Quale strada percorrere?

14-12-20 02.59

Spectrum ha scritto:
Capisco chi preferisce fare la vita tranquilla dell'impiegato, busta paga il 27, 13a e 14a...

...per alcuni è appagante per altri no.


Un bravo Batterista Jazz di una certa età, con il quale ho suonato per diverso tempo, una volta, parecchi anni fa, faceva il Musicista di Professione: suonava nei locali insieme al proprio gruppo (allora si chiamavano "Orchestre Jazz"). Mi raccontava che, SOLTANTO suonando nei locali, si era comprato casa, tanto si guadagnava bene.

Oggi le cose non stanno più così (almeno in Italia, forse, all'estero, è differente): se suoni nei locali, manco ti pagano o, al limite, il proprietario ti offre una pizza e una birra. Oggi puoi vivere, metter su famiglia, comprarti casa soltanto suonando nei locali come fece, anni fa, quel Batterista di mia conoscenza?

Ecco perché, già da un po' di anni a questa parte, molti scelgono di avere un lavoro "normale" (magari non proprio un "tranquillo lavoro da impiegato" perché prevede stressanti turni di notte, sabati, domeniche, Natale e Pasqua in ospedale e mai avuta la 14a), ma con una retribuzione sicura a fine mese (e contributi pensionistici), continuando a far Musica per hobby...

Oggi o diventi un Rapper o un Trapper famoso, altrimenti che fai? Riesci a vivere di Musica?

Alcuni Musicisti che conosco (soprattutto Batteristi, ma anche un Chitarrista), dopo aver studiato Batteria (o Chitarra) hanno fatto un corso per Tecnico del Suono ed hanno messo su un piccolo Studio di Registrazione. Ogni tanto registrano i pezzi a qualche gruppo, ogni tanto vanno a suonare in feste di piazza o nei locali ed ogni tanto fanno il service ai concerti di altri gruppi e così riescono a vivere...

Una volta era più facile vivere di Musica: era un lavoro come un altro, nel senso che, anche se non diventavi famoso, se suonavi in un gruppo o in un' "Orchestrina Jazz", eri comunque pagato (più o meno bene a seconda della bravura, della preparazione, dell'età, dell'esperienza...).

Oggi?
  • toniz1
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14-12-20 09.46

my two cents...

ho letto tutta la discussione e non ti parlerò certo della mia piccola esperienza, in cui la musica pur per anni e con soddisfazione è stata (e spero sarà ancora per un bel po') solo un hobby.

In questi anni sono venuto a contatto con un buon numero di persone "che suonano"... molti hobbisti, pochi professionisti.
Per non essere troppo prolisso (come mio solito) ti dirò:
1) se vuoi fare il professionista devi studiare un bel po' UNO strumento e saperlo padroneggiare bene... molto bene.. che (quasi) qualsiasi cosa ti chiedano di suonare al volo devi essere pronto... (in fondo sei un professionista, non un pinco pallino...) e sapere che come te ce ne sono tanti (quindi devi essere pronto alla concorrenza)

2) tanti che conosco fanno anche altri lavori per avere una sicurezza economica, non legati alla musica (disgraziatamente) e parlo di gente che normalmente fa 100/130 serate all'anno suonando in piu' gruppi (1 data ogni 3 gg) ... chi fa il bancario, chi fa l'insegnante (di altre materie), chi fa il tecnico elettronico... solo 2 che conosco insegnano uno chitarra in 2 scuole private e l'altro ha un suo studio di registrazione... e parlo di gente che ha inciso piu' di qualche disco e/o fatto tournée con la band in giro per l'Europa.

Questo per dire che (come ti e' gia' stato detto) sapere suonare uno strumento ad alti livelli e' la base, saperlo fare meglio di altri sarebbe opportuno, ma non c'e' da disdegnare anche altre attività collaterali se ti permettono di "sbarcare il lunario" finchè non hai entrate stabili provenienti dalla musica... soprattutto ORA che è un settore molto tralasciato (artisti a piedi, locali chiusi e manifestazioni zero).

Quindi sfrutta questo tempo per studiare tanto.... tieniti un lavoro per sopravvivere.. quando ti sentirai "forte" nel tuo strumento comincia a proporti in giro in ambito musicale... suonando a più porte.

tutto al netto che tu sia un artista o meno... può essere bello vivere di musica anche solo suonando e suonando roba non tua... se poi la tua musica ti viene bene (o sei portato) allora è tutto grasso che cola..

forza!
  • motif74
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14-12-20 21.47

@ Giuffreeze
Sono anni che cerco risposte su questa questione, solo ora mi ci sto mettendo con più impegno in questa ricerca perché avendo abbandonato ciò che stavo facendo per la musica mi sento e sono più determinato! Ho parlato con persone che frequentano/ hanno frequentato il conservatorio, sono consapevole dei sacrifici che richiede. Conosco, nella mia ignoranza, i pro e i contro. Forse non tutti, ma ne conosco.
Ad ogni modo il mio dubbio non nasce sulla scelta di fare il conservatorio in sé, bensì sul completo non sapere quale sia la strada migliore che mi permetta di raggiungere il mio obiettivo. Per dirla in altre parole: non è che voglio necessariamente fare il conservatorio, come se fosse una priorità assoluta per me; a me andrebbe benissimo avere un altro tipo di formazione, purché sia seria e professionale e che magari mi lasci qualche certificazione (come l'abilitazione all'insegnamento, per esempio).
Per quanto riguarda lo studio della chitarra al conservatorio ho detto che si, mi piacerebbe, ma lo seguirei soltanto se questo può aiutarmi nel conseguimento del mio obiettivo. Se scopro che c'è una strada più, ad esempio lo studio della composizione (sempre al conservatorio, oppure no), che so... allora sceglierei quella.
Comunque hai indovinato: la passione per la musica non mi manca. Dammi una tastiera e mi dimentico quello che stavo facendo o dovevo fare. Stessa cosa con una chitarra o con una batteria, ma vale per qualsiasi altro strumento. Oltre la passione è anche la curiosità e un insieme di fattori a spingermi di entrare in questo mondo.
Ma non basta la sola passione...ci vuole lo studio ed il sacrificio in primis...dopodichè, come già qualcun altro ha sottolineato, ci vuole fortuna, spirito imprenditoriale, capitare nel posto giusto al momento opportuno, sfruttare al massimo certe occasioni...oggi più che nel passato, è molto più difficile emergere con produzioni di alto livello, soprattutto perché l'ascoltatore medio ha poca conoscenza tecnica e musicale e quindi fatica a comprendere "prodotti di un certo valore"...la qualità di alcune produzioni è di bassa fattura perché mediamente il consumatore finale accetta di tutto, mentre anni fa c'era uno spirito critico molto più esteso e "poco diplomatico" se vogliamo, che non perdonava facilmente. Parli di abilitazione all'insegnamento...solo un diploma accademico te lo permette. Tante altre strade non ne conosco...magari possono esserci modi più facili per "arrivare", ma poi bisogna anche essere in grado di retare a certi livelli e se non hai lo studio teorico e pratico che ti copre le spalle, dubito che un musicista possa pensare anche lontanamente di fare una carriera professionistica di un certo livello, senza contare appunto che oggi è estremamente difficile.