Round midnight piano solo by smj

  • Supermario_jazz

04-11-11 00.36

Spero vi piaccia:
Round Midnight piano solo

SMJ
  • LittleApple
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04-11-11 00.56

Come Allevi! emo
  • LittleApple
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04-11-11 00.57

Scherzavo bagiano! emo


I miei più sinceri complimenti... emo

emo
  • vin_roma
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04-11-11 01.55

scusa la poca diplomazia,

Se parliamo amatorialmente:

Ottimo su tutti i fronti, forse un pò troppe note.


Se parliamo di Jazz:

tecnicamente: eccellente

artisticamente: un' occasione persa

L' esecuzione è spesso scollata dal sapore del dolce ambiente armonico di questo bellissimo brano.
Troppe note, inutili, che spesso sembrano pattern appiccicati con tutto il loro conseguente ingombro.

Come spesso accade in certa cultura Jazz, ci si dimentica del colore, del contesto e ogni brano diventa un campo di sfida scordandosi della musica e delle emozioni.

Se ti è di conforto, questi che per me sono difetti, li riscontro anche in famosi e acclamatissimi interpreti.

E comunque resta il fatto che è sempre una mia "opinabilissima" opinione.
  • Supermario_jazz

04-11-11 10.18

@ vin_roma
scusa la poca diplomazia,

Se parliamo amatorialmente:

Ottimo su tutti i fronti, forse un pò troppe note.


Se parliamo di Jazz:

tecnicamente: eccellente

artisticamente: un' occasione persa

L' esecuzione è spesso scollata dal sapore del dolce ambiente armonico di questo bellissimo brano.
Troppe note, inutili, che spesso sembrano pattern appiccicati con tutto il loro conseguente ingombro.

Come spesso accade in certa cultura Jazz, ci si dimentica del colore, del contesto e ogni brano diventa un campo di sfida scordandosi della musica e delle emozioni.

Se ti è di conforto, questi che per me sono difetti, li riscontro anche in famosi e acclamatissimi interpreti.

E comunque resta il fatto che è sempre una mia "opinabilissima" opinione.
Intanto ti ringrazio per aver speso qualche minuto ad ascoltare la mia registrazioneemo
In Italia manca una cultura vera del jazz, quella che c'è è stereotipata e passiva, due cose che poco hanno a che fare con l'essenza del vero jazz. Un grande jazzista italiano Checco Zaloneemo dice anche se scherzosamente,una cosa sacrosanta: il vero jazz è come una scorreggia, piace a chi la fa e non a chi la sente!!
Se leggi le varie autobiografie di Davis, Gillespie, Monk ecc.. ci leggi un unico pensiero riguardo al significato che loro danno al jazz, che poi è quello che è alla base del VERO jazz: cerca di fare qualcosa di tuo e non di fare cose già fatte da altri!!
Quando chiedevano a Davis come avrebbe suonato quello standard, lui rispondeva: "te lo dico dopo che l'ho suonato!!".
Il jazz non è ascoltare qualcosa che hai già ascoltato e che vuoi riascoltare, quella è la cultura della musica classica.
Nel jazz devi ascoltare il musicista e la sua musica per come le vede lui e non per come le vedi o la vedresti tu, anche se si tratta di uno standard. Poi magari puoi rapportarti in positivo o in negativo con il musicista ma non con quello che ha suonato.
La mia musica è la conseguenza nella MIA tecnica pianistica, del MIO modo di vivere, del MIO modo di vedere le cose, del MIO modo di relazionarmi al mondo, del MIO modo di suonare uno standard : ecco, questa è la MIA musica appunto e so anche che non può piacere a tutti

ps
in tutto quello che suono non ci troverai mai un solo pattern, ma tutta ... sana e VERA improvvisazione!!

Grazie ancora per l'ascolto

emo
Edited 4 Nov. 2011 10:01
  • losfogos
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04-11-11 11.47

Supermario_jazz ha scritto:
Quando chiedevano a Davis come avrebbe suonato quello standard, lui rispondeva: "te lo dico dopo che l'ho suonato!!".
Il jazz non è ascoltare qualcosa che hai già ascoltato e che vuoi riascoltare, quella è la cultura della musica classica.
Nel jazz devi ascoltare il musicista e la sua musica per come le vede lui e non per come le vedi o la vedresti tu, anche se si tratta di uno standard. Poi magari puoi rapportarti in positivo o in negativo con il musicista ma non con quello che ha suonato.
La mia musica è la conseguenza nella MIA tecnica pianistica, del MIO modo di vivere, del MIO modo di vedere le cose, del MIO modo di relazionarmi al mondo, del MIO modo di suonare uno standard : ecco, questa è la MIA musica appunto e so anche che non può piacere a tutti

ps
in tutto quello che suono non ci troverai mai un solo pattern, ma tutta ... sana e VERA improvvisazione!!


