Lo stage piano

  • anonimo

05-08-20 11.19

Carissimi, per non "inquinare" altri threads con off topics inopportuni, raccolgo qui sotto le caratteristiche che un buono stage piano, da usarsi per serate dignitose, dovrebbe possedere.

1) Un peso sufficiente a non farlo schizzare via non appena si applica una tecnica un po' decisa. Ovvio che tale requisito va bilanciato col fatto che non tutti possono portarsi dietro catafalchi di più di trenta chili, ma almeno una quindicina di chili ci vorrebbero.

2) Un supporto molto stabile completato da un sistema che impedisca il movimento del pedale damper

3) Almeno un sample ogni tre semitoni e minimo 5 layers per nota

4) Set completo di risonanze

5) Sample originari di qualità (Steinway, CFX, Shigeru Kawai, Fazioli etc) campionati con ottima microfonazione in ambienti adatti. Preferibile che il sample di base sia piuttosto asciutto, poi lo si effetta a piacere.

6) Set di effettistica di qualità (reverb etc)

7) Solidità estrema della scocca

8) Tasto ben pesato, doppio scappamento, ritorno vivace e ottima interazione della keybed con il motore sonoro

9) Audio over usb molto gradito

0) Ottimo rapporto segnale/rumore nel comparto analogico, uscite audio ben "sparanti"


Sotto a chi tocca!
  • anonimo

05-08-20 11.30

Il kawai es9 dovrebbe essere così
  • anonimo

05-08-20 11.33

@ anonimo
Il kawai es9 dovrebbe essere così
Speriamo che esca presto

Hai qualche altro elemento che secondo te è importante?
  • anonimo

05-08-20 11.35

@ anonimo
Carissimi, per non "inquinare" altri threads con off topics inopportuni, raccolgo qui sotto le caratteristiche che un buono stage piano, da usarsi per serate dignitose, dovrebbe possedere.

1) Un peso sufficiente a non farlo schizzare via non appena si applica una tecnica un po' decisa. Ovvio che tale requisito va bilanciato col fatto che non tutti possono portarsi dietro catafalchi di più di trenta chili, ma almeno una quindicina di chili ci vorrebbero.

2) Un supporto molto stabile completato da un sistema che impedisca il movimento del pedale damper

3) Almeno un sample ogni tre semitoni e minimo 5 layers per nota

4) Set completo di risonanze

5) Sample originari di qualità (Steinway, CFX, Shigeru Kawai, Fazioli etc) campionati con ottima microfonazione in ambienti adatti. Preferibile che il sample di base sia piuttosto asciutto, poi lo si effetta a piacere.

6) Set di effettistica di qualità (reverb etc)

7) Solidità estrema della scocca

8) Tasto ben pesato, doppio scappamento, ritorno vivace e ottima interazione della keybed con il motore sonoro

9) Audio over usb molto gradito

0) Ottimo rapporto segnale/rumore nel comparto analogico, uscite audio ben "sparanti"


Sotto a chi tocca!
già il punto 3 non so cosa voglia dire.
Mai studiato come funziona un pianoforte digitale.
  • JoelFan
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05-08-20 11.36

Questi sono i punti mandatory, poi ci sono i nice to have.
Ad esempio funzionalità avanzate di master keyboard, che non fanno mai male.
  • d_phatt
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05-08-20 11.38

Cyrano ha scritto:
2) Un supporto molto stabile completato da un sistema che impedisca il movimento del pedale damper

This. Una cosa live e in prova che ho spesso odiato è stata dover correre dietro al sustain e doverlo riacchiapare mediante acrobazie pericolose, antiestetiche e mal equilibrate. Che tra l'altro rischiano di far sbagliare un'esecuzione. Aspetto molto sottovaluato...
  • d_phatt
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05-08-20 11.39

Personalmente aggiungerei a quanto detto da Cyrano: buona dotazione di connessioni, controlli e decenti funzioni di master keyboard.
  • anonimo

05-08-20 11.39

@ anonimo
Speriamo che esca presto

Hai qualche altro elemento che secondo te è importante?
con la tecnologia attuale al punto 3 metto sample per ogni nota e almeno 10 layer

line in stereo con relativo volume (tipo modx) per connettere seconda tastiera e non doversi portare un mixer
  • anonimo

05-08-20 11.42

@ anonimo
già il punto 3 non so cosa voglia dire.
Mai studiato come funziona un pianoforte digitale.
Osservazione interessante.

