Considerazioni inattuali

  • orange1978
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17-09-18 19.49

@ markelly2
Spectrum ha scritto:
mi meraviglio che una istituzione come il conservatorio, che fino a qualche anno fa ti bannava dalle aule se suonavi anche soltanto un motivetto jazz blues rock, oggi sia caduto cosi' in basso per "esigenze di cassa". Allora tanto vale promuovere a conservatori tutte le scuole di musica civiche e comunali, non vedo dove stia ormai la differenza.
Quota il testo selezionato


Il fatto che tempo fa uno venisse ammonito se suonava jazz, era già sbagliato di suo, però se non altro si trattava di musica, un campo in cui il Conservatorio poteva dire la sua.
Ma su quello che uno studente fa al di fuori delle lezioni è che non c'entra con la musica, con che diritto potrebbe la scuola interferire? Può non piacere, ma non si può fare nulla. Non è per questo che "è caduto in basso".
io anche se detesto la musica jazz tradizionale come il quartetto o il trio delle balle, che suonano beepop o freejazz, trovo non sia sbagliata l'inclusione di un tipo di percorso del genere al conservatorio di musica.

un corso in cui si studino in maniera piu profonda l'armonia moderna nei vari stili, l'improvvisazione e l'interplay, le tecniche di accompagnamento sia in band che piano e voce etv etc etc....prendendo appunto come guida la musica jazz dagli stili rag fine ottocento fino agli stili del novecento fino ai giorni nostri, considerando che la preparazione che ti da la musica jazz in termini di armonia, improvvisazione, sviluppo idee e composizione etc é di altissimo livello essendo alla fine un mondo alquanto complesso.

trovo peró ridicoli percorsi tipo popular music, pianoforte pop, beat programming, djing etc etc....non si puo in una scuola come il conservatorio vedere simili pagliacciate.
la musica popolare per tradizione é sempre stata fatta da musicisti provenienti da esperienze classiche, jazz o al limite toh...bluesmen, ma vale piu per la chitarra elettrica e acustica il discorso, se la musica pop ha toccato lo splendore tra gli anni 50 e il 2000, bene non ci sono mai state in quel periodo lauree in musica pop da nessuna parte al mondo, qualche cosa in america ma é diverso come sono impostati.

un accademia privata di alto livello a Nashville dedicata alla musica country, dato il contesto culturale la posso capire, cosi come i corsi di musica afrocubana al conservatorio di L'Avana....ma in Italia un corso in conservatorio tipo triennio laurea in musica liscio e orchestra da sala, oppure in popmusic sinceramente proprio no! credetemi non ha alcun senso tranne creare migliaia di laureati in piu con in mano un pezzo di carta igenica firmato dal conservatorio di musica.
  • markelly2
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17-09-18 19.59

@ orange1978
io anche se detesto la musica jazz tradizionale come il quartetto o il trio delle balle, che suonano beepop o freejazz, trovo non sia sbagliata l'inclusione di un tipo di percorso del genere al conservatorio di musica.

un corso in cui si studino in maniera piu profonda l'armonia moderna nei vari stili, l'improvvisazione e l'interplay, le tecniche di accompagnamento sia in band che piano e voce etv etc etc....prendendo appunto come guida la musica jazz dagli stili rag fine ottocento fino agli stili del novecento fino ai giorni nostri, considerando che la preparazione che ti da la musica jazz in termini di armonia, improvvisazione, sviluppo idee e composizione etc é di altissimo livello essendo alla fine un mondo alquanto complesso.

trovo peró ridicoli percorsi tipo popular music, pianoforte pop, beat programming, djing etc etc....non si puo in una scuola come il conservatorio vedere simili pagliacciate.
la musica popolare per tradizione é sempre stata fatta da musicisti provenienti da esperienze classiche, jazz o al limite toh...bluesmen, ma vale piu per la chitarra elettrica e acustica il discorso, se la musica pop ha toccato lo splendore tra gli anni 50 e il 2000, bene non ci sono mai state in quel periodo lauree in musica pop da nessuna parte al mondo, qualche cosa in america ma é diverso come sono impostati.

