Musica e pentagramma

  • anonimo

12-02-20 10.45

Cyrano ha scritto:
E questo è solo uno tra i mille esempi che si potrebbero fare: esecuzione degli abbellimenti, ritardando idiomatici, maniera di far respirare la frase attraverso micro-articolazioni del polso che si risolvono in micro-variazioni ritmiche, interpretazione delle indicazioni di tempo ed espressione (quanto sarà veloce esattamente un allegretto? ed un andante?).

Queste cose il pentagramma non te le dice


Sono perfettamente d'accordo con te: a volte, per esempio, due Pianisti suonano lo stesso spartito interpretandolo in modo diverso:

https://www.youtube.com/watch?v=OtRROmKjo2w

e

https://www.youtube.com/watch?v=5Y4Fkxg7WcA

Presumo che lo spartito (l'Andante del Concerto per Pianoforte e Orchestra numero 21 - K467 di Wolfang Amadeus Mozart), sia lo stesso, ma i due Pianisti lo interpretano in modo differente: Geza Anda introduce dei micro-anticipi o dei micro-ritardi... tutto questo penso che, sullo spartito, non sia scritto, ma sia una libera interpretazione del Pianista Ungherese, poi naturalizzato Svizzero.
  • anonimo

12-02-20 10.58

@ benjomy
per non parlare degli abbellimenti... un trillo.. quanto lo facciamo lungo? quanto veloce? lo inziamo lento e aumentiamo la velocità o velocità costante?
Ottimo esempio quello del trillo.

Perchè non fai una bella demo a riguardo?

emoemoemo
  • Petra
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12-02-20 11.04

@ anonimo
Petra, mi permetto di obiettare con un semplice esempio.

Se tu leggi un valzer viennese, tipo "sul bel danubio blu", trovi che l'accompagnamento (in tre quarti) è scritto con un quarto al basso, un quarto sul primo accordo ed un quarto sul secondo accordo.

Il suono è zum-pa-pa.

Bene..è sbagliato. Se tu ti limiti a leggere e ad eseguire, il risultato è sbagliato.

Per tutta una serie di motivi, l'accompagnamento del valzer viennese si esegue in maniera diversa:

Un ottavo al basso, un quarto puntato il primo accordo (che risulta così "anticipato") ed un quarto il secondo accordo (normale). Il tutto con discreta elasticità.

Il suono è zumpa-a-pa

Ma se non hai mai ascoltato un'orchestra che lo suona "giusto", e ti limiti ad eseguire quello che c'è scritto sul pentagramma, finisce che sbagli.

E questo è solo uno tra i mille esempi che si potrebbero fare: esecuzione degli abbellimenti, ritardando idiomatici, maniera di far respirare la frase attraverso micro-articolazioni del polso che si risolvono in micro-variazioni ritmiche, interpretazione delle indicazioni di tempo ed espressione (quanto sarà veloce esattamente un allegretto? ed un andante?).

Queste cose il pentagramma non te le dice
Ma perché non "scopri" tu, i modi indeterminati di interpretare! Da un prodotto originale ed ascoltare le scoperte altrui, offre un paniere più corposo per poter diversificare ma... può anche però cagionare che la tua "creatura" risulti una..."fotocopia". Tu, esecutore, un robot pigia tasti! Per me la primaria importanza è volta a colui che opera!
  • anonimo

12-02-20 11.11

@ Petra
Ma perché non "scopri" tu, i modi indeterminati di interpretare! Da un prodotto originale ed ascoltare le scoperte altrui, offre un paniere più corposo per poter diversificare ma... può anche però cagionare che la tua "creatura" risulti una..."fotocopia". Tu, esecutore, un robot pigia tasti! Per me la primaria importanza è volta a colui che opera!
se fai musica sperimentale allora è la strada giusta
  • benjomy
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12-02-20 11.23

@ anonimo
Ottimo esempio quello del trillo.

Perchè non fai una bella demo a riguardo?

emoemoemo
una demo di soli trilli! geniale!emo
  • anonimo

12-02-20 11.25

è come il film Lucy, Il tempo è la sola vera unita di misura, senza tempo non esistiamo ed io aggiungo, senza tempo non esiste nemmeno la musica.

