gruppi anni sessanta - settanta

  • giosanta
  • Membro: Guru
  • Risp: 4728
  • Loc: Benevento
  • Thanks: 1054  

04-04-18 22.07

@ orange1978
riallacciandomi a una discussione riguardo al trasporto di strumenti pesanti, e da quello che se ne evince sembrerebbe che:

1) negli anni 60/70 tutte le bands avevano sale prova di proprietá, non era prassi comune andare in una saletta portandosi solo rullante piatti, chitarra basso e tastiere come avviene oggi.

2) gli strumenti sopratutto le tastiere erano piu pesanti, e non potevano essere spostati da soli nessun tastierista potrebbe da solo caricarsi un hammond anche serie spinet con leslie e magari pure un mellotron in auto...questo comportava che sicuramente ogni componente della band partecipasse alle operazioni di caricamento scaricamento montaggio e smontaggio palco etc etc....

3) per il motivo sopracitato ossia strumenti e impianto di proprietá non ci si poteva muovere in auto come oggi perche sarebbe stato impossibile caricare tutta quella roba in un auto, quindi deduco che ogni band che avesse voluto suonare seriamente live, avrebbe dovuto disporre almeno di un furgoncino per spostarsi e trasportare gli strumenti.

4) esistevano le casse comuni per comprare impianto voce e luci e l'organo, vedi i genesis che comprarono con la cassa comune sia l'impianto voce che l'organo per tony banks (quando ancora non erano famosi) o la pfm che compró il mellotron da una band inglese che lo vendeva e fece una manovra simile per avere il minimoog.

oggi sarebbe impensabile che una band comprasse il kronos a un tastierista usando la cassa comune, mai visto cose simili.

attenzione che stiamo parlando non di band famose ma emergenti in questo ragionamento, perche anche oggi i pooh hanno i loro strumenti e cose "della band" ma io intendo i gruppi che iniziavano la loro carriera facendo numerosi live per farsi conoscere, non quelli gia famosi come i beatles x esempio.

Detto questo, se mi confermate il tutto (non ero nato all epoca e non posso saperlo con certezza) mi pare di capire che forse la crisi della buona musica che tanto affligge la nostra epoca abbia in realtá radici ben piu profonde.

mi sembra che un tempo vi era un maggior spirito del sacrificio rispetto a oggi e un amore verso certi ideali artistici che faceva compiere scelte scomode e appunto faticose sia fisicamente che economicamente, pur di poter suonare per amore della musica (come professione per guadagnare o come missione?)

quello che cerco di dire é che oggi forse é tutto cosi "facile" che l'impegno che poi ci si mette a comporre o ricercare sia direttamente proporzionale a tutto cio, ossia é tutto easy e di conseguenza la musica non puo che essere easy, anche come profonditá artistica in se.

Un tempo invece quando le cose dovevi guadagnartele con sacrifici immani come diceva gianni leone del balletto in un intervista, FORSE, dico forse la musica che poi usciva rifletteva questo sforzo notevole sia mentale che fisico.

É sbagliato il mio ragionamento secondo voi?

...puo essere che la causa principale del deterioramento artistico odierno (che é un dato credo fatuale e assoldato) non sia semplicemente internet, gli mp3, etc insomma le solite scuse ma il fatto che oggi NESSUNO é piu disposto ad affrontare certi sacrifici sia fisici che economici (e mentali) in nome di un vero ideale come puo essere la musica?

....oppure semplicemente "un tempo ti sacrificavi ma se svoltavi cambiavi davvero vita...facevi il facchino per caricare l'hammond ma il consenso del pubblico, e il compenso economico che ne derivava dagli ingaggi maggiori faceva passare la cosa in secondo piano"

insomma, si faticava si sudava ma si guadagnavano un mucchio di soldi e si scopava come ricci...?

lascio a voi la parola, ai piu esperti che magari hanno vissuto questa epoca, io ho fatto parte di diverse band anche con contratto discografico e cd venduti in tutto il mondo, tour all estero etc..ma a cavallo tra fine anni 90 e prima decade del 2000 e posso dirvi...le cose erano moltooo diverso da queste! (non oso pensare oggi quindi)
Amarcord.
Bel tema. Vissuto tra l'altro in prima persona.
Distinguerei tuttavia tra aspetti artistici, sociali e tecnici, naturalmente muovendo dal modesto punto di vista di un dilettante della provincia del meridione.
Una prima doverosa precisazione storica: non si parlava quasi mai di gruppi ma di “complessi”.

