10-08-20 12.32
d_phatt ha scritto:
Questo metodo tende a realizzare strumenti digitali più reattivi e "vivi",
d_phatt ha scritto:
Nel caso del pianoforte, a causa della complessità dello strumento da emulare, la modellazione fisica fornisce sì una grande interazione con il musicista, ma al prezzo di un minore realismo rispetto al campionamento
Aggiungo, per soddisfare appieno la curiosità di mark_c, che il vantaggio più evidente della modellazione è il controllo dinamico.
Come ti dicevano sul thread degli stage piano, la risposta del suono alla velocity (forza con cui premi il tasto) dipende dal numero di layer di campionamento preregistrati.
Immagina ad esempio di avere 4 layer:
-uno che suona dalla "forza" 0 alla "forza" 31,
-uno da 32 a 63,
-uno da 64 a 95,
-uno da 96 a 127
Se suoni due volte la stessa nota che viene letta con velocity 60 e 70, per dire, la prima farà suonare il secondo layer (alto) la seconda il terzo layer (basso), e a seconda della qualità del campionamento potresti percepire non solo il (leggero in questo caso) cambio di volume, ma proprio uno stacco nel timbro dei due layer.
Ovviamente, più layer saranno stati registrati meno sarà possibile sentire questo "stacco", al costo però di un peso totale del campione maggiore.
Con la modellazione questo problema non esiste. Dato che il suono viene generato via software è come avere direttamente tutti i volumi, ognuno con il suo comportamento, da 0 a 127 per ogni nota, e i programmi solitamente pesano pochi kB.