ancora sui bambini e lo studio

15-05-19 16.04

cari tutti, anche stavolta provo a fare un ragionamento ad alta voce contando sull'aiuto del forum come nell'altra occasione, quando dopo tanti ottimi consigli sono arrivato ad acquistare un numapiano per il mio ragazzo di 7anni

da 4 mesi circa frequenta una scuola di musica non lontano da casa, l'insegnante mi sembra paziente ed empatico, su lettura e teoria il mio ragazzo sembra forte, ma sulla pratica semplicemente arranca. lo abbiamo spinto noi alla musica, non è stata una sua scelta, anche se all'inizio sembrava davvero coinvolto e soprattutto contento di poter partecipare al duo domestico chitarra-ukulele di mamma e papà

è un bambino molto bravo a scuola ma poco attratto dallo sport per cui non sembra particolarmente portato, prima di arrivare al pianoforte (con l'idea di alimentare il tipo di cose in cui riesce bene) abbiamo provato calcio e nuoto con scarsi risultati nel senso che semplicemente si è annoiato dopo un breve entusiasmo iniziale; nessuno pretende di formare un campione nè tantomeno un mozartino de noantri, ma fosse per lui starebbe tutto il tempo con tv/videogiochi o eventualmente come ultima alternativa a leggere qualcosa, per questo siamo arrivati alla musica

magari è semplicemente una situazione normale, soprattutto considerato che le cose che suona sono onestamente poco invitanti, però mi chiedevo se qualcuno avesse una qualche esperienza da condividere. grazie intanto per l'attenzione

marco
  • Raptus
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15-05-19 16.16

@ radiozombie
cari tutti, anche stavolta provo a fare un ragionamento ad alta voce contando sull'aiuto del forum come nell'altra occasione, quando dopo tanti ottimi consigli sono arrivato ad acquistare un numapiano per il mio ragazzo di 7anni

da 4 mesi circa frequenta una scuola di musica non lontano da casa, l'insegnante mi sembra paziente ed empatico, su lettura e teoria il mio ragazzo sembra forte, ma sulla pratica semplicemente arranca. lo abbiamo spinto noi alla musica, non è stata una sua scelta, anche se all'inizio sembrava davvero coinvolto e soprattutto contento di poter partecipare al duo domestico chitarra-ukulele di mamma e papà

è un bambino molto bravo a scuola ma poco attratto dallo sport per cui non sembra particolarmente portato, prima di arrivare al pianoforte (con l'idea di alimentare il tipo di cose in cui riesce bene) abbiamo provato calcio e nuoto con scarsi risultati nel senso che semplicemente si è annoiato dopo un breve entusiasmo iniziale; nessuno pretende di formare un campione nè tantomeno un mozartino de noantri, ma fosse per lui starebbe tutto il tempo con tv/videogiochi o eventualmente come ultima alternativa a leggere qualcosa, per questo siamo arrivati alla musica

magari è semplicemente una situazione normale, soprattutto considerato che le cose che suona sono onestamente poco invitanti, però mi chiedevo se qualcuno avesse una qualche esperienza da condividere. grazie intanto per l'attenzione

marco
Agganciandomi a quanto hai scritto nelle ultime righe ti consiglio di trovare una scuola con metodo Suzuki.
L'approccio è perfetto per un bambino, molto pratico e i brani non sono noiosi, anzi, al secondo volume si inizia già a vedere dei brani da "terzo anno" di conservatorio classico.
Per il resto io mi farei altre domande...
1) in generale gli piace la musica? Non è un reato se un bambino non si sente attratto da essa o dal suonare uno strumento.
2) che strumento gli piace "sentire"? Anche la scelta dello strumento è importante.
3) perchè non chiedete direttamente a lui cosa piace fare o cosa vorrebbe fare al netto delle numerose scelte possibili? Magari non ha ancora trovato uno sport per lui, ad esempio, che tipo di videogiochi gioca? E' importante anche questo e da scelte che a volte sembrano ridicole si capiscono invece tante cose..
  • mike71
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15-05-19 16.46

Dico una cavolata, visto che piacciono i videogiochi.
Synthesia
Peccato che Rocksmith è molto più ganzo come videogioco
  • Jerrymusic
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15-05-19 16.47

