenti, ma un confronto di persona non è sostituibile da una consulenza on line.
Per esempio quando parli di basso Albertino, è un errore cercare l'uguaglianza tra tutte le note: all'interno della figurazione ci sono voci e note con "peso" diverso che richiedono micro-variazioni dinamiche, se cerchi l'uguaglianza sei fuori strada.
  • WTF_Bach
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30-07-25 11.05

Ma lei suona con le dita!
  • d_phatt
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30-07-25 13.27

@ Asterix
drmacchius ha scritto:
1) secondo me Rubistein (ma anche cortot) suonava decisamente peggio di molti amatori diplomati in conservatorio da privatisti


É una affermazione un po' forte, Basta ascoltare l'integrale dei notturni di Chopin suonata da Rubistein, oppure vedere il video del concerto alla sala grande del conservatorio di Mosca del 1964 per capire che gigante del pianismo fosse, per inciso: non suonavi a Mosca se non eri un grande pianista!
Certo non aveva il virtuosismo di Horowitz o le dita di acciaio di Gilels...
Anche Cortot, le sue registrazioni avvenute in "tarda età", fanno intuire che pianista fosse quando i sui mezzi tecnici erano al massimo della efficienza.
Detto questo, noto che chiedi spesso consigli tecnici e di repertorio. Probabilmente ti converrebbe confrontarti con un insegnante anche in maniera saltuaria, perchè possa vedere e valutare di persona il tuo approccio allo strumento e guidarti, o quanto meno darti delle indicazioni più pertinenti.
Certo nel forum ci sono persone competenti, ma un confronto di persona non è sostituibile da una consulenza on line.
Per esempio quando parli di basso Albertino, è un errore cercare l'uguaglianza tra tutte le note: all'interno della figurazione ci sono voci e note con "peso" diverso che richiedono micro-variazioni dinamiche, se cerchi l'uguaglianza sei fuori strada.
Impossibile non essere d'accordo con questo commento.
  • Asterix
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30-07-25 14.00

@ d_phatt
Impossibile non essere d'accordo con questo commento.
Per me è assurdo!
  • WTF_Bach
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30-07-25 15.04

@ Asterix
drmacchius ha scritto:
1) secondo me Rubistein (ma anche cortot) suonava decisamente peggio di molti amatori diplomati in conservatorio da privatisti


É una affermazione un po' forte, Basta ascoltare l'integrale dei notturni di Chopin suonata da Rubistein, oppure vedere il video del concerto alla sala grande del conservatorio di Mosca del 1964 per capire che gigante del pianismo fosse, per inciso: non suonavi a Mosca se non eri un grande pianista!
Certo non aveva il virtuosismo di Horowitz o le dita di acciaio di Gilels...
Anche Cortot, le sue registrazioni avvenute in "tarda età", fanno intuire che pianista fosse quando i sui mezzi tecnici erano al massimo della efficienza.
Detto questo, noto che chiedi spesso consigli tecnici e di repertorio. Probabilmente ti converrebbe confrontarti con un insegnante anche in maniera saltuaria, perchè possa vedere e valutare di persona il tuo approccio allo strumento e guidarti, o quanto meno darti delle indicazioni più pertinenti.
Certo nel forum ci sono persone competenti, ma un confronto di persona non è sostituibile da una consulenza on line.
Per esempio quando parli di basso Albertino, è un errore cercare l'uguaglianza tra tutte le note: all'interno della figurazione ci sono voci e note con "peso" diverso che richiedono micro-variazioni dinamiche, se cerchi l'uguaglianza sei fuori strada.
Infatti dovrebbe essere più accentuato sul mignolo, più lieve sul pollice e “mezzo e mezzo” sul terzo dito.
  • d_phatt
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30-07-25 15.22

@ Asterix
Per me è assurdo!
emo
  • Asterix
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30-07-25 15.46

@ d_phatt
emo
Non capisco la faccina...
Rubinstein suonava paggio di molti diplomati privatisti? Io non penso sia una affermazione sostenibile .
Questa la sua registrazione dell'integrale dei notturni di Chopin alla tenera età di 78 anni.
Rubinstein - Notturni
  • d_phatt
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30-07-25 16.12

@ Asterix
Non capisco la faccina...
Rubinstein suonava paggio di molti diplomati privatisti? Io non penso sia una affermazione sostenibile .
Questa la sua registrazione dell'integrale dei notturni di Chopin alla tenera età di 78 anni.
Rubinstein - Notturni
No, aspetta, forse ci siamo capiti male...io intendevo che è impossibile non condividere il TUO intervento (quello che avevo quotato nel mio post), che quindi personalmente condivido al 100%. Quindi la tua successiva risposta l'avevo presa come una battuta, da lì la faccina. La penso esattamente come te, anzi, su Rubinstein non c'è neanche molto da opinare, è stato una leggenda del pianismo.