un accademia privata di alto livello a Nashville dedicata alla musica country, dato il contesto culturale la posso capire, cosi come i corsi di musica afrocubana al conservatorio di L'Avana....ma in Italia un corso in conservatorio tipo triennio laurea in musica liscio e orchestra da sala, oppure in popmusic sinceramente proprio no! credetemi non ha alcun senso tranne creare migliaia di laureati in piu con in mano un pezzo di carta igenica firmato dal conservatorio di musica.
Non lo so, magari sbaglio ma credo che oggi esista il "percorso pop" per lo stesso motivo per cui all'itis hanno introdotto lo strano diploma di meccatronica: perché il mondo del "lavoro" lo richiede.
I tempi cambiano, forse in peggio, ma non è che al ministero si svegliano e decidono a casaccio.
  • vin_roma
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17-09-18 20.27

markelly2 ha scritto:
credo che oggi esista il "percorso pop" per lo stesso motivo per cui all'itis hanno introdotto lo strano diploma di meccatronica: perché il mondo del "lavoro" lo richiede.


Ma nelle sale da ballo non serve la laurea, dai... un conto è specializzarsi in tecnologie nuove perché il mondo del lavoro lo chiede, un conto è istituzionalizzare qualcosa che già esiste ed è fatto anche bene da i non laureati.
La musica è passione e individualità, ognuno, a parità di base di studio, suonerà poi con la propria sensibilità il genere che più gli è consono, non può un programma o un pezzo di carta decidere chi sei, qui siamo nel campo quasi dell'artigianato ...per fare aerei o operazioni a cuore aperto invece si, serve lo studio e lo standard rigoroso, non si può improvvisare come nel jazz...

Allora facciamo scuole professionali e lasciamo i conservatori dove dovrebbero stare.
  • markelly2
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17-09-18 20.29

@ vin_roma
markelly2 ha scritto:
credo che oggi esista il "percorso pop" per lo stesso motivo per cui all'itis hanno introdotto lo strano diploma di meccatronica: perché il mondo del "lavoro" lo richiede.


Ma nelle sale da ballo non serve la laurea, dai... un conto è specializzarsi in tecnologie nuove perché il mondo del lavoro lo chiede, un conto è istituzionalizzare qualcosa che già esiste ed è fatto anche bene da i non laureati.
La musica è passione e individualità, ognuno, a parità di base di studio, suonerà poi con la propria sensibilità il genere che più gli è consono, non può un programma o un pezzo di carta decidere chi sei, qui siamo nel campo quasi dell'artigianato ...per fare aerei o operazioni a cuore aperto invece si, serve lo studio e lo standard rigoroso, non si può improvvisare come nel jazz...

Allora facciamo scuole professionali e lasciamo i conservatori dove dovrebbero stare.
Beh sì, hai effettivamente ragione, avrebbe più senso fare scuole professionali.
  • orange1978
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17-09-18 20.30

@ markelly2
Non lo so, magari sbaglio ma credo che oggi esista il "percorso pop" per lo stesso motivo per cui all'itis hanno introdotto lo strano diploma di meccatronica: perché il mondo del "lavoro" lo richiede.
I tempi cambiano, forse in peggio, ma non è che al ministero si svegliano e decidono a casaccio.
si va bene ma la meccatronica é un corso di ingegneria meccanica con nozioni piu approfondite di elettronica industriale proprio perche oggi l'elettronica é sempre piu presente nei sistemi meccanici a differenza di un tempo, si tratta insomma di creare una figura professionale come un ingegnere meccanico che peró ne sappia anche di elettronica, sarebbe come creare un pianista classico che abbia anche nozioni di jazz e improvvisazione piuttosto che due rigidi corsi separati dove o diventi un puro interprete di musica, o un puro jazzista che ha fatto un quinto anno al massimo come studi interpretativi....questo perche si é scoperto che oggi nel mondo del lavoro a meno che non diventi un solista per eccellenza come Kissin, al pianista con studi classici si chiede anche di saper accompagnare, improvvisare jazz, scrivere uno straccio di intro etc.....allora ok puo andare anche bene.

ma il percorso popular music é alla fine un impoverimento di qualcosa gia contenuto del jazz, che basterebbe riadattare un poco, sarebbe come fare una laurea sulla progettazione siti web, la fai in ambito normale come corsi extra curriculari o se sei all'interno di un corso di laurea in informatica, come una delle materie del piano di studi, ma un intero triennio di webdesigning? mi sembra un po assurdo.

poi se una scuola privata volesse fare corsi di musica pop rock che li faccia pure, ma non il conservatorio statale di musica.
  • orange1978
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17-09-18 20.59

@ vin_roma
markelly2 ha scritto:
credo che oggi esista il "percorso pop" per lo stesso motivo per cui all'itis hanno introdotto lo strano diploma di meccatronica: perché il mondo del "lavoro" lo richiede.