Di solito si procede così:

1) un "dito meccanizzato" suona un tasto con velocità crescente (si usa il dito meccanizzato per essere sicuri della reale dinamica). Tale velocità ovviamente è matchata con la pesatura del piano di origine e controllata col fonometro per essere certi del reale volume emesso.

2) ogni livello di velocità è detto "layer"

3) A seconda della memoria disponibile, si può campionare ogni tasto (quindi avremo 88 samples di base) oppure si campiona un tasto e poi lo si "stretcha" mezzo tono sotto e mezzo tono sopra.

4) Sempre a seconda della memoria disponibile, si possono campionare uno, due, dieci, cento layers per nota. Sappiamo bene che suonando un tasto più forte, non cambia solo il volume, cambia anche il timbro. Qunidi se uso due o tre layers per non sentire sgradevoli "scalini" di volume e timbro dovrò usare algoritmi di filtraggoo che, pur essendo molto semplici ed efficaci per il volume, non lo sono altrettanto per il timbro. Però d'altro canto se usiamo decine di layers per nota, ci troveremo con una resa timbrica assai verosimile, ma un peso in termini di memoria molto importante.
  • anonimo

05-08-20 11.44

Sono d'accordo con gli amici che hanno sottolineato l'importanza delle connessioni e dell'implementazione MIDI. Al giorno d'oggi uno stage deve servire spesso anche come master per tutta una serie di altri suoni (pads, orchestrali etc).

Ovviamente l'organo a ruote magnetiche deve avere invece una keybed a parte.
  • divicos
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05-08-20 11.45

Aggiungo, almeno per i miei gusti:
- pannello e in generale operatività sullo strumento “semplice” e veloce. Menù, sotto menù e combinazioni di tasti, vanno bene a casa, meno su un palco..
  • anonimo

05-08-20 11.46

@ divicos
Aggiungo, almeno per i miei gusti:
- pannello e in generale operatività sullo strumento “semplice” e veloce. Menù, sotto menù e combinazioni di tasti, vanno bene a casa, meno su un palco..
Giustissimo.

Il massimo sarebbe avere una app per pre-programmare in dettaglio tutte le variabili a casa, ed un UI semplice ed intuitiva da usarsi sul palco.
  • marcoballa
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05-08-20 11.57

interessante e tutto vero.
in realtà tutte queste caratteristiche esistono già (o quasi), ma sono "sparse" in diversi prodotti...
occorrerebbero i samples di "questo", la meccanica di "quello", l'editor semplicissimo di "quell'altro", il pannello immediato di "quest'altro", ecc.

ah ecco, dovrebbe poi essere anche gradevole alla vista emoemo

(thanks per lo spunto!)
  • zerinovic
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05-08-20 12.10

Cyrano ha scritto:
3) A seconda della memoria disponibile, si può campionare ogni tasto (quindi avremo 88 samples di base) oppure si campiona un tasto e poi lo si "stretcha" mezzo tono sotto e mezzo tono sopra.

penso che dovendo scegliere, sceglierei le 88 note al layer in più...
  • anonimo

05-08-20 12.16

@ zerinovic
Cyrano ha scritto:
3) A seconda della memoria disponibile, si può campionare ogni tasto (quindi avremo 88 samples di base) oppure si campiona un tasto e poi lo si "stretcha" mezzo tono sotto e mezzo tono sopra.

penso che dovendo scegliere, sceglierei le 88 note al layer in più...
Se partiamo con almeno 8/10 layers sono d'accordo al 100%

Già tra 2/4 e 8/10 la differenza si sente enormemente
  • zerinovic
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05-08-20 12.21

@ anonimo
Carissimi, per non "inquinare" altri threads con off topics inopportuni, raccolgo qui sotto le caratteristiche che un buono stage piano, da usarsi per serate dignitose, dovrebbe possedere.

