Jazz per neofiti

  • markelly2
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25-07-21 14.35

Mi sono poc'anzi imbattuto casualmente in questo vecchio thread di un forum che poco o nulla ha a che vedere con la musica:

link

E mi ha fatto sorridere la risposta di un utente, che trovate nella stessa prima pagina (utente peraltro molto ferrato) alla richiesta del novello ascoltatore di jazz su che artisti indirizzarsi.
Risposta che può riassumersi così:
"TANTO PER COMINCIARE ASCOLTATI QUESTI QUATTRO O CINQUEMILA ARTISTI, POI CI RISENTIAMO" emo

Voi che ne pensate? emo

Credete che il tipo si sia lasciato prendere un po' troppo dalla passione, o anche voi suggerireste tutte quelle liste di "migliori dischi"?

Come guidereste un neofita alla scoperta del jazz?

PS: intanto mi sono già segnato quelle liste! emo
  • MiLord
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25-07-21 16.49

@ markelly2
Mi sono poc'anzi imbattuto casualmente in questo vecchio thread di un forum che poco o nulla ha a che vedere con la musica:

link

E mi ha fatto sorridere la risposta di un utente, che trovate nella stessa prima pagina (utente peraltro molto ferrato) alla richiesta del novello ascoltatore di jazz su che artisti indirizzarsi.
Risposta che può riassumersi così:
"TANTO PER COMINCIARE ASCOLTATI QUESTI QUATTRO O CINQUEMILA ARTISTI, POI CI RISENTIAMO" emo

Voi che ne pensate? emo

Credete che il tipo si sia lasciato prendere un po' troppo dalla passione, o anche voi suggerireste tutte quelle liste di "migliori dischi"?

Come guidereste un neofita alla scoperta del jazz?

PS: intanto mi sono già segnato quelle liste! emo
E' che dire jazz è come dire rock o musica classica.
Da elvis ai nirvana, dai led zeppelin a bon jovi agli slipknot.
Clementi, mozart, berio, verdi, stravinskij.
Tutto è musica rock o musica classica, per forza si possono trovare migliaia di esempi emo

Per il jazz io ho chiesto molte volte consigli e sono arrivato alla conclusione che il jazz che piace a me è quello dove NON c'è il cantante emo
Quindi i vari standard, sinatra e simili NO. Certo posso ascoltarli e sono piacevoli a limitate dosi. Ma non è il genere che mi piace suonare e imparare.
E' diverso ascoltare un brano o studiare e suonare un brano, secondo me.

Mi piace il jazz orientato alla fusion o ancora meglio quello che il buon cyrano mi aveva indicato come bebop anche se a volte è troppo complicato e può sfociare in virtuosismi un po' esagerati.
O comunque quello dove si sente lo swing, più legato al blues
  • giosanta
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25-07-21 22.53

markelly2 ha scritto:
voi suggerireste tutte quelle liste di "migliori dischi"?

Migliori dischi per chi?
markelly2 ha scritto:
Come guidereste un neofita alla scoperta del jazz?

In nessun modo.
Se lo "senti" (non inteso come fatto uditivo) è perchè, in qualche modo, ti ha raggiunto, il resto è conseguenza e, con la rete ora a disposizione, si puo salpare senza problemi.
Cio premesso condivido che un telaio teorico idoneo alla classificazione possa essere il testo di Polillo.
Su quella base, almeno io, ho preso qualche disco significativo. Individuti poi i "generi" che piu m'interessavano ho coltivato quelli.
Trovare il tempo per "ascoltare" il mare magnum segnalato è privilegio di pochi.
Cio detto va poi aggiunta una cosa, almeno a mio modesto parere. Ovvero che l'ascolto di un musicista è "viziato" dalla possibilità , sia pure non necessariamente, di esprimersi poi personalmente in quel genere. E questo riduce ancora il tempo da poter dedicare alla fase esplorativa.
  • paolo_b3
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26-07-21 08.04

giosanta ha scritto:
In nessun modo.

