Vita da musicista

  • anonimo

19-09-16 18.27

Raccoglierò qui le storielle buffe (e meno buffe), gi aneddoti, le esperienze utili o meno e gli incontri con tipi strani o geniali che formano una parte importante della mia esperienza.

Vi invito a fare altrettanto

emo
  • anonimo

19-09-16 18.29

capito zero donne emo
  • anonimo

19-09-16 18.59

PERFETTO!

Era un periodo che suonavo tanto per locali e jazz clubs, l'amicizia con Dado e Andrea Pozza e le serate con Capurro, Guazzo, Milanese e Cattaneo stavano facendo maturare a spron battuto il mio pianismo ancora acerbo.

Com'è e come non è, un giorno Andrea mi propose di suonare ad una serata piuttosto importante organizzata per raccogliere fondi per la ricerca scientifica dell'ospedale pediatrico Gaslini (credo lui fosse impegnato altrove); si trattava di una bella iniziativa, un giovedì sera ove i giocatori dei clubs calcistici genovesi avrebbero "venduto" le loro maglie per beneficienza, ci sarebbero stati interventi di affermati poeti, artisti e uomini di cultura liguri (Grillo no, aveva cortesemente declinato dicendo "ho già dato"...)...ed ovviamente molte, graziosissime e simpaticissime vigilatrici d'infanzia dell'ospedale in questione.

Inizio della serata ore 21 precise al teatro civico di Rapallo, il mio trio avrebbe dovuto fare un brano alle 21,30, un paio di brani dopo l'intervallo e sonorizzare la chiusura dell'evento, batteria contrabbasso e ampli da montare alle 20 mentre lo steinway del teatro sarebbe stato posizionato a cura dell'organizzazione.

Sarà perchè eravamo cuori teneri, sarà perchè ingolositi dalla presenza di un figaio transuranico, accettammo di buon cuore.

Giovedì, ore 18,30. Mentre mi sto agghindando col mio completino "collo alla coreana" di fresco lana nero in puro stile "beatles in lutto stretto" il telefono squilla. Breve caccia al tesoro per trovare l'handset imboscato sotto il cuscino del lettino di mio figlio, e proprio all'ultimo squillo riesco a rispondere: è Andrea Pozza.

"Ciao Ale come va?"

"Bene Andrea, sono quasi pronto, tra dieci minuti esco ed alle sette e mezza dovrei essere a Rapallo..."

"Perfetto! Buona serata e in bocca al lupo......."

"OK, grazie!"

(Bizzarro attimo di silenzio, Andrea stranamente non riattacca)

"Ah Ale, a proposito, non c'è il piano, sai com'è, lo avevano mandato a riparare e non è ancora tornato..."

Non vi racconterò le spasmodiche telefonate per trovare un amico che avesse uno stage piano da prestare (io allora avevo solo un verticale da diecimila tonnellate), la ricerca del "pied a terre" del buon samaritano, tal avvocato Buricchi, che risultò essere in pieno centro storico di Genova, nel mezzo della più estesa ZTL del mondo con accesso proibito sorvegliato direttamente dalla NSA con satelliti e missili balistici, la sfacchinata per scendere l'orrido catafalco dall'ultimo piano di un labirinto di scalette ed ammezzati tipo "il nome della rosa" e la corsa disperata verso Rapallo battendo ogni record di velocità per veicoli a motore termico, che se non mi hanno ritirato la patente allora non me la ritireranno mai più...

Da allora, quando sento la parola "perfetto!" mi si ghiaccia il sangue...
Edited 19 Set. 2016 17:00
  • anonimo

19-09-16 19.03

LO STRUMENTO È TUTTO

Quando avevo all'incirca 25 anni (più o meno tra il giurassico ed il cretaceo) ero cliente-aiuto barman-musicante semifisso in un locale di Genova chiamato "La Panteca", un sordido e lurido antro frequentato da artisti underground, spostati, pazzi, genialoidi e veri genî, scrittori, drogati e belle fiche.

Al centro del locale si ergeva, a guisa di altare sacrificale azteco, una pedana irta di aste microfoniche, cavi attorcigliati, amplificatori, chitarre e chitarroni di marche perlopiù semisconosciute e microfoni ammaccati ed infetti della crascia di millanta tubercolotici; in una nicchia, un'accozzaglia di fustini di detersivo che si facevan passare per batteria, e sul lato sinistro, spalle al pubbilco, un rottame di piano verticale forse ereditato dal naufragio della London Valour (più tardi sostituito da un kawai elettroacustico soprannominato "l'arpa birmana" per la sua sonorità tra il virginale preraffaelita ed i cordofoni del sud est asiatico e per la sua tendenza a rompere almeno 5 corde a serata).