Sarà il tuo modo de vivere, il tuo io, ma gli accordi svizzeri (da 0.58 a 1.04) e la svolazzate di note a casaccio ci sono tutte (una su tutte quella da 2.52 a 2.55 dai...) ci sono tanti altri punti opinabili, ma lascio perdere.

Cioè l'idea è molto buona, a tratti mi piace anche rispetto ad altre occasioni, però il jazz alla fine non è che uno con questa menata dei pattern (se son belli son belli) debba svolazzare in questa maniera con note e accordi che non centrano niente. I pianisti bravi che io conosco usano armonie dissonantissime, ma davvero belle, ci sarà un dannato motivo.
Edited 4 Nov. 2011 10:47
  • vin_roma
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04-11-11 16.05

X Supermariio_jazz

Apprezzo il tuo approccio alle...critiche, che poi critiche non sono, sono solo punti di vista.

Definire il Jazz è cosa ardua e né tantomeno ne sono all' altezza.

Sono uno che se legge Round Midnight si aspetta nell' improvvisazione il rispetto delle stesse atmosfere che hanno determinato la creazione di questo brano, giocando, andando a sottolineare i lati inespressi e via dicendo, altrimenti usare l' impianto armonico di un brano qualsiasi per sparare note lo trovo uno sterile esercizio di bravura che niente ha a che fare con lo scopo del linguaggio musicale, in qualsiasi forma questo si esprima.

Ribadisco, questo che ho detto è solo in rapporto a ciò che personalmente mi aspetto dalla musica, che poi sia Jazz, Rock o Contemporanea poco mi importa, l' importante per me è il coinvolgimento emotivo.

  • Supermario_jazz

04-11-11 16.47

@ vin_roma
X Supermariio_jazz

Apprezzo il tuo approccio alle...critiche, che poi critiche non sono, sono solo punti di vista.

Definire il Jazz è cosa ardua e né tantomeno ne sono all' altezza.

Sono uno che se legge Round Midnight si aspetta nell' improvvisazione il rispetto delle stesse atmosfere che hanno determinato la creazione di questo brano, giocando, andando a sottolineare i lati inespressi e via dicendo, altrimenti usare l' impianto armonico di un brano qualsiasi per sparare note lo trovo uno sterile esercizio di bravura che niente ha a che fare con lo scopo del linguaggio musicale, in qualsiasi forma questo si esprima.

Ribadisco, questo che ho detto è solo in rapporto a ciò che personalmente mi aspetto dalla musica, che poi sia Jazz, Rock o Contemporanea poco mi importa, l' importante per me è il coinvolgimento emotivo.

Ripeto, se cerchi qualcosa che già esiste in uno standard allora il tuo discorso non fà una piega.Ma appunto quel qualcosa già esiste, basta sentire l'originale.
Per me sedermi al piano è una totale immersione nel mondo della creatività, anche usando standards.
Per me round midnight (e tutti gli standars logicamente) non è sulle note della tastiera del piano, ma nell'aria che respiro nel momento in cui inizio a suonare.
Il jazz credo sia la forma piu creativa che esista e se usato in questo modo,ti lascia esprimere cose che altrimenti non riusciresti a tirar fuori. Ma se ti limiti ad usare concetti armonici-strutturali di altri ed improvvisazioni riempite dei soliti licks, beh ... per me questo non è jazz, ma è semplicemente un relazionarsi ad una creatività fatta da altre persone.
Ti invito ad ascoltare anche questo round midnight di Chick Corea:
round midnight di chick corea

emo
  • losfogos
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04-11-11 17.40

Supermario_jazz ha scritto:
round midnight di chick corea

emo


Fantastico, con tutte le note perfette, armonicamente spettacolare. La dimostrazione di quanto cerco di spiegare io, e credo qualcun altro, non certo ciò che suoni e cerchi di inculcare te.

