Kawai piano action - rm3 vs grand feel

  • anonimo

15-08-14 16.50

interessante differenza tra le due meccaniche kawai
  • anonimo

15-08-14 16.56

in pratica l'unica differenza tra le due è la distanza dal fulcro maggiore nella GF
  • maxpiano69
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15-08-14 17.12

Giá, che comunque non é poco, la posizione del fulcro determina una diversa "forza" necessaria per muovere il tasto, specie quando si suona on i tasti bianchi in alto, ovvero quasi tra i tasti neri.

Io ho provato la VPC1 ma non l'MP11, ho provato tuttavia la meccanica GF su un piano a mobile sempre Kawai (non ricordo il modello ma uno dei top di gamma, quello con la tavola armonica) e mi é piaciuta molto, non saprei dire peró se piú o meno della VPC1: siamo comunque a livelli alti e probabilmentela mano, come nei pianoforti reali, si adatta facilmente alle eventuali differenze di tocco.

Aspettando una VPC2 con meccanica GF ...?
Edited 15 Ago. 2014 23:47
  • marcoballa
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15-08-14 21.09

Interessante, thanks emo

in effetti ho avuto per qualche giorno un mp11 in casa e, pur non essendo un pianista, mi son reso conto della profonda differenza della tastiera rispetto a quella del cp1, per fare esempio.

entrambe le macchine suonano ottimamente, ma l'mp11 ha qualcosa in più, grazie al feeling immediato che la tastiera regala anche alle dita incapaci di un mediocre pianolista come il sottoscritto emo.

se me ne accorgo io, immagino quanto possa giovarne un pianista vero emo

  • serpaven
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16-08-14 10.47

è inutile, sono veramente un passo avanti rispetto al resto del mondo. nelle meccaniche le dimensioni, i materiali ed il peso contano e fanno la differenza. quando si leggono thread chilometrici che elogiano meraviglie di plasticoni banconeri viene da ridere... emo
Edited 16 Ago. 2014 8:48
  • pianomanit
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16-08-14 10.55

@ maxpiano69
Giá, che comunque non é poco, la posizione del fulcro determina una diversa "forza" necessaria per muovere il tasto, specie quando si suona on i tasti bianchi in alto, ovvero quasi tra i tasti neri.

Io ho provato la VPC1 ma non l'MP11, ho provato tuttavia la meccanica GF su un piano a mobile sempre Kawai (non ricordo il modello ma uno dei top di gamma, quello con la tavola armonica) e mi é piaciuta molto, non saprei dire peró se piú o meno della VPC1: siamo comunque a livelli alti e probabilmentela mano, come nei pianoforti reali, si adatta facilmente alle eventuali differenze di tocco.

Aspettando una VPC2 con meccanica GF ...?
Edited 15 Ago. 2014 23:47
....e pensare che io ho comprato la VPC1 con le impronte digitali di maxpianoemo
  • anonimo

16-08-14 11.00

@ serpaven
è inutile, sono veramente un passo avanti rispetto al resto del mondo. nelle meccaniche le dimensioni, i materiali ed il peso contano e fanno la differenza. quando si leggono thread chilometrici che elogiano meraviglie di plasticoni banconeri viene da ridere... emo
Edited 16 Ago. 2014 8:48
il problema dei kawai è che sono intrasportabili, 30kg contro 11kg del px5s, la cosa migliore è averli tutti e due come un utente di nostra conoscenza
Edited 16 Ago. 2014 9:01
  • donnye
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16-08-14 14.41

vedi p......nitemo
Edited 16 Ago. 2014 12:41
  • Luiman
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16-08-14 15.30

Il discorso del fulcro della leva/tasto mi sembra molto interessante e coinvolge l'aspetto della veridicità del peso di una tastiera, problema risolto egregiamente.
Rimane tuttavia da risolvere la cosa secondo me più importante, e cioè l'interazione suono/tasto che purtroppo mette in evidenza un gap ancora esistente tra le meccaniche di un coda e i vari surrogati digitali. emo

La spia del problema risiede in quello che ilo chiamo "tocco di superfice".

E' notorio infatti come la tecnica pianistica fondamentale nel bagaglio del pianista sia la tecnica articolatoria, una tecnica la cui natura fondamentale è percussiva. Attraverso le dita, il pianista imprime una percussione sulla tastiera, un vero e proprio urto tra la punta del dito e il tasto.
Mediante la meccanica tale movimento si trasferisce al martello e quindi alla corda.
L'abbassamento velocissimo del tastodi appena qualche millimetro, senza peraltro che questi arrivi mai al fondo della corsa produce quel suono brillante e secco che spesso i grandi interpreti usano per suonare Mozart, Beethoven, e non solo, vedi artisti contemporanei come Hiromi Uehara.