Fu lì che imparai a suonare in re, la ed altre tonalità esoteriche (i fa ed i do non funzionavano da decenni a causa di generazioni di insipienti che avevano martellato la tonalità di do maggiore come se non ci fosse un domani)...fu lì che imparai a trarre da quella cordiera asfittica e da quei martelletti ammuffiti sia il volume necessario ai miei primi esperimenti di hard bop, sia le sonorità confidenziali e vellutate con cui cercavo di sedurre (con alterne fortune) le belle fiche di cui sopra.

Lo dico senza falsa modestia: molti si cimentarono con quell'atroce relitto (anche un Baccini timidissimo che all'inizio della sua carriera alternava tentativi abortiti di languidi brani tardo-ottocenteschi a monconi incompiuti di quelli che sarebbero diventati i suoi primi successi), ma solo io me la cavai semplicemente con una lieve tendinite bilaterale, un principio di scoliosi acuta e due dita semiatrofizzate: a tutti gli altri aspiranti pianisti andò molto peggio...
  • anonimo

19-09-16 19.20

COSA NON SI FAREBBE PER UNA BUONA CANTANTE

Bene, c'era questa tizia, una figa stratosferica che si era messa in testa di fare la cantante di jazz. Ovviamente, talento zero di zero, studiare non se ne parla neanche, in compenso una crestomazia di birignao, risonanze rinofaringee e guaiti simil-scat da far vomitare un Azteco.

Ma come tutti sanno il cazzo non ha spalle, la tizia è troppo gnocca ed al di la del delirio "voglio fare la cantante di jazz" è pure simpatica...turandomi il naso le propongo una data e...zac, in men che non si dica (traduzione per i meno sgamati: dopo orribili ed umilianti settimane di lusinghe, cene offerte, attenzioni che manco la regina d'Inghilterra e melliflue falsissime lodi alla sua "statura artistica" ed alla "voce belcantisticamente educata"), finalmente la tizia, in un attimo di debolezza e vanità, mi si concede carnalmente.

Alle cinque di mattina, dopo una rovente maratona di sesso e carnazza, la tizia mi guarda intensamente nella penombra del primo crepuscolo che prelude all'alba e, dopo un attimo di silenzio pieno di tensione e aspettativa, mi dice: "Ale, dimmi la verità, sei venuto a letto con me solo perchè vuoi che io sia la tua cantante fissa, vero?"
Edited 19 Set. 2016 17:24
  • anonimo

19-09-16 19.43

L' IMPORTANZA DEI FONDAMENTALI

Altra cantante (anche lei stonata da far venire le convulsioni ad un sordo, ma in compenso racchia che la Mazzamauro a confronto è la Venere di Botticelli), che si mette in testa di imparare il pianoforte, cosa questa lodabilissima se non fosse per il fatto che, partendo da zero, a suo dire "un paio di mesetti dovrebbero bastare per essere in grado di accompagnarmi da sola".

Pecunia non olet, si sa... le sparo inopinatamente un 50mila a lezione (parliamo ovviamente del vecchio conio) e così il mercoledì pomeriggio la meschinetta si presenta piena di belle speranze per la sua prima lezione.

Mentre le faccio mettere le mani sulla tastiera, i miei occhi balzano fuori dalle orbite, quasi fossero alla presenza del redivivo Chtulu: l'oligofrenica, incredibili visu, si è presentata a lezione con degli unghioni da vecchia peripatetica romagnola da far invidia ad una tigre siberiana.

"Aspetta un attimo" le intimo, e direttomi in cucina mi munisco di forbicine per le unghie in carburo-tungsteno e di un artistico vassoio in peltro-finto argento.

"Sai com'è" le spiego col mio più pacioso tono di voce da precettore rinascimentale "la tecnica pianistica esige che i polpastrelli possano sfiorare l'avorio dei tasti senza che tegumenti cornei di qualsivoglia natura s'interpongano tra essi e la fugace melodia che, quale bocciuolo di fiore, giace nascosta nell'avorio del tasto...ti spiacerebbe adunque recidere questi (unghioni da battona) oups, questo leggiadro e femminile french manicure?"

La sventurata eseguì, in una nevicata di unghione rosso sangue sull'argenteo vassoio...