Con questo, caro Supermario, eviterò di intervenire a vita circa i tuoi thread con annessi demo...

continua a ignorarmi pure....emo messaggio recepito emo
Edited 4 Nov. 2011 16:49
  • DaniloSesti
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04-11-11 18.19

Sinceramente...senza alcuna offesa....ma non mi trasmette niente.L'ho ascoltata diverse volte ma niente.Non scendo in campi tecnici perchè di jazz capisco poco e mi ci addentro piano piano e con i piedi di piombo...però quello che sto sentendo non mi invoglia a continuare l'ascolto,proprio per niente.E sto parlando di un pezzo che conosco e che mi piace e che ho ascoltato in diverse versioni....magari ci sono cose che ancora non riesco a capire,me ne rendo conto..sta di fatto che a parte la bravura tecnica e la conoscenza dello strumento non ci sento un qualcosa di interessante al mio orecchioemo
  • efis007
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04-11-11 18.59

Premetto una cosa che è importante, io non sono un jazzista e mai mi permetto di ritenermi tale (anche se un po' di jazz lo suono ovviamente).
Sono più un classico, infatti provengo dal classico.

La premessa è importante perchè fa subito capire che quanto sto per dire potrebbe essere (anzi sicuramente lo è) influenzato da questa mia mancanza di conoscenza approfondita del jazz.

Mi è difficile capire sia dall'esecuzione di Mario, sia da quella di Chick, dov'è il sottile limite tra un brano X e un brano Y "che non esiste".
Ossia... nel mio modo di assimilare un arrangiamento musicale cerco sempre delle tracce abbastanza vistose sulla nervatura caratteristica di un brano, che sia melodia o armonia.
Se la trovo mi dico "bello questo arrangiamento, molto diverso da com'è di solito, ma comunque si sente che è quel brano".
Se non lo trovo arrivo a un punto sensoriale in cui il mio cervello scinde completamente le cose, ossia mi sembra di essere al cospetto di un brano completamente inesistente, nuovo, un "brano Y".
Qualsiasi cosa, ma che non si chiama più "brano X".
Non so come spiegarlo, è come se perdo la bussola, non riconosco più nulla del brano X e pertanto devo fare un terribile sforzo mentale e di immaginazione per convicere me stesso che quel brano è invece il brano X.
Faccio un esempio un po' stupido: è come presentare ad un salone automobilistico una macchina che assomiglia a una Panda, e dire che è una Ferrari completamente riarrangiata.
Magari lo è anche, intendiamoci, ma il mio cervello "inquinato" da determinati canoni stilistici si rifiuta di attribuire a quella "panda" (tra virgolette) la nomea di Ferrari.
Questo perchè ho davanti due cose veramente diverse, veramente troppo diverse tra loro, in cui non si coglie quasi nessun punto di parentela. emo

Ecco, col jazz mi avviene la stessa cosa, mi avviene lo stesso fenomeno.
Ci sono brani jazz famosi che sono stati riarrangiati, ma che riesco ad attribuire e a collocare.
Insomma sento che il brano X dotato di tutt'altro arrangiamento e/o tessitura.
Ma lo sento.

Altri invece che proprio non riesco più a riconoscere, tanto che mi sembrano brani completamente nuovi, inesistenti, e fatico ad accettare l'idea che quel "brano Y" bisogna chiamarlo "brano X".
Da lì mi chiedevo appunto quella curiosity: c'è un limite nel jazz tra il brano X e il brano Y?
Se sì, dov'è questo limite, e quanto è sottile?
Detto in parole povere... quand'è che un brano X smette veramente di essere il brano X, e diventa in toto un brano Y, ossia un nuovo brano?

Sta cosa mi interessa per evitare un giorno di vedere una macchina Y e convincermi che è una "Ferrari scomposta". emo
Lo dico per scherzo ovviamente, ma sulla musica jazz... davvero... mi interessa saperne di più.
E' pur sempre cultura.
emo
  • vin_roma
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05-11-11 02.32

Sarò un romanticone...

Se il Jazz è sparare note a casaccio, così come ti gira, allora che bisogno c' è di usare un impianto già esistente?

mettiti lì e suona quello che ti viene...

Non sono ovviamente un "puro" appassionato di Jazz, mi piace, mi intriga, ma fino a che le mie capacità riescono a dargli forma emotiva...

