Invece che pensare ad Halloween…

  • WTF_Bach
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31-10-21 13.06

Pensiamo ai nostri cari che non ci sono più… ripensiamo ai loro volti, alle loro voci, ai loro immancabili difetti, a ciò che erano e che amavano, a ciò in cui speravano, alle loro sconfitte ed alle loro vittorie.

Sediamoci al piano, imbracciamo la chitarra, accendiamo il microfono… ed esprimiamo il nostro amore ed il nostro dolore con quelle note profonde che parlano di Verità.
  • michelet
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31-10-21 13.38

@ WTF_Bach
Pensiamo ai nostri cari che non ci sono più… ripensiamo ai loro volti, alle loro voci, ai loro immancabili difetti, a ciò che erano e che amavano, a ciò in cui speravano, alle loro sconfitte ed alle loro vittorie.

Sediamoci al piano, imbracciamo la chitarra, accendiamo il microfono… ed esprimiamo il nostro amore ed il nostro dolore con quelle note profonde che parlano di Verità.
Apprezzo la proposta, tuttavia quando penso al mio povero padre mi vengono in mente tutte le feroci discussioni che facevamo, perché lui non concepiva assolutamente che facessi musica e vedeva per me solo un futuro dì architetto. Preferisco ricordarlo per altro, anche se quei momenti mi fanno stare ancora male.
  • wildcat80
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31-10-21 13.52

Halloween per me era una cosa dei film americani, roba da Ghostbusters, o delle tipiche family comedy, assieme al Giorno del Ringraziamento era una festa degli altri, che guardavo un po' con l'aria curiosa con cui guardo la festa di S. Lucia, che non si festeggia dalle nostre parti.
È comunque una festa che nelle sue origini (Samahin) riporta al cambiamento delle stagioni e al culto dei morti, la cui deriva consumistica odierna si inserisce su lontane allegorie volte a rappresentare temo forti come quello della morte, e del cambiamento, dell'evoluzione dei tempi.
Da Samahin ad All Hallow's Eve e infine ad Halloween il passo è breve.
Di fatto una tre giorni in cui i morti, comuni e santificati, vengono ricordati e onorati.
Curiosamente anche in Italia esistono tradizioni che riprendono un po' il mood fantastico e lugubre assieme dell'Halloween che conosciamo.
Dalle nostre parti, ho memoria di una sola tradizione di cui ci raccontava la nostra bisnonna (classe 1901): la sera dei Santi, che era la ricorrenza dell'anno in cui si mangiavano pandolce e frutta secca, una festa grande, occorreva lasciare tavola apparecchiata dopo cena perché i morti della famiglia sarebbero passati a mangiare.
In altre regioni sono comuni l'utilizzo di zucche ritagliate a teschio (suca barca friulana ad esempio), e le scorribande di bambini nelle case, che ripetevano formule in cui comparivano sempre i morti, le anime, le anime del purgatorio.
Io onestamente mi limito alla tradizionale zuppa dei morti, lo zemin de ceixi, zuppa di ceci e bietole.
Ricordare i nostri cari al 2 novembre è una cosa invece che non mi piace, più che altro perché finisce per diventare un modo per trasformare i cimiteri in salotti, dove si incontra gente e si finisce per limitare il momento della memoria a un veloce cambio di fiori dell'anno passato.
Quest'anno credo che invece andrò, se non altro per andare da mia madre e parlarle del piccolo Cesare, di cui sarebbe stata una super nonna.
  • afr
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31-10-21 13.56

@ WTF_Bach
Pensiamo ai nostri cari che non ci sono più… ripensiamo ai loro volti, alle loro voci, ai loro immancabili difetti, a ciò che erano e che amavano, a ciò in cui speravano, alle loro sconfitte ed alle loro vittorie.

Sediamoci al piano, imbracciamo la chitarra, accendiamo il microfono… ed esprimiamo il nostro amore ed il nostro dolore con quelle note profonde che parlano di Verità.
Bellissimo, pensiero, in realtà visto che fu mio padre ad avviarmi alla musica, ogni volta che riesco a scrivere qualcosa, bella o brutta che sia, ringrazio sempre il giorno che mi trasmise la passione per quest'arte.

