Riassunto tipi di pianoforte elettronici

  • anonimo

10-08-20 08.52

leggendovi e non ho la pretesa di riuscire a seguirvi in tutto, per l'emissione sonora di suoni da una tastiera:
1) si sceglie un piano tipo il mio fp 80 che ha suoni campionati (in una rom) dal costruttore e quando pigio un tasto il gioco è fatto
2) si sceglie una tastiera (master?) con elettronica ridotta all'osso e attraverso un PC si suono campioni di una libreria VST?

c'è dell'altro?
  • paolo_b3
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10-08-20 09.40

@ anonimo
leggendovi e non ho la pretesa di riuscire a seguirvi in tutto, per l'emissione sonora di suoni da una tastiera:
1) si sceglie un piano tipo il mio fp 80 che ha suoni campionati (in una rom) dal costruttore e quando pigio un tasto il gioco è fatto
2) si sceglie una tastiera (master?) con elettronica ridotta all'osso e attraverso un PC si suono campioni di una libreria VST?

c'è dell'altro?
3) Modelli fisici: pigi un tasto in opzione 1 e 2 sopra ed il programma calcola ed emette in tempo reale il suono di un pianoforte acustico (o Rhodes, o Wurlitzer ecc.)
4) Riservato a coloro con pochi capelli, ti calcola il suono che emetterà il Calvinet emo
  • divicos
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10-08-20 10.41

Sì, bene o male hai detto tutto.
In effetti quando premi un tasto succede sempre la stessa cosa. I sensori del tasto “raccolgono” alcune informazioni (che tasto hai premuto, quando, per quanto tempo, con che velocity..).

A quel punto con quelle informazioni, la tastiera può:
- far suonare un campione pre registrato e residente nella memoria della tastiera stessa
- calcolare in tempo reale il suono da emettere con un software, come dice Paolo (modelli fisici)
- utilizzare una tecnica mista tra le due precedenti (campione per il suono vero e proprio e modellazione per rumori di risonanze, martelletti, key off, etc..)
- inviare direttamente le informazioni (via midi, ed è il caso delle master) ad un altro strumento (fisico, o virtuale su pc) che si preoccuperà lui di emettere il suono.

Infine ci sono, come ti ho già detto, i piani elettrici “vintage” che generano il suono per percussione di corde, barre di metallo, o altro, e lo fanno diventare segnale elettrico con dei pick-up.
  • d_phatt
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10-08-20 11.18

paolo_b3 ha scritto:
4) Riservato a coloro con pochi capelli, ti calcola il suono che emetterà il Calvinet

E per coloro che la prendono male, calcola anche il suono del Piagnet...emo

P.S. Visto che le risposte precedenti hanno praticamente esaurito l'argomento, era l'unica cosa che avevo da aggiungere...emo
  • divicos
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10-08-20 11.23

d_phatt ha scritto:
E per coloro che la prendono male,

Dici quando hai una brutta giornata, che ti Rhodes, ma ti Rhodes parecchio..??
emo
  • zaphod
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10-08-20 11.32

paolo_b3 ha scritto:
Riservato a coloro con pochi capelli, ti calcola il suono che emetterà il Calvinet

ho trovato il mio strumento emoemoemoemo
  • mike71
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10-08-20 11.42

Se usciamo dal suono di pianoforte, direi che si possono aggiungere dei sistemi in cui la produzione del suono e` affidata a componenti elettronici od elettromeccanici.
La sintesi FM esempio OPL puo` essere fatta in hardware digitale e non da un microprocessore. Ci sono poi sistemi come il MOS SID in cui gli oscillatori sono digitali, ma poi il segnale viene modificato in modo analogico.
Poi negli anni '70 c'erano degli oggetti come il Korh PE-1000 che erano analogici e cercavano anche loro di fare suoni vagamente simili a quelli di un piano...