emo
  • Asterix
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30-07-25 16.14

@ d_phatt
No, aspetta, forse ci siamo capiti male...io intendevo che è impossibile non condividere il TUO intervento (quello che avevo quotato nel mio post), che quindi personalmente condivido al 100%. Quindi la tua successiva risposta l'avevo presa come una battuta, da lì la faccina. La penso esattamente come te, anzi, su Rubinstein non c'è neanche molto da opinare, è stato una leggenda del pianismo.

emo
Ah ecco! 🤣🤣🤣
  • d_phatt
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30-07-25 16.19

Anzi, c'è da dire che (almeno per quanto ne so) al tempo di Rubinstein era normale che nelle registrazioni ci fossero anche degli errori, proprio perché registravano e pubblicavano una esecuzione integrale fatta dall'inizio alla fine così com'era, senza editing, correzioni, ecc... probabilmente anche perché la tecnologia dell'epoca era molto più limitata rispetto a oggi, dove fare un taglio e una sovraincisione in una DAW è un gioco da ragazzi. Quelle registrazioni, anche nelle loro imperfezioni o forse proprio grazie a esse, sono un monumento storico della storia del pianoforte e grandissimi esempi di pianismo "vero", reale, quello che sentiremmo in un concerto dal vivo dove anche un mostro del pianoforte come Martha Argerich può ciccare una nota ogni tanto.
  • d_phatt
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30-07-25 16.20

@ Asterix
Ah ecco! 🤣🤣🤣
emoemo
  • drmacchius
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30-07-25 21.10

@ Asterix
Non capisco la faccina...
Rubinstein suonava paggio di molti diplomati privatisti? Io non penso sia una affermazione sostenibile .
Questa la sua registrazione dell'integrale dei notturni di Chopin alla tenera età di 78 anni.
Rubinstein - Notturni
Ovviamente parlavo da un punto di vista tecnico. Nei valzer impasta come uno zappatore, non so fa a posta lì o
Veramente era impastato a un livello tale che un tempo su scarlatti non avrebbe mai passato l’esame dell’ottavo.

Poi era indubbiamente musicale, sentito, quello che vuoi, ma suinando sporco non rispetta i canoni del oianismo moderno. Anche cortot sosteneva che contava solo l’interpretazione…..e le sue interpretazioni sono imbarazzanti, piene di errori come alla festa di fine corso di paese; sotto la direzione di abbado non avrebbe passato forse nemmeno il quinto anno; altro che trifonov, la astanova e i pianisti moderni, senza voler tirare fuori la scuola italiana in stile Michelangeli o Pollini
  • drmacchius
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30-07-25 21.20

@ Asterix
drmacchius ha scritto:
1) secondo me Rubistein (ma anche cortot) suonava decisamente peggio di molti amatori diplomati in conservatorio da privatisti


É una affermazione un po' forte, Basta ascoltare l'integrale dei notturni di Chopin suonata da Rubistein, oppure vedere il video del concerto alla sala grande del conservatorio di Mosca del 1964 per capire che gigante del pianismo fosse, per inciso: non suonavi a Mosca se non eri un grande pianista!
Certo non aveva il virtuosismo di Horowitz o le dita di acciaio di Gilels...
Anche Cortot, le sue registrazioni avvenute in "tarda età", fanno intuire che pianista fosse quando i sui mezzi tecnici erano al massimo della efficienza.
Detto questo, noto che chiedi spesso consigli tecnici e di repertorio. Probabilmente ti converrebbe confrontarti con un insegnante anche in maniera saltuaria, perchè possa vedere e valutare di persona il tuo approccio allo strumento e guidarti, o quanto meno darti delle indicazioni più pertinenti.
Certo nel forum ci sono persone competenti, ma un confronto di persona non è sostituibile da una consulenza on line.
Per esempio quando parli di basso Albertino, è un errore cercare l'uguaglianza tra tutte le note: all'interno della figurazione ci sono voci e note con "peso" diverso che richiedono micro-variazioni dinamiche, se cerchi l'uguaglianza sei fuori strada.
Lo so, purtroppo vivo in un paese in cui il
Weekend trovi lo stesso numero di insegnanti che avresti trovato a Hiroschima il giorno dopo la bomba e la sera non se ne parla. Io sono fuori casa 12-13 ore al giorno e quindi non posso farci niente. Ci sono delle scuole che hanno dei corsi io sabato, ma pretendono la presenza 4 sabati a settimana 9-10 mesi al mese (più o meno calendario scolastico) e io non Ce la faccio, anche perché il sabato a volte lavoro e se no devo fare tutto quello che non posso fare in settimana. La domenica c’è più vita nel Sahara.