Un fondo in quel che faccio c'è sempre una parte di lui
  • MicheleJD
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31-10-21 14.03

Mio padre non era un musicista (come non lo sono io). Da bambino non lo fecero studiare musica, ma la passione era tanta e lui era una persona curiosa e intelligente.
Intorno ai quarant’anni compro’ la sua prima tastiera, prese qualche lezione di musica ed imparò a suonacchiare qualcosina.
Io iniziai per caso, per lo più affascianato dalla sua passione, e la musica contribui a unirci (insieme a tanti altri hobby in verita).
A casa io suonavo le canzoni italiane anni 60-70 che lui mi face conoscere e che io ancora amo.
Lui ogni tanto smetteva di ascoltare, si avvicinava alle tastiere e suonava la melodia sulla tastiera sopra mentre io lo accompagnavo con il piano sopra.
tra le tastiere che abbiamo avuto gli piaceva molto il suono del yamaha p200.
Io però lo misi in vendita perché volevo qualcosa di più trasportabile.
Quando mancò mi ricordai del piano e chiamai la persona che l aveva in conto vendita.
Era ancora li.
Andai a riprenderlo.
Pochi mesi dopo nacque il mio bimbo.
Ogni tanto quando suono il p200 in casa di mia mamma il mio bimbo vuole mettersi in braccio e ci sbatte le mani sopra divertito dai suoni.
Penso che quei tasti in un qualche modo hanno unito tre generazioni.
La musica è anche questo.
  • paolo_b3
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31-10-21 14.08

Anche io non ho bisogno di un momento "comandato" per ricordare le persone care che non ci sono più, mi capita spesso di ripensare con affetto alle persone che hanno segnato il mio percorso formativo. Tuttavia trovo apprezzabile questa iniziativa perchè non tutti sono come me.
  • d_phatt
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31-10-21 14.21

wildcat80 ha scritto:
È comunque una festa che nelle sue origini (Samahin) riporta al cambiamento delle stagioni e al culto dei morti, la cui deriva consumistica odierna si inserisce su lontane allegorie volte a rappresentare temo forti come quello della morte, e del cambiamento, dell'evoluzione dei tempi.

+1. È comunque una festa con origini spiritualmente profonde, che come il Natale è stata divorata dalla società consumistica odierna. Chi vuole, può ancora viverla in modo sincero e profondo.
Da buon ateo, è comunque una di quelle ricorrenze che mi toccano di più.

Al di là della precisazione, comunque apprezzabile e molto bello il pensiero di WTF_Bach.
  • MicTastiera
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31-10-21 15.45

@ WTF_Bach
Pensiamo ai nostri cari che non ci sono più… ripensiamo ai loro volti, alle loro voci, ai loro immancabili difetti, a ciò che erano e che amavano, a ciò in cui speravano, alle loro sconfitte ed alle loro vittorie.

Sediamoci al piano, imbracciamo la chitarra, accendiamo il microfono… ed esprimiamo il nostro amore ed il nostro dolore con quelle note profonde che parlano di Verità.
È un pensiero molto bello, grazie.
  • giosanta
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31-10-21 16.56

WTF_Bach ha scritto:
Pensiamo ai nostri cari che non ci sono più…

Si, doveroso.
Grazie.
Apprezzo anche quanto espresso prima da altri. Personalmente ed in generale, trovo avvilente lo svuotamente dei contenuti reali a favore di quelli consumistici che segnano ormai tutte le ricorrenze.
È impressionante e significativa, ad esempio, l'immensa filmografia natalizia nordamerica, in cui si assiste alla totale rimozione del Significante. Un extraterreste che li vedesse ci chiederebbe "scusate ma Natale, vuol dire nascita? Ma Di chi? Di Babbo Natale, di una delle suere renne, di un elfo?
Del resto è del tutto logico. Una festa cristiana sarebbe riservata ai cristiani o, perlomeno, a certi valori universali e condivisi, una festa il cui rappresentante massimo è assiso su di un trono all'interno di un grande magazzino è buona per vendere tutto a tutti...
  • keyboard7
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31-10-21 17.35

@ WTF_Bach
Pensiamo ai nostri cari che non ci sono più… ripensiamo ai loro volti, alle loro voci, ai loro immancabili difetti, a ciò che erano e che amavano, a ciò in cui speravano, alle loro sconfitte ed alle loro vittorie.