Ma in questi casi ovviamente, il suono di pianoforte e` molto ma molto diverso da quello di un pianoforte acustico, anche se a volte molto gradevole.
  • anonimo

10-08-20 11.49

@ paolo_b3
3) Modelli fisici: pigi un tasto in opzione 1 e 2 sopra ed il programma calcola ed emette in tempo reale il suono di un pianoforte acustico (o Rhodes, o Wurlitzer ecc.)
4) Riservato a coloro con pochi capelli, ti calcola il suono che emetterà il Calvinet emo
il 3 non mi è chiaro
  • d_phatt
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10-08-20 11.54

@ divicos
d_phatt ha scritto:
E per coloro che la prendono male,

Dici quando hai una brutta giornata, che ti Rhodes, ma ti Rhodes parecchio..??
emo
emo
  • mike71
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10-08-20 12.04

@ anonimo
il 3 non mi è chiaro
Creo un modello matematico dello strumento che voglio usare.
Inizio a partire dalla corda e dalla vibrazione e cerco di scrivere una serie di equazioni che mi indichino come il suono della corda si sviluppa nel tempo o meglio nelle frequenze. Dopodiche modello la cassa acustica che mi va a filtrare il segnale generato dalla corda con di nuovo una serie di equazioni nel dominio del tempo e/o della frequenza che uso per modificare il suono generato dall'oscillatore. Per alcuni strumenti e` piu` semplice, per altri, come il pianoforte acustico e` piu` complesso.



  • d_phatt
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10-08-20 12.04

@ anonimo
il 3 non mi è chiaro
La maggior parte dei pianoforti digitali (il 99%) funziona a campioni, con i metodi ben esposti nell'altro thread.
Tuttavia c'è un altro modo di generare un suono di pianoforte/piano elettromeccanico (o anche altri tipi di strumento): la modellazione fisica. Con questo metodo non vengono utilizzati campioni, ma complessi algoritmi che, prendendo in input le note suonate con relativa velocity, simulano il comportamento meccanico/elettrico dello strumento, cioè quello che accade nella realtà quando lo si suona. Nel caso del pianoforte, simulano il comportamento meccanico: martelletti che battono sulle corde, la risonanza della tavola, le risonanze simpatetiche, ecc...
Questo metodo tende a realizzare strumenti digitali più reattivi e "vivi", e nel caso di organi Hammond e pianoforti elettrici tipo Fender Rhodes, anche estremamente realistici come dimostrano i prodotti Crumar. Nel caso del pianoforte, a causa della complessità dello strumento da emulare, la modellazione fisica fornisce sì una grande interazione con il musicista, ma al prezzo di un minore realismo rispetto al campionamento, per motivi di cui parlavo con maxpiano69 nel thread sugli stage piano e di cui sicuramente avrà parlato anche qualcun altro.
Per ora, la strategia più soddisfacente è un ibrido tra i due approcci: campioni e sintesi sui campioni per "il grosso" del suono di piano, più modellazione fisica per le risonanze e rumori vari. Gli stage piano professionali di solito usano questo ibrido.
  • paolo_b3
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10-08-20 12.14

@ anonimo
il 3 non mi è chiaro
Come hanno detto Mike e D_phatt
  • paolo_b3
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10-08-20 12.16

@ zaphod
paolo_b3 ha scritto:
Riservato a coloro con pochi capelli, ti calcola il suono che emetterà il Calvinet

ho trovato il mio strumento emoemoemoemo
Se il tuo maggior problema sono i capelli sicuramente vivi bene. emo
  • zaphod
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10-08-20 12.31

@ paolo_b3
Se il tuo maggior problema sono i capelli sicuramente vivi bene. emo
no, ti garantisco che non è proprio un problema, l'ho tirato fuori per fare la battuta, ma non me ne può importare di meno. I problemi veri sono altri, e nemmeno io ne sono immune, come tutti emo
  • divicos
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10-08-20 12.32

d_phatt ha scritto:
Questo metodo tende a realizzare strumenti digitali più reattivi e "vivi",

d_phatt ha scritto:
Nel caso del pianoforte, a causa della complessità dello strumento da emulare, la modellazione fisica fornisce sì una grande interazione con il musicista, ma al prezzo di un minore realismo rispetto al campionamento


Aggiungo, per soddisfare appieno la curiosità di mark_c, che il vantaggio più evidente della modellazione è il controllo dinamico.