...mio figlio, 6 anni,...è un jazzista quando preme note a casaccio?, per se stesso, dimensionato alle sue capacità, allora probabilmente sì.

Lo ammetto, quando in qualche locale ascolto Jazz in stile "italiota" il più delle volte mi faccio due cocomeri così.

Giusto raramente ho ascoltato forme che hanno soddisfatto la mia "fame" di musica, tutte le altre volte ho assistito a pippe mental/tecniche che solo chi suonava poteva capire. A me difficilmente regalavano qualcosa.

Probabilmente sono io a non essere sulla lunghezza d' onda ma vorrei capire come potrei esserci quando assisto istantaneamente al parto cerebrale di un esecutore...cioè, come posso essere in quel momento nella sua testa per condividere il suo pensiero?
Per la mia "sensibiltà?" resta il fatto che queste cose, se non si basano su un linguaggio comune, diventano astruse.

Ma mi piace l' improvvisazione, quando sottolinea, stravolge, tira fuori soluzioni intriganti, quando mi fa strabuzzare gli occhi e le orecchie...ma, "purtroppo", per me deve essere musicale, logica, altrimenti, come detto, la recepisco solo come una "pippa mentale".
  • Supermario_jazz

05-11-11 11.12

efis007 ha scritto:
sulla musica jazz... davvero... mi interessa saperne di più.
E' pur sempre cultura.

Ed è qui la chiave per la tua risposta: la cultura del jazz che manca totalmente in italia!
Se vieni a New York (vivo sei mesi l'anno a NY) ed accendi la radio, il 70 per cento delle stazioni trasmette jazz in tutte le sue varianti.Ci senti di tutto, dal classic jazz piu easy tipo Webster, hawkins, al free di Coleman, ed a tutte le nuove idee che vengono fuori dai jazz club di NY.Quindi anche se non è una tua scelta, questo tipo di cultura la respiri nell'aria, l'improvvisazione intesa come creatività soggettiva è una normalità in una città come NY.Chi entra in un jazz club a NY non va a cercare qualcosa che già conosce, ma va per sentire cosa ha da dire, ed alla sua maniera, chi è sul palco in quel momento.
In Italia invece una cultura di base del jazz non esiste.Chi suona o ascolta jazz lo fa o perchè aveva in casa qualcuno che lo ascoltava o per altre circostanze molto soggettive, ma non certo perchè lo si respira nell'aria come cultura di base come succede per la musica italiana (vai avanti ed indietro per le frequenze delle radio italiane per un ora e vedi se riesci ad ascoltare un solo brano di jazz).
Ma visto che nelle pagine del jazz sono state scritte musiche che anche se eseguite in modo easy risultano bellissime anche a chi non ha una vera cultura del jazz, quando queste stesse persone poi magari vogliono approfondire sommariamente questo campo pensando che il jazz sia tutto cosi, appena si imbattono in qualcosa di molto piu articolato, hanno un totale rifiuto nel accettare o cercare di capire questo jazz per loro del tutto inascoltabile!

ps
x Vin_Roma
quelle che tu chiami un infinità di note buttate a caso che anche una bambina potrebbe suonare, sono frutto di anni di ricerche su improvvisazione verticale e orizzontale con soluzioni alterate eseguite con entrambe le mani su armonie regolari e ti posso garantire che non è proprio una cosa.... sempice!!!Poi se a te non piacciono, allora questo è un altro discorso!
  • vin_roma
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05-11-11 14.46

Supermario_jazz ha scritto:
ps
x Vin_Roma
quelle che tu chiami un infinità di note buttate a caso che anche una bambina potrebbe suonare, sono frutto di anni di ricerche su improvvisazione verticale e orizzontale con soluzioni alterate eseguite con entrambe le mani su armonie regolari e ti posso garantire che non è proprio una cosa.... sempice!!!Poi se a te non piacciono, allora questo è un altro discorso!