Sediamoci al piano, imbracciamo la chitarra, accendiamo il microfono… ed esprimiamo il nostro amore ed il nostro dolore con quelle note profonde che parlano di Verità.
pensare alle persone care che non ci sono più mi provoca un dolore troppo forte, che spegne la voglia di suonare.
  • Raptus
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31-10-21 19.31

@ MicheleJD
Mio padre non era un musicista (come non lo sono io). Da bambino non lo fecero studiare musica, ma la passione era tanta e lui era una persona curiosa e intelligente.
Intorno ai quarant’anni compro’ la sua prima tastiera, prese qualche lezione di musica ed imparò a suonacchiare qualcosina.
Io iniziai per caso, per lo più affascianato dalla sua passione, e la musica contribui a unirci (insieme a tanti altri hobby in verita).
A casa io suonavo le canzoni italiane anni 60-70 che lui mi face conoscere e che io ancora amo.
Lui ogni tanto smetteva di ascoltare, si avvicinava alle tastiere e suonava la melodia sulla tastiera sopra mentre io lo accompagnavo con il piano sopra.
tra le tastiere che abbiamo avuto gli piaceva molto il suono del yamaha p200.
Io però lo misi in vendita perché volevo qualcosa di più trasportabile.
Quando mancò mi ricordai del piano e chiamai la persona che l aveva in conto vendita.
Era ancora li.
Andai a riprenderlo.
Pochi mesi dopo nacque il mio bimbo.
Ogni tanto quando suono il p200 in casa di mia mamma il mio bimbo vuole mettersi in braccio e ci sbatte le mani sopra divertito dai suoni.
Penso che quei tasti in un qualche modo hanno unito tre generazioni.
La musica è anche questo.
Bellissimo pensiero, davvero. Anche io ho bellissimi ricordi del pianoforte giocattolo che suonavo con mio nonno.

Per il resto, non ci dovremmo ricordare dei nostri cari solo in un certo periodo dell'anno, io resto più legato ai luoghi d'infanzia, quando ci ritorno, essendo impressi nella mente, mi immagino ancora di essere con loro e di vivere quei momenti.

Alla fine i nostri cari non restano nei posti dove "depositiamo" i loro corpi, sono dentro ognuno di noi, finché avremo la possibilità di ricordarli.

Riguardo a Samhain o Halloween che dir si voglia, ricordiamo che è una festa celtica e loro credevano nella ciclicità degli eventi, è una festa di unione tra passato, presente e futuro, in un certo senso è la festa della congiunzione tra tutte queste fasi del tempo, un po' come accade nei nostri ricordi.
  • zaphod
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31-10-21 20.00

@ WTF_Bach
Pensiamo ai nostri cari che non ci sono più… ripensiamo ai loro volti, alle loro voci, ai loro immancabili difetti, a ciò che erano e che amavano, a ciò in cui speravano, alle loro sconfitte ed alle loro vittorie.

Sediamoci al piano, imbracciamo la chitarra, accendiamo il microfono… ed esprimiamo il nostro amore ed il nostro dolore con quelle note profonde che parlano di Verità.
Io dopo quasi due anni non ho ancora superato la perdita improvvisa dì mio papà. Non era musicista, in famiglia mia nessuno lo è (o è stato), ma a 6 anni per Natale mi regalò la prima tastiera. Probabilmente, tante volte in seguito si è pentito della scelta (per i miei viaggi fuori, ritorni a ore impossibili, prestiti di auto per caricarla come un mulo e riportargliela regolarmente col serbatoio vuoto, casa intasata di strumenti) ma non me lo ha mai rinfacciato nè fatto pesare. Negli ultimi anni mi veniva spesso a sentire suonare, con mia mamma e spesso anche amici loro. Non riusciva quasi mai a celare l’orgoglio che provava. E non posso fare altro che onorarlo con la mia musica, che aveva iniziato ad apprezzare grazie a me. Era perfino arrivato a comprarsi dischi di jazz!! Di halloween non me ne frega un cazzo, del giorno dei morti poco di più. I miei morti mi mancano (ho una famiglia piccolissima, tutti figli unici) e non mi serve certo un giorno all’anno per ricordarli, lo faccio sempre. La musica mi aiuta tanto, ma ci sono momenti ancora difficili. Devo trovare il modo di superare il lutto di mio papà, mi sta cominciando un po’ a pesare…
  • wildcat80
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31-10-21 20.37

zaphod ha scritto:
Devo trovare il modo di superare il lutto di mio papà, mi sta cominciando un po’ a pesare…

Io non so quanti anni ci ho messo a superare quello per mia madre, se lo avessi affrontato di petto tante cose sarebbero state diverse... Però tu ne hai consapevolezza, e non è la regola.
Un abbraccio.
  • anonimo
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31-10-21 22.43