Esattamente, anzi se ad uno gli consigli anche solo 100 dischi è il modo migliore per incasinarlo e farlo desistere. Il mio avvicinamento ai vari stili musicali è avvenuto per piccoli passi. Per il Jazz ho iniziato ascoltando Uzeb, che era sicuramente musica adatta ad uno che fino a prima aveva ascoltato determinati gruppi catalogati come Rock, quando ho colto le differenze significative sul linguaggio ho ricercato quelle cose in altri artisti, Weather Report, Pat Metheny, e dopo aver inquadrato lo stile ho virato verso il classico. Ma avrò ascoltato 10 dischi massimo per un paio d'anni.
Piccoli passi su terreno solido.
  • markelly2
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26-07-21 10.43

Be', io ho letto Polillo, e di nomi interessanti nel libro ne fa parecchi.
Inoltre un amico più esperto mi parlava di Miles Davis, Modern Jazz Quartet , Gato Barbieri ecc
Avercene di informazioni così (anche se oggi sul web si trova di tutto).
  • zaphod
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26-07-21 11.15

ad un neofita farei fare un percorso che inizia... dall'inizio.
Trovarsi davanti, senza mai aver ascoltato nulla, un Charlie Parker, un Mehldau, per dire, sarebbe un po' come sbattere contro un muro. Inizierei con un ascolto del primo jazz, delle band creole di New Orleans, da cui è emerso Louis Armstrong (insieme a molti altri), dixieland e ragtime. Potrà sembrare ingenuo, ad un orecchio di oggi, ma prepara al passo successivo che è lo swing, suonato in piccole formazioni o in big band (qua siamo già a New York), i tempi di Duke Ellington, Count Basie, Benny Goodman. Poi passare al bebop (Parker, Gillespie, il primo Coltrane), parallelamente ascoltare il latin jazz (Antonio Carlos Jobim) e il Cool, dove ritroviamo Miles Davis e Coltrane, Bill Evans, i primi passi di Hancock, poi Charles Mingus per apprezzare arrangiamenti quasi-istantanei dei brani. Da qui passare al free jazz con Coleman, Coltrane (negli ultimi lavori), Eric Dolphy.
Davis e Hancock li ritroviamo nel jazz-rock, insieme a moltissimi altri esponenti (metto giusto i Weather Report).
Arriviamo a tempi più vicini, con la Fusion, che secondo alcuni non è altro che una evoluzione del jazz-rock. Qui iniziamo a trovare nomi come Chick Corea, Mike Stern, eccetera.
Dopodichè arriviamo ai giorni nostri dove insieme a mille ramificazioni (electro jazz, smooth) c'è stato secondo me un ritorno all'hard bop, anzi forse più che un ritorno è stato un prendere quello che c'era stato di buono fino a quel momento e metterlo insieme, in modo a volte molto creativo, a volte meno. Comunque in questa fase troviamo nuove e vecchie glorie che hanno saputo interpretare il nuovo corso: Hancock, Jarrett, Mike Stern, poi Brad Mehldau, eccetera.
Questo è un millesimo di quanto si potrebbe elencare, non vanno presi tanto come riferimento i nomi (per 10 che ne ho messo sarebbero da elencarne altri 100) quanto i periodi, per avvezzare gradualmente l'orecchio a quanto si sente, al fine di apprezzare cose che altrimenti risulterebbero assurde, sgradite e cacofoniche.
Nota: il jazz è un camaleonte, muta, travalica confini, quindi i nomi che ho scritto non identificano il genere per i quali li ho presi ad esempio. Tanti hanno attraversato più generi, tanto dipendeva dalle collaborazioni e dalle strade che prendevano. Quindi questi che ho messo non sono paletti, etichette. Il jazz, per definizione, non ha etichette. Va
interpretato come correnti marine che si mescolano e si fondono, o si separano. Dei pesci possono cambiare corrente e sguazzare a più profondità, sempre a proprio agio.
  • wildcat80
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26-07-21 11.28

Addirittura, volendo ben comprendere il contesto da cui è nato tutto, credo che iniziare da spirituale, work songs e blues sia la miglior premesse allo studio/ascolto del jazz.
  • giosanta
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26-07-21 11.40

zaphod ha scritto:
un neofita farei fare un percorso che inizia... dall'inizio...

In teoria è cosi, tuttavia bisogna valutare da dove si viene, perchè molto frequentemente al jazz ci si arriva da altro.
Io, di formazione molto "progressive", provenendo quindi da King Crimson, VDGG ecc. mi sono sentito molto piu a casa mia con il Davis di Kind Of Blues piuttosto che con Bix Beiderbecke; ho raggiunto maggior familiarità con Coltrane piuttiusto che con Goodman, il "mio" modello pianistico è imperituramente Evans.ecc.
  • MiLord
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26-07-21 11.53