Fatti i debiti paragoni, mediamente, il tasso tecnico era di gran lunga inferiore a quelli medi attuali. Al più gli "organisti" (il termine tastierista era improprio, si usavano organi Combo) avevano qualche trascorso di lezioni pianoforte, gli altri erano quasi tutti autodidatti. Ci si barcamenava tra i ballabili per far soldi e qualche sortita nel prog, più che altro virtuale, sia per il tasso tecnico deficitario appunto, che per l'impossibilità di collocarlo. Al più qualcosa di le Orme, I New Trolls ecc. I vari E,L&P; King Crimson ecc. erano considerati al pari delle divinità mitologiche e, oltretutto, usavano strumenti altrettanto leggendari. Locali da ballo quindi, molto d'estate, i fatidici “Mak Pi” e non si disdegnavano i matrimoni: pochi soldi ma si sbafava.

Da un punto di vista sociale i “complessi” erano in primis gruppi di amici, si affittava un locale per le prove, che diventava quasi sempre una sorta di club aperto al pubblico; gli strumenti erano spesso acquistati insieme in base alle necessità: se qualcuno lasciava il “complesso”, lo strumento frequentemente restava li. In compenso si faceva tanta ginnastica, dovuta oltre che alla stazza micidiale degli strumenti, anche al fatto che l'artigiano, commerciante ecc. che ti prestava il furgone, guidandolo naturalmente, se lo faceva prima scaricare e poi ricaricare di quanto lui utilizzava.

Dal lato tecnico c'era poco da scegliere. I vari Farfisa Vip, Compact, Professional ecc., erano già un punto d'arrivo, oltre ad essere pesantissimi valigioni (quando sento che ora ci si lamenta di un piano digitale da 35 kg per la tastiera di legno mi viene da sorridere...); gli amplificatori (Meazzi, Binson, Montarbo, Lombardi, Davoli, FBT ecc.) dei frigoriferi; diffuso per l'organo un amplificatore Farfisa blu con un disco rotante dotato di buco e posto avanti all'altoparlante, sorta di Leslie dei poveri. Gli strumenti e gli amplificatori, spesso se non sempre, erano di ennesima mano, infatti tra i vari “complessi” s'istituiva una sorta di circolo della compravendita per cui in effetti erano sempre gli stessi, rarissime le “new entry”.
Va detto che, pur al netto degli adeguamenti ISTAT, gli strumenti, rispetto ad ora, erano carissimi. Un Combo due manuali un lusso così come una Fender o una Gibson; Hammond, da cui non era certo il peso a tenerti lontano, una parola che si pronunciava scoprendosi il capo, Mellotron, Moog, Arp, entità metafisiche intraviste sulle copertine degli Lp o sulle pagine di “Ciao 2001”. A titolo di cronaca un Hammond B/C3 a metà anni '70 (importatore Bosoni di Milano) costava 3.800.000 Lire; nello stesso periodo una FIAT 128 costava 1.050.000 Lire...

Ovviamente ci si divertiva tantissimo.
  • anonimo
  • Membro: Expert
  • Risp: 2526
  • Loc: Livorno
  • Thanks: 145  

04-04-18 22.52

@ orange1978
riallacciandomi a una discussione riguardo al trasporto di strumenti pesanti, e da quello che se ne evince sembrerebbe che:

1) negli anni 60/70 tutte le bands avevano sale prova di proprietá, non era prassi comune andare in una saletta portandosi solo rullante piatti, chitarra basso e tastiere come avviene oggi.

2) gli strumenti sopratutto le tastiere erano piu pesanti, e non potevano essere spostati da soli nessun tastierista potrebbe da solo caricarsi un hammond anche serie spinet con leslie e magari pure un mellotron in auto...questo comportava che sicuramente ogni componente della band partecipasse alle operazioni di caricamento scaricamento montaggio e smontaggio palco etc etc....

3) per il motivo sopracitato ossia strumenti e impianto di proprietá non ci si poteva muovere in auto come oggi perche sarebbe stato impossibile caricare tutta quella roba in un auto, quindi deduco che ogni band che avesse voluto suonare seriamente live, avrebbe dovuto disporre almeno di un furgoncino per spostarsi e trasportare gli strumenti.