@ wildcat80
zaphod ha scritto:
Devo trovare il modo di superare il lutto di mio papà, mi sta cominciando un po’ a pesare…

Io non so quanti anni ci ho messo a superare quello per mia madre, se lo avessi affrontato di petto tante cose sarebbero state diverse... Però tu ne hai consapevolezza, e non è la regola.
Un abbraccio.
Io persi mio padre 15 anni fa e la cosa indirizzò poi la mia vita in una certa direzione. Non posso dire che avevo un buon rapporto con lui, forse non c'era proprio, e tuttavia per colpa della malattia che lo aveva colpito l'ho visto dimagrire, spegnersi lentamente con le settimane, e gli ho fatto da infermiere nei suoi ultimi giorni. Mi resi conto che il corpo è solo un involucro per l'anima. Per anni la cosa era passata, poi con l'arrivo dei figli miei la mancanza è esplosa con una violenza che non potevo prevedere. C'è un qualcosa di giusto e ciclico nell'essere padre e averne uno vivo che ti aiuti, ed è tanto brutto doverlo essere senza. Tutte le volte che torno a casa nostra sento chiaramente che quella era casa sua, non mia, e che la sua mancanza pesa come un macigno. Ma così è andata.
  • zaphod
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31-10-21 23.40

Kent83 ha scritto:
Mi resi conto che il corpo è solo un involucro per l'anima. Per anni la cosa era passata, poi con l'arrivo dei figli miei la mancanza è esplosa con una violenza che non potevo prevedere

Io sono ateo, per cui rimasi per giorni con un'esagerata consapevolezza dell'umana fragilità. Consapevolezza che è giusto avere, ma un po' nascosta, altrimenti ci blocca. Quella l'ho superata. Figli ne avevo già, e abbastanza grandi, quindi è stato difficile spiegargli che il nonno che alle 11 del mattino hanno visto, non avrebbero potuto vederlo più. Difficile è stato andare da mia nonna a dirle che suo figlio era morto. Mia mamma si è già ripresa, non ho idea di come abbia fatto, un po' la invidio.

wildcat80 ha scritto:
Io non so quanti anni ci ho messo a superare quello per mia madre, se lo avessi affrontato di petto tante cose sarebbero state diverse... Però tu ne hai consapevolezza, e non è la regola.
Un abbraccio.

si, sono consapevole di avere un lutto da superare. Non è il primo, a quasi 40 anni ho pianto davanti a mia nonna (materna) ricoverata in ospedale ma quando è mancata ho subito sentito una sorta di sollievo, eppure era la nonna che mi ha cresciuto, le devo tantissimo (forse anche il mio amore per la musica, lei cantava sempre). Ma sapevo che non soffriva più e mi confortava. Per mio padre è diverso, oltre al fatto che mi sono ritrovato sulle spalle dei pesi che ogni tanto fatico a sobbarcarmi, non mi capacito ancora di quando lo trovai senza vita. E' un loop dal quale non riesco ad uscire: da una parte ho la vita che va avanti (e anche decentemente, lo riconosco), dall'altra ho un blocco risalente a due anni fa. Voglio arrivare a tagliare quel cavo per rimettere in pari queste mie due metà lacerate.
Ricambio l'abbraccio con affetto,

... e perdonate se vi tedio con cose attraverso cui passano tutti, magari evocando fantasmi che ad alcuni potrebbero nuovamente disturbare.
  • giosanta
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01-11-21 00.08

Ma quale tedio, grazie a te per averci ritenuti degni della condivisione e poi la musica è figlia dell'anima.
  • nicolo
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01-11-21 08.07

Ho quasi 50 anni, dirigo un grande coro, grande anche e soprattutto per meriti non miei.
Ma questo non c'entra.
Uno delle mie voci migliori è proprio mio padre, ottimo basso, grande musicista, ma ancora più grande nell'umiltà.
È uno dei pochissimi cantori che possiede lettura a prima vista, ma non perde una prova, nemmeno quelle di settori che non sono il suo.
Sono fortunato.
Mi impongo ogni tanto di iniziare a ragionare sul fatti che non è eterno, e un domani sarà come perdere una gamba, per me.
Ma sin da ora cerco di accumulare forza, ricordi, di vivere tutto il possibile, senza perdere tempo dietro alle inutilità.
  • nicolo
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01-11-21 08.10