zaphod ha scritto:
ad un neofita farei fare un percorso che inizia... dall'inizio.
Trovarsi davanti, senza mai aver ascoltato nulla, un Charlie Parker, un Mehldau, per dire, saebbe un po' come sbattere contro un muro. Inizierei con un ascolto del primo jazz, delle band creole di New Orleans, da cui è emerso Louis Armstrong (insieme a molti altri), dixieland e ragtime. Potrà sembrare ingenuo, ad un orecchio di oggi, ma prepara al passo successivo che è lo swing, suonato in piccole formazioni o in big band (qua siamo già a New York), i tempi di Duke Ellington, Count Basie, Benny Goodman. Poi passare al bebop (Parker, Gillespie, il primo Coltrane), parallelamente ascoltare il latin jazz (Antonio Carlos Jobim) e il Cool, dove ritroviamo Miles Davis e Coltrane, Bill Evans, i primi passi di Hancock, poi Charles Mingus per apprezzare arrangiamenti quasi-istantanei dei brani. Da qui passare al free jazz con Coleman, Coltrane (negli ultimi lavori), Eric Dolphy.
Davis e Hancock li ritroviamo nel jazz-rock, insieme a moltissimi altri esponenti (metto giusto i Weather Report).
Arriviamo a tempi più vicini, con la Fusion, che secondo alcuni non è altro che una evoluzione del jazz-rock. Qui iniziamo a trovare nomi come Chick Corea, Mike Stern, eccetera.
Dopodichè arriviamo ai giorni nostri dove insieme a mille ramificazioni (electro jazz, smooth) c'è stato secondo me un ritorno all'hard bop, anzi forse più che un ritorno è stato un prendere quello che c'era stato di buono fino a quel momento e metterlo insieme, in modo a volte molto creativo, a volte meno. Comunque in questa fase troviamo nuove e vecchie glorie che hanno saputo interpretare il nuovo corso: Hancock, Jarrett, Mike Stern, poi Brad Mehldau, eccetera.

Completamente d'accordo emo

giosanta ha scritto:
Io, di formazione molto "progressive", provenendo quindi da King Crimson, VDGG ecc. mi sono sentito molto piu a casa mia con il Davis di Kind Of Blues piuttosto che con Bix Beiderbecke; ho raggiunto maggior familiarità con Coltrane piuttiusto che con Goodman, il "mio" modello pianistico è imperituramente Evans.ecc.

Certo, partire da qualcosa che già ci piace e chi può avvicinare al percorso è altrettanto utile.
Io sono partito dallo swing e dal blues, anche se non ho approfondito tutti i vari sottogeneri perchè non sempre ho trovato interesse.

Ma partire dalle radici è molto importante secondo me.
  • paolo_b3
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26-07-21 12.51

@ markelly2
Be', io ho letto Polillo, e di nomi interessanti nel libro ne fa parecchi.
Inoltre un amico più esperto mi parlava di Miles Davis, Modern Jazz Quartet , Gato Barbieri ecc
Avercene di informazioni così (anche se oggi sul web si trova di tutto).
Però trovo la domanda "cosa ascoltare di Jazz" malposta. Chiunque nella sua vita si sarà trovato ad ascoltare un brano di jazz. Ti è piaciuto? Ascolta qualcos'altro di quell'artista, magari prova a muoverti su produzioni simili.
Diversamente mi sembra veramente che venga bypassato l'aspetto emozionale. Tipico atteggiamento degli intellettuali, che "ascoltano jazz". Non me ne vogliano...
  • zaphod
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26-07-21 12.53

wildcat80 ha scritto:
Addirittura, volendo ben comprendere il contesto da cui è nato tutto, credo che iniziare da spirituale, work songs e blues sia la miglior premesse allo studio/ascolto del jazz.

vero, tra l'altro il blues è una forma molto comune nel jazz di qualsiasi epoca

giosanta ha scritto:
In teoria è cosi, tuttavia bisogna valutare da dove si viene, perchè molto frequentemente al jazz ci si arriva da altro.
Io, di formazione molto "progressive", provenendo quindi da King Crimson, VDGG ecc. mi sono sentito molto piu a casa mia con il Davis di Kind Of Blues piuttosto che con Bix Beiderbecke; ho raggiunto maggior familiarità con Coltrane piuttiusto che con Goodman, il "mio" modello pianistico è imperituramente Evans.ecc.

hai ragione, il mio era comunque un discorso molto generale oltre che estremamente vago ed incompleto. Se sei già avvezzo a determinate sonorità, puoi ritrovarti meglio in un jazz più moderno. Non negherei tuttavia un ascolto al jazz più "primitivo" (passami il termine), specie se ha molto da insegnare (gli arrangiamenti delle big band, per esempio, sono un momento irripetibile della storia del jazz e se ci fosse una cosa per cui varrebbe vendere l'anima al diavolo, sarebbe secondo me la capacità di arrangiare in quel modo)
  • d_phatt
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26-07-21 12.58

È una domanda la cui risposta, al netto delle ottime "linee guida" storiche postate da Zaphod, varia probabilmente da persona a persona. Diciamo che se conosci molto bene una persona e i suoi gusti musicali puoi provare a immaginare quale album/artista/brani propinargli.