4) esistevano le casse comuni per comprare impianto voce e luci e l'organo, vedi i genesis che comprarono con la cassa comune sia l'impianto voce che l'organo per tony banks (quando ancora non erano famosi) o la pfm che compró il mellotron da una band inglese che lo vendeva e fece una manovra simile per avere il minimoog.

oggi sarebbe impensabile che una band comprasse il kronos a un tastierista usando la cassa comune, mai visto cose simili.

attenzione che stiamo parlando non di band famose ma emergenti in questo ragionamento, perche anche oggi i pooh hanno i loro strumenti e cose "della band" ma io intendo i gruppi che iniziavano la loro carriera facendo numerosi live per farsi conoscere, non quelli gia famosi come i beatles x esempio.

Detto questo, se mi confermate il tutto (non ero nato all epoca e non posso saperlo con certezza) mi pare di capire che forse la crisi della buona musica che tanto affligge la nostra epoca abbia in realtá radici ben piu profonde.

mi sembra che un tempo vi era un maggior spirito del sacrificio rispetto a oggi e un amore verso certi ideali artistici che faceva compiere scelte scomode e appunto faticose sia fisicamente che economicamente, pur di poter suonare per amore della musica (come professione per guadagnare o come missione?)

quello che cerco di dire é che oggi forse é tutto cosi "facile" che l'impegno che poi ci si mette a comporre o ricercare sia direttamente proporzionale a tutto cio, ossia é tutto easy e di conseguenza la musica non puo che essere easy, anche come profonditá artistica in se.

Un tempo invece quando le cose dovevi guadagnartele con sacrifici immani come diceva gianni leone del balletto in un intervista, FORSE, dico forse la musica che poi usciva rifletteva questo sforzo notevole sia mentale che fisico.

É sbagliato il mio ragionamento secondo voi?

...puo essere che la causa principale del deterioramento artistico odierno (che é un dato credo fatuale e assoldato) non sia semplicemente internet, gli mp3, etc insomma le solite scuse ma il fatto che oggi NESSUNO é piu disposto ad affrontare certi sacrifici sia fisici che economici (e mentali) in nome di un vero ideale come puo essere la musica?

....oppure semplicemente "un tempo ti sacrificavi ma se svoltavi cambiavi davvero vita...facevi il facchino per caricare l'hammond ma il consenso del pubblico, e il compenso economico che ne derivava dagli ingaggi maggiori faceva passare la cosa in secondo piano"

insomma, si faticava si sudava ma si guadagnavano un mucchio di soldi e si scopava come ricci...?

lascio a voi la parola, ai piu esperti che magari hanno vissuto questa epoca, io ho fatto parte di diverse band anche con contratto discografico e cd venduti in tutto il mondo, tour all estero etc..ma a cavallo tra fine anni 90 e prima decade del 2000 e posso dirvi...le cose erano moltooo diverso da queste! (non oso pensare oggi quindi)
Beh, i tempi cambiano: per quanti onirici e odoranti di libertà siano stati i 70 80 90, bisogna ammettere che è cambiato tutto: il mercato, la società, i mezzi di comunicazione. Chi si rispecchia nei valori di allora, non riesce a comprendere quelli di adesso, oppure non ne ha voglia perchè in fondo in fondo restare attaccati ai valori del proprio tempo è una zona di comfort. Le band, prima ancora che per suonare, nascevano per un desiderio di socializzazione, di distinzione dalla massa. Oggi quei metodi sono stati in gran parte sostituiti dal digitale, so che non è bello dirlo ma è così. Per cui si sente meno la necessità di dover fare il "gruppetto musicale" e si sente di più la necessità di reggere il confronto con i nuovi modelli imposti dalla rete. Non so se ci avete fatto caso, ma io su Youtube vedo un sacco di tacite competizioni a chi fa la migliore cover di piano solo, o il miglior assolo di chitarra dei Led Zeppelin, etc. La creatività ha lasciato il passo alla competitività. Se sia un bene o un male non lo so.
  • paolo_b3
  • Membro: Supporter
  • Risp: 13407
  • Loc: Ravenna
  • Thanks: 2038  