Ma nelle sale da ballo non serve la laurea, dai... un conto è specializzarsi in tecnologie nuove perché il mondo del lavoro lo chiede, un conto è istituzionalizzare qualcosa che già esiste ed è fatto anche bene da i non laureati.
La musica è passione e individualità, ognuno, a parità di base di studio, suonerà poi con la propria sensibilità il genere che più gli è consono, non può un programma o un pezzo di carta decidere chi sei, qui siamo nel campo quasi dell'artigianato ...per fare aerei o operazioni a cuore aperto invece si, serve lo studio e lo standard rigoroso, non si può improvvisare come nel jazz...

Allora facciamo scuole professionali e lasciamo i conservatori dove dovrebbero stare.
esatto questa sarebbe forse la soluzione piu sensata!

Il conservatorio con pochi corsi e di un certo spessore artistico e culturale, gli altri corsi all'interno di istituti musicali professionali.

del resto succede anche in altri campi, non sarebbe una prerogativa esclusiva della musica, esistono scuole professionali per edile, muratore specializzato, meccanico di auto, riparatore radio e tv, camionista, tramviere, conducente ferroviario, tappezziere, stilista di moda, grafico pubblicitario etc.....non mi risulta sia mai esistita una laurea in meccanicologia auto e moto, carrozzeria e scienze della verniciatura o in ingegneria delle riparazioni radio televisive.

per la stessa ragione non vedo perche in conservatorio debba esistere una laurea in DJing, o in liscio e musica tradizionale padana, o in beat producing, se mi fai una scuola che propone invece corsi professionali per dj, beat programmer, o rapper, mi puo anche stare bene, ma che sia privata, senza aiuti da alcun fondo statale, e che il pezzo di carta abbia solo un valore settoriale ma non possa essere usato in concorsi statali (cioe che non mi trovi poi un trapper a insegnare musica alle medie o un pianista pop a insegnare al conservatorio).

jazz e musica elettronica (accademica) le lascerei anche in conservatorio perche comunque la musica jazz e la musica contemporanea da messiaen a stokhausen etc ...hanno un livello di profonditá culturale e tecnica ben superiore a quello che avrebbe un rapper con i tatuaggi o un trapper eroinomane della fava, paragonabile a quello che si definirebbe "musica classica", quindi é giusto stiano anche in conservatorio, ma il pop di lady caga o rhianna proprio no, e lo dico contro i miei interessi, non voglio gli oasis in conservatorio anche se é la mia band preferita.
  • Frank0000
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17-09-18 21.21

@ markelly2
SavateVoeanti ha scritto:
Tanto per la cultura la bravura e tutto il resto ci pensano già i maschi, non è indispensabile che ci si mettano anche le femmine ad usare il cervello, esse sono fatte per essere fecondate

Stai scherzando, spero! emo
emoemo
  • vin_roma
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17-09-18 21.27

Comunque, se non lo sapete, i conservatori oggi godono di molta autonomia, quindi un direttore di un eventuale conservatorio di Rimini può aprire una cattedra di frusta ritmica o di ocarina e 30 allievi a 1500€ l'anno li trova.
Anzi, molto spesso (so di cattedre per organo Hammond o di canto leggero tenuto da un pianobarista) nate solo perché i "docenti" erano (...bocca mia...!emo) amici del direttore. Certamente avranno solo un attestato (che è la laurea in organo Hammond? Che ce devi fa?) ma intanto è un giro economico, non certo artistico e soprattutto dalla dubbiosa capacità professionale.
  • orange1978
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17-09-18 21.32

@ vin_roma
Comunque, se non lo sapete, i conservatori oggi godono di molta autonomia, quindi un direttore di un eventuale conservatorio di Rimini può aprire una cattedra di frusta ritmica o di ocarina e 30 allievi a 1500€ l'anno li trova.
Anzi, molto spesso (so di cattedre per organo Hammond o di canto leggero tenuto da un pianobarista) nate solo perché i "docenti" erano (...bocca mia...!emo) amici del direttore. Certamente avranno solo un attestato (che è la laurea in organo Hammond? Che ce devi fa?) ma intanto è un giro economico, non certo artistico e soprattutto dalla dubbiosa capacità professionale.
appunto, é solo un pezzo di laurea fantoccio, senza alcuna necessitá o risvolto pratico.