@ radiozombie
cari tutti, anche stavolta provo a fare un ragionamento ad alta voce contando sull'aiuto del forum come nell'altra occasione, quando dopo tanti ottimi consigli sono arrivato ad acquistare un numapiano per il mio ragazzo di 7anni

da 4 mesi circa frequenta una scuola di musica non lontano da casa, l'insegnante mi sembra paziente ed empatico, su lettura e teoria il mio ragazzo sembra forte, ma sulla pratica semplicemente arranca. lo abbiamo spinto noi alla musica, non è stata una sua scelta, anche se all'inizio sembrava davvero coinvolto e soprattutto contento di poter partecipare al duo domestico chitarra-ukulele di mamma e papà

è un bambino molto bravo a scuola ma poco attratto dallo sport per cui non sembra particolarmente portato, prima di arrivare al pianoforte (con l'idea di alimentare il tipo di cose in cui riesce bene) abbiamo provato calcio e nuoto con scarsi risultati nel senso che semplicemente si è annoiato dopo un breve entusiasmo iniziale; nessuno pretende di formare un campione nè tantomeno un mozartino de noantri, ma fosse per lui starebbe tutto il tempo con tv/videogiochi o eventualmente come ultima alternativa a leggere qualcosa, per questo siamo arrivati alla musica

magari è semplicemente una situazione normale, soprattutto considerato che le cose che suona sono onestamente poco invitanti, però mi chiedevo se qualcuno avesse una qualche esperienza da condividere. grazie intanto per l'attenzione

marco
Insegno pianoforte ai bambini in una associazione musicale.
Ormai i metodi prediligono una alfabetizzazione musicale integrata di teoria, solfeggio e strumento. Personalmente uso come ausilio i testi di Maria Vacca, che godono della preferenza dei miei giovani allievi, e che permettono di approcciare sin da subito lo strumento.
Poi, se tuo figlio manifesta disagio o insofferenza nei confronti dello strumento o della musica in generale, sarà lo stesso maestro a dirtelo.

15-05-19 16.48

grazie a tutti, purtroppo sconto il lato oscuro della provincia, per cui non ho in zona nessuna scuola con metodo suzuki/yamaha/gordon che sia. quanto allo sport è lui che li ha scelti, calcio prima e nuoto poi, per ritrovarsi insieme a qualche amichetto, ma è chiaro che il fattore amicizia non ha funzionato.

anche perchè tendenzialmente lui è uno che non cerca il gruppo, o meglio è molto selettivo nelle amicizie, anche coi videogiochi fa sempre scelte scelta da gioco solo, da supermario a qualcosa di lotta fino alle cose incomprensibili per noi grandi tipo fortnite a cui gioca col contagocce.

quanto alla musica a casa c'è sempre stata, un sottofondo costante e multigenere, e lui chiede le cose che fanno presa alla sua età, rovazzi, gabbani, tendenzialmente pop leggerino, ma ricorda titoli, testi, mi sembra un ascolto partecipato anche se non focalizzato su uno strumento in particolare...
  • paolo_b3
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15-05-19 16.49

@ radiozombie
cari tutti, anche stavolta provo a fare un ragionamento ad alta voce contando sull'aiuto del forum come nell'altra occasione, quando dopo tanti ottimi consigli sono arrivato ad acquistare un numapiano per il mio ragazzo di 7anni

da 4 mesi circa frequenta una scuola di musica non lontano da casa, l'insegnante mi sembra paziente ed empatico, su lettura e teoria il mio ragazzo sembra forte, ma sulla pratica semplicemente arranca. lo abbiamo spinto noi alla musica, non è stata una sua scelta, anche se all'inizio sembrava davvero coinvolto e soprattutto contento di poter partecipare al duo domestico chitarra-ukulele di mamma e papà

è un bambino molto bravo a scuola ma poco attratto dallo sport per cui non sembra particolarmente portato, prima di arrivare al pianoforte (con l'idea di alimentare il tipo di cose in cui riesce bene) abbiamo provato calcio e nuoto con scarsi risultati nel senso che semplicemente si è annoiato dopo un breve entusiasmo iniziale; nessuno pretende di formare un campione nè tantomeno un mozartino de noantri, ma fosse per lui starebbe tutto il tempo con tv/videogiochi o eventualmente come ultima alternativa a leggere qualcosa, per questo siamo arrivati alla musica

magari è semplicemente una situazione normale, soprattutto considerato che le cose che suona sono onestamente poco invitanti, però mi chiedevo se qualcuno avesse una qualche esperienza da condividere. grazie intanto per l'attenzione

marco
Se ti può consolare è grosso modo quello che capita anche a mia figlia di 11 anni.