Ed io, improvvisamente arcigno e professorale: "I fondamentali sono importantissimi, inutile andare avanti prima di averli acquisiti...ci vediamo mercoledì prossimo"

E mentre la babbiona si alzava, aggiunsi quasi sovrappensiero: "Fanno 50mila..."
Edited 19 Set. 2016 17:45
  • anonimo

19-09-16 20.10

il 50% sarà vero emo
  • anonimo

19-09-16 20.28

MAI MENTIRE AI BAMBINI

C'era un buon uomo, maresciallo di guardia di finanza, che aveva un figlio unico cui voleva tutto il bene del mondo; in effetti Lucianino era un bambino carissimo, educato e molto sensibile ed intelligente.

Al padre, chitarrista dilettante rockettaro tanto accanito quanto inguaribilmente incapace ed amusico genetico, non parve vero quando il bimbo cominciò a strimpellare una tastierina, rimasuglio di chissà quale regalo natalizio o di genetliaco; la sua gioia si tramutò in estasi mistica quando uno zio prete, discreto organista di cappella, udendo Lucianino strimpellare la pubblicità della pasta barilla si lasciò scappar detto: "Eziamdio, il pargolo ha del talento..."

Pensare ed agire fu un tutt'uno: recatosi presso il noto negozio di strumenti musicali "Gaggero", ove lavorava il mio povero fratello, dilapidò l'intera tredicesima per acqustare la migliore "pianola" (parole sue) per il "bambino prodigio".

Quale non fu il suo sconforto quando mio fratello innocentemente gli chiese: "ma il bimbo studia classica o leggera?"

A queste sagge parole, il buon maresciallo si rese conto di aver dimenticato un aspetto fondamentale della questione, ovvero che per far musica bisogna studiare...cominciò allora a sragionare di conservatorio, scuola civica, roland school (ancor oggi mi chiedo come facesse un finanziere a conoscere un'entità iniziatica come la roland school) fino a che il mio astuto germano non lo convinse a far prendere a Lucianino qualche lezione privata di "iniziazione alla musica".

Ça va sans dire che fui io a lucrare la ghiotta prebenda: due ore la settimana a trentamilalire l'ora, ed in più Lucianino si dimostrava un allievo pieno di talento e voglia di studiare, progredendo con la stessa velocità con la quale io vuotavo le bottiglie di superalcolici di contrabbando che tuppe tuppe marescià procurava con dovizia al "signor Maestro".

Ma un brutto giorno il mio telefono squillò e non appena risposi, dall'altro capo del filo mi si riversò addosso una sequela di contumelie irripetibili in stretto dialetto meridionale: "Figl'androcchie! Cchi t'a mmuort'! Iarrus'! Fetus'! Figl'e vucchin'!"

"Pronto, chi parla?" risposi seraficamente, mentre nel frattempo cercavo di ricordarmi a chi recentemente avessi pompato la fidanzata, o qualche proprietario di locale cui avessi tirato il pacco.

"Songhe o' mariscialle, maesCtro dei miei sCtivale!"

"Ah buonasera maresciallo, tutto bene? Come sta Lucianino?"

"Nun mme ricite niente, fetentone d'un fetentone! Lucianine ha completamente smontato la pianola che mi era costata o sangue e chisto core, tutta la tredicesima ci ho speso e Lucianino a fece a piezze!"

"Vedo maresciallo, situazione incresciosa...ma io cosa c'entro?"

"Fetuso! Voi c'entrate eccome! Lucianine me rrisse che voi gli avete detto che dentro la pianola ci sono tanti piccoli omini meccanici che suonano dei mini violini e delle mini trombette..."

"E?"

"E quello scurnacchiat'e Lucianine ha aperto la pianola per cercare sti ommine e'mmerda!"

Edited 19 Set. 2016 19:06
  • anonimo

19-09-16 20.29

@ anonimo
il 50% sarà vero emo
Diciamo il 95% vero e una patina di romanzatoemo
  • Markelly
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19-09-16 21.07

Io, fidandomi dell'esperienza di un noto pianista, ho mangiato pasta e simmenthal per una settimana.

Grazie, Allevi!
  • anonimo

19-09-16 21.13

@ anonimo
Diciamo il 95% vero e una patina di romanzatoemo
ok allora 5% vero emo
  • anonimo

19-09-16 21.16

@ Markelly
Io, fidandomi dell'esperienza di un noto pianista, ho mangiato pasta e simmenthal per una settimana.