che bello se fossi amico del direttore di qualche conservatorio mi farei aprire la laurea in modulazione di frequenza emo

17-09-18 21.49

vin_roma ha scritto:
State fuori, non sapete di cose state parlando

Studio in conservatorio (indirizzo jazz) e ho parecchi amici al conservatorio indirizzo pop.
Scrivo quel che vivo, non mi esprimo in ciò che "dovrebbero essere".

vin_roma ha scritto:
Siamo seri.

Sempre.

vin_roma ha scritto:
Diciamo che i tempi stanno cambiando e la crescita che c'è stata nella musica nei decenni scorsi va scemando

Vero

vin_roma ha scritto:
tutte queste novità in conservatorio non sono altro che speculazioni economiche (rette annuali) favorite dalla mancanza di idee e propositi della nostra attuale situazione sociale.

D'accordo in parte. Perchè nelle scuole private (Saint Louis a parte, 3000 cucuzze l'anno) nelle scuole private trovi ormai i cosiddetti "coach", che è un po come se un non Chef si appellasse come "mischiatore di ingredienti con esperienza), quindi trovo molto più deleterio andare in una scuola privata da 150 euro al mese con un "coach vocale" o quel che è, piuttosto che stare in un conservatorio dove insegna un Michele Papadia o similare il pop fatto bene, quello dove non si strasuona e impari anche un po di controllo in situazioni che stupide non sono (Sanremo tipo, e credo tu, più di tutti, sai che,per quanto criticabile, non è una cazzata accompagnare in un concerto pop ne Vasco Rossi, ne Elisa)...

vin_roma ha scritto:
Che è la laurea in musica Pop?

Un titolo, come quello in Sociologia, che praticamente non serve ad un beato cazzo, se non a parlare, parlare, parlare, senza saper fare nulla... Ma:

vin_roma ha scritto:
Con la Pausini ci suona chi ha creato le sue capacità Pop con la sua musicalità. Che facciamo, gli diamo una "laurea ad honorem"?

No. Ma se Riganò si piazza come insegnante di Keyboard e Synth in un conservatorio Pop, io la vedo una cosa positiva, dato che da questi personaggi si può imparare davvero tanto, e a me piacerebbe starci a contatto una volta a settimana, per 3 anni, dove devo anche creare grazie alla sua guida un prodotto che lui giudicherà e valuterà.
L'unico problema (ed è qui che ti do ragione, l'assenza di un "senso") è che finchè questi bravi tastieristi suonano in tour con Elisa e Jovanotti, non entraranno nel conservatorio pop di turno a dare nozioni di omnisphere et similia...

Ma potenzialmente trovo che il conservatorio Pop sia un qualcosa di "potenzialmente" valido, dove comunque, tra gli studenti con cui parlo, nessuno, disorganizzazione di orari e segreterie che non funzionano in nessun conservatorio a parte, dice che non serve a nulla.

vin_roma ha scritto:
Però sentire le produzioni attuali ...e che hanno pure successo!: giro banale di pad di quattro battute con sotto loop di batteria, sopra parole, parole, poi il solito riffettino demenziale a mo' di cantilena infantile ...testi vuoti.

Su questo si posson spendere fiumi di parole, ma li il problema è l'uso che fai delle nozioni e chi spinge il risultato di tali usi superficiali.

Non è di certo il conservatorio pop il problema, perchè è nato neanche 5 anni fa se non erro.

17-09-18 21.52

vin_roma ha scritto:
Anzi, molto spesso (so di cattedre per organo Hammond o di canto leggero tenuto da un pianobarista) nate solo perché i "docenti" erano (...bocca mia...!) amici del direttore

Di mio so, per bocca di un maestro molto conosciuto, che un conservatorio nel sud italia, ha un Maestro di organo classico che da lezioni di pianoforte jazz.
Le parole del mio maestro sono state "chissà....cosa insegnerà. Se state pensando di cambiare conservatorio, e siete pianisti, evitate. Perchè potreste ritrovarvi ad insegnare voi qualcosa a lui."