A scuola va abbastanza bene, gli sport che ha provato li portati avanti una stagione sola e poi ha cambiato, per cui abbiamo deciso di non insistere. Se troverà qualcosa che le piace glielo consentiremo, ma vogliamo garanzie di impegno.
Dopo aver visto "Bohemian rhapsody" gli è scoppiata la febbre dei Queen. Allora ne ho approfittato per avviarla al canto. Poi se ci saranno risultati confortanti sull'impegno la faremo proseguire con qualcuno in grado di insegnarle come si deve.
Tuttavia fa una gran fatica a ritagliarsi un'ora due volte alla settimana. L'ho "minacciata" di sospendere, ma mi ha pregato di continuare, per cui mi ha dato l'idea che fosse veramente interessata.
Ed è una continua guerra per limitarle l'uso della TV e del telefonino.

Per me il problema di questa generazione è l'eccessiva opportunità di distrarsi. Sono convinto che occorra una azione di sostegno per aiutarli ad organizzarsi nel loro tempo libero.
  • dobermann103
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15-05-19 17.38

i miei figli mi vedono appiccicato al piano almeno 3 ore e più al giorno... il più grande di 6 anni era curioso inizialmente la piccolina di 1 anno e 5 mesi si avvicina preme i tasti.. ho cercato di portare il grande verso il piano o la musica in generale ma vede gli strumenti come una cosa mia. ha la testa ancora al gioco .. non puoi costringere a fare ciò che ti piace fare, ma bisogna invogliarli piano piano... i bambini sono così ..e devono fare i bambini.. poi se vuoi il prodigio di turno quella è 1 altra storia..
  • Antony
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15-05-19 18.10

Pur essendo Diplomato in Pianoforte e aver insegnato privatamente per almeno 25 anni ho preferito far seguire mio figlio privatamente da un mio caro amico, anch'esso diplomato in Pianoforte ed anche Baritono. Una lezione a settimana, per quelli che sono gli impegni scolastici ed extra scolastici ( mio figlio, 8 anni a Novembre, pratica anche calcio 2 volte a settimana). A scuola va molto bene e musicalmente è dotato tant'è che il mio collega mi ha riferito che tra qualche anno vorrebbe farlo entrare al Liceo Musicale di Caltanissetta. Ma ha sempre 7 anni e mezzo e non mi sento di forzarlo più di tanto e devo prestare attenzione affinchè non si distragga troppo da Tablet, cellulari, PC e Internet. Intanto a fine mese mio figlio potrà studiare sul mio C.Bechstein da 211 cm che mia madre, finalmente, mi ha voluto concedere....eh eh. Ad ogni modo: ogni cosa a suo tempo. Se il talento c'è....verrà fuori.
  • anonimo

15-05-19 19.18

lo studio musicale se imposto può diventare un'esperienza terribile, se un ragazzo è interessato si avvicina da solo allo strumento basta renderglielo disponibile, appurato questo si può iniziare un percorso musicale

16-05-19 09.11

io sono la prova vivente della mancanza di disciplina nella musica: ho sempre avuto un buon orecchio musicale, quel minimo sindacale sullo strumento per portare a casa il risultato, la facilità oggettiva della chitarra per cui si può "imbrogliare" suonando per geometrie e schemi, ed è per questo che dopo ampia discussione in famiglia abbiamo scelto di avviare il piccolo ad una scuola di musica, soprattutto per indirizzarlo verso un tipo di attività non fisica in cui possa riuscire.

anche perchè ricordo bene diversi compagni miei di scuola praticamente obbligati allo studio di uno strumento che hanno scelto per i propri figli lo stesso percorso perchè, a detta loro, una volta scavallato il disagio della prima adolescenza è un guadagno oggettivo in termini di flessibilità di pensiero, sviluppo di un metodo di lavoro e cose del genere che rientrano nel bagaglio personale non strettamente musicale.