Come ti dicevano sul thread degli stage piano, la risposta del suono alla velocity (forza con cui premi il tasto) dipende dal numero di layer di campionamento preregistrati.

Immagina ad esempio di avere 4 layer:
-uno che suona dalla "forza" 0 alla "forza" 31,
-uno da 32 a 63,
-uno da 64 a 95,
-uno da 96 a 127
Se suoni due volte la stessa nota che viene letta con velocity 60 e 70, per dire, la prima farà suonare il secondo layer (alto) la seconda il terzo layer (basso), e a seconda della qualità del campionamento potresti percepire non solo il (leggero in questo caso) cambio di volume, ma proprio uno stacco nel timbro dei due layer.
Ovviamente, più layer saranno stati registrati meno sarà possibile sentire questo "stacco", al costo però di un peso totale del campione maggiore.

Con la modellazione questo problema non esiste. Dato che il suono viene generato via software è come avere direttamente tutti i volumi, ognuno con il suo comportamento, da 0 a 127 per ogni nota, e i programmi solitamente pesano pochi kB.
  • anonimo

10-08-20 12.33

@ d_phatt
La maggior parte dei pianoforti digitali (il 99%) funziona a campioni, con i metodi ben esposti nell'altro thread.
Tuttavia c'è un altro modo di generare un suono di pianoforte/piano elettromeccanico (o anche altri tipi di strumento): la modellazione fisica. Con questo metodo non vengono utilizzati campioni, ma complessi algoritmi che, prendendo in input le note suonate con relativa velocity, simulano il comportamento meccanico/elettrico dello strumento, cioè quello che accade nella realtà quando lo si suona. Nel caso del pianoforte, simulano il comportamento meccanico: martelletti che battono sulle corde, la risonanza della tavola, le risonanze simpatetiche, ecc...
Questo metodo tende a realizzare strumenti digitali più reattivi e "vivi", e nel caso di organi Hammond e pianoforti elettrici tipo Fender Rhodes, anche estremamente realistici come dimostrano i prodotti Crumar. Nel caso del pianoforte, a causa della complessità dello strumento da emulare, la modellazione fisica fornisce sì una grande interazione con il musicista, ma al prezzo di un minore realismo rispetto al campionamento, per motivi di cui parlavo con maxpiano69 nel thread sugli stage piano e di cui sicuramente avrà parlato anche qualcun altro.
Per ora, la strategia più soddisfacente è un ibrido tra i due approcci: campioni e sintesi sui campioni per "il grosso" del suono di piano, più modellazione fisica per le risonanze e rumori vari. Gli stage piano professionali di solito usano questo ibrido.
ma quelli a modelli fisici appartengono al passato?
  • d_phatt
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10-08-20 12.37

@ anonimo
ma quelli a modelli fisici appartengono al passato?
Al passato, al presente e sicuramente al futuro...
  • anonimo

10-08-20 12.44

@ d_phatt
Al passato, al presente e sicuramente al futuro...
questo è un pianoforte a modelli fisici?
  • paolo_b3
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10-08-20 12.49

@ zaphod
no, ti garantisco che non è proprio un problema, l'ho tirato fuori per fare la battuta, ma non me ne può importare di meno. I problemi veri sono altri, e nemmeno io ne sono immune, come tutti emo
Questo è parlare!
  • d_phatt
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10-08-20 12.51

@ anonimo
questo è un pianoforte a modelli fisici?
Non lo conoscevo, dopo una veloce lettura mi sembrerebbe di sì.
Altri esempi: Crumar Seven (ha sia un engine di piano physical modelling che uno a campioni), il Roland V-Piano (il cui engine, se ho ben capito, si ritrova nel RD2000), e Pianoteq che è un VST.
Per engine si intende un software dedicato a una certa simulazione sonora.