Ecco perchè gli informatici hanno colmato tale lacuna col formato MIDI emo
  • anonimo

12-02-20 12.07

@ Petra
Ma perché non "scopri" tu, i modi indeterminati di interpretare! Da un prodotto originale ed ascoltare le scoperte altrui, offre un paniere più corposo per poter diversificare ma... può anche però cagionare che la tua "creatura" risulti una..."fotocopia". Tu, esecutore, un robot pigia tasti! Per me la primaria importanza è volta a colui che opera!
1) Non è l'esecutore che impone alla musica la "sua" interpretazione, è la musica che impone all'esecutore la sua logica interiore. Poi le esecuzioni sono differenti perchè ognuno di noi coglie parti e sfaccettature differenti della medesima, immutabile logica del Bello

2) La musica è natura ma anche cultura. Quindi una data epoca storica si aspetta che l'esecuzione segua alcuni modelli abbastanza rigorosi. Certo poi si può benissimo scegliere di essere anticonformisti, ma il valzer viennese continua a non doversi suonare zum pa pa ma zumpa a pa. Anche se sul pentagramma c'è scritto zum pa pa.
  • anonimo

12-02-20 12.08

@ benjomy
una demo di soli trilli! geniale!emo
Magari cacciamoci dentro anche qualche ribattuto. Per far contenti i cultori del triplo sensore e del doppio scappamento.
  • Genny1950
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12-02-20 16.27

Buongiorno ragazzi
nel' esprimere il mio concetto a proposito del pentagramma, conoscere le note e poi fare musica vi propongo di guardare questo video che permetterà di chiarire il mio pensiero

https://www.youtube.com/watch?time_continue=240&v=BytUY_AwTUs&feature=emb_title

Buona giornata a tutti voi
  • benjomy
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12-02-20 16.43

@ Genny1950
Buongiorno ragazzi
nel' esprimere il mio concetto a proposito del pentagramma, conoscere le note e poi fare musica vi propongo di guardare questo video che permetterà di chiarire il mio pensiero

https://www.youtube.com/watch?time_continue=240&v=BytUY_AwTUs&feature=emb_title

Buona giornata a tutti voi
e quale sarebbe il punto di vista?emo
lì tutti, dal primo all'ultimo, conoscono note e pentagramma e riescono a fare un piccola ( per non dire minuscola) improvvisazione su un giro semplicissimo proprio perchè conoscono note e pentagramma....
  • vin_roma
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12-02-20 16.59

@ Genny1950
Buongiorno ragazzi
nel' esprimere il mio concetto a proposito del pentagramma, conoscere le note e poi fare musica vi propongo di guardare questo video che permetterà di chiarire il mio pensiero

https://www.youtube.com/watch?time_continue=240&v=BytUY_AwTUs&feature=emb_title

Buona giornata a tutti voi
Beh, se come capitato anche a me, c'era in sala Salone (non è un gioco di parole ma è il nome di un famoso orchestratore) sempre presente nelle importanti sessioni di registrazione per i film, lui avrebbe risolto in pochi minuti un eventuale cambio di partitura o un'aggiunta per qualche M da montare. Il compositore avrebbe dettato le note e Salone avrebbe creato, col suo staff, le parti per l'orchestra e avrebbemmo registrato nel giro di 15 min... e, restando scritte, le note sarebbero rimaste anche dopo 10 anni. Che bisogno c'è di affidarsi alla memoria? Non capisco a cosa serva questa dimostrazione anche perché, e soprattutto con l'orchestra, non si può suonare a "capoccia", anzi, come nel video, ognuno deve avere parti ben specifiche e ultra efficaci, altrimenti accadrebbero situazioni come quel "pippone" infinito dell'orchestra di Sanremo che ha contestato gli arrangimenti di Morgan giudicandoli insuonabili.
  • Bob_Braces
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12-02-20 19.30

Cyrano ha scritto:

1) Non è l'esecutore che impone alla musica la "sua" interpretazione, è la musica che impone all'esecutore la sua logica interiore. Poi le esecuzioni sono differenti perchè ognuno di noi coglie parti e sfaccettature differenti della medesima, immutabile logica del Bello

2) La musica è natura ma anche cultura. Quindi una data epoca storica si aspetta che l'esecuzione segua alcuni modelli abbastanza rigorosi. Certo poi si può benissimo scegliere di essere anticonformisti, ma il valzer viennese continua a non doversi suonare zum pa pa ma zumpa a pa. Anche se sul pentagramma c'è scritto zum pa pa.


Il discorso è molto complesso e non credo che si possano trovare risposte univoche buone per tutte le situazioni. Probabilmente sul valzer viennese hai ragione, il modo "giusto" di suonarlo è quello che dici e tale resterà anche nei secoli a venire. Ci sono però musiche di altri periodi storici per le quali le prassi esecutive negli anni sono cambiate moltissimo (mi sento di dire, al di là delle scelte intepretative dei singoli) e dire cosa è giusto o sbagliato non è per nulla semplice.
Anche senza citare l'esempio estremo di Gould, prova a pensare come si suonava Bach negli anni '50 e a come lo si suona ora. Prova a confrontare un'esecuzione di Albert Schweitzer con una di Germani con una, chessò, di Tom Koopman. Si può dire che ce n'è una giusta?
ANEDDOTO: mi ricordo che (putroppo ormai molti...) anni fa in coservatorio ci fecero ascoltare quattro diverse esecuzioni di Rachmaninoff, chiedendoci proprio quale secondo noi fosse quella giusta, quella che preferivamo. Non c'erano accordi in classe su quale fosse la migliore, ma tutti concordavamo su quale fosse la peggiore da ogni punto di visto. Ebbene, la peggiore, ci rivelarono, era... dello stesso Rachmaninoff! :-O
  • benjomy
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12-02-20 21.43