è un discorso semiserio, voglio ribadire che a me non interessa avere un bambino prodigio, ma poi dalla notte dei tempi quando tutti i rampolli delle famiglie diciamo "bene" sapevano suonare il pianoforte o il violino o la fisarmonica o quello che è, saranno mica stati tutti sti grandi appassionati o talentuosi? penso proprio di no, è che rientrava nella cultura generale, si faceva e basta, e non perchè dovessero fare una qualsiasi carriera nel mondo musicale.

poi lascia stare che noi non rientriamo nella definizione di famiglia bene, ma credo fermamente nella musica come forma di cultura, e vista la mia esperienza personale in cui avere troppa libertà di scelta mi ha portato a niente, allora cerco di fare tesoro dei miei errori evitando, e sottolineo, di avere aspettative, non voglio per lui quello che non ho fatto io.

non mi vorrete mica dire che avete tutti iniziato a studiare lo strumento come scelta consapevole? e che ricordate con piacere quei pomeriggi degli inizi fatti di noia e "chi me lo fa fare"?
  • mike71
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16-05-19 10.43

radiozombie ha scritto:
, ma poi dalla notte dei tempi quando tutti i rampolli delle famiglie diciamo "bene" sapevano suonare il pianoforte o il violino o la fisarmonica o quello che è, saranno mica stati tutti sti grandi appassionati o talentuosi? penso proprio di no, è che rientrava nella cultura generale, si faceva e basta, e non perchè dovessero fare una qualsiasi carriera nel mondo musicale.

La grande differenza rispetto ad adesso è che una volta non c'era Facebook sullo smartphone, non c'era internet, non c'era la televisione al pomeriggio. I bambini potevano annoiarsi e non erano bombardati da stimoli continui, gli adulti un po' meno visto che dovevano lavorare. A quel punto imparare a suonare, magari era una cosa noiosa, ma egualmente noiosa rispetto ad altre cose.
  • anonimo

16-05-19 11.16

mike71 ha scritto:
La grande differenza rispetto ad adesso è che una volta non c'era Facebook sullo smartphone, non c'era internet, non c'era la televisione al pomeriggio. I bambini potevano annoiarsi e non erano bombardati da stimoli continui, gli adulti un po' meno visto che dovevano lavorare. A quel punto imparare a suonare, magari era una cosa noiosa, ma egualmente noiosa rispetto ad altre cose.

Leggo del figlio di qualcuno che va a Calcio 2 volte a settimana. emo

Ecco, diciamo che, mentre i miei coetanei, all'età di 7 o 8 anni, andavano a giocare a Calcio, io studiavo Pianoforte con un Maestro privato che veniva a casa una volta a settimana... Non mi sentivo per niente portato per lo Sport: non mi piaceva e non avevo alcuna intenzione di praticarlo. Da quando mi regalarono un Pianofortino giocattolo, all' età di 3 - 4 anni, mi appassionai alla Musica, passando poi ad un Organo Bontempi e poi al Pianoforte Verticale. E' successo tutto spontaneamente, (direi "per caso", nel senso che "casualmente" mi fu regalato un Pianofortino giocattolo, come si regala un gioco qualsiasi ad un bambino...), non sono stato "obbligato" dai miei genitori a studiare Musica: l'ho fatto perché mi piaceva farlo. Non invidiavo assolutamente i miei amici o i miei compagni di classe perché andavano a giocare a Calcio, anzi, tutt'altro!

Certo: parliamo della fine degli Anni '60 - primissimi Anni '70, non c'erano Internet, Facebook, Smartphone, Playstation, Videogiochi... Al massimo, in Televisione, sull'unico canale televisivo in Bianco e Nero allora disponibile, ancora chiamato Canale Nazionale https://www.comunicazione2000.com/wp-content/uploads/2016/10/monoscopio_rca_rai_b.jpg (che divenne, molto più tardi, RAI1), c'era la TV dei Ragazzi alle ore 17,00. Altri tempi, non c'erano tante distrazioni... emo