Motivo di tale scempio? Non ci sono fondi per pagare un insegnante di pianoforte jazz,e cosi hanno preso uno che già insegnava e gli hanno dato un'altra cattedra.

vin_roma ha scritto:
ma intanto è un giro economico, non certo artistico e soprattutto dalla dubbiosa capacità professionale.

Il sistema non funziona. Ma l'idea non mi sento di condannarla.
  • orange1978
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17-09-18 22.39

CoccigeSupremo ha scritto:
Ma se Riganò si piazza come insegnante di Keyboard e Synth in un conservatorio Pop, io la vedo una cosa positiva, dato che da questi personaggi si può imparare davvero tanto, e a me piacerebbe starci a contatto una volta a settimana, per 3 anni, dove devo anche creare grazie alla sua guida un prodotto che lui giudicherà e valuterà.


ma scusa questo riganò che nemmeno so chi sia sinceramente, ma cosa ha studiato? se suona da anni con artisti famosi e il corso di laurea pop è attivo da 4/5 anni, mi pare piu che palese che ci si possa rispondere da soli all'eventuale utilità di questa nuova farsa didattica, come inserire un corso di sintetizzatore per chi suona strumenti antichi nello stile barocco di js bach e scalatti, quando all'epoca di questi compositori nessuno affrontava un percorso cosi, dato che non esisteva nemmeno il sintetizzatore.

se andiamo a vedere la storia dei piu grandi tastieristi "Pop" italiani, scopriamo che sono tutti o jazzisti, o musicisti classici diplomati in pianoforte che poi hanno intrapreso dopo il diploma altri studi di pianoforte moderno/jazz, vedi Vittorio Cosma, ma ce ne sono anche molti altri che hanno fatto quel percorso anche perche la "vecchia generazione" cresciuta musicalmente tra i 70/80 non aveva come oggi tutte queste alternative didattiche, se iniziavi a suonare uno strumento o andavi nella banda, o se eri veramente dotato andavi in conservatorio, o al limite in qualche scuola civica di paese, il grosso era quello in italia.

alla fine la maggior parte dei turnisti live e studio italiani sono tutti jazzisti oppure classici magari fino all'ottavo anno che poi han fatto jazz, all'estero ancora peggio, e in USA molti derivano dal gospel/soul ma li è diverso, li crescono gia con la musica gospel da bimbi sull'hammond e con la madre nera che canta e il papà che suona in casa il b3, è una cultura diversa.

se studi pianoforte jazz e composizione moderna hai gia tutto quello che ti serve per fare il tastierista pop, se hai anche la tecnica classica non penso tu abbia problemi ad affrontare qualsiasi situazione, è piu una questione mentale poi.

io se dovessi istituire un corso per pianista/tastierista moderno, a parte pretendere un livello pianistico classico tipo da ottavo anno diciamo, metterei lo studente a studiare pianoforte jazz nei suoi vari stili, e organo hammond vero, con tanto di pedali, una volta che padroneggi la tecnica di questi due strumenti, dinamiche, cantabili e cadute sul pianoforte, legati e indipendenza mentale e fisica sull'hammond, puoi suonare qualsiasi tastiera moderna o vintage, e qualsiasi stile pop dal funky al neomelodico...ovviamente devi poi impegnarti tu e metterci le gambe, anzi le dita e la testa.

che cosa significa corso di musica pop, cosa fai analisi armonica dei brani dei queen o di madonna, ? ma dai...siamo seri su.
  • vin_roma
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17-09-18 23.21

ma poi...

Un grande cardiochirurgo può insegnare proficuamente le sue tecniche a tanti altri allievi e se questo è fatto in ambito istituzionale è un bene per tutti.
Un grande tastierista, il più famoso e bravo che ci sia... a livello istituzionale diventa un divulgatore ...di che? del suo modo di fare? Ok, ma vale per lui e per le situazioni che ha sottomano ...ma quanti Baglioni, Rossi, Mannoia, Pausini ci sono in Italia? A che serve codificare le capacità personali del singolo grande se poi non sono spendibili o perlomeno non sono replicabili come un'operazione al cuore?