Ebbene come è facile verificare, tutto ciò non si ottiene mai con una tastiera digitale, basta la prova anche su un singolo tasto. emo

Non ho mai provato le meccaniche top della kawai ma mi chiedo, e lo chiedo a voi, semmai abbiano risolto questa grandissima pecca di cui il tocco di superfice è la spia più evidente.
Aspetto pareri e se possibile verifiche sul campo.
Un saluto a tutti.
  • pianomanit
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16-08-14 15.37

@ anonimo
il problema dei kawai è che sono intrasportabili, 30kg contro 11kg del px5s, la cosa migliore è averli tutti e due come un utente di nostra conoscenza
Edited 16 Ago. 2014 9:01
Ragazzi ma io non ho più il pianoforte vero in casa mi permetterete di avere almeno la VPC no?
Poi ovvio che per il live ho scelto uno strumento pesato bene e leggero da trasportare
emo
  • pianomanit
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16-08-14 15.40

@ Luiman
Il discorso del fulcro della leva/tasto mi sembra molto interessante e coinvolge l'aspetto della veridicità del peso di una tastiera, problema risolto egregiamente.
Rimane tuttavia da risolvere la cosa secondo me più importante, e cioè l'interazione suono/tasto che purtroppo mette in evidenza un gap ancora esistente tra le meccaniche di un coda e i vari surrogati digitali. emo

La spia del problema risiede in quello che ilo chiamo "tocco di superfice".

E' notorio infatti come la tecnica pianistica fondamentale nel bagaglio del pianista sia la tecnica articolatoria, una tecnica la cui natura fondamentale è percussiva. Attraverso le dita, il pianista imprime una percussione sulla tastiera, un vero e proprio urto tra la punta del dito e il tasto.
Mediante la meccanica tale movimento si trasferisce al martello e quindi alla corda.
L'abbassamento velocissimo del tastodi appena qualche millimetro, senza peraltro che questi arrivi mai al fondo della corsa produce quel suono brillante e secco che spesso i grandi interpreti usano per suonare Mozart, Beethoven, e non solo, vedi artisti contemporanei come Hiromi Uehara.

Ebbene come è facile verificare, tutto ciò non si ottiene mai con una tastiera digitale, basta la prova anche su un singolo tasto. emo

Non ho mai provato le meccaniche top della kawai ma mi chiedo, e lo chiedo a voi, semmai abbiano risolto questa grandissima pecca di cui il tocco di superfice è la spia più evidente.
Aspetto pareri e se possibile verifiche sul campo.
Un saluto a tutti.
A mio avviso lo hanno risolto piuttosto bene. Io non suono mai musica classica però le miriadi di sfumature del jazz si.
Con la tastiera Kawai mi trovo altrettanto bene che con i pianoforti verticali o coda, forse perchè sono parecchio abituato a suonare su tutto.
  • Luiman
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17-08-14 02.39

Scusami se rimango un pò dubbioso ma qui non si tratta del genere musicale che si suona, nè delle capacità del musicista ma delle potenzialità tecniche offerte da uno strumento nell'interazione gesto/suono.
Io mi chiedo semplicemente se il tasto, sollecitato in modo appropriato, cioè picchiettato con decisione a mo di staccato di polso, senza che tuttavia raggiunga mai il fondo, possa suonare già a circa un terzo della sua corsa.
Appena puoi perchè non fai questa banale prova sulla tua master Kawai?
Inutile dire che sulla Renner del mio Seiler a coda la cosa funziona alla grande. emo
Bye
  • pianomanit
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17-08-14 10.59

@ Luiman
Scusami se rimango un pò dubbioso ma qui non si tratta del genere musicale che si suona, nè delle capacità del musicista ma delle potenzialità tecniche offerte da uno strumento nell'interazione gesto/suono.
Io mi chiedo semplicemente se il tasto, sollecitato in modo appropriato, cioè picchiettato con decisione a mo di staccato di polso, senza che tuttavia raggiunga mai il fondo, possa suonare già a circa un terzo della sua corsa.
Appena puoi perchè non fai questa banale prova sulla tua master Kawai?
Inutile dire che sulla Renner del mio Seiler a coda la cosa funziona alla grande. emo
Bye
La faccio in giornata e ti rispondoemo
  • pianomanit
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17-08-14 22.40

Prova fatta. Il tasto della Kawai facendo il ribattuto di polso suona molto prima di metà corsa e segue fedelmente i movimenti. Dirò di più (cosa che sapevo già) il tasto suona anche premendolo da metà corsa in giù dando l'effetto dello scappamento, e suonando un ottimo pianissimo. Spero di esser stato chiaroemo
Edited 17 Ago. 2014 20:41
  • Luiman
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17-08-14 23.52

