27-11-19 16.58
Per ovviare alla giornata fredda e piovosa sto fantasticando sul "setup dei setup" (eh oh mica si può pensare sempre alla phiga
) e mi son chiesto: perché nessuno vuole produrre una master keyboard totalmente modulabile e con pc incorporato?
Una risposta (molto) parziale l'ho trovata
qui: probabilmente molti di voi veterani la conoscevano già. In tal caso, perdonatemi, 14 anni fa ignoravo totalmente che esistesse qualcosa di nome "master keyboard", figuriamoci il resto
)
A mio giudizio la lungimiranza di Open Labs fu sorprendente e produrre nel 2005 una master-pc all-in-one rappresentava uno sforzo non comune; ma, con tutti gli onori del caso, pensavo a qualcosa di più mirato per le situazioni live, con una serie di features di questo tipo (ebbene sì, lista numerata in puro stile ossessivo-compulsivo, ma assolutamente necessaria
):
1) una linea di master 49, 61, 73, 88 tasti, ciascuna delle quali provvista di un mini-pc interno con processore di ultima generazione a 64 bit, su cui l’utente possa aggiornare facilmente ram e ssd tramite slot esterni
2) keybed di serie: 49-61 tasti, synth action; 73 tasti, organ action; 88 tasti, pesato
3) per i modelli 61-73 tasti: possibilità di sostituire facilmente il keybed (acquistabile a parte) con un organ action (61) o pesato (73) (oppure fate voi, tanto siamo nel regno delle ipotesi)
4) nessuna tastiera né monitor incorporati; la nostra master ha un ingresso usb per importare i VI da chiavetta (filosofia V-Machine); le restanti configurazioni si effettuano dal display di cui la master è provvista
5) un pannello (fisico o digital-touchscreen) dei controlli
vuoto, con 4
slot in cui inserire uno o più moduli ad-hoc, acquistabili separatamente; es.: modulo “Farfisa Compact”, modulo “B3”, modulo “Rhodes”, modulo “ARP 2600”, modulo “Moog xyz” etc. etc.
Attenzione, per modulo intendo solo il pannello dei comandi, senza generatore sonoro; ciò permette al musicista la massima configurabilità sul layout di preferenza
6) possibilità di caricare VI (non necessariamente vst, va bene anche un formato proprietario, l’importante è la modularità del setup) e associarli a uno dei moduli di cui al punto (3). Esempio: se ho bisogno di un Farfisa Compact, carico il modulo "Farfisa Compact" che associo al VI "Farfisa Compact"
7) possibilità di replicare fedelmente, per quanto possibile, gli eventi elettromeccanici associati a ciascun VI, vibrazioni comprese (un proposito del genere esiste già su un'app di organo per Ipad)
7) ovviamente layer e split impostabili da master finché la memoria lo consente
8) il S.O. che gestisce la master è una distribuzione linux custom ottimizzata per l'installazione dei VI, per gli I/O dei moduli, dei keybed e il controllo degli I/O fisici. Un eventuale dispositivo di connessione alla rete internet può snellire le procedure di acquisto dei moduli (se digitali) e dei VI, direttamente acquistabili con il proprio account e scaricabili senza rischi di frodi, pirateria, etc. e soprattutto senza passare dal PC
9) connessioni:
usb tipo b per connessione a pc/tablet (con audio-over-usb)
usb-host per usb-key
4 line out stereo (uno per ciascun modulo)
4 ingressi sustain + 2 expression liberamente assegnabili ai moduli
midi in/out
wifi (per acquisti, update, etc)
modulo bluetooth (per cuffie)
Ingresso cuffie
output hdmi
uscita alimentatore
(CONTINUA)