1) Un peso sufficiente a non farlo schizzare via non appena si applica una tecnica un po' decisa. Ovvio che tale requisito va bilanciato col fatto che non tutti possono portarsi dietro catafalchi di più di trenta chili, ma almeno una quindicina di chili ci vorrebbero.

2) Un supporto molto stabile completato da un sistema che impedisca il movimento del pedale damper

3) Almeno un sample ogni tre semitoni e minimo 5 layers per nota

4) Set completo di risonanze

5) Sample originari di qualità (Steinway, CFX, Shigeru Kawai, Fazioli etc) campionati con ottima microfonazione in ambienti adatti. Preferibile che il sample di base sia piuttosto asciutto, poi lo si effetta a piacere.

6) Set di effettistica di qualità (reverb etc)

7) Solidità estrema della scocca

8) Tasto ben pesato, doppio scappamento, ritorno vivace e ottima interazione della keybed con il motore sonoro

9) Audio over usb molto gradito

0) Ottimo rapporto segnale/rumore nel comparto analogico, uscite audio ben "sparanti"


Sotto a chi tocca!
comunque (non vorrei essere ripetitivoemo)nonostante gli 8 anni il concert, punto 9 a parte, risponde bene a queste caratteristiche. anzi direi che paghi giusto giusto le cose indicate, non ha nulla di piu.
  • anonimo

05-08-20 12.23

@ zerinovic
comunque (non vorrei essere ripetitivoemo)nonostante gli 8 anni il concert, punto 9 a parte, risponde bene a queste caratteristiche. anzi direi che paghi giusto giusto le cose indicate, non ha nulla di piu.
Il Concert è un bello strumento sotto molti punti di vista, l'unica cosa che mi lascia poco convinto è il controllo di qualità.

Ho sentito proprietari raccontare storie dell'orrore che nemmeno Freddy Kruger...
  • anonimo

05-08-20 12.30

@ anonimo
Osservazione interessante.

Di solito si procede così:

1) un "dito meccanizzato" suona un tasto con velocità crescente (si usa il dito meccanizzato per essere sicuri della reale dinamica). Tale velocità ovviamente è matchata con la pesatura del piano di origine e controllata col fonometro per essere certi del reale volume emesso.

2) ogni livello di velocità è detto "layer"

3) A seconda della memoria disponibile, si può campionare ogni tasto (quindi avremo 88 samples di base) oppure si campiona un tasto e poi lo si "stretcha" mezzo tono sotto e mezzo tono sopra.

4) Sempre a seconda della memoria disponibile, si possono campionare uno, due, dieci, cento layers per nota. Sappiamo bene che suonando un tasto più forte, non cambia solo il volume, cambia anche il timbro. Qunidi se uso due o tre layers per non sentire sgradevoli "scalini" di volume e timbro dovrò usare algoritmi di filtraggoo che, pur essendo molto semplici ed efficaci per il volume, non lo sono altrettanto per il timbro. Però d'altro canto se usiamo decine di layers per nota, ci troveremo con una resa timbrica assai verosimile, ma un peso in termini di memoria molto importante.
interessante.
Chissà il mio FP 80 come ragiona, boh.

Ma tu hai visto fare questi campionamenti?
  • anonimo

05-08-20 12.34

@ anonimo
interessante.
Chissà il mio FP 80 come ragiona, boh.

Ma tu hai visto fare questi campionamenti?
Ci sono svariati filmati su internet.

È una cosa interessantissima.
  • anonimo

05-08-20 12.39

@ anonimo
Ci sono svariati filmati su internet.

È una cosa interessantissima.
comunque interessante, bravo Maestro