Non chiederei se avessi la possibilità di prendere lezioni, anche perché tra concertisti, cameristi, docenti specializzati in didattica, di musicisti qualificati per farlo ce n’è veramente tanti, ma non posso cambiare la cultura del posto e sembra che gli unici a dover lavorare senza sosta siano i medici.


  • drmacchius
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30-07-25 21.24

@ d_phatt
Anzi, c'è da dire che (almeno per quanto ne so) al tempo di Rubinstein era normale che nelle registrazioni ci fossero anche degli errori, proprio perché registravano e pubblicavano una esecuzione integrale fatta dall'inizio alla fine così com'era, senza editing, correzioni, ecc... probabilmente anche perché la tecnologia dell'epoca era molto più limitata rispetto a oggi, dove fare un taglio e una sovraincisione in una DAW è un gioco da ragazzi. Quelle registrazioni, anche nelle loro imperfezioni o forse proprio grazie a esse, sono un monumento storico della storia del pianoforte e grandissimi esempi di pianismo "vero", reale, quello che sentiremmo in un concerto dal vivo dove anche un mostro del pianoforte come Martha Argerich può ciccare una nota ogni tanto.
Ti dico solo che nel 1993, quando hanno provato a digitalizzare l’ultima stagione concertistica di Michelangeli per poterla riproporre come fatto per altri (credo Richter) al disclavier, dovettero rispettare lo standard di sampling del midi perché non riuscivano a trovare le deferenze tra un concerto e l’altro. Rubistein e Michelangeli si passavano quanto Michelangeli e Pollini, più i meno.
  • paolo_b3
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30-07-25 22.02

@ drmacchius
Ti dico solo che nel 1993, quando hanno provato a digitalizzare l’ultima stagione concertistica di Michelangeli per poterla riproporre come fatto per altri (credo Richter) al disclavier, dovettero rispettare lo standard di sampling del midi perché non riuscivano a trovare le deferenze tra un concerto e l’altro. Rubistein e Michelangeli si passavano quanto Michelangeli e Pollini, più i meno.
Mi interessa questa cosa, ma non sono sicuro di aver capito, potresti spiegare meglio?
  • drmacchius
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31-07-25 06.28

@ paolo_b3
Mi interessa questa cosa, ma non sono sicuro di aver capito, potresti spiegare meglio?
I primi anni 90‘ erano il boom del MIDI e della musica digitalizzata. Erano gli anni dell‘uscita del disclavier. Si cominciarono a fare concerti senza il pianista col solo disclavier secondo la filosofia „il miglior concerto che quel pianista famoso abbia mai fatto“ perché con la filosofia dei sequencer midi si diceva che si potevano digitalizzare la stagione concertistica di un pianista, estrapolarne le esecuzioni migliori, farne una media, ripulire il tutto da imprecisioni ed errori come gli amatori fanno nell’Home-Recording con cubase, e poi far suonare al disclavier il concerto „perfetto di quel pianista“. Lo fecero per alcuni dei grandi pianisti del secolo scorso scomparsi in quegli anni senza problemi.

Quando ci provarono con Michelangeli si accorsero che per trovare differenze tra un concerto e l’altro è delle imprecisioni nel ritmo e nella dinamica di una stagione concertistica di michelangeli gli standard di quantizzazione MIDI di quel tempo non bastavano. Aumentando di molto la sensibilità ovviamente si, ma i standard della quantizzazione nudi degli non 80‘ e primi anni 90 non bastavano. Anni dopo si fece qualcosa di analogo con Rai Charles per l’attacco di una sua famosa canzone in cui lui era solito dare il tempo a tutta la band. Analizzarono decine di live e si resero conto che era più preciso di qualsiasi metronomo o keyclic.
Sono fenomeni studiati dai neuroscienziati e non dai musicologi.

Tanto per dire che non si può suonare polito e senza errore senza fare editing o ripulire tutto col computer. La Callas avrebbe fregato qualsiasi Autotune. Ci sono talenti veri e persone che con lo studio raggiungono vette che non sono eguagliabbili dai comuni standard tecnologici dei decenni scorsi. Adesso con le AI e con le maggiori capacità di calcolo probabilmente non sarà più così, ma ci sono voluti 30 anni di computer music e progressi tecnologi e informatici per riuscire a fare ciò che gli umani col talento e lo studio hanno fatto da soli per millenni.