Ma ho una fortuna, ho una bimba che ha un bisogno smisurato di me, anche solo per camminare, a 9 anni.
Qualcuno lassù ha pensato di darmela questa forza, mettendomi davanti un compito difficile e meraviglioso. Che spazza via ogni tristezza.
  • anonimo
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01-11-21 17.40

Per me questo periodo e' sempre stato la commemorazione dei Santi (poco sentita ma comunque una festa) e soprattutto quella dei defunti.
Halloween l'ho sempre considerata un'americanata inserita con forza nella nostra cultura per questioni di consumismo.
cosi' come la STRONZATA di spostare la festa della Mamma dall'8 maggio a non so quale cacchio di domenica del mese, per allinearci agli americani, e spingere il consumismo sfruttando le aperture domenicali. Per me la festa della Mamma resta sempre l'8 maggio.
Poco importa se in alcune zone d'Italia si festeggiava gia' : erano tradizioni locali e non nazionali.
E' come se volessimo imporre la sagra della Polenta e osei come piatto nazionale : non ci azzecca un bel tubo.

Mio papa' e mancato quasi un anno fa, il giorno del compleanno di mia mamma stroncato dal maledetto covid, due mesi prima che arrivarono i vaccini .. e grazie ancora che mio fratello si e' salvato (non so per quale miracolo dopo 15 giorni da incubo)
.
Cosi' Novembre ha assunto anche il ricordo del periodo piu' terribile della mia vita, quando chiuso in casa da solo per il lockdown (che cominciava proprio un'anno fa e durava piu' di sei mesi), e dopo due anni di vicissitudini difficili, ho perso mio papa' senza poterlo abbracciare un'ultima volta, e per 15 giorni ho vissuto anche il terrore di perdere altri cari. (se incontro un novax di quelli che manifestano e rompono i coglioni al mondo lo strozzo con le mie mani e perdonatemi : con rispetto per chi ha scelto di non fare il vaccino ed ha il buonsenso di tacere).

Le puttanate americane le lascio a loro, che festeggiano il ringraziamento a non so cosa divorando quintali di tacchino.
Noi siamo cosi' stupidi da allinearci alla loro cultura e ad aver perfino cancellato la festa del Santo patrono d'Italia (S.Francesco D'Assisi) che e' la figura piu' simbolica della nostra tradizione religiosa, ed aver dimenticato la commemorazione dei nostri cari che non ci sono piu'.
  • Osuna1
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01-11-21 19.23

@ anonimo
Per me questo periodo e' sempre stato la commemorazione dei Santi (poco sentita ma comunque una festa) e soprattutto quella dei defunti.
Halloween l'ho sempre considerata un'americanata inserita con forza nella nostra cultura per questioni di consumismo.
cosi' come la STRONZATA di spostare la festa della Mamma dall'8 maggio a non so quale cacchio di domenica del mese, per allinearci agli americani, e spingere il consumismo sfruttando le aperture domenicali. Per me la festa della Mamma resta sempre l'8 maggio.
Poco importa se in alcune zone d'Italia si festeggiava gia' : erano tradizioni locali e non nazionali.
E' come se volessimo imporre la sagra della Polenta e osei come piatto nazionale : non ci azzecca un bel tubo.

Mio papa' e mancato quasi un anno fa, il giorno del compleanno di mia mamma stroncato dal maledetto covid, due mesi prima che arrivarono i vaccini .. e grazie ancora che mio fratello si e' salvato (non so per quale miracolo dopo 15 giorni da incubo)
.
Cosi' Novembre ha assunto anche il ricordo del periodo piu' terribile della mia vita, quando chiuso in casa da solo per il lockdown (che cominciava proprio un'anno fa e durava piu' di sei mesi), e dopo due anni di vicissitudini difficili, ho perso mio papa' senza poterlo abbracciare un'ultima volta, e per 15 giorni ho vissuto anche il terrore di perdere altri cari. (se incontro un novax di quelli che manifestano e rompono i coglioni al mondo lo strozzo con le mie mani e perdonatemi : con rispetto per chi ha scelto di non fare il vaccino ed ha il buonsenso di tacere).

Le puttanate americane le lascio a loro, che festeggiano il ringraziamento a non so cosa divorando quintali di tacchino.
Noi siamo cosi' stupidi da allinearci alla loro cultura e ad aver perfino cancellato la festa del Santo patrono d'Italia (S.Francesco D'Assisi) che e' la figura piu' simbolica della nostra tradizione religiosa, ed aver dimenticato la commemorazione dei nostri cari che non ci sono piu'.
Grazie per la riflessione, che condivido. +1