@ Bob_Braces
Cyrano ha scritto:

1) Non è l'esecutore che impone alla musica la "sua" interpretazione, è la musica che impone all'esecutore la sua logica interiore. Poi le esecuzioni sono differenti perchè ognuno di noi coglie parti e sfaccettature differenti della medesima, immutabile logica del Bello

2) La musica è natura ma anche cultura. Quindi una data epoca storica si aspetta che l'esecuzione segua alcuni modelli abbastanza rigorosi. Certo poi si può benissimo scegliere di essere anticonformisti, ma il valzer viennese continua a non doversi suonare zum pa pa ma zumpa a pa. Anche se sul pentagramma c'è scritto zum pa pa.


Il discorso è molto complesso e non credo che si possano trovare risposte univoche buone per tutte le situazioni. Probabilmente sul valzer viennese hai ragione, il modo "giusto" di suonarlo è quello che dici e tale resterà anche nei secoli a venire. Ci sono però musiche di altri periodi storici per le quali le prassi esecutive negli anni sono cambiate moltissimo (mi sento di dire, al di là delle scelte intepretative dei singoli) e dire cosa è giusto o sbagliato non è per nulla semplice.
Anche senza citare l'esempio estremo di Gould, prova a pensare come si suonava Bach negli anni '50 e a come lo si suona ora. Prova a confrontare un'esecuzione di Albert Schweitzer con una di Germani con una, chessò, di Tom Koopman. Si può dire che ce n'è una giusta?
ANEDDOTO: mi ricordo che (putroppo ormai molti...) anni fa in coservatorio ci fecero ascoltare quattro diverse esecuzioni di Rachmaninoff, chiedendoci proprio quale secondo noi fosse quella giusta, quella che preferivamo. Non c'erano accordi in classe su quale fosse la migliore, ma tutti concordavamo su quale fosse la peggiore da ogni punto di visto. Ebbene, la peggiore, ci rivelarono, era... dello stesso Rachmaninoff! :-O
Hai ragione! L’esecuzione di rachmaninoff del suo concerto è molto piu veloce di come siamo ormai abituati ad ascoltarlo!
  • Genny1950
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13-02-20 04.15

@ benjomy
e quale sarebbe il punto di vista?emo
lì tutti, dal primo all'ultimo, conoscono note e pentagramma e riescono a fare un piccola ( per non dire minuscola) improvvisazione su un giro semplicissimo proprio perchè conoscono note e pentagramma....
Caro amico mi permetto di chiederti scusa, hai sicuramente ragioneemo
  • Genny1950
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13-02-20 04.16

@ vin_roma
Beh, se come capitato anche a me, c'era in sala Salone (non è un gioco di parole ma è il nome di un famoso orchestratore) sempre presente nelle importanti sessioni di registrazione per i film, lui avrebbe risolto in pochi minuti un eventuale cambio di partitura o un'aggiunta per qualche M da montare. Il compositore avrebbe dettato le note e Salone avrebbe creato, col suo staff, le parti per l'orchestra e avrebbemmo registrato nel giro di 15 min... e, restando scritte, le note sarebbero rimaste anche dopo 10 anni. Che bisogno c'è di affidarsi alla memoria? Non capisco a cosa serva questa dimostrazione anche perché, e soprattutto con l'orchestra, non si può suonare a "capoccia", anzi, come nel video, ognuno deve avere parti ben specifiche e ultra efficaci, altrimenti accadrebbero situazioni come quel "pippone" infinito dell'orchestra di Sanremo che ha contestato gli arrangimenti di Morgan giudicandoli insuonabili.
Caro Vin mi permetto di chiedeti scusa non era mia intenzione.
Hai sicuramente ragione
emoemo
  • anonimo

13-02-20 06.47

@ Bob_Braces
Cyrano ha scritto:

1) Non è l'esecutore che impone alla musica la "sua" interpretazione, è la musica che impone all'esecutore la sua logica interiore. Poi le esecuzioni sono differenti perchè ognuno di noi coglie parti e sfaccettature differenti della medesima, immutabile logica del Bello

2) La musica è natura ma anche cultura. Quindi una data epoca storica si aspetta che l'esecuzione segua alcuni modelli abbastanza rigorosi. Certo poi si può benissimo scegliere di essere anticonformisti, ma il valzer viennese continua a non doversi suonare zum pa pa ma zumpa a pa. Anche se sul pentagramma c'è scritto zum pa pa.


