23-09-15 19.48
Dal punto di vista pratico, se non ti interessa che i diritti tornino a te fra 20 anni, stiamo tranquilli. Quanto segue solo per completare e chiarire ancora meglio.
Se tutte e due le parti non vogliono noie tra vent'anni, va bene pattuire un rinnovo automatico, il che equivale nei fatti ad una cessione definitiva.
Attenzione che il limite dei diritti patrimoniale di autore è un periodo lunghetto: sono 70 anni a decorrere dalla morte dell'autore. Il che spiega il perché di tutte queste questioni sui termini. Infatti ciò che accade frequentemente è questo: un autore non noto e con poche prospettive di guadagno grazie alla diffusione della sua opera (faccio per dire non mi riferisco a te), preferisce cedere i diritti e guadagnare qualcosa subito. Chi compra i diritti lo fa non per guadagnare sui di essi, ma per usare legittimamente l'opera in un contesto da cui gli derivano guadagni.
Se un domani cambia la situazione e l'opera si vende "da se", chi ha comprato ha un ulteriore guadagno dai diritti. A questo punto diventa interessante per l'autore poter riappropriarsene alla scadenza del periodo, per sé e per i suoi eredi per ulteriori 70 anni. Se invece li ha ceduti definitivamente, per quell'opera niente da fare.
Quindi la valutazione è in fondo una previsione (o scommessa) sul futuro. Ho composto una sigla, una musica di sottofondo adatta ad un certo contesto. Quanti diritti ricaverò realisticamente in una vita? E' meglio realizzare qualcosa subito? Vent'anni dopo però, se le cose fossero radicalmente cambiate, perché non avere la possibilità di ritornare titolare dei diritti?
Comunque, se come dici, alla società non andrebbe bene una clausola per impedire il rinnovo automatico, significa che nei fatti vuole una cessione definitiva (la quale, sì, è possibile e non solo a vita): l'autore cede i diritti di sfruttamento economico per tutta la sua vita, precludendo anche ai suoi eredi di fruire di tali diritti per gli ulteriori ulteriori 70 anni previsti. Quando si parla di scadenza dei diritti ci si riferisce a questo termine di 70 anni. Per cui dopo 70 anni dalla morte dell'autore il diritto non esiste più, nessuno ne può essere titolare. I rinnovi automatici valgono solo entro quel termine.
Tornando alla considerazione che alla fine si tratta di cessione definitiva, direi: una cessione ventennale ha un prezzo, una cessione definitiva dovrebbe averne un altro... ma qui entriamo in un ambito di contrattazione dove non ci sono regole precise, è una questione di forza contrattuale, di quanto si riesce ad ottenere durante le trattative.
Infine aspetto del tutto diverso dai diritti patrimoniali sono i diritti morali d'autore, che, giustamente, ti stanno a cuore. Bene, il diritto ad essere riconosciuto come autore dell'opera, il diritto di "opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell'opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione" sono dell'autore e basta, la legge li dichiara inalienabili. Per cui, per buona norma, questa inalienabilità si ribadisce nel contratto, ma anche se non ci fosse scritto nulla, per legge la situazione non potrebbe cambiare.