È un po' come chiedere "cosa far ascoltare a un neofita del progressive", dato che c'è tutto e di più, dalle melodie flautate dei Genesis, passando per la musica spigolosa e difficile di Red, fino alle contaminazioni sperimentali di ogni tipo...anche all'interno della discografia di uno stesso gruppo.

Per esempio io da 15enne amavo i primi Genesis, ma se mi avessero fatto sentire Frakctured non avrei capito. Ma neanche Eruption di Tarkus, mi ci è voluto per farmi entrare nelle orecchie ed imparare ad apprezzare quell'armonia quartale, quella batteria vorticosa. Mentre Stones of Years musicalmente la capii subito.
  • giosanta
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26-07-21 13.31

zaphod ha scritto:
...Non negherei tuttavia un ascolto al jazz più "primitivo"

Non nego nulla. mi sono espresso male.
Volevo intendere affinità sonore, dopodiche la mia "porta" del jazz, è stata il cinema, e appassionato quale sono del cinema americano anni 40 /60 ti lascio immaginare in quale considerazione tenga le Big Band, altro che "primitive", direi piuttosto che rappresentano un vertice assoluto. Viceversa quello che c'era prima, pur riconoscendone il valore, mi dice poco.
  • zaphod
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26-07-21 16.10

@ giosanta
zaphod ha scritto:
...Non negherei tuttavia un ascolto al jazz più "primitivo"

Non nego nulla. mi sono espresso male.
Volevo intendere affinità sonore, dopodiche la mia "porta" del jazz, è stata il cinema, e appassionato quale sono del cinema americano anni 40 /60 ti lascio immaginare in quale considerazione tenga le Big Band, altro che "primitive", direi piuttosto che rappresentano un vertice assoluto. Viceversa quello che c'era prima, pur riconoscendone il valore, mi dice poco.
Carissimo, avevo capito cosa intendevi.
Io ero rimasto in linea con la parola “neofita” usata da chi ha aperto il 3d. L’ho presa in modo un po’ integralista, magari, quindi l’ho tradotta in “completamente digiuno”.
Per quello che ho suggerito di partire dalle roots, che invero anche a me suonano un po’ stucchevoli e stereotipate, ma il percorso di ascolto (e di suono) del jazz è molto variegato: c’è chi parte da Beiderbecke e arriva al contemporaneo (un po’ come ho fatto io - in realtà per me il primo approccio col jazz è stato da bambino con questo disco, ho apprezzato dapprima il lato A per poi amare il lato B - un po’ come con le donne emo); c’è invece chi resta a King Oliver tutta la vita, senza nulla togliere, ovviamente…
  • 1paolo
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26-07-21 16.33

@ markelly2
Mi sono poc'anzi imbattuto casualmente in questo vecchio thread di un forum che poco o nulla ha a che vedere con la musica:

link

E mi ha fatto sorridere la risposta di un utente, che trovate nella stessa prima pagina (utente peraltro molto ferrato) alla richiesta del novello ascoltatore di jazz su che artisti indirizzarsi.
Risposta che può riassumersi così:
"TANTO PER COMINCIARE ASCOLTATI QUESTI QUATTRO O CINQUEMILA ARTISTI, POI CI RISENTIAMO" emo

Voi che ne pensate? emo

Credete che il tipo si sia lasciato prendere un po' troppo dalla passione, o anche voi suggerireste tutte quelle liste di "migliori dischi"?

Come guidereste un neofita alla scoperta del jazz?

PS: intanto mi sono già segnato quelle liste! emo
Io ad esempio, provenendo dal prog rock, ho ascoltato il jazz rock (come si definiva ai tempi) di Brand X, Weather Report, Steps Haed, Jellowjackets, ma anche i primi album di Sting dopo i Police, di Miles Davis con Marcus Miller..
..ecco, se si hanno radici classic rock e ci si vuole avvicinare progressivamente al jazz, questo può essere un buon percorso imho..