Il discorso è molto complesso e non credo che si possano trovare risposte univoche buone per tutte le situazioni. Probabilmente sul valzer viennese hai ragione, il modo "giusto" di suonarlo è quello che dici e tale resterà anche nei secoli a venire. Ci sono però musiche di altri periodi storici per le quali le prassi esecutive negli anni sono cambiate moltissimo (mi sento di dire, al di là delle scelte intepretative dei singoli) e dire cosa è giusto o sbagliato non è per nulla semplice.
Anche senza citare l'esempio estremo di Gould, prova a pensare come si suonava Bach negli anni '50 e a come lo si suona ora. Prova a confrontare un'esecuzione di Albert Schweitzer con una di Germani con una, chessò, di Tom Koopman. Si può dire che ce n'è una giusta?
ANEDDOTO: mi ricordo che (putroppo ormai molti...) anni fa in coservatorio ci fecero ascoltare quattro diverse esecuzioni di Rachmaninoff, chiedendoci proprio quale secondo noi fosse quella giusta, quella che preferivamo. Non c'erano accordi in classe su quale fosse la migliore, ma tutti concordavamo su quale fosse la peggiore da ogni punto di visto. Ebbene, la peggiore, ci rivelarono, era... dello stesso Rachmaninoff! :-O
Verissimo e giustamente sottolineato il fatto che l’estetica interpretativa è influenzata dal momento storico/culturale.
  • anonimo

13-02-20 08.42

@ Bob_Braces
Cyrano ha scritto:

1) Non è l'esecutore che impone alla musica la "sua" interpretazione, è la musica che impone all'esecutore la sua logica interiore. Poi le esecuzioni sono differenti perchè ognuno di noi coglie parti e sfaccettature differenti della medesima, immutabile logica del Bello

2) La musica è natura ma anche cultura. Quindi una data epoca storica si aspetta che l'esecuzione segua alcuni modelli abbastanza rigorosi. Certo poi si può benissimo scegliere di essere anticonformisti, ma il valzer viennese continua a non doversi suonare zum pa pa ma zumpa a pa. Anche se sul pentagramma c'è scritto zum pa pa.


Il discorso è molto complesso e non credo che si possano trovare risposte univoche buone per tutte le situazioni. Probabilmente sul valzer viennese hai ragione, il modo "giusto" di suonarlo è quello che dici e tale resterà anche nei secoli a venire. Ci sono però musiche di altri periodi storici per le quali le prassi esecutive negli anni sono cambiate moltissimo (mi sento di dire, al di là delle scelte intepretative dei singoli) e dire cosa è giusto o sbagliato non è per nulla semplice.
Anche senza citare l'esempio estremo di Gould, prova a pensare come si suonava Bach negli anni '50 e a come lo si suona ora. Prova a confrontare un'esecuzione di Albert Schweitzer con una di Germani con una, chessò, di Tom Koopman. Si può dire che ce n'è una giusta?
ANEDDOTO: mi ricordo che (putroppo ormai molti...) anni fa in coservatorio ci fecero ascoltare quattro diverse esecuzioni di Rachmaninoff, chiedendoci proprio quale secondo noi fosse quella giusta, quella che preferivamo. Non c'erano accordi in classe su quale fosse la migliore, ma tutti concordavamo su quale fosse la peggiore da ogni punto di visto. Ebbene, la peggiore, ci rivelarono, era... dello stesso Rachmaninoff! :-O
Qui però si sta parlando di suonare uno spartito classico senza aver mai sentito il brano suonato, diverso invece il caso di interpretazione personale dopo aver ascoltato varie versioni
  • anonimo

13-02-20 08.53

@ anonimo
Qui però si sta parlando di suonare uno spartito classico senza aver mai sentito il brano suonato, diverso invece il caso di interpretazione personale dopo aver ascoltato varie versioni
Esattamente.

Le versioni dei grandi aiutano ad aprire la mente alla comprensione del vero spirito della musica.

Ma comunque resta il fatto che la musica ha una sua logica ed una sua coerenza interna, che si impongono su tutto (ammenocchè non si voglia "trasgredire" per principio).
  • vin_roma
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13-02-20 15.56

@ Genny1950
Caro Vin mi permetto di chiedeti scusa non era mia intenzione.
Hai sicuramente ragione
emoemo
Genny...
ma stai scherzando?
Di che ti devi scusare?
  • vin_roma
  • Membro: Supporter
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13-02-20 15.58

Su YouTube ci sono moltissime "incisioni" eseguite su pianoroll, autopiano pneumatico, dagli stessi autori come Ravel o Debussy ...e sono sorprendenti.