04-04-18 23.19

@ anonimo
Beh, i tempi cambiano: per quanti onirici e odoranti di libertà siano stati i 70 80 90, bisogna ammettere che è cambiato tutto: il mercato, la società, i mezzi di comunicazione. Chi si rispecchia nei valori di allora, non riesce a comprendere quelli di adesso, oppure non ne ha voglia perchè in fondo in fondo restare attaccati ai valori del proprio tempo è una zona di comfort. Le band, prima ancora che per suonare, nascevano per un desiderio di socializzazione, di distinzione dalla massa. Oggi quei metodi sono stati in gran parte sostituiti dal digitale, so che non è bello dirlo ma è così. Per cui si sente meno la necessità di dover fare il "gruppetto musicale" e si sente di più la necessità di reggere il confronto con i nuovi modelli imposti dalla rete. Non so se ci avete fatto caso, ma io su Youtube vedo un sacco di tacite competizioni a chi fa la migliore cover di piano solo, o il miglior assolo di chitarra dei Led Zeppelin, etc. La creatività ha lasciato il passo alla competitività. Se sia un bene o un male non lo so.
emo
  • gualberto
  • Membro: Guest
  • Risp: 40
  • Loc:
  • Thanks: 22  

05-04-18 08.01

@ paolovaleri
Per chi avrà la voglia ed il tempo di ascoltarlo (in cuffia, vi prego), inserisco il link di un pezzo che mi piace molto, scritto da Armando Trovajoli per Sophia Loren e spesso eseguito nei night club del bel tempo che fu. Premetto, onde evitare giudizi troppo severi, che il pezzo è estrapolato dalla registrazione della serata di Capodanno scorso, fatta con una scatoletta Behringer da 30 €, che l'età dell'esecutore purtroppo c'è – sono del 1947, e si sente da qualche cedimento di intonazione sulle note tenute - e, per farla completa, anche la tastiera ha i suoi anni, è una Korg PA1X Pro di una quindicina di anni fa. Comunque grazie per il vostro tempo.
https://1drv.ms/u/s!AnXmfHePL7UdkA3nhP6nBx5LLUyz
Molto bello, ottima esecuzione, non conoscevo questo brano, ho visto su youtube che oltre a Sophia Loren lo cantavano in parecchi, Mina, Jula de Palma, Bruno Martino e tanti altri. Anche la vecchia Pa1 suona ancora bene, vale il detto che gallina vecchia fa buon brodo.
  • paolovaleri
  • Membro: Senior
  • Risp: 138
  • Loc: Cosenza
  • Thanks: 19  

05-04-18 08.53

@ giosanta
Amarcord.
Bel tema. Vissuto tra l'altro in prima persona.
Distinguerei tuttavia tra aspetti artistici, sociali e tecnici, naturalmente muovendo dal modesto punto di vista di un dilettante della provincia del meridione.
Una prima doverosa precisazione storica: non si parlava quasi mai di gruppi ma di “complessi”.

Fatti i debiti paragoni, mediamente, il tasso tecnico era di gran lunga inferiore a quelli medi attuali. Al più gli "organisti" (il termine tastierista era improprio, si usavano organi Combo) avevano qualche trascorso di lezioni pianoforte, gli altri erano quasi tutti autodidatti. Ci si barcamenava tra i ballabili per far soldi e qualche sortita nel prog, più che altro virtuale, sia per il tasso tecnico deficitario appunto, che per l'impossibilità di collocarlo. Al più qualcosa di le Orme, I New Trolls ecc. I vari E,L&P; King Crimson ecc. erano considerati al pari delle divinità mitologiche e, oltretutto, usavano strumenti altrettanto leggendari. Locali da ballo quindi, molto d'estate, i fatidici “Mak Pi” e non si disdegnavano i matrimoni: pochi soldi ma si sbafava.

Da un punto di vista sociale i “complessi” erano in primis gruppi di amici, si affittava un locale per le prove, che diventava quasi sempre una sorta di club aperto al pubblico; gli strumenti erano spesso acquistati insieme in base alle necessità: se qualcuno lasciava il “complesso”, lo strumento frequentemente restava li. In compenso si faceva tanta ginnastica, dovuta oltre che alla stazza micidiale degli strumenti, anche al fatto che l'artigiano, commerciante ecc. che ti prestava il furgone, guidandolo naturalmente, se lo faceva prima scaricare e poi ricaricare di quanto lui utilizzava.