Penso che non si debbano "obbligare" i figli a fare qualcosa che piace a NOI. Credo che, ai figli, si debbano semplicemente dare delle possibilità, cioè la possibilità, se vogliono, di praticare uno Sport o un'Arte Marziale, di studiare Musica o Danza, di praticare un'Arte figurativa (Pittura, Scultura, Ceramica, Fotografia) o letteraria (Scrittura, Poesia), poi saranno loro a scegliere quello che fa per loro e che li appaga di più, può essere qualsiasi cosa: sarà sempre una valida alternativa alle "Baby Sitter Elettroniche", cioè sarà sempre meglio che vederli incollati tutto il giorno allo schermo di un Televisore, di un Computer, di uno Smartphone, di un Tablet o di un Videogioco...
  • Raptus
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16-05-19 11.29

@ radiozombie
io sono la prova vivente della mancanza di disciplina nella musica: ho sempre avuto un buon orecchio musicale, quel minimo sindacale sullo strumento per portare a casa il risultato, la facilità oggettiva della chitarra per cui si può "imbrogliare" suonando per geometrie e schemi, ed è per questo che dopo ampia discussione in famiglia abbiamo scelto di avviare il piccolo ad una scuola di musica, soprattutto per indirizzarlo verso un tipo di attività non fisica in cui possa riuscire.

anche perchè ricordo bene diversi compagni miei di scuola praticamente obbligati allo studio di uno strumento che hanno scelto per i propri figli lo stesso percorso perchè, a detta loro, una volta scavallato il disagio della prima adolescenza è un guadagno oggettivo in termini di flessibilità di pensiero, sviluppo di un metodo di lavoro e cose del genere che rientrano nel bagaglio personale non strettamente musicale.

è un discorso semiserio, voglio ribadire che a me non interessa avere un bambino prodigio, ma poi dalla notte dei tempi quando tutti i rampolli delle famiglie diciamo "bene" sapevano suonare il pianoforte o il violino o la fisarmonica o quello che è, saranno mica stati tutti sti grandi appassionati o talentuosi? penso proprio di no, è che rientrava nella cultura generale, si faceva e basta, e non perchè dovessero fare una qualsiasi carriera nel mondo musicale.

poi lascia stare che noi non rientriamo nella definizione di famiglia bene, ma credo fermamente nella musica come forma di cultura, e vista la mia esperienza personale in cui avere troppa libertà di scelta mi ha portato a niente, allora cerco di fare tesoro dei miei errori evitando, e sottolineo, di avere aspettative, non voglio per lui quello che non ho fatto io.

non mi vorrete mica dire che avete tutti iniziato a studiare lo strumento come scelta consapevole? e che ricordate con piacere quei pomeriggi degli inizi fatti di noia e "chi me lo fa fare"?
Io ho iniziato a sentire la passione a 10 anni grazie ad una tastierina e ne ero più che consapevole, tra migliaia di giochi (e videogiochi), posso dire di capire bene i giovani d'oggi, essendo comunque un millenial. Per me era sia un gioco che fonte di felicità inaspettata, mi piaceva e sentivo di volerlo fare.
Vivevo sperduto in campagna, non c'erano maestri, non avevo genitori musicisti, non c'era ancora la moda di oggi di dare troppo ai figli per compensare se stessi (non è il tuo caso ma è una moda diffusa purtroppo che comunque ci influenza indirettamente), ho odiato a morte lo studio imposto della musica che ho avuto alle scuole medie... odioso piffero emo
Per il resto che lo studio della musica possa portare benefici non lo metto in dubbio ma così come lo studio in generale eh... non è che studiare la musica da bambini faccia diventare per forza persone migliori o così tanto avvantaggiate, sennò non avremmo la società che ci troviamo oggi, visto che, come dici tu, tra le famiglie "bene" era una prassi consolidata...
  • anonimo

16-05-19 11.59

raptus ha scritto:
non è che studiare la musica da bambini faccia diventare per forza persone migliori o così tanto avvantaggiate



dopo la legge basaglia c'è stato un aumento esponenziale dei musicisti emo
  • divicos
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16-05-19 12.32

