27-08-11 13.30
Mi inserisco nella discussione perché secondo me si sta facendo un po' di confusione...
A mio parere sono troppe le variabili che incidono sul compenso: quanto devi suonare? Strumentazione tua o fornita? Impianto di amplificazione? Che tipo di serata devi fare?
Vedete, io non sono né Mozart né uno che non sa mettere in mute la traccia 4, ma credo che il pianobarista "classico" e l'intrattenitore musicale non siano la stessa cosa e non credo nemmeno che l'uno sottragga lavoro all'altro!
Nell'hotel a 5 stelle non fai partire un arranger (o una base) con YMCA e tutti si mettono in fila e ballano così come non farai ciofeche del tipo Hully Gully o Meneito vari....suoni, bene, molti pezzi che devi aver studiato e la tua professionalità deve essere riconosciuta e retribuita!
Tuttavia, se un locale chiama un intrattenitore per far cantare la gente davanti ad una birra, o farla ballare coinvolgendola in cori e coretti vari è giusto che lo paghi altrettanto...semplicemente...quest'ultimo fa un altro mestiere rispetto al primo!
Ora, uscendo dal concetto di ARTE che è sempre soggettivo e premesso che può esistere un artista che canta bene su una base come un artista che suona divinamente il piano, le due situazioni non sono paragonabili!
Esempio: quanta "clientela" si reca in un locale e soprattutto "quanto consuma" in un contesto "piano e voce" rispetto alla quantità di persone che una sera "fanno baracca" in un posto dove c'è un intrattenitore?
Diversa è la faccenda matrimoni. In tali contesti, per esperienza, secondo il mio parere occorre offrire, il più professionalmente possibile, entrambe le situazioni: piano - voce, coinvolgimento degli ospiti, qualche mixaggio ballabile e perché no...il karaoke!
L'esempio del cinema secondo me è calzante: E' meglio "Amici miei" oppure "l'Avvocato del Diavolo", ancora "La vita è bella" oppure "The Blues Brothers"....sempre cinema è ma una sera posso voler andare a vedere una commedia mentre un'altra farmi delle risate!
Per quanto concerne i compensi...beh...oggigiorno è un disastro su tutti i fronti ma forse un bravo pianista potrebbe integrare l'introito delle serate con lezioni private, contesti acustici unitamente ad altri virtuosi e, perché no, aumentare le possibilità di esibizioni integrando basi ed altro...magari così, potrebbe trasmettere ad allievi e clienti il concetto che l'ARTE VERA, può essere un'esplorazione continua dove il virtuosismo pianistico si fonde con la personalizzazione di arrangiamenti caratteristici, interpretazioni vocali ed interazione con il pubblico e lasciare così ai giovani l'insegnamento che la qualità è oltre "Vanbasco ed i GM Windows"!
P.S.: io per meno di 150 netti non esco di casa (ad eccezione di amici o contesti benefici che non sono in argomento) e questo non per il mio virtuosismo che deve essere giudicato da altri ma perché sia se suono tutto live che se canto sulle basi deve essere rispettato il lavoro "a monte" che ho svolto sugli arrangiamenti, sui suoni e l'investimento sulla strumentazione che ho sostenuto!
P.S.2: In bocca al lupo a tutti, pianisti ed intrattenitori perché, per il fatto di esserci, SIETE VIVI!