Sì, ma se son note fini a se stesse, che solo chi sta suonando può capire, non servono a niente se non a chi le sta eseguendo.
Poi c' è tutta una schiera di "apprendisti" che va ad ascoltare Jazz solo per capire come riuscire ad essere "bravo" come chi sta ascoltando. ma solo per copiarne i fraseggi.
La natura del Jazz "vero" non ci appartiene, probabilmente se tu dici di vivere 6 mesi all' anno a New York (e quì ti invidio) sai comprenderne meglio le sfumature.
a me, di rimando, arriva solo l' immagine di grattaceli, auto enormi anni '60, il popolo nero, le baie...ma tutte cose che quotidianamente non vivo.
Però ne apprezzo il linguaggio, la libertà, l' apertura, mi intriga e poi un pò di cultura musicale posso permettermi di dichiararla come mio patrimonio, abbastanza per dirti che ciò che hai suonato non percorre una via evolutiva "sana".
Ho riscontrato, sempre riferendoci a modelli elevati, molti errori armonici nella tua esecuzione, a cui non basta una patente "jazzistica" per giustificarli. Errori che, seguendo altri Jazzisti più accreditati, non ho mai riscontrato nelle loro esecuzioni, anche le più astruse.

Quindi, se rientriamo nell' amatoriale sei molto OK, se parliamo di Jazz serio siamo lontani, non tanto per le troppe note ma per quello che hanno freddamente detto e spesso distorto.

Questo è il mio pensiero che spero ti arrivi col rispetto che voglio avere per te e la tua passione.
Qualche aggiustamento e sarai giusto e gradevole anche per le mie deboli orecchie! emo
  • Supermario_jazz

05-11-11 15.39

vin_roma ha scritto:
Qualche aggiustamento e sarai giusto e gradevole anche per le mie deboli orecchie!

Guarda, è contro la natura di ogni jazzista quello di fare aggiustamenti e rendere piu gradevole qualcosa per quelli che non sono in grado di comprendere!!
emo
  • efis007
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05-11-11 15.45

Supermario_jazz ha scritto:
Ed è qui la chiave per la tua risposta: la cultura del jazz che manca totalmente in italia!
Se vieni a New York (vivo sei mesi l'anno a NY) ed accendi la radio, il 70 per cento delle stazioni trasmette jazz in tutte le sue varianti.Ci senti di tutto, dal classic jazz piu easy tipo Webster, hawkins, al free di Coleman, ed a tutte le nuove idee che vengono fuori dai jazz club di NY.Quindi anche se non è una tua scelta, questo tipo di cultura la respiri nell'aria, l'improvvisazione intesa come creatività soggettiva è una normalità in una città come NY.Chi entra in un jazz club a NY non va a cercare qualcosa che già conosce, ma va per sentire cosa ha da dire, ed alla sua maniera, chi è sul palco in quel momento.
In Italia invece una cultura di base del jazz non esiste.Chi suona o ascolta jazz lo fa o perchè aveva in casa qualcuno che lo ascoltava o per altre circostanze molto soggettive, ma non certo perchè lo si respira nell'aria come cultura di base come succede per la musica italiana (vai avanti ed indietro per le frequenze delle radio italiane per un ora e vedi se riesci ad ascoltare un solo brano di jazz).
Ma visto che nelle pagine del jazz sono state scritte musiche che anche se eseguite in modo easy risultano bellissime anche a chi non ha una vera cultura del jazz, quando queste stesse persone poi magari vogliono approfondire sommariamente questo campo pensando che il jazz sia tutto cosi, appena si imbattono in qualcosa di molto piu articolato, hanno un totale rifiuto nel accettare o cercare di capire questo jazz per loro del tutto inascoltabile!

E' tutto vero quello che hai scritto.
Sono pienamente consapevole che il jazz, essendo un linguaggio, va ascoltato e parlato.
E' come vivere in Italia e pensare di impare il tedesco in ogni sua forma comprensibile.
Ma il mio dubbio non era tanto questo.
Era l'altro.
Quand'è che un brano X rimane sempre un brano X?
Io penso che anche nel jazz ci sarà un limite in cui lo stravolgimento globale di un brano porta il brano stesso a non essere più considerabile come "brano X".
Questo limite deve esistere per forza altrimenti arriva uno, si mette al piano, suona una cosa complicatissima mai sentita, e poi dice "questa è la mia versione di Per Elisa". emo
Ora d'accordo tutto, ma ci deve essere un limite "orecchiabile" per cui un brano possa effettivamente essere identificato come "brano X".
Cioè... voglio dire... non è che basta suonare "In a sentimental mood"... metterci dentro un richiamino di Per Elisa... e poi dire "questa è la mia versione di Per Elisa".
Così non va bene.
Per me quello sarà sempre "In a sentimental mood", non Per Elisa.
La stessa cosa avviene col tuo brano.
Io sento un buon 95% di note Y (ossia nuove) e un 5% di note X di un tema famoso.
Mi sembra troppo poco per asserire che quel brano è il... tema famoso.
Trovo invece più sensato dire che quello è una brano nuovo (ossia "brano Y"), in cui però c'è presente "anche" un richiamino/omaggio a un brano famoso.
Allora sì.