Ci può stare che insegnino, ma per l'arricchimento personale, un corso di musica pop non può essere una regola istituzionalizzata al pari della chimica, della chirurgia, dell'ingegneria.
Cioè, vai a creare un programma per cosa? Per qualcosa che poi un illustre sconosciuto, con la sua musicalità e il suo intuito, fa magari meglio di un laureato?
  • orange1978
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17-09-18 23.30

vin_roma ha scritto:
Ci può stare che insegnino, ma per l'arricchimento personale, un corso di musica pop non può essere una regola istituzionalizzata al pari della chimica, della chirurgia, dell'ingegneria.


esatto, magari dei seminari o masters, un seminario sul ruolo delle tastiere nella musica rock degli ultimi 30 anni...ci puo stare.
ma una laurea in musica pop, ma che senso ha? come la laurea in scienze esoteriche, esiste davvero lo giuro.

vin_roma ha scritto:
Cioè, vai a creare un programma per cosa? Per qualcosa che poi un illustre sconosciuto, con la sua musicalità e il suo intuito, fa magari meglio di un laureato?


sopratutto quando hai un passato che è una montagna di artisti in cui NESSUNO era laureato in musica pop...come dire abbiamo una tradizione di meccanici automobilistici che va benissimo, e nessuno di questi è laureato...cosa fai porti all'università scienze della meccanica automobilistica come laurea? per creare dei meccanici laureati quando fino a ieri hanno sempre svolto il loro lavoro egregiamente senza bisogno di nessun titolo accademico.

vin_roma ha scritto:
Un grande cardiochirurgo può insegnare proficuamente le sue tecniche a tanti altri allievi e se questo è fatto in ambito istituzionale è un bene per tutti.


esatto perche il cuore e le malattie correlate sono alla fine uguali per tutti gli esseri umani, mentre la musica pop no! mettiamo che ti laureavi in musica pop nel 1965, all'epoca di beatles, rolling stones, moody blues...poi inizi a lavorare arriva il pop progressivo e non va gia piu bene quello che hai studiato! dato che hai lavorato sull'organo a transistor e sul pianoforte, e moh ci sono i moog, i synth, il clavinet etc etc...ma non solo anche a parità di strumento, cambia il modo di suonarlo, lo stile, l'armonia.

ti laurei in pop studiando baglioni, mina e ornella vanoni...poi arriva la trap e che fai? xD cambia completamente tutto, perche la musica "commerciale" pop/rock è soggetta a rapidissimi cambiamenti, impensabile condensarla in un programma didattico che duri per sempre.
  • ahivela
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18-09-18 03.51

Spectrum ha scritto:
Allora tanto vale promuovere a conservatori tutte le scuole di musica civiche e comunali, non vedo dove stia ormai la differenza.


Tempo al tempo... emo
  • SavateVoeanti
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18-09-18 03.53

@ markelly2
Il tuo pensiero sulle donne NON È ASSOLUTAMENTE IL MIO. Puoi continuare a pensarla come vuoi, basta che non mi tiri in ballo come hai fatto col secondo post, dove "mi fai l'occhiolino" aspettando un mio cenno complice. Fortunatamente chi mi conosce dal vivo sa che non sono per niente sessista, anzi tutto il contrario.
emo
L'occhiolino era ovviamente una simpatica provocazione,
...sei ancora arrabbiato?
  • anonimo

18-09-18 09.03

Da un punto di vista meramente metodologico, si potrebbero strutturare corsi di base e corsi complementari:

CORSO DI PIANOFORTE E STRUMENTI A TASTIERA

1) c'è la tecnica strumentale. Quella grossomodo è uguale per tutti, fatte salve eventuali "varianti" che possono benissimo essere introdotte nel corso base oppure insegnate a parte. Consiste in una parte di base e in parti specialistiche per pianoforte, organo e clavicembalo. Ho i miei dubbi che per suonare un synth occorra un percorso tecnico speciale

2) c'è la parte tecnologica. Modelli di sintesi sonora, tecnica degli effetti, mixing etcetera (complementare)

3) teoria, solfeggio ed armonia base (corsi fondamentali)

4) Approcci all'armonizzazione specialistici e voicings (complementare - non armonia, l'armonia è sempre quella, non esiste un'armonia "moderna" o "jazz"): specializzazione jazz, specializzazione pop-rock, specializzazione fusion etcetera

5) analisi stilistica e repertorio: e qui ognuno (fatta salva la didattica strumenta di base di cui ho parlato sopra) sceglie ciò che vuole (organo, clavicembalo synth etc). Il tutto ovviamente salvaguardando un minimo di buon gusto.