Grazie, Allevi!
Non era pasta al tonno?
  • Markelly
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19-09-16 23.07

@ anonimo
Non era pasta al tonno?
Sì, ma il 5% è romanzato!
  • anonimo

20-09-16 00.25

@ Markelly
Sì, ma il 5% è romanzato!
emoemo
  • anonimo

20-09-16 00.26

@ anonimo
ok allora 5% vero emo
Sei il solito scettico!emo
  • marcoballa
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20-09-16 04.43

romanzato o meno, è tutto esilarante.... per non piangere, perchè spesso ci si trova di fronte a fenomeni della natura umana "che voi umani non potete neanche immaginare" emoemo

vale in tutti i campi, non solo in questo musical/didattico/concertistico/ludico.
però leggere di queste cose fa tornare alla mente alcuni episodi di vita vissuta che, credo, accomunano molti di noi (il sottoscritto ovviamente solo in forma "amatoriale", perchè non sono nè mai sono stato un musicista).

perchè non pubblichi un libro di memorie?
ti viene bene la scrittura emoemo

PS: thanks per la lettura di svago emo
Edited 20 Set. 2016 11:35
  • sgranzo
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20-09-16 10.13

cyrano grande scrittore oltre che musicista, thanks strameritato per avermi fatto passare un bel quarto d'ora appena sveglio la mattina emo
  • anonimo

20-09-16 11.03

BUON NATALE!

Questa storiella me la raccontò il mio povero fratello che lavorava nel più grosso negozio di strumenti musicali Genova.

23 dicembre, ore 19,15: tutto il negozio si sta preparando per la chiusura cui seguirà una settimana di meritato riposo per le festività natalizie.

Il padrone conta l'incasso, i commessi, tra cui mio fratello, riordinano gli strumenti e cominciano a spegnere le luci, già pregustando giorni di bagordi e languide mattinate passate nel letto a poltrire...quando una arzilla vecchietta fa il suo affannoso ed inopinato ingresso in negozio.

"Buonasera bel giovanotto, siete ancora aperti?" fa la dolce nonnina prendendo di mira mio fratello (che somigliava ad un orso bruno di circa 140 chili, chioma lunga ed arruffata ed indumenti piuttosto approssimativi che avevano visto giorni migliori).

"Se é entrata vuol dire di sì" risponde con subdolo sarcasmo Napo orso capo (vulgo il mio povero fratello) con aria un po' scocciata

"Ma grazie giovanotto!" sorride la buona vecchina "mi chiedevo se lei avesse una bella chitarra, quelle che fanno "gianghi gianghi"...é il regalo di Natale del mio adorato nipotino..."

Il mio povero fratello volta appena il capo verso una crestomazia di chitarre che tappezzano a perdita d'occhio un'intera parete ed il corridoio seguente: "Mah signora, direi di sì...la vuole elettrica, acustica o folk?"

La vecchina lo guarda smarrita: "Ma c'é differenza?" domanda un po' incerta

"Di prezzo?" prova ad investigare mio fratello

"No no, giovanotto, il prezzo non é un problema, ho appena ritirato la pensione...dicevo se c'é differenza per suonarle"

Sono le 19,20...tra 10 minuti si chiude...ma mio fratello non perde la flemma e la professionalità: "No signora, da suonare sono più o meno uguali, dipende dai gusti e dalle necessità"

La vecchiarda: "Allora mi faccia vedere una bella chitarra elettrica che mi sembra una cosa più moderna"

Pazientemente mio fratello stacca una Aria Pro 2 dal rack e la mostra all'arpia: "Corpo in frassino, manico in ebano, doppio humbucker, leva del vibrato al ponte..."

"Sì sì ma come suona?" dice l'abelarda protendendo le adunche dita avvizzite verso le corde e lasciando andare una grattugiata micidiale "puah! non si sente niente!"

"Ma signora, é ovvio, va attaccata all'amplificatore!"

"Ci vuole l'amplificatore? Ah allora no, in queste diavolerie moderne non ci capisco niente (come se invece di pick up humbucker fosse la più grande esperta del ramo est della galassia)...me ne faccia vedere una acustica"

19,25...nella mente di mio fratello si alternano visioni di cocktail negroni, pandori bauli e vecchiette decapitate, sventrate ed offerte in sacrificio a Nyarlathoteph: "Ecco signora" trova la forza di dire, porgendo una modestissima Ferrarotti (già il "nipotino" gli sta sulle palle pure lui)

La sordida vecchaccia pizzica qualche corda traendone disgustosi clangori metallici, tipo locomotiva sovietica che attraversa il ponte sul fiume Ural.