Capisci Mario? emo
E' questa linea di separazione... questo limite... che vorrei capire.
Per me (parlo da profano del jazz) un brano in cui ci sono 90% di note e melodie nuove, e solo un 10% di tema famoso, non è pìù degno di essere chiamato "brano X".
Meglio dire che è un "brano Y" con un richiamino a un tema X.

E' questo che vorrei capire. emo
  • Markelly
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05-11-11 16.53

A me sembrava che quelli che oggi sono i più famosi standard, fossero nati dall'improvvisazione da parte dei vari boppers su brani jazz classici, infondendogli nuovi colori e melodie... emo
Edited 5 Nov. 2011 15:53
  • Supermario_jazz

05-11-11 19.57

efis007 ha scritto:
Capisci Mario? emo
E' questa linea di separazione... questo limite... che vorrei capire.
Per me (parlo da profano del jazz) un brano in cui ci sono 90% di note e melodie nuove, e solo un 10% di tema famoso, non è pìù degno di essere chiamato "brano X".
Meglio dire che è un "brano Y" con un richiamino a un tema X.

E' questo che vorrei capire.

Ma non esiste nessuna linea, nessun limite...
Tu cerchi di relazionare il jazz con la musica che piace a te tipo il pop,il rock, la classica,quella leggera ecc... che sono prive di improvvisazione e con un certo tipo di jazz di facile ascolto questo può anche succedere.Ma il jazz va oltre.Nel jazz è chi sta suonando a decidere come improvvisare un tune, se far sentire o non far sentire il tema, se stravolgere la struttura armonica o quella ritmica.Non esiste una regola fissa, ognuno fa come gli pare.
E visto che la cosa piu difficile nel jazz è proprio l'improvvisazione, diventa una continua sfida verso se stessi cercare di creare sempre qualcosa di nuovo ogni volta che suoni lo stesso tune
Senti questa ROUND MIDNIGHT per sax solo della buonanima di Breacker e senti come stravolge questo tune
RAUND MIDNIGHT

emo
Edited 5 Nov. 2011 18:58
  • vin_roma
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05-11-11 21.20

Supermario_jazz ha scritto:
Senti questa ROUND MIDNIGHT per sax solo della buonanima di Breacker e senti come stravolge questo tune
RAUND MIDNIGHT

emo
Edited 5 Nov. 2011 18:58


Allora dobbiamo decidere chi non ha capito cos' è il Jazz...

questo assolo che suggerisci è bellissimo, artistico, dentro l' atmosfera...

non è vero che spara note a cacchio...non senti quando, pur facendo 2000 svolazzi (apparentemente fuori), stà sempre dentro l' aria, nel mood del brano?

Forse hai compreso male questo aspetto...

Io Round Midnight ce l' ho sentita tutta, anche nelle prime 3 note assolutamente inusitate, roba che se non ne avessimo parlato l' avrei tanata subito lo stesso...
Poi i giochi di tecnica alla fine' ci stanno tutti, un pò di energia, stai dal vivo, ti fai prendere...ma tutto è giusto, al posto suo...non è mai fuori contesto.
Questa è padronanza del linguaggio, padronanza dei tempi, degli escursus dinamici...

...cosa che, non la prendere a male, non ho trovato nella tua interpretazione...

Ti pare che questo sassofonista suona quello che gli pare ma a me sembra molto rigoroso, e quello che si permette stà tutto in una logica emotiva, artistica legata ad una radice che è l' ambiente che un brano come questo sa dare...
  • Supermario_jazz

05-11-11 21.45

vin_roma ha scritto:
...cosa che, non la prendere a male, non ho trovato nella tua interpretazione...

e quindi??? Ho capito che non ti piace ascoltare la mia musica (e la cosa mi fa molto piacere), non c'è bisogno di ripeterlo all'infinito!!