6) storia della musica
- generale (corso fondamentale)
- specifica (complementare): jazz, rock, pop etcetera

7) tecnica dell'improvvisazione generale (fondamentale): copre i principi di base

8) tecnica dell'improvvisazione specialistica (complementare): jazz, rock, pop, tardoromantica, barocca

9) canto corale (fondamentale)

10) Lettura a prima vista (fondamentale)

11) varie ed eventuali (tipo accompagnamento di vario tipo, metrica musicale, storia delle forme musicali etc etc)
  • luigitarta
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18-09-18 09.24

@ anonimo
Da un punto di vista meramente metodologico, si potrebbero strutturare corsi di base e corsi complementari:

CORSO DI PIANOFORTE E STRUMENTI A TASTIERA

1) c'è la tecnica strumentale. Quella grossomodo è uguale per tutti, fatte salve eventuali "varianti" che possono benissimo essere introdotte nel corso base oppure insegnate a parte. Consiste in una parte di base e in parti specialistiche per pianoforte, organo e clavicembalo. Ho i miei dubbi che per suonare un synth occorra un percorso tecnico speciale

2) c'è la parte tecnologica. Modelli di sintesi sonora, tecnica degli effetti, mixing etcetera (complementare)

3) teoria, solfeggio ed armonia base (corsi fondamentali)

4) Approcci all'armonizzazione specialistici e voicings (complementare - non armonia, l'armonia è sempre quella, non esiste un'armonia "moderna" o "jazz"): specializzazione jazz, specializzazione pop-rock, specializzazione fusion etcetera

5) analisi stilistica e repertorio: e qui ognuno (fatta salva la didattica strumenta di base di cui ho parlato sopra) sceglie ciò che vuole (organo, clavicembalo synth etc). Il tutto ovviamente salvaguardando un minimo di buon gusto.

6) storia della musica
- generale (corso fondamentale)
- specifica (complementare): jazz, rock, pop etcetera

7) tecnica dell'improvvisazione generale (fondamentale): copre i principi di base

8) tecnica dell'improvvisazione specialistica (complementare): jazz, rock, pop, tardoromantica, barocca

9) canto corale (fondamentale)

10) Lettura a prima vista (fondamentale)

11) varie ed eventuali (tipo accompagnamento di vario tipo, metrica musicale, storia delle forme musicali etc etc)
Bellezza e bravura possono e magari devono coesistere......Guardare per credere...
Lola Astanova play Chopin Impromptu.
  • vin_roma
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18-09-18 10.07

@Cyrano

Hai esposto un programma serio dove solfeggio, armonia, storia e canto corale dovrebbero essere la base comune per tutti e poi lo strumento principale con le specializzazioni complementari...
...così era il vecchio ordinamento, a parte i complementari con le nuove tecnologie e le nuove tendenze anche se da noi c'era Gaslini che provava a fare Jazz.
Ma era un percorso di alta formazione, degno del titolo di laurea...

Oggi non fanno più neanche solfaggio ...pare sia inutile.
È inutile capire la struttura, il perché del ripetersi dei cicli ritmici, inutile comprendere l'interazione tra accenti e collocazioni armoniche in un discorso musicale.
Inutile canto corale.

Ho paura che di questi argomenti ne sappiano poco anche molti degli insegnanti attuali.

È tutto dettato dall'economia, dalla teorica sostenibilità. Una volta un insegnante era spesso un orchestrale famoso ...e già vent'anni fa decisero che o si insegnava o si suonava. Così un mio caro amico, con anni e anni di esperienza al Teatro dell'Opera di Roma e al S. Carlo di Napoli decise per l'insegnamento. Ma di persone come lui, che ancora regalano l'enorme esperienza acquisita, non ce ne sono più.
I conservatori sono pieni di teorici che spesso non sanno neanche il solfeggio.

E certo che, senza riferimenti, agli studenti di oggi sembra tutto giusto e normale ...non sanno com'era prima!
  • anonimo
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18-09-18 11.31

luigitarta ha scritto:
Bellezza e bravura possono e magari devono coesistere.


D'accordissimo. Nessuno ha scritto che non possano andare a braccetto. emo