"Mah non saprei...forse é meglio una pianola, cosa ne dice giovanotto?"

Mio fratello fatica a nascondere uno sguardo basito da guinness dei primati: "una tastiera, dice?" replica sottolineando artatamente la parola "tastiera" "ma il suo adorato nipotino cosa suona?"

"Mah in effetti non suona, ma a me piacerebbe tanto che suonasse, fa tanto chic" replica l'avvizzita nonnina...

SEGUE

Edited 20 Set. 2016 9:20
  • anonimo

20-09-16 11.05

Ore 19,25, la pazienza e lo spirito di Natale sono esauriti. Mio fratello prende il catorcio (la vecchia, non la Ferrarotti) per un gomito, la conduce alla porta del negozio ed, indicandole una vetrina appena al di la del carruggio, le dice serafico: "Signora, vede là? É un negozio di abbigliamento, hanno dei pullover un sacco chic, se si sbriga fa in tempo a comperarne uno bellissimo per il suo adorato nipotino"
Edited 20 Set. 2016 12:31
  • anonimo

20-09-16 14.52

PANTERA

Ero un ragazzino di 16 o 17 anni quando mi iscrissi alla famosa "scuola jazz di quarto", ospitata nella ex ottava divisione del semi-dismesso ospedale psichiatrico di Genova (la ex divisione dei pazzi furiosi, quindi adattissima ai jazzisti ed aspiranti tali)

Le stanzette in cui si tenevano le lezioni avevano ancora le porte a semicerchio antievasione ed alcune persino i materassi anti autolesionismo alle pareti; le lezioni si tenevano dalle 19 in poi, e non era raro che si facesse tardissimo in qualche jam session (addirittura una notte di tormenta di neve la passammo tutta su un interminabile blues che si concluse all'alba, ma questa é un'altra storia...).

Gli idoli della scuola erano tre sassofonisti un po' più grandicelli, il Miki Cesareo (che poi suonò con me nel Kairos Quartet), Gigi Provinciali che divenne un rispettato cardiologo ed il mitico Pantera.

Era costui un tipo segaligno dal viso saturnino e dalla barbetta caprina, un sorriso sempre sfottente sulle labbra ed un sax soprano capace di lanciarsi in assoli che, nell'ambiente rigidamente coltraniano della scuola, lasciavano tutti di stucco per il loro sapore atonale e quasi free.

I docenti tremavano quando Pantera (nessuno sapeva come si chiamasse veramente) si infiltrava nella saletta di musica d'insieme, portando con se una lieve fragranza di marijuana e la promessa di regole infrante e armonie trascendentali; ognuno diventava più attento ed anche i pochi boppers presenti osavano "qualcosa di più" nei loro altrimenti canonici assoli.

Il tempo passa, ci si perde di vista...ma, carramba che sorpresa, durante i miei primi passi nella carriera da "spacciatore di medicinali" rincontro il Gigi Provinciali, affermato cardiologo ma ancora con la passione del jazz...in men che non si dica, si organizza una rimpatriata musicale coi vecchi allievi della scuola in un locale munito di piano, batteria ed ampli basso.

Nel mentre che impazza un anatole a velocità stratosferica, le nostre narici avvertono una lieve, nostalgica fragranza di maria...la porta si apre e entra lui, Pantera, giacca e cravatta ma lo stesso viso saturnino e lo stesso sorriso sfottente sulle labbra

Cava da una custodia bisunta il fido sax soprano e...no, niente free, niente atonalità, si lancia in un solo bebop da far piangere lacrime di sangue a Charlie Parker.

Alla fine del brano, pacche sulle spalle, abbracci, bicchieri che si riempiono e si vuotano più veloci di un cherokee suonato da un Clifford Brown epilettico.

Ma la curiosità ci rode: dov'é andato a finire l'iconoclasta atonale, il distruttore di armonie, il segaligno spiritello del free jazz?

Finalmente il Provinciali trova il coraggio e gli fa: "Dimmi Pantera, ma com'é che adesso non suoni più free?"

E lo sciagurato rispose: "In effetti non suonavo free, é che non sapevo che i sassofoni sono strumenti traspositori e suonavo semplicemente nella tonalità sbagliata!"
Edited 20 Set. 2016 13:01