Ottimo, complimenti alla Kawai emo , credo sia una vera svolta nella emulazione degli acustici.
Per la verità ne avevo avuto il sospetto dal momento che dal video postato si vedeva che i sensori erano allocati alla base del martelletto battente e non al fondo della leva. Naturalmente un grosso thanks a Pianomanit per aver effettuato il test fornendo al forum e a me personalmente un'informazione del massimo interesse. emo

P.S Lo scappamento doppio è una raffinatezza tecnica che migliora la rispostra della meccanica, tuttavia è molto difficile sfruttarla ai fini esecutivi. Credo che nemmeno Benedetti Michelangeli avrebbe mai fatto un pianissimo partendo da metà corsa. emo
Bye
Edited 17 Ago. 2014 22:33
  • pianomanit
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18-08-14 01.22

Secondo me lo scappamento (dice che chiamarlo doppio scappamento sia un errore...) serve solo per la soddisfazione di sentire un tasto che da metà corsa ti fa un suono del genere, ma sfruttarlo durante un esecuzione penso anch'io sia impossibile o almeno molto difficile.
  • Luiman
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18-08-14 11.06

Ma sai, il mondo degli schiacciatasti è piuttosto variegato. Alcuni sarebbero inclini finanche a costruire una teoria sul colore dei pedalini nella storia dell'esecuzione pianistica. Il doppio scappamento (non c'è niente di male a distinguerlo da quello dei verticali) li manda letteralmente in brodo di giuggiole. Non saremo noi a sottrarli dal loro mondo incantato. emo
Buona giornata
Edited 18 Ago. 2014 9:10
  • zaphod
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18-08-14 11.37

@ Luiman
Ma sai, il mondo degli schiacciatasti è piuttosto variegato. Alcuni sarebbero inclini finanche a costruire una teoria sul colore dei pedalini nella storia dell'esecuzione pianistica. Il doppio scappamento (non c'è niente di male a distinguerlo da quello dei verticali) li manda letteralmente in brodo di giuggiole. Non saremo noi a sottrarli dal loro mondo incantato. emo
Buona giornata
Edited 18 Ago. 2014 9:10
emo
A me l'onore del tuo primo thanks
  • Luiman
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18-08-14 12.09

emo
  • Michele76
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18-08-14 13.54

@ pianomanit
Secondo me lo scappamento (dice che chiamarlo doppio scappamento sia un errore...) serve solo per la soddisfazione di sentire un tasto che da metà corsa ti fa un suono del genere, ma sfruttarlo durante un esecuzione penso anch'io sia impossibile o almeno molto difficile.
Ciao Enrico! In effetti sono d'accordo con te.
Io ho preso un ES7 come forse ti avevo già anche detto e l'ho utilizzato poco e nulla dal momento dell'acquisto. Ieri sera però ero a fare una serata e (non è la prima volta) mi sono trovato inizialmente quasi spiazzato perché la sensazione di "difficoltà" iniziale nel controllo dello strumento mi ha nuovamente stupito in positivo. Probabilmente ho ancora in mente i precedenti yamaha e roland avuti con cui suoni e vai a dritto. Pedale che è sempre stato di molto più facile gestione, suono diverso che non sto certo a dire se migliore o peggiore. Ieri sera però ho notato di nuovo questa superiorità dello strumento su vari fronti.
Nota negativa, non mi ricordavo che il potenziometro del volume non regolasse il livello generale che quindi controlli dal mixer e questo magari non è il massimo. Dovrei vedere se nelle numerose impostazioni interne si può settare "attivo" in questo senso lo slider. Per il resto mi sentivo un suono sotto le mani proprio di un pianoforte vero. Con il pedale si notano tantissimi "scalini" e se lo affondi, l'effetto è quello di un gran coda veramente che impasta tutto il suono. Per il discorso scappamento e controllo del suono, è micidiale anche lì.
Non che voglia dipingere il "mio" strumento come il migliore o sciocchezze del genere ma provare per credere. L'impianto non era neppure il massimo, però il controllo sul suono è ottimo e in effetti suonando "incollato" alla tastiera c'è proprio la possibilità di "riprendere" il suono immediatamente dopo un forte, per suonare leggero, eliminando la battuta precedente con il solo pedale. Merito sicuramente della polifonia ma anche della meccanica eccellente. Questa cosa è resa facile e naturale probabilmente dal terzo sensore tanto discusso, più che dall' "effetto" dello scappamento...
E' uno strumento piacevolissimo.

Ovviamente i suoi 22 chili si sentono... ma ha comunque delle dimensioni accettabili per fortuna e quando suoni, te la godi
Edited 18 Ago. 2014 12:01