Dal lato tecnico c'era poco da scegliere. I vari Farfisa Vip, Compact, Professional ecc., erano già un punto d'arrivo, oltre ad essere pesantissimi valigioni (quando sento che ora ci si lamenta di un piano digitale da 35 kg per la tastiera di legno mi viene da sorridere...); gli amplificatori (Meazzi, Binson, Montarbo, Lombardi, Davoli, FBT ecc.) dei frigoriferi; diffuso per l'organo un amplificatore Farfisa blu con un disco rotante dotato di buco e posto avanti all'altoparlante, sorta di Leslie dei poveri. Gli strumenti e gli amplificatori, spesso se non sempre, erano di ennesima mano, infatti tra i vari “complessi” s'istituiva una sorta di circolo della compravendita per cui in effetti erano sempre gli stessi, rarissime le “new entry”.
Va detto che, pur al netto degli adeguamenti ISTAT, gli strumenti, rispetto ad ora, erano carissimi. Un Combo due manuali un lusso così come una Fender o una Gibson; Hammond, da cui non era certo il peso a tenerti lontano, una parola che si pronunciava scoprendosi il capo, Mellotron, Moog, Arp, entità metafisiche intraviste sulle copertine degli Lp o sulle pagine di “Ciao 2001”. A titolo di cronaca un Hammond B/C3 a metà anni '70 (importatore Bosoni di Milano) costava 3.800.000 Lire; nello stesso periodo una FIAT 128 costava 1.050.000 Lire...

Ovviamente ci si divertiva tantissimo.
Hai descritto bene quel periodo, molto lavorato dal punto di vista fisico, con strumenti pesantissimi. Credo però che, per quanto riguarda i valori in campo, tu ti riferisca agli anni 70 più che agli anni 60. Negli anni 60 la maggior parte degli organisti - non era il mio caso, allora suonavo la chitarra e di musica ne masticavo poca - venivano dal pianoforte, e comunque nei night club c'era quasi sempre il piano verticale. E poi hai dimenticato i fiati: tutti quelli che suonavano gli strumenti a fiato erano musicisti e leggevano a prima vista, e nei complessi da night almeno il sax era d'obbligo. Concordo invece per gli anni 70, suonavano tutti e quasi tutti ad orecchio, la qualità media era scarsa, ma i night erano chiusi da un po', ed aprivano i locali da ballo; ma c'erano anche ottimi orchestrali, molti gruppi venivano da Napoli, erano fortissimi, ricordo il compianto Vito Russo, un grande, era di Aversa, con lui suonavano James Senese e Mario Musella. Bella l'annotazione sulle sbafate ai matrimoni, verissimo, si mangiava e si beveva tanto, ed arrivati al taglio della torta non capivamo molto di quello che stavamo suonando. Quando lavoravo nei night cenavamo a prezzo fisso nel posto più economico possibile, mangiando anche la pasta con il pane, perché le porzioni del prezzo fisso erano veramente micragnose. Invece, quando cominciai a fare piano bar, scoprii che la cena era compresa nel cachet, e che cena...... ero servito e riverito al tavolo come un normale cliente dell'albergo, e devo dire che ho cenato in posti da mille e una notte che mai mi sarei potuto permettere con il mio stipendio, una pacchia. Però il piano bar era più serioso, dovevi stare al posto tuo, la clientela era più fredda e distaccata. Comunque di quei periodi rimpiango ogni giorno, è stato bellissimo, rifarei tutto uguale e preciso.
  • giosanta
  • Membro: Guru
  • Risp: 4728
  • Loc: Benevento
  • Thanks: 1054  

05-04-18 10.02

paolovaleri ha scritto:
... Credo però che, per quanto riguarda i valori in campo, tu ti riferisca agli anni 70 più che agli anni 60...

Si, hai centrato.
Faccio ammenda per i fiati, ma erano veramente pochi e di formazione bandistica, sempre riferendomi al mio contesto, ovvero un paese della provincia di Benevento.
La musica prog degli anni 70 era in primis una scelta culturale, ad opera soprattutto di coloro che allora erano studenti, ovvero NON musicisti (me per primo), da cui il bassissimo livello tecnico.
  • tsuki
  • Membro: Expert
  • Risp: 4149
  • Loc: Sassari
  • Thanks: 375  

05-04-18 13.50

Negli anni 70 (inizio) sentii in un locale (mi fecero un sacco di storie all'ingresso,ero un ragazzino!emo) uno strepitoso gruppo che credo fosse di Pisa, "I Cesari",c'era un attempatissimo organista che suonava anche il Moog,avevano anche una sezione Fiati;erano fantastici,suonavano per ore passando da un brano all'altro senza fermarsi,davvero pazzeschi...Non trovo niente su di loro...Qualcuno li ricorda,ne sa qualcosa?
  • clouseau57
  • Membro: Supporter
  • Risp: 10793
  • Loc: Napoli
  • Thanks: 590  

05-04-18 15.14

Sta’ cosa dei ricci mi piace, oltre al fatto che concordo sulla tua analisi su tutta la linea.emo