@ radiozombie
io sono la prova vivente della mancanza di disciplina nella musica: ho sempre avuto un buon orecchio musicale, quel minimo sindacale sullo strumento per portare a casa il risultato, la facilità oggettiva della chitarra per cui si può "imbrogliare" suonando per geometrie e schemi, ed è per questo che dopo ampia discussione in famiglia abbiamo scelto di avviare il piccolo ad una scuola di musica, soprattutto per indirizzarlo verso un tipo di attività non fisica in cui possa riuscire.

anche perchè ricordo bene diversi compagni miei di scuola praticamente obbligati allo studio di uno strumento che hanno scelto per i propri figli lo stesso percorso perchè, a detta loro, una volta scavallato il disagio della prima adolescenza è un guadagno oggettivo in termini di flessibilità di pensiero, sviluppo di un metodo di lavoro e cose del genere che rientrano nel bagaglio personale non strettamente musicale.

è un discorso semiserio, voglio ribadire che a me non interessa avere un bambino prodigio, ma poi dalla notte dei tempi quando tutti i rampolli delle famiglie diciamo "bene" sapevano suonare il pianoforte o il violino o la fisarmonica o quello che è, saranno mica stati tutti sti grandi appassionati o talentuosi? penso proprio di no, è che rientrava nella cultura generale, si faceva e basta, e non perchè dovessero fare una qualsiasi carriera nel mondo musicale.

poi lascia stare che noi non rientriamo nella definizione di famiglia bene, ma credo fermamente nella musica come forma di cultura, e vista la mia esperienza personale in cui avere troppa libertà di scelta mi ha portato a niente, allora cerco di fare tesoro dei miei errori evitando, e sottolineo, di avere aspettative, non voglio per lui quello che non ho fatto io.

non mi vorrete mica dire che avete tutti iniziato a studiare lo strumento come scelta consapevole? e che ricordate con piacere quei pomeriggi degli inizi fatti di noia e "chi me lo fa fare"?
Percorso simile al mio.
Ho iniziato il pianoforte da piccolissimo, un po'"costretto" da mio padre che cantava, appassionato di classica a cui mi ha esposto da subito, e che aveva dovuto troppo presto abbandonare la chitarra per un problema alle mani. Il tutto mutuato dal fatto che gli sport di squadra "canonici" non hanno mai fatto per me, il massimo che mi sono concesso con risultati altalenanti sono stati rugby, judo e ciclismo.

Ma niente, la classica mi annoiava, studiavo un'oretta poco prima della lezione, quel tanto che bastava per presentarmi dal maestro e accroccare gli esercizi che mi aveva dato da fare. E "chi me lo fa fare" era un pensiero abbastanza costante.

La svolta è stata cambiare scuola, maestri, genere ed approccio. Sono finito a 10-11 anni in una scuola jazz, gestita da un chitarrista sufficientemente folle, che ci metteva da subito a suonare insieme gli standard. Molto più divertente e gratificante, sono rimasto li dentro, per alcuni periodi anche senza un vero e proprio maestro di strumento, fino all'ingresso in università. Il sabato pomeriggio i miei coetanei prendevano i motorini e andavano in giro a cazzeggio, io andavo a scuola a suonare, ma a volte anche solo a passare tempo insieme ascoltando qualcosa, o ad assistere a lezioni di armonia, chitarra o batteria, o alle prove della banda, con cui condividevamo gli spazi. O semplicemente, più grandicelli, a chiacchierare di musica con birra e patatine. Insomma, un vero e proprio laboratorio permanente, ragazzi, giovani e meno giovani, ed adulti, che si incontravano per fare musica insieme.

Oggi rimpiango di non avere una impostazione più classica, e di aver abbandonato lo studio rigoroso dello strumento. Ma è stato decisamente più leggero e piacevole, e comunque di grande ispirazione, così.

Il tutto, rispondendo all'estensore del thread, per dire che almeno nel mio caso la passione è iniziata solo quando ho trovato una dimensione che mi piaceva davvero. Per alcuni potrebbe essere il conservatorio, e lo studio accademico, per me è stato incontrare quella banda di matti, indisciplinati ma entusiasti. La scintilla deve accendersi in tuo figlio, altrimenti resterà sempre un obbligo, una costrizione, e lo farà magari anche con buoni risultati, ma controvoglia.
  • anonimo

16-05-19 15.10

A me personalmente la voglia di imparare uno strumento è venuta perchè mi sono appassionato alla musica ascoltandola e ricevendo spiegazioni da mio padre (appassionato di jazz) e mio nonno (appassionato di lirica)

Quindi, riempite la casa di musica, di ogni genere (purchè nobile e bello): classica, jazz, rock...

E non perdete occasione di intavolare discussioni in merito prendendo spunto dalle curiosità dei vostri figli

Poi, come dice Baffo, se son rose fioriranno

[OT]: per ciò che riguarda lo sport, non sottovalutiamo gli aspetti fortemente educativi delle arti marziali, e quelli fortemente diseducativi del football
  • michelet
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17-05-19 01.05

@ anonimo
lo studio musicale se imposto può diventare un'esperienza terribile, se un ragazzo è interessato si avvicina da solo allo strumento basta renderglielo disponibile, appurato questo si può iniziare un percorso musicale
Esistono anche situazioni nelle quali, una passione tardiva viene ostacolata per dare spazio alle proiezioni genitoriali. Quando ero ragazzino, intorno ai 10/12 anni studiavo pianoforte con poco profitto, forse a causa anche dell'insegnante poco didatticamente coinvolgente. Devo aver cambiato un altro paio di insegnanti ma non riuscivo a trovare quello giusto. Morale della favola, gli anni passano e a 21 anni vengo travolto dall'insana passione... ma ero già all'università di architettura, una scelta non mia a cui non ho potuto opporrmi. Lo studio ed il lavoro nello studio di architettura di famiglia, rendeva impossibile (almeno a me) inserire lo studio del pianoforte.
Oggi, colmo della sfiga più totale, anche se volessi riprendere lo studio (quasi da zero e senza velleità concertistiche) non posso perché da ottobre dell'anno scorso soffro di fortissimi dolori alle mani (rizoartrosi) che richiederebbero interventi chirurgici. E, anche a livello professionale. rimanere 6 mesi fermo con una mano ed altri 6 con l'altra sarebbe un vero disastro.
  • zerinovic
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17-05-19 07.27

@ anonimo
A me personalmente la voglia di imparare uno strumento è venuta perchè mi sono appassionato alla musica ascoltandola e ricevendo spiegazioni da mio padre (appassionato di jazz) e mio nonno (appassionato di lirica)

Quindi, riempite la casa di musica, di ogni genere (purchè nobile e bello): classica, jazz, rock...

E non perdete occasione di intavolare discussioni in merito prendendo spunto dalle curiosità dei vostri figli

Poi, come dice Baffo, se son rose fioriranno

[OT]: per ciò che riguarda lo sport, non sottovalutiamo gli aspetti fortemente educativi delle arti marziali, e quelli fortemente diseducativi del football
Sono molto d'accordo con questo intervento, anche perché racconta un pó la mia storia...compreso l'ot.
Alcuni caratteri,quelli più indolenti e pigri, vanno un pó forzati all'inizio,altrimenti non scopriranno mai se li piace o no. Mio figlio più grande é uno di quelli...
  • dobermann103
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17-05-19 07.55

Cyrano ha scritto:
[OT]: per ciò che riguarda lo sport, non sottovalutiamo gli aspetti fortemente educativi delle arti marziali, e quelli fortemente diseducativi del football

giustissimo....insegnando arti marziali da oltre 20 anni posso confermare che ho portato sulla retta via capre e caproni, boss e finti boss.. facendo capire l'ordine e il rispetto.. che nel calcio non esiste.
PS: tranne a mio figlio di 6 anni emo
  • anonimo

17-05-19 07.58

@ dobermann103
Cyrano ha scritto:
[OT]: per ciò che riguarda lo sport, non sottovalutiamo gli aspetti fortemente educativi delle arti marziali, e quelli fortemente diseducativi del football

giustissimo....insegnando arti marziali da oltre 20 anni posso confermare che ho portato sulla retta via capre e caproni, boss e finti boss.. facendo capire l'ordine e il rispetto.. che nel calcio non esiste.
PS: tranne a mio figlio di 6 anni emo
Grande Dobermann! Cosa insegni? Io ho praticato Karate, Aikido, Tae Kwon do (2 dan, medaglia argento combattimento pesi